COMBATTIVI NEGOZIATI


Erano tutti riuniti attorno al tavolo della sala da pranzo di Naboo. Padme, da buona padrona di casa, aveva provveduto ad assegnare ad ognuno una stanza dell'immensa villa e ora stava imbastendo una cena con quello che aveva trovato nella dispensa. Intanto stavano tutti ascoltando Obi Wan parlare.

"Tutto ciò che sappiamo di questa cura è che potrebbe averla scoperta Ahsoka." Stava dicendo, catturando l'attenzione di tutti. "Il problema: non abbiamo idea di dove sia adesso Ahsoka."

Anakin si irrigidì ogni volta che sentiva pronunciare il nome della sua vecchia Padawan. L'ultima volta che l'aveva vista era stato su Malachor... No, Vader l'aveva vista, Anakin non la vedeva da quando le aveva riconsegnato le sue spade laser e l'aveva lasciata ad occuparsi di Maul, poco prima di raggiungere Coruscant per salvare il cancelliere. Alla luce degli ultimi 20 anni, avrebbe fatto meglio a rimanere con lei e lasciare Palpatine al suo destino. Ricordava bene quando aveva lasciato l'ordine dei Jedi. Il senso di colpa non era ancora svanito, perché sapeva che era colpa sua. Non era stato un buon Maestro, l'aveva delusa. Questi pensieri continuavano a tormentare Anakin, nonostante sapesse che probabilmente lasciare l'ordine le aveva salvato la vita dall'ordine 66.

"C'è un modo per rintracciare questa Ahsoka?" chiese Leia, riportando Anakin alla realtà.

"Forse." Rispose il maestro Windu, prima di gettare una strana occhiata a Luke che si sentì arrossire.

"Jedha. Potrebbe essere su Jedha."

"Come lo sapete?" chiese Anakin.

"Perché lì si trova un antico tempio Jedi. E inoltre c'è una grandissima miniera di cristalli Kyber." Spiegò Obi Wan.

"E quindi è ovvio che Ahsoka sia lì?" Anakin aveva la sensazione che gli stesse sfuggendo qualcosa. "Jedha City è stata distrutta insieme a quello che rimaneva del tempio... non credo che lei..."

"Quello che è successo durante il regno dell'impero non è di nostro interesse adesso. Abbiamo le nostre ragioni per pensare che possa essere lì. Fidati e fai come ti diciamo. Domani noi andremo a controllare Jedha, punto." Luke fu sorpreso dall'improvviso scoppio d'ira. Era un Jedi dopotutto, non avrebbe dovuto controllarsi di più? E oltretutto suo padre aveva decisamente posto delle obiezioni lecite. Di nuovo, avvertì lo sguardo del maestro Jedi su di lui, che lo scrutava in modo strano soffermandosi in particolare sulla sua spada laser.

"Quando dici noi, intendi..." domandò Anakin, intuendo già la risposta.

"Intendo io, Obi Wan e Yoda. Voi resterete qui di guardia. Noi accompagneremo i due ragazzi alla capitale dove prenderanno una nave e toneranno alla base dell'Alleanza," disse rivolgendosi a Mara e Lando. "poi ci dirigeremo verso Jedha. E questo è quanto."

Anakin sentì la rabbia diffondersi dentro di lui a ondate. "E di guardia a cosa di preciso? Ai vasi di fiori?" Prima che potesse fare qualunque cosa, però, Padme entrò nella stanza, reggendo un pentolone con la cena. Notando l'atmosfera di tensione, appoggiò il cibo al centro del tavolo e si avvicinò a suo marito che sembrava sul punto di esplodere.

"Dovremmo mangiare prima che si raffreddi." Disse cercando di spezzare l'aria tesa.

Si sedettero tutti e iniziarono a mangiare in silenzio. Per tutta la cena Luke si sentì addosso lo sguardo rancoroso di Mace Windu. Cercò di ignorarlo, ma dopo qualche minuto dovette reprimere la voglia di scattare in piedi e urlargli contro. Che cosa voleva da lui? Cercò il sostegno di suo padre, ma era troppo impegnato a mangiare le patate addentandone ognuna come se gli avesse fatto un gran torto personale. Luke si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo, e poi diceva di lui che parlava con la bocca piena. Intercettò lo sguardo di Obi Wan che gli rivolse un sorriso.

"Vado a prendere il dolce." Annunciò Leia, alzandosi e dirigendosi verso la cucina.

