ECO
Seduto al tavolo di una lussuosa stanza del palazzo di Tarantè, Anakin Skywalker ascoltava ad occhi chiusi una vecchia registrazione, che aveva scovato tra le sue cose su Naboo. La registrazione in questione mostrava un cavaliere Jedi umano alto e con una folta barba rossa e un alieno verde che gli arrivava poco più in alto delle ginocchia, che duellavano con le spade laser sfavillanti. Tuttavia non era un vero e proprio combattimento, i due Jedi si fermavano spesso per rimostrare una mossa o soffermarsi su una particolare posizione, essendo quello stato un video destinato al materiale per l'insegnamento delle future generazioni. Anakin, però, non era interessato alla corretta postura da mantenere in caso di attacco frontale, conosceva quelle cose a menadito, Anakin rimaneva semplicemente fermo ad ascoltare la voce del suo maestro. Quella stessa voce che lo aveva spesso ripreso, certo, ma che lo aveva anche esortato e confortato nei momenti di sconforto del suo cuore tormentato.
Sei forte e saggio, Anakin, e sono molto orgoglioso di te.
Come un eco lontana quelle parole gli rimbombarono nella mente riportando in superficie una miriade di altri ricordi.
Tu diventerai un Jedi, te lo prometto... Ho bisogno del tuo aiuto! Non ce la faccio da solo contro Dooku... Lo affronteremo insieme... Io sono con te, non volevo metterti in questa situazione... ti ho addestrato sin quando eri un bambino e ora sei diventato un Jedi migliore di quanto io abbia mai potuto sperare... che la forza sia con te... sei tu l'eroe oggi, Anakin... addio, amico mio...
Eri mio fratello, Anakin. Ti volevo bene.
Con una spina velenosa quelle parole gli si infilarono nel cuore, creandogli quasi un dolore fisico. Perchè era la verità. "Fratello maggiore" sembrava quasi un modo perfetto per descriverlo. Meno autoritario di "padre" e più profondo di semplice "amico", sicuramente meglio di "maestro" o "insegnante". No... "fratello" rispecchiava perfettamente ciò che Anakin provava per Obi Wan. Un legame che era stato puro e sincero, fatto di esperienze condivise e di una spropositata quantità di missioni affrontate insieme, fianco a fianco, fino a quando in esso non si era infilata una scheggia di violenza, sottilmente e subdolamente inserita da Palpatine. Anakin e Obi Wan non era semplicemente una squadra, erano LA squadra. Non avrebbero mai potuto combattere uno contro l'altro. Mai. Ma il Lato Oscuro rendi ciechi. Soffoca con paura e rabbia e la parte migliore di te, facendoti perdere la consapevolezza delle tue azioni e del mondo circostante, mentre sei concentrato esclusivamente sul fuoco delle emozioni che divampa dentro di te. Poi quando tutto è finito, quella piccola luce che è la tua anima, non ancora del tutto morta, torna per dire le sue ultime parole prima di spegnersi del tutto, e d'improvviso ti rendi conto. Di tutto. E ora che hai perso tutto, persino chi sei veramente, non ti rimane altro che te stesso. Tu e l'odio per te stesso, tu e un'infinita sofferenza. Perchè tu li hai traditi. Tutti. Sei un traditore. Dei Jedi, della repubblica, di tutto ciò in cui credevi, di Obi Wan. Di Padmè. Spesso quei ricordi tormentavano la mente e il cuore di Anakin. Lo lasciavano senza fiato, incapace di respirare normalmente, mentre il senso di colpa, il rimpianto e la nostalgia gli stringevano il petto in una morsa letale. Essendo cresciuto al tempio Jedi, sapeva bene come reprimere i suoi sentimenti. Un Jedi dovrebbe evitare in ogni qual modo l'attaccamento e questo veniva inculcato ed esercitato a fondo nella mente dei piccoli padawan. E così era stato anche per lui, anche se l'aveva sempre ritenuta una regola priva di senso. Ci si dimenticava spesso che i Jedi erano esseri umani e come tali provavano le normali emozioni di un essere umano. La rabbia, la paura, la gelosia a volte, l'affetto, la fiducia incondizionata. L'amore. Era sempre stato convinto di questo e aveva sempre pensato che, se un Jedi non si lascia controllare da queste emozioni, non c'era assolutamente nulla di sbagliato. Suo figlio ne era la prova vivente. Luke aveva amato e amava profondamente. Aveva amato i suoi zii, dei quali conservava una foto sul comodino, ora vicino a quella dei suoi genitori, aveva amato Obi Wan e Yoda, i maestri che gli avevano fatto scoprire la Forza e chi era veramente, amava i suoi amici, Han, Chewbecca, Wedge, e, più di tutti, amava la sua famiglia. Sua madre, senza che l'avesse mai conosciuta, sua sorella gemella e suo padre. Ed era stato proprio questo amore, che i Jedi avrebbero scongiurato e represso, che lo aveva salvato dal Lato Oscuro e reso uno dei più grandi cavalieri Jedi che Anakin avesse mai conosciuto. Chi altri avrebbe guardato in un signore dei Sith e visto qualcosa che valesse la pena di essere salvato? Aveva sofferto tanto, ma questo non aveva alterato la sua fiducia incondizionata nella bontà del prossimo. Una rara qualità che aveva salvato la vita di suo padre in più di un senso. Non meritava altra sofferenza ed era per questo che Anakin non permetteva che le sue emozioni più cupe venissero mostrate e, come gli aveva insegnato Yoda un milione di anni prima, si immergeva nella Forza per ritrovare la pace e l'equilibrio. Spesso sentiva gli occhi di suo figlio su di lui in quei momenti, ma con un sorriso o una battuta riusciva sempre a dirottare la sua attenzione. Non era giusto che dovesse tormentarsi anche per le colpe di suo padre, più di quanto non avesse già fatto. E poi, anche senza saperlo, lo aiutava comunque. Era la sua luce, il suo faro che lo conduceva sempre sulla dritta via, anche solo con un gesto, una parola, un abbraccio. Con lui riusciva ad essere sereno e quasi a dimenticare tutto il male della galassia intorno a loro. Lo guardava ridere e, come un riflesso della sua felicità, era felice anche lui. Ed era quando sentiva dentro di sè quella felicità pura che aveva provato prima di quel momento solo su Naboo, che comprendeva anche di non meritarsela. Padmè se la sarebbe meritata, che aveva sempre creduto in lui e aveva a malapena conosciuto i suoi figli, i loro figli. Obi Wan se la sarebbe meritata, che si era preso cura di sua moglie e di Luke e Leia, quando lui era troppo preso dal Lato Oscuro per farlo. Ogni persona innocente che aveva ucciso, che aveva combattuto e sofferto per riportare la libertà nella galassia se la sarebbe meritata. Non lui. In quei momenti felici Anakin si chiedeva:
Potrò mai essere perdonato per tutto quello che ho fatto per arrivare fin qui?
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