INQUIETUDINI
Anakin era ancora inginocchiato ad ascoltare eco del passato quando fu interrotto da qualcuno che bussava timidamente alla porta. Senza aprire gli occhi disse "Avanti.", avendo già avvertito chi c'era al di là della porta. Avvolta in un lungo abito blu notte, stretto in vita, e con i cappelli raccolti in una lunga treccia, la principessa Leia fece il suo regale ingresso nella stanza. Senza dire una parola si avvicinò e si sedette di fronte a suo padre al tavolo.
"Sembra davvero bravo." commentò dopo qualche minuto, indicando l'immagine di Obi Wan che era passato dagli esercizi con la spada alla spiegazione su come usare la manipolazione Jedi della mente. In particolare aveva convinto due uomini della manutenzione del tempio Jedi a esibirsi in due notevoli capriole all'indietro, cosa che non avrebbero mai fatto di loro spontanea volontà.
"Avresti dovuto conoscerlo di persona." rispose Anakin, aprendo gli occhi. "Obi Wan Kenobi, era il mio maestro."
"Si diceva fosse il miglior negoziatore che i Jedi avevano nelle guerre dei cloni."
"Si era davvero bravo con quel genere di cose. Raramente falliva un negoziato. Ma quello che avrebbe stupito molta gente è quanto fosse leale. Teneva molto ai suoi amici, e li sosteneva fino alla fine." concluse Anakin e, anche se si era sforzato in tutti i modi di mascherarlo, il rimpianto era evidente nella sua voce.
"Mio padre mi ha sempre detto che in caso di difficoltà avrei potuto contare sul suo aiuto." Leia si interruppe con un filo di imbarazzo rendendosi conto di essersi appena riferita a Bail Organa come a suo padre e non all'uomo che aveva davanti.
Calò un silenzio imbarazzato che fu spezzato dall'entrata senza bussare di Luke.
"Questo pianeta ha il clima più orrendo di tutta la galassia. Caldo umido con sole rovente alternato a nebbia paludosa. è quasi peggio di Tatooine, almeno lì non ci sono le zanzare." si lamentò gettando il mantello su una sedia e arrotolandosi le maniche fino ai gomiti.
"Vedo che l'arte di bussare ti è sconosciuta." lo apostrofò Leia, citando le sue stesse parole.
"Ho imparato dalla migliore." Le rispose suo fratello, mandandole un bacio volante con la mano.
Leia alzò gli occhi al cielo, ma non commentò.
"Cosa state guardando?" chiese Luke sedendosi al tavolo anche lui, di fianco a sua sorella.
La registrazione era ricominciata e la sua espressione si illuminò riconoscendo i suoi due maestri.
"Yoda era davvero incredibile con la spada laser." osservò Luke, studiando attentamente le immagini davanti a lui.
"Io non ne capisco molto, ma sembra davvero un Jedi molto potente." commentò Leia, anche lei impegnata a guardare l'ologramma.
"Si lo era. Probabilmente il miglior Jedi in assoluto." intervenne Anakin, ottenendo immediatamente l'attenzione dei suoi due figli.
"Com'era?" chiese Leia.
"Saggio, molto saggio. Dolce, gentile... Aveva quel modo tutto suo di incutere rispetto e soggezione. Riusciva sempre a farmi sentire un microbo insignificante nonostante mi arrivasse a malapena alle ginocchia." Spiegò Anakin mentre un sorriso malinconico gli aleggiava sul viso. "Ma quando ero piccolo era più felice. Con l'avanzare della guerra dei cloni è diventato... triste. Come se sapesse già cosa sarebbe toccato a tutti noi." Concluse poi.
"Sai cosa gli è successo poi?" chiese Leia.
"L'ultima volta che l'ho visto stava per andare su Kashyyyk, per combattere contro i separatisti a fianco dei Wookiee. Poi tutto è cambiato. La guerra è finita e i Jedi sono stati uccisi uno a uno."
Anakin sospirò "Quella maledetta guerra..." mormorò poi, quasi tra sè.
"Mio... Mi dicevano sempre che è stata inutile." Leia si corresse in extremis. "Ho anche sentito molta gente incolpare i Jedi di quella guerra."
Anakin fissò sua figlia. "Siamo stati tutti ingannati. Palpatine era dietro a tutto. Ai Sith, alla creazione dell'esercito, al conflitto stesso. La guerra ha sconvolto tutti i principi della repubblica e dell'ordine. Ha trasformato i Jedi da guardiani della pace a soldati, il senato in un consiglio di guerra. La corruzione ha raggiunto livelli esponenziali e il lato oscuro permeava ogni cosa, tanto che neppure il maestro Yoda riusciva a vedere chiaramente il futuro."
