La ripresa di se stessa

Stavo iniziando a riprendermi, ogni giorno andavo migliorando.
Il Dottor Salliwan, passava tutte le volte che poteva a darmi un occhiata.

In ospedale devo dire che erano tutti molto gentili con me. Certo ancora non potevo fare tutto ciò che facevo prima, ma la riabilitazione mi stava aiutando parecchio.

Stavo riacquistando pian piano tutte le mie capacità, sia motorie che verbali. Non avevo avuto gravi danni, per mia fortuna, ma dopo il risveglio avvertivo qualche piccola difficoltà, del resto era più che normale ero stata in coma e il mio corpo era rimasto fermo per giorni quindi era normale che ne aveva risentito.

Da quando mi ero risvegliata non facevano altro che farmi controlli visivi, esercizi di orientamento spazio temporale, visite neurologiche ecc... Mi sentivo distrutta.

Andavo tutti i giorni a fare riabilitazione e molte volte non riuscivo a proseguire, sentivo che le forze mi abbandonavano, i dolori erano ovunque ed erano forti e mi struggevano. La mamma veniva con me quando poteva a darmi sostegno, ma c'erano giorni in cui stavo per crollare, ma in quei momenti ripensavo alle parole del dottor. Salliwan che tutte le volte, quando si accorgeva che non riuscivo a continuare la terapia, mi guardava e con un sorriso sul viso mi diceva :

" Signorina Taylor, lo sa che lei è stata molto fortuna? è allora?... si sta riprendendo alla grande, perchè si avvilisce cosi? su... su... se va avanti cosi alla fine del mese tornerà a casa. Quindi, prosegua ed ogni sforzo verrà ricompensato e vedrà i dolori passeranno in fretta."

Questo mi dava coraggio e poi dovevo tornare fuori in fretta per sistemare tutta la mia vita ma sopratutto dovevo aiutare Abby , Michael e le ragazze.

Mia madre delle volte si domandava come mai, non chiamavo le mie amiche o non chiedevo di Kevin, visto che sino a prima dell'incidente eravamo sempre insieme e ci chiamavamo spesso al telefono quando non potevamo vederci. Mi diceva:" sei diversa piccola, c'è qualcosa che non va?se vuoi chiamo le ragazze cosi ti tiri un po su , vedrai ti farà bene."

A queste parole io subito declinavo dicendo:" ti prego mamma, non voglio che mi vedano cosi", mentivo, era solo una scusa perchè le odiavo, non avevo nessuna voglia di vederle.

non preoccuparti, sto bene. Voglio che mi vedano in gran forma, rispondevo accennando un sorriso.

"ok, piccola come vuoi tu, quindi non vuoi vedere nemmeno quel bel giovanotto con cui ti vedi?"

Eh... ehm.. mamma, non posso farmi vedere cosi da lui, mi vergognerei troppo, dai ... manca poco li vedrò quando tornerò a casa.

Figuriamoci se avevo voglia di vederlo, quello stupido stronzo, solo al pensiero mi viene il volta stomaco.

Invece non mi sarebbe dispiaciuto vedere Michael, a lui si che non le sarebbe importato se ero malconcia. Non so perchè, ma stranamente lo pensavo spesso.

C'erano giorni in cui pensavo che tutto ciò che avevo visto fosse solo un sogno, ma poi ripenso al dolore che mi provocava e mi ricredevo. Ricordo ancora quel senso di calore quando tornai dentro il mio corpo e ricordavo ogni singola cosa rivissuta. Mi sentivo come in uno di quei film, dove i tre angeli "del passato, presente e futuro" per far si che ci si renda conto dei propri sbagli, accompagnano il protagonista attraverso i suoi ricordi.

beh... io ho rivissuto solo il passato, ma la lezione mi è bastata. Il messaggio era stato afferrato.

Non vedevo l'ora di andare via da questa stanza, odiavo le camere d'ospedale, le loro pareti bianche, i loro letti e tutto il resto. Volevo la mia camera le mie cose.

Magari qualche settimana fa, avrei detto mi mancano le mie amiche , andare alle feste e divertirmi, mentre adesso l'unica cosa che volevo era tornare a casa con i miei.

Erano le 15:05, e stavano bussando alla porta.

"Signorina, la stanno aspettando per gli esercizi, venga l'accompagno", era l'infermiera Margaret. Una donna molto simpatica, non era altissima e nemmeno un granché bella, ma ci sapeva fare. Tutte le volte che entrava in camera di qualcuno portava il sole, il suo sorriso illuminava la stanza di allegria.

Ciao Margaret, finalmente pensavo non venissi a prendermi oggi, le risposi.

"gli esercizi non si saltano, altrimenti non ti metti in sesto e non torni a casa" rispondeva sorridendo. " su... pigrona, siediti e andiamo, ci aspettano".

Mi sedetti sulla sedia e ci avviammo. Ancora non ero in grado di camminare sola, rischiavo di cadere e finire col sedere per terra. Ci avevo già provato una volta per fare la dura e devo dire che mi feci molto male arrivando per terra, ma il medico si fece due risate dicendo" te l'avevo detto", sghignazzando sotto il baffo. Se solo ci ripenso mi vien da ridere.

Finalmente avevo finito, ero in camera e fra non molto la cena sarebbe arrivata. tutti questi esercizi mi avevano messo fame.

uff... quando portano la cena stasera, sono già le 19:00, ho fameeee.

"La sua cena,signorina", finalmente, Grazie.

mmm... vediamo un po questa sera cosa offre la casa ahahha, dissi ridendo e alzai il coperchio del vassoio. Pollo arrostito ed insalata buona, tutto sommato mi è andata bene.

Decido di accendere il portatile, volevo vedere se al campus c'era qualche novità. Entro nel sito della scuola, ero tentata a vedere cosa facevano le Kappa, ma avevo paura di scoprire qualcosa.

Iniziai, a vedere i filmati che di solito pubblicavano i ragazzi, le solite buffonate, uno però mi colpi in particolare, oh mio Dio... avevano preso di mira ancora Emily e i suoi amici.

Aprii il link, il video mostrava, dei ragazzi che prendevano in giro Emy e le tiravano delle uova in faccia e poi cosa ancora più malvagia, dell'acqua colorata di verde. Li sentivo dire " ecco adesso si che sei più alla moda ahahhah" , che stronzi tutti quanti. Uno di loro prende i suoi occhiali gialli e li getta per terra e li schiaccia mettendoci un piede sopra. " ops ... scusaa si son rotti". che tenerezza mi faceva, mi sentii un nodo alla gola. Non riuscivo a vedere chi erano, ovviamente come al solito si nascondevano per evitare di essere puniti, ma il più delle volte erano i ragazzi dell'omega tra cui Kevin e gli altri.

Oh... no avevano pubblicato anche un video di Abby, dove facevano capire che era una ragazza facile che ci stava con tutti. Era un fotomontaggio, una scenetta ripetuta, lei era in intimo, sicuramente immagine scattata durante quella sera a casa di Steve, ma ovviamente avevano inserito un audio ripetuto dove le facevano dire "si ... dai... mmm...si... "

Questo no,non potevo accettarlo. Non mi ero resa conto che piangevo, erano veramente crudeli. Chiusi di botto il portatile, era troppo. Basta deve finire tutto questo. Guardai il display del mio Iphone, era giorno 16, mancavano quindici giorni alla fine del mese, dovevo farcela.

Erano passