Delected scene
*tra il capitolo Combattivi negoziati e Cercando di ricordare*
Anakin appoggiò delicatamente Padmè a terra e si chiuse senza tante cerimonie la porta alle spalle. Quasi non fece in tempo a voltarsi di nuovo, che si ritrovò spinto con delicata fermezza contro il legno scuro. Un paio di mani gli si infilarono intorno al collo e gli fecero abbassare la testa in modo che la sua bocca fosse esattamente dove sua moglie la voleva, ossia incollata alla sua.
Anakin sussultò brevemente per la sorpresa, ma dimenticò presto ogni altra cosa quando Padmè iniziò a baciarlo con forza. Ogni altro pensiero volò via dalla sua mente come se fosse stato fumo. L'unica cosa importante era Padmè, lì in quel preciso istante tra le sue braccia, la sua piccola mano che gli accarezzava la nuca e le sue dita metalliche coperte da un guanto nero, che le sfilavano la semplice molletta nera e liberavano la cascata di ricci color cioccolato.
Padmè gli afferrò le spalle ed iniziò lentamente a spingerlo verso il letto. Tutto era rimasto identico a 20 anni prima, dalle lenzuola azzurre all'imponente finestrone che offriva una magnifica vista sulla luna che si specchiava sul lago scintillante.
Anakin era vagamente consapevole di cosa stava per accadere - erano due adulti sposati che dovevano condividere una camera da letto per la notte, di solito non ci si limita a baciarsi e basta - ma la sua mente non riusciva a concentrarsi su nulla, si sentiva leggero ed euforico.
Poi Padmè gli fece scivolare le mani sul collo e lentamente iniziò ad aprirgli la tunica. Quel gesto, all'apparenza innocuo, lo strappò dall'incanto in cui sembrava essere caduto e lo riportò brutalmente alla realtà. E alla consapevolezza del suo corpo sfregiato da così tante cicatrici che non si era nemmeno preso la briga di contarle, ai suoi arti meccanici, duri e freddi che non potevano offrire nessun tipo di reale contatto umano, a quanto poco meritasse sua moglie e all'amarezza di una vita perduta tanto tempo prima. Anakin rabbrividì e si irrigidì, bloccando la mano di Padmè.
Lei fissò con le sopracciglia corrugate. "Che c'è?"
"Io..." mormorò Anakin, evitando gli occhi di Padmè e sedendosi pesantemente sul letto.
Sua moglie si sedette di fianco a lui. "Ho... fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?" Chiese, con voce quasi esitante.
Quella corrente di incertezza scatenò in Anakin qualcosa di simile all'indignazione. Come se Padmè potesse mai dargli fastidio.
"Sarebbe impossibile." Replicò con un mezzo sorriso sul viso.
"Ani." Esclamò Padmè, ora chiaramente preoccupata, appoggiandogli una mano sulla spalla. "Cosa c'è che non va?"
"È solo che..." Anakin alzò gli occhi e li fissò in quelli di Padmè. "Tu non lo vuoi davvero."
"Cosa?" Domandò lei chiaramente sconcertata.
"Oh dai Padmè. Guardami." Anakin indicò sé stesso e Padmè aggrottò ancora di più le sopracciglia. "Sono praticamente caduto in un fiume di lava! Le cicatrici che mi ha lasciato sono orrende da vedere, il mio corpo è fatto per metà da metallo e fatico
a comprendere come tu possa anche solo guardarmi."
Padmè lo fissò in silenzio con gli occhi spalancati per alcuni lunghi secondi e Anakin voltò la testa, il rifiuto, anche se se lo era aspettato, che bruciava e faceva male.
Ma poi Padmè gli appoggiò la mano sulla guancia e lo costrinse a girare la testa. "Anakin." Sussurrò. "Guardami."
Incatenò gli occhi azzurri di suo marito con i suoi e con voce decisa dichiarò. "Non c'è niente di te che è orrendo. Sei bellissimo come sempre."
Anakin sorrise appena e distolse lo sguardo mordicchiandosi un labbro.
