L'ALLEANZA COLPISCE ANCORA
Luke si guardò intorno scrutando i presenti. Mon Monthma stava appoggiata al tavolo con un'espressione tesa e decisa, accanto a lei il Maestro Yoda stava seduto su una sedia e lanciò a Luke un sorriso sornione a cui il ragazzo rispose con calore. Al suo fianco Mace Windu appariva imperturbabile come al solito, anche se in quel momento aveva scelto di essere imperturbabilmente rivolto verso di lui. Luke si sentì a disagio e cercò di non farci caso e riprese la sua analisi della situazione. Obi Wan era in seduto alla sua sinistra con un'espressione di profondo turbamento, suo padre gli stava dietro con le mani posizionate sulle spalle in un gesto rassicurante, sua madre era in piedi al suo fianco. Notò poi con sorriso che Han stava seduto tra Obi Wan e Yoda e pareva lievemente a disagio tra i due Jedi. Gli rivolse un cenno di saluto a cui il corelliano rispose con calore. Tra sua madre e Mace un po' in disparte c'erano Mara Jade e Lando Calrissian che sussurravano piano tra loro. Luke distolse lo sguardo e arricciò il naso, invaso, senza sapere perché, da un senso di profonda irritazione. Suo padre gli strinse piano le spalle, ma non disse nulla. A completare il quadro un capitano ribelle di cui non ricordava il nome stava alle spalle delle senatrice.
"La situazione la conoscete tutti." Esordì Mon Monthma, riportando tutti all'ordine. "Quindi salterò le spiegazioni e passerò direttamente alla parte pratica." Disse con voce sbrigativa.
Schiacciò un pulsante e un ologramma del Tempio Jedi prese a girare lentamente al centro del tavolo.
"Sappiamo che il fratello di re Sylas ha rapito la principessa e la tiene prigioniera al tempio Jedi." Continuò la senatrice e Luke sentì la stretta di suo padre stringersi ancora una volta.
"E sappiamo che sta progettando di usare il bambino per cercare di fermare l'Alleanza." Mon Monthma fece vagare lo sguardo sui presenti. "Il nostro attacco non può più aspettare."
Ci vollero qualche secondo prima che l'informazione entrasse nelle menti di tutti.
"Non prima che Leia è fuori di lì!" esclamò Han scattando in piedi.
"Si calmi, Generale Solo." Lo ammonì Mon Monthma. "Non stavo suggerendo di far fuoco sul Tempio con la principessa dentro."
"Sarà meglio." Borbottò Han, man si rimise seduto.
"Come stavo dicendo," continuò la senatrice non senza un briciolo di irritazione. "è giunto il momento di contrattaccare."
"Abbiamo una numerose navette imperiali rubate nel corse degli anni. Generale Skywalker," continuò rivolgendosi ad Anakin "La tua conoscenza dei codici di accesso è seconda solo a quella dell'imperatore. Guiderai una missione di soccorso della principessa. Il capitano Rex vi accompagnerà con un battaglione per difendervi dai droidi. Il vostro obiettivo e solo quello di liberare la principessa niente di più."
Anakin annuì e scambiò uno sguardo di intesa con Rex.
"Io vengo con te." dichiarò Han all'istante.
"Chiaro." Rispose Anakin soavemente. Han lo fissò qualche secondo, probabilmente per decidere se il tono fosse stato sarcastico o meno, poi lasciò perdere.
"Generale," intervenne la voce di Padmè. "Io sono con te." Anakin lo lanciò uno sguardo a metà fra il grato e il preoccupato, poi annuì, allungò la mano e gliela strinse. Era consapevole di avere gli occhi di tutti puntati su di lui, ma in quel momento non gliene importava più di tanto.
"E veniamo anche noi." Intervenne Mace Windu. Anakin si chiese se avesse intenzione di unirsi al gruppo solo per giocare al terzo incomodo. "Io, Yoda e Obi Wan." Specificò poi. "Ci posizioneremo nella sala del consiglio e da lì creeremo uno scudo di Forza intorno al Tempio, in modo da evitare che il bambino liberi energia oscura su tutto Coruscant."
"Perfetto. Una volta libera la principessa, se, e ripeto se, riuscite a salvare il bambino senza pericoli, fatelo, altrimenti lasciate stare. Usciti voi da lì inizierà l'attacco dei caccia e della flotta guidato dal Generale Carlissian sul blocco navale e sul pianeta." Continuò Mon Monthma.
"E non riusciamo a salvare Leia?" chiese Lando con voce cupa. "E quel bambino sta per distruggere tutto."