"Sai, Mace," iniziò a parlare Obi Wan per cercare di riportare un po' di vita a quella tavola. "Luke è diventato un ottimo pilota, proprio come suo padre." Disse, rivolgendo un altro sorriso sincero a Luke che si sentì arrossire. Le parole del suo vecchio maestro gli avevano attirato ancora di più gli sguardi dell'arcigno Jedi addosso.

Sapeva che Obi Wan l'aveva detto in buona fede, ma questo non significava che non avesse comunque voglia di affogarlo nel lago. Sentì suo padre ridacchiare in un angolino della sua mente.

"Oh, ehm... grazie..." balbettò. Grande, Luke pensò tra sé.

Mace Windu si limitò a fissarlo alzando un sopracciglio. "Si, quando aveva 19 anni ha distrutto un'intera stazione da battaglia, la Morte Nera." Si intromise Lando, con crescente orrore di Luke.

"Un po' come hai fatto tu qualche mese fa, Lando." Gli rispose con un sorriso trovando molto più facile rivolgersi a lui normalmente rispetto a un Jedi dallo sguardo inquisitore.

"Un buon allievo, Luke è stato. Un po' avventato e impaziente, ma alla svelta apprendeva." Yoda rivolse uno dei suoi rari sorrisi a Luke.

Luke avrebbe solo voluto sprofondare nel terreno fino alle viscere di Naboo. Sapeva di non essere all'altezza dei Jedi che aveva di fronte, né in conoscenza della Forza, nè in combattimento. Anakin gli ripeteva che aveva sconfitto un signore dei Sith, ma Luke sapeva bene che il signore dei Sith in questione non aveva mai voluto ucciderlo davvero, quindi non valeva.

Mace Windu scelse proprio quel momento per parlare. "Beh, speriamo solo non assomigli a suo padre altrimenti siamo a posto."

Luke potè sentire l'insulto colpirlo come uno schiaffo e non solo lui, ma anche suo padre.

"Mace..." lo ammonì piano Anakin.

"Che c'è Anakin? Vuoi forse che tuo figlio assomigli a te?" disse con tono canzonatorio e sarcastico, pronunciando la parola figlio come se fosse un insulto.

Anakin aprì la bocca poi la richiuse. Luke si limitò a fissare il bicchiere d'acqua davanti a lui, ponderando seriamente l'ipotesi di affogarcisi.

"Ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai distrutto tutto, TUTTO, e per cosa? Per una cotta passeggera?" Ora il maestro Windu era una furia. "Hai distrutto la Repubblica, l'Ordine dei Jedi, la pace! E tu cara la mia senatrice Amidala," continuò rivolgendosi a Padme. "non credere di avere meno colpe! Hai lasciato che Anakin infrangesse il codice dei Jedi, ti sei fatta coinvolgere e insieme avete portato tutto alla catastrofe! Se non vi foste comportati come due ragazzini forse tutto questo non sarebbe accaduto!"

Luke a questo punto era arrivato al punto di non ritorno. Se fosse rimasto un altro secondo a tavola a sentire gente che auspicava che non fosse mai nato, sarebbe andato fuori di testa o sarebbe scoppiato a piangere, entrambe le possibilità poco desiderabili.

Si alzò dalla sedia di scattò e si diresse velocemente verso la porta quando la voce di Mace Windu lo raggiunse di nuovo. "Non mi interessa quanto è intelligente, o se è un bravo pilota o se è un Jedi notevole! Continuo a essere convinto che sia stato un errore, un atto che ha infangato l'Ordine dei Jedi e tutti noi, che abbiamo lasciato che avvenisse sotto il nostro naso senza che ce ne accorgessimo!"

Luke si immobilizzò poi si voltò lentamente. Sentì che suo padre stava per intervenire in suo sostegno, ma lo bloccò. "Da quell'errore ci siamo nati io e mia sorella. Grazie," disse con voce atona. "per la tua considerazione." Prima di voltarsi colse il sorrisino triste di Mara che però non riuscì a ricambiare. Si voltò e lasciò la stanza alla velocità della luce.

Anakin perse definitivamente la pazienza. Essendo divorato dal senso di colpa non aveva idea di come avrebbe potuto obiettare alle accuse che gli stava muovendo il maestro Windu. Ora però aveva iniziato ad insultare suo figlio e questo non poteva permetterlo. Stava per intervenire quando l'ultima persona che si sarebbe mai aspettato intervenne in suo sostegno.

"Non permetterti di parlare in questo modo né a Luke, né a Padme e nemmeno a Anakin!" esclamò Obi Wan scattando in piedi imitato nel giro di qualche secondo da Windu.

"Cosa?! Obi Wan credevo che fossi più saggio. Come puoi ignorare tutto quello che ha fatto?!"