"Adesso guardami negli occhi e risponde sinceramente. Senti molto dolore?"
Anakin parve impallidire e di nuovo distolse gli occhi scrollando le spalle.
"Sii sincero ti prego."
Anakin esitò, chiaramente restio ad ammettere di aver bisogno di qualcosa. Sentiva come di non meritarselo.
"Non come... prima." Mormorò alla fine. "Dovrei sostituire le protesi e... qualche volta prendo un antidolorifico, ma se posso cerco di evitarlo, non voglio dipendere da quelle cose."
Padmè sospirò e gli accarezzò piano la guancia. "Se faccio così ti faccio male?"
Anakin sorrise e piegò la testa nella mano di sua moglie e le baciò il palmo. "No, capita ogni tanto che le cicatrici brucino. Adesso sto bene."
Padmè annuì e avvicinò il viso al suo. "Ti amo, Anakin Skywalker. E non c'è cicatrice che potrebbe farmi cambiare idea."
Anakin sorrise davvero stavolta e le spostò una ciocca di capelli dal viso. "Che cosa ho fatto per meritarmi un angelo come te?"
Padmè ridacchiò e appoggiò le labbra sulle sue. Lentamente, Anakin si sdraiò sul letto tirandosela dietro e le passò una mano sulla schiena, infilando due dita sotto l'orlo della maglietta, poi si fermò. "Sei sicura che è quello che vuoi?"
Padmè ridacchiò e gli stampò un bacio leggero sulle labbra. "E tu?"
Anakin aggrottò scherzosamente le sopracciglia. "Mi stai chiedendo se voglio toglierti i vestiti?"
"Già... domanda stupida?" Sussurrò Padmè.
"Domanda molto stupida." Rispose Anakin e le sfilò la maglia con delicatezza.
Dopo poco tempo anche la sua tunica la raggiunse sul pavimento insieme al resto dei vestiti. E quando finalmente tra loro non ci fu nient'altro che pelle, Anakin fermò le mani, pensando che non ci fosse altro modo per essere più vicini a una persona, che fare ancora un passo sarebbe stato come aprirle il petto e metterle a nudo il cuore.
Padmè si liberò dell'ultima scarpa e la lasciò cadere sul pavimento. Lo stivale impattò il pavimento con un rumore secco e, di nuovo, per Anakin fu come tornare bruscamente alla realtà, ma non alla realtà di terrore e commiserazione di poco prima, ma più alla consapevolezza che stava succedendo per davvero, che Padmè era lì viva e vegeta e reale tra le sue braccia. Avvertì un improvviso guizzo di nervi.
Padmè si immobilizzò. "Qualcosa non va?"
Sentendo di nuovo quell'incertezza nella sua voce, Anakin pensò che forse il suo cuore si stava davvero spezzando, andando in fratumi. "No." Sussurrò e la tirò di nuovo a sé. "Baciami." Implorò, e lei lo fece, ardenti baci lenti e languidi che accelerarono insieme al battito del suo cuore, mentre i movimenti dei loro corpi uno contro l'altro si facevamo sempre più veloci. Ogni bacio era diverso: baci rapidi e dolci per dirgli che lo amava, lunghi baci reverenti per dirgli che confidava in lui, baci leggeri e giocosi per dirgli che aveva ancora speranza, baci adoranti per dirgli che aveva fede in lui come in nessun altro. Anakin si abbandonò ai baci, al loro linguaggio, al discorso senza parole in corso tra loro.
Niente contava in quel momento a parte loro due insieme. Anakin si concesse di dimenticare tutto il resto, tutta la sofferenza, tutti i crimini che aveva commesso e tutto il dolore che aveva provato. In quel momento c'erano solo Anakin e Padmè e il resto della galassia poteva aspettare.
Tenne gli occhi spalancati mentre lei fremeva forte, il viso contro il collo di lui, ripetendo il suo nome all'infinito, e quando infine chiuse gli occhi, ebbe l'impressione che la luna divampasse di un bagliore dorato e bianco avviluppandoli nello splendore della Forza, la cosa più bella che avesse mai visto.
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