Un lungo silenzio seguì le sue parole, mentre tutti contemplavano le possibilità. Alla fine Anakin diede voce alle sue conclusioni pur dolorose che fossero. "Se non siamo fuori entro 2 ore," disse con voce calma. "Fate fuoco sul Tempio Jedi." Dichiarò fissando negli occhi Lando.
Luke scattò fuori dalla sua stretta e si voltò a guardarlo. "Non puoi parlare sul serio!" esclamò incredulo.
Anakin si limitò a distogliere lo sguardo dagli occhi penetranti di suo figlio.
"Non posso perdervi entrambi! Sia tu che Leia!" gli urlò contro Luke con una voce che rasentava la disperazione.
"Preferiresti invece che morisse centinaia di migliaia di persone a te sconosciute?" chiese Anakin.
Luke aprì la bocca e poi la richiuse, sconfitto. Abbassò lo sguardo e si mordicchiò il labbro.
"Ora... se siamo tutti d'accordo-" iniziò Mon.
"Io ho una domanda." La interruppe Luke. "M'lady." Aggiunse poi.
"La mia parte quale sarebbe? Non starò fermo a guardare." Dichiarò fermamente il giovane Jedi.
"Il tuo compito, diverso sarà." Intervenne Yoda per la prima volta. Gli occhi di Luke saettarono in quelli del suo vecchio maestro. "Ahsoka. Ella dobbiamo trovare. Un modo, io ho trovato. Con un suo oggetto personale importante per lei, tu puoi connetterti con la sua Forza e localizzarla."
"Ma non abbiamo suoi effetti personali." Obiettò Luke.
Anakin si schiarì la voce. "Io ho le sue spade laser." Disse. "Ma non qui con me ora."
"Dove?" chiese Luke fissandolo intensamente.
Anakin parve esitare, poi buttò fuori l'aria e rispose dopo aver scambiato un breve sguardo con Obi Wan. "Mustafar. Sono nel... mio castello su Mustafar." Chiuse gli occhi e cercò di non farsi colpire dal fiume di ricordi che lo invasero al solo nominare quel pianeta maledetto. Lo sguardo di Luke si addolcì di colpo allungo una mano che suo padre strinse tra le sue mentre riapriva gli occhi e lo guardava con un sorriso tirato.
"Su Mustafar, tu andrai giovane Luke." continuò Yoda. "La signorina Jade, un passaggio ti darà."
Sia Luke sia Mara sobbalzarono di sorpresa. "Io?" esclamò incredula Mara. "Perché io?"
"Sei l'unica che non è necessaria da un'altra parte." Le fece notare Anakin. Mara gli lanciò un'occhiataccia. "Che spirito di osservazione Skywalker." Disse con voce irritata.
Anakin sospirò. Per lo meno non lo aveva chiamato Vader, era già qualcosa.
"Una nave tu hai, o sbaglio, signorina Mara?" chiese Yoda rivolgendosi alla ragazza.
Mara incrociò le braccia e borbottò qualche parola di assenso.
"Il tuo aiuto con la Forza, darai al giovane Luke. Bisogno ne avrà." Aggiunse Yoda.
Gli occhi della ragazza saettarono verso l'alto e a giudicare dall'espressione sembrava sul punto di insultare pesantemente l'emerito maestro Jedi.
"Mara." La bloccò una voce bassa ma decisa, limpida come l'acqua. Mara si voltò e incrociò lo sguardo di Luke. Aveva il viso tirato e cementato in una maschera di preoccupazione. "Ti prego." Sussurrò.
Mara lo fissò negli occhi per qualche secondo, poi suo malgrado annuì. "D'accordo." Borbottò.
Mon Monthma fece di nuovo vagare lo sguardo sui presenti. "Che la Forza sia con tutti noi." Disse solennemente.
Ne avremo bisogno, pensò Luke tra sé cupamente.
***
La minuscola sala riunioni pareva diventare sempre più stretta, o almeno così sembrava a Luke camminava avanti e indietro, un senso di inquietudine che infilava sempre più dentro di lui ad ogni passo. Lando, Han, Mara, Rex, Obi Wan, in incognito e Mon Monthma erano usciti per assistere alla seconda riunione quella con tutta l'Alleanza e l'avevano lasciato solo con i suoi genitori e due Jedi silenziosi. D'un tratto Mace Windu si alzò dalla sedia su cui era seduto gli si avvicinò. Luke si guardò disperatamente intorno per cercare un pretesto per evitarlo. I suoi genitori osservavano l'ologramma del tempio e il Maestro Yoda era di nuovo in profonda meditazione.
"Skywalker." Lo chiamò Mace.
Luke imprecò tra sé nel peggior huttese che conosceva. "Maestro Windu."