"Non lo ignoro. Ritengo tuttavia stia cercando di riscattarsi e questo è da ammirare. Non credo inoltre che sia saggio tirare fuori adesso vecchi rancori, quando abbiamo una così delicata missione da risolvere." Rispose cercando di non scaldarsi troppo.

"Mi stai dando del poco saggio Obi Wan?" domandò minacciosamente Windu e gli si avvicinò con uno sguardo rabbioso. "Hai forse perso la memoria? Devo ricordati quello che ha fatto?"

Anakin sentì un brivido di terrore corrergli lungo tutta la spina dorsale. Non era sicuro di poter reggere Mace Windu che elencava tutti i suoi crimini davanti a tutti. Li aveva già piuttosto ben impressi nella mente, senza che glieli ricordasse lui.

"Ha salvato un signore dei Sith! Ha marciato nel tempio Jedi con un battaglione di cloni e ha lasciato che uccidessero tutti i Jedi! Ha ucciso anche lui dei Jedi e dei bambini! E chissà quante altre persone! Ha rischiato di uccidere Padme! Ha lasciato che costruissero un'arma in grado di distruggere un intero pianeta e ha guardato mentre la usavano per disintegrare Alderaan il pianeta natale di sua figlia! Ha tagliato una mano a suo figlio! Ha.." ma l'elenco di crimini non continuò perché all'improvviso si sentì il rumore di qualcosa che andava in frantumi. Si voltarono tutti verso la porta nel cui vano stava la principessa Leia, la torta che aveva in mano distrutta ai suoi piedi.

Leia guardò sua madre e suo padre che non riuscirono a mettere insieme un frase di senso compiuto prima che anche lei, come suo fratello poco prima, si voltasse e scomparisse.

Anakin e Padme si alzarono anche loro, non volendo ascoltare più una parola di quella discussione. Prima di uscire Anakin guardò Mace e gli lanciò un'occhiata carica di compassione.

"Non ho giustificazioni per quello che ho fatto. Ma posso assicurarti che voglio bene alla mia famiglia più che ha qualunque altra cosa e che piuttosto che lasciare che accada qualcosa di brutta a ognuno di loro preferirei morire. Una cosa che capiresti se avessi la capacità di provare delle emozioni." Poi seguì sua moglie fuori dalla stanza.

"Io cerco Luke, tu vai da Leia." Sospirò rivolto a Padme. "Non credo che abbia voglia di vedermi dopo quello che ha sentito." Aggiunse con amarezza.

Padme gli accarezzò una spalla, poi si diresse verso la camera di loro figlia, mentre Anakin andò verso la cucina dove sapeva avrebbe trovato Luke.

Luke era seduto su uno degli sgabelli del bancone con davanti un bicchiere colmo di liquido scuro.

"Bevi per dimenticare?" chiese Anakin, cercando di sdrammatizzare la situazione.

Luke fece un sorriso che però non si estese agli occhi. "è tè caldo."

"Luke, voglio che tu sappia che in tutto quello che si è detto nessuno ha mai messo in discussione la tua esistenza. Ce l'avevano con me, non con te."

Luke abbassò gli occhi ed evitò lo sguardo di suo padre.

"Il maestro Windu era solo arrabbiato, non è sempre così," continuò Anakin anche se non sapeva nemmeno lui perché lo stesse difendendo. "era un grande generale durante le Guerre dei cloni e..." Anakin notò l'espressione contrita di suo figlio. "Oh, dimentica tutto quello che ho detto. È un cafone, arrogante e presuntuoso."

Luke sorrise di nuovo, questa volta un po' più sinceramente, poi si alzò dalla sedia.

"Grazie." Disse abbracciando velocemente Anakin, prima di dirigersi verso le camere da letto.

Senza sapere che altro fare Anakin si limitò a dire "Buona notte."

Luke non rispose subito, ma quando Anakin pensava già che non l'avesse sentito una voce nella sua testa sussurrò. Buona notte anche a te.

***

Appoggiato al balcone della villa di Naboo, Anakin osservava la luna specchiarsi nel lago scintillante. Si sentiva in colpa e non in grado di rimediare ai propri errori. Nonostante questo però quel luogo incantato riusciva sempre a rilassarlo.

"Ti ricordi quando ti è caduta la spada laser nel lago?" domandò una voce candida alle sue spalle.

Anakin sorrise e si voltò per vedere la dolce sagoma di sua moglie appoggiarsi alla ringhiera accanto a lui.

"Come fosse ieri. L'acqua era gelida e piena di alghe, non me la dimenticherò mai." Rispose ripercorrendo il ricordo e ridacchiando.