E con quell'inquietante spiegazione Anakin si alzò. "Devo parlare con Rex. Restate pure qua se volete." Poi salutò i gemelli, infilò il mantello e uscì dalla stanza, lasciando Luke e Leia a meditare sulle sue parole.
***
Più tardi quella notte, Anakin fu svegliato di soprassalto dalla voce preoccupata di Luke.
"Che c'è... cosa succede?" chiese sbattendo le palpebre e tirandosi a sedere.
Luke lo fissò e disse una sola parola. "Leia." Dalla paura nei suoi occhi Anakin capì che le doveva essere capitato qualcosa. Il terrore si impadronì di lui e ebbe l'impressione che lo stomaco gli si attorcigliasse.
"Mi sono svegliato con la sensazione che Leia fosse in pericolo, sono andato nella sua stanza e non c'era. Non volevo svegliarti, ma..."
Anakin si alzò immediatamente, si agganciò la cintura e afferrò la spada laser. In meno di cinque secondi erano fuori. "Di solito se mi concentro riesco a capire dove si trova, ma ora è tutto offuscato." Esclamò Luke frustrato.
"La troveremo non ti preoccupare." Disse Anakin, anche se sembrava che stesse convincendo più sè stesso che suo figlio.
"Tu controlla l'ala est, io penso all'ala ovest." ordinò poi, e d'un tratto sembrò di nuovo il generale Skywalker.
"Non credo sia in nessuna delle due parti, ma non abbiano altre alternative e vale comunque la pena di controllare."
Anakin annuì. "Ci vediamo qui tra mezz'ora. Se trovi qualche pericolo, chiamami." Alludendo al loro collegamento tramite la Forza.
Stavano per partire quando si sentì un rumore di porte che si aprivano e Mara, Lando e, purtroppo, Olivio arrivarono in corridoio.
"Abbiamo sentito dei rumori. Cosa succede?" chiese Mara.
"Leia è sparita." rispose Luke con voce atona.
"La stavamo andando a cercare." puntualizzò poi Anakin.
"Vi aiutiamo allora." disse fermo Lando.
Anakin spiegò velocemente il da farsi e divise tutti assegnando le parti del palazzo da controllare. Lando e Olivio si diressero verso i piani alti ("... e per l'amor del cielo Lando, tienilo d'occhio, prima che combini qualche disastro), Luke e Mara verso l'ala est ("Basta che non uccidi mio figlio, poi puoi farci quello che ti pare." frecciatina elegantemente ignorata da Luke, o almeno così sperava.) e Anakin verso i giardini.
***
Anakin camminava in mezzo alle siepi del fastoso giardino della reggia, sondando con la Forza l'ambiente circostante, cercando tracce di sua figlia. Superò un siepe tagliata a forma di soldato, con la spada alzata al cielo e imboccò un sentiero che portava a una fontana. Notò un mucchio di vestiti ai piedi del muretto e iniziò immediatamente a correre. Quando lo raggiunse realizzò che era la figura sdraiata a terra di Leia. La rivoltò sulla schiena e tirò un sospiro di sollievo quando si assicurò che respirava ancora. Le appoggiò la mano sulle tempie e usando la Forza la indusse a svegliarsi. Fisicamente sembrava stare bene, magari era solo andata a fare una passeggiata e aveva avuto un giramento di testa. Sperava intensamente che fosse andata così, anche se aveva il brutto presentimento che fosse accaduto qualcosa di molto più preoccupante.
Leia sbattè le palpebre e di alzò stropicciandosi gli occhi. Mise a fuoco suo padre che le disse: "è tutto okay, stai bene." e le passò gentilmente una mano sulla spalla. Leia non protestò e rimase a fissarlo zitta. "Cosa mi è successo?" chiese poi.
"Speravo potessi dirmelo tu, veramente. Luke si è svegliato terrorizzato che ti fosse successo qualcosa di brutto e quando non ti abbiamo trovato in camera ci siamo preoccupati tutti."
"Io... cosa... tutti chi? E tu chi sei, di preciso?" Leia appariva confusa.
"Chi sono? Come chi sono?" Rispose Anakin, interdetto. "Sono Anakin, tuo padre."
Leia continuò a fissarlo negli occhi, poi disse con un'espressione intensa:
"Cosa diavolo è un Anakin?"
Scusate per la lunga assenza, sono stata molto impegnata. Spero che il capitolo vi piaccia! :*
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top