IN VIAGGIO



Seduto al posto del secondo pilota, Luke osservava lo spazio profondo. Fin dalla sua prima volta sul Millenium Falcon aveva sempre adorato viaggiare nello spazio. Il senso di libertà che lo pervadeva nell'abitacolo del suo caccia era impagabile. Anche in quel momento, in cui viaggiava su una nave in cui l'atmosfera era più tesa di una corda di violino, se chiudeva gli occhi e si immergeva nella Forza riusciva ad assaggiarne un po'. Quasi dimenticandosi la situazione difficile si ritrovò a sorridere tra sé.

"Tra quanto si arriva? Non vedo l'ora di essere nella nostra camera nel palazzo di Tarantè. Ho davvero bisogno di un bagno caldo." Il lamento di Olivio lo riscosse e ci mise cinque secondi buoni a metabolizzare le sue assurde parole.

Seduto al posto del passeggero di fianco a Leia, aveva assunto la postura altezzosa e supponente di chi è abituato ad essere servito e riverito.

"Guarda che non stiamo andando in vacanza." Gli rispose poi, con la voce carica di biasimo.

"Questo non vuol dire che debba rinunciare alle comodità base di una sistemazione dignitosa. E poi ci stiamo davvero mettendo tanto, scommetto che un pilota scelto di Endula ci avrebbe messo la metà del tempo."

Nell'abitacolo calò un silenzio più pesante di un macigno. Sembrò accadere tutto al rallentatore mentre Luke e Leia trattenevano il fiato.

Anakin, dal posto del pilota, si girò lentamente a guardarlo di sottecchi. Passarono alcuni secondi che sembrarono durare ore durante i quali Luke vide chiaramente il conflitto che avveniva in suo padre tra lo scoppiargli a ridere in faccia o il mandarlo a quel paese. Alla fine chiuse gli occhi, ingoiò il commento che gli era salito alle labbra e tornò a concentrarsi sui comandi, decidendo semplicemente di ignorarlo. Wow, che prova di autocontrollo!

In quel momento una spia suonò sul piano di controllo annunciando l'imminente uscita dall'iperspazio. Anakin tirò una leva e la rosseggiante palla che era Tarantè apparve davanti a loro.

A quel punto furono tutti sbalzati in avanti da una violenta accelerazione. Anakin si lanciò una corsa al limite massimo di velocità concesso dalla navetta. Luke sentì l'adrenalina scorrergli nelle vene e non riuscì trattenere una risata liberatoria. Si girò a guardare suo padre che ricambiò il sorriso, trasformato poi in un ghigno quando sentirono il lamento strozzato di Olivio.

Dopo mezz'ora di volo movimentato atterrarono nel porto davanti al palazzo presidenziale dove risiedeva il governo del paese. Anakin, Luke e Leia scesero velocemente dalla nave tutti e tre divertiti e per niente turbati seguiti da Olivio con il colorito di una delicata sfumatura di verde vomito in tinta con i suoi vestiti.

"Era abbastanza veloce per te? perché per il ritorno posso sempre aumentare la velocità..."

Chiese Anakin, fingendo indifferenza.

"Bene..." borbottò quello di rimando, accasciandosi su una cassa.

Luke e Leia stavano ben attenti a non guardarsi negli occhi, per non scoppiare a ridere in faccia all'emerito duca.

Nel frattempo da un piccolo mercantile atterrato poco lontano videro scendere due figure. Luke riconobbe immediatamente quella di Mara da i capelli fiammeggianti al sole del mattino. Lei e Lando li raggiunsero velocemente.

"che avete tutti da ridacchiare?" chiese Mara con un'espressione curiosa.

Luke e Leia esplosero e anche Anakin, guardando i suoi figli così felici e sapendo sotto sotto di essere stato lui indirettamente a renderli tali, abbandonò il ghigno e distesa la faccia in un più sincero sorriso.

Edward Castwood lanciò occhiatacce a destra a manca da dietro la cassa dove era impegnato a vomitare, che furono tutte ignorate alla grande.

"Poi te lo spiego." Disse poi Luke dopo essersi calmato.

"Okay..." replicò Mara, in faccia dipinto sconcerto misto a qualcosa di simile a... gratitudine?

Luke si rese di colpo conto che durante tutta la sua vita con l'imperatore nessuno doveva probabilmente mai averle rivolto un qualunque segno di amicizia o quantomeno di complicità. Si sentì immediatamente triste per lei e le rivolse un sorriso dolce e rassicurante. Mara ricambiò esitante il sorriso.

Poi da dietro l'angolo spuntò quella che aveva tutta l'aria di essere una delegazione presidenziale che si avvicinava spedita. Li aspettava una lunga giornata e Luke sperava di passarla il meno tempo possibile in compagnia di politici. Era impaziente di andare in cerca di risposte da solo con suo padre, come due veri cavalieri Jedi. Okay, forse come un vero cavaliere Jedi e uno che doveva ancora perfezionare qualche cosina.

Ancora non sapeva che in poco tempo la sua vita sarebbe stata stravolta di nuovo e in un modo ancor più imprevedibile...

è molto corto, ma non avevo molto tempo... giovedì aggiorno di nuovo! ^.^

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