Padme scoppiò a ridere. "Avresti anche potuto lasciarla lì, sai."

"Oh no. Dopo che Obi Wan aveva fatto anni a ripetermi Anakin, quest'arma è la tua vita," disse, in un'imitazione piuttosto fedele del suo vecchio maestro. "mi avrebbe ucciso se avesse scoperto che l'avevo persa in un modo così stupido."

Risero entrambi e poi rimasero a fissare l'acqua in silenzio per un po'.

"Ti ricordo cosa è successo qui in questo punto?" ruppe il silenzio Padme.

"Come potrei dimenticarlo? <<Il primo bacio non si scorda mai.>> giusto?"

Padme sorrise. "Poi il matrimonio, uno dei giorni più belli della mia vita."

"E visto che siamo citando tutte le curiosità di questo balcone, siamo vicino al punto esatto in cui Luke e Leia sono stati... concepiti."

Padme sorrise felice a sentir nominare i loro figli. "A proposito, come è andata con Luke?"

Anakin sospirò e tornò serio. "Non lo so. Non sembrava avere molta voglia di parlare."

"Nemmeno Leia." Rispose Padme arricciando il naso. "Dobbiamo lasciare loro un po' di tempo."

Anakin annuì e fissò lo sguardo sull'orizzonte.

"Sono cambiate tante cose dall'ultima volta che siamo stati qui insieme." Disse Padme, come sovrappensiero.

"Già. E vorrei che non fosse tutta colpa mia."

Padme prese la mano guantata di suo marito e la strinse nelle sue. "Non lo è, infatti."

"Padme..."

"No. Stasera non riesco proprio a sopportare altre amarezze dopo tutte le cattiverie che sono state dette. È vero, sono cambiate molte cose, ma non perdiamo tempo a lamentarci e godiamoci il momento." Ribattè Padme con il suo solito tono inequivocabile.

Anakin le sorrise, poi puntò lo sguardo su una macchiolina nell'intonaco per riuscire a porre la domanda che lo stava tormentando.

"Hai detto che sono cambiate tante cose."

"L'ho detto."

"Anche... noi... siamo cambiati... o siamo ancora..." balbettò piuttosto incoerentemente. Grande Anakin, pensò tra sé.

Padme si voltò a guardarlo. "Beh, non essendo immuni al passare del tempo, siamo invecchiati anche noi."

Anakin arricciò il naso al sentir nominare il suo nome e la parola vecchio nella stessa frase.

"Non era quello che intendevo... io..." poi sbuffò e si voltò a guardare Padme dritto negli occhi. "Cercavo di chiederti come stanno le cose tra noi." Disse, stavolta con voce ferma.

"Come dovrebbero essere?"

Anakin trasecolò un secondo. "Avresti tutto il diritto di odiarmi, Padme." Mormorò abbassando gli occhi al pavimento.

Per tutta risposta Padme gli si avvicinò e gli circondò il collo con le braccia.

"Ho passati anni ad odiare ciò che eri diventato." Disse con voce ferma obbligandolo a guardarla negli occhi. Anakin si sentì sommergere dal senso di colpa. "Ma, adesso che sei tornato ad essere il mio Ani, che senso avrebbe odiarti?" continuò Padme con un dolce sorriso.

Anakin quasi non credeva alle proprie orecchie. "Padme... io davvero non so come..."

"Oh Anakin, stai zitto e baciami." Ordinò Padme.

Anakin appoggiò le labbra sulle mentre entrambi si lasciavano andare in un dolcissimo bacio nel quale tutta l'amarezza, il dolore e la sofferenza vennero cancellati.

Quando si separarono rimasero stretti in un abbraccio. Anakin aveva la sensazione di stare in paradiso quando si spostò lentamente per posare un bacio gentile sulla fronte di sua moglie.

"mmmh, maestro Skywalker?" gli sussurrò Padme all'orecchio.

"Sì, M'lady?"

"Questa soluzione diplomatica comincia ad essere noiosa..." disse con tono allusivo.

Anakin si sentì arrossire lievemente, ma poi rise e si lasciò andare. Quella era la sua Padme, non doveva provare vergogna, lo sapeva.

"Niente con te potrà mai essere noioso per me."

"Beh, allora forse potremmo.... avere un combattivo negoziato..." Anakin potè sentire il sorriso ridacchiante sul viso di sua moglie

"Tutto ciò che vuoi, M'lady." Ripose con un sogghigno nello stesso tono basso di lei.

Poi la prese tra le braccia come un sposa, facendole sfuggire un gridolino di sorpresa, e la riporto dentro la villa, dritto in camera loro.

Non parlarono più molto per il resto della notte.


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