L'imponente Jedi si fermò a due passi da lui e lo scrutò con la sua espressione neutra. "Sono grato che tu ti sia ripreso."
Luke non si sentiva in vena di essere conciliante. "Toccante. Detto da colui che sperava che non fossi mai nato." Replicò in tono asciutto.
Windu accusò il colpo in silenzio. "A proposito di quanto ho detto su Naboo... non lo intendevo in senso letterale. Ovviamente ciò che ha fatto tuo padre era contro il codice jedi," Ovviamente, pensò Luke e dovette trattenere l'impulso di alzare gli occhi al cielo. "ma questo non vuol dire che tu non sia un degno cavaliere Jedi. Ti sono riconoscente per avermi salvato la vita su Jedha."
Luke realizzò che era la cosa più simile a delle scuse che avrebbe ottenuto. Nonostante tutto si sentì arrossire. Mace gli allungò la mano e Luke gliela strinse mollemente. Cercò lo sguardo di suo padre oltre le spalle dell'imponente Jedi, e Anakin gli strizzò l'occhio. Sorridendo tra sé, si congedò dal Jedi e raggiunse i suoi genitori.
Suo madre lo abbracciò tanto forte e tanto a lungo che pensò seriamente che fosse rimasta incollata.
"Stai attento." Gli sussurrò solo, guardandolo dritto negli occhi. In quegli occhi color cioccolato Luke lesse tutte le parole a cui non aveva dato voce perché non ce n'era bisogno. Parole di amore, orgoglio, devozione, protezione e affetto. Gli diede un bacio sulla guancia poi si scostò di lato e finse di tornare ad osservare l'ologramma per lasciare spazio a suo marito.
Anakin osservò suo figlio negli occhi per un'eternità, poi sospirò si staccò qualcosa dalla cintura e allungò la spada laser a Luke. Luke sorrise, grato che l'avesse recuperata per lui dal centro medico. Ma appena stava per afferrarla la mano di suo padre scattò indietro. Alzò lo sguardo sorpreso e incontrò quello duro di suo padre.
"Oh no." Esclamò. "Non staremo per affrontare quella discussione."
"E invece sì." Dichiarò Anakin fermamente. "Non sto nemmeno a dirti perché rischiare la vita per qualcuno già morto sia una cosa stupida, perché penso che tu sia intelligente abbastanza da capirlo da solo."
Luke abbassò lo sguardo e arrossì. "Comunque..." continuò Anakin. "Luke, guardami." Disse addolcendo il tono. Suo figlio alzò esitante gli occhi e incontro i suoi.
"Quest'arma è la tua vita." Disse Anakin con voce incredibilmente seria, sventolandogli la spada laser sotto il naso. "Non devi mai separartene. Capito?"
Luke sorrise timidamente. "Certo, Generale." Replicò cercando di alleviare la tensione.
Suo padre parve soddisfatto e gli mise in mano la spada laser. "E adesso vieni qui." Esclamò poi abbracciandolo stretto.
Luke sussultò colto di sorpresa poi ricambiò la stretta riempiendosi le narici del profumo rassicurante di suo padre.
"Papà..." mormorò con voce tesa. "Devo dirti una cosa."
Anakin mollò la presa e lo guardò con sguardo interrogativo. Luke fece un respiro profondo.
"Lo so che forse non hai bisogno di sentirtelo dire... ma io ho bisogno di sapere che te l'ho detto." Cominciò Luke, guardandolo dritto negli occhi. "Ti voglio bene." Dichiarò. Anakin spalancò gli occhi e fece per dire qualcosa, ma suo figlio riprese a parlare, bloccandolo. "E sono orgoglioso di te." la voce di Luke tremava così come il suo mento. "Sono orgoglioso di noi."
Anakin rimase a fissarlo immobile per qualche secondo, poi deglutì il groppo che si era formato in gola e gli sorrise dolcemente. Si avvicinò e gli prese il viso fra le mani accarezzandogli le guance, poi gli scostò i capelli e gli appoggiò lentamente le labbra sulla fronte. Luke rimase a fissarlo con i suoi enormi occhi azzurri pieni di devozioni. Anakin lo abbraccio di nuovo e Luke si sistemò con un sospiro, con la testa nell'incavo del suo corpo. Padmè si infilò sotto l'altro braccio di Anakin si strinse a lui appoggiando una mano sulla schiena di suo figlio.
Da fuori arrivarono i suoni di centinaia di persone che si alzavano all'unisono e compresero che la riunione doveva essere finita. Era tempo di uscire da quella loro piccola bolla di tenerezza e separarsi per le relative missioni. Una singola lacrima scese sulla guancia di Luke, ma le dita leggere di Anakin lo spazzarono subito via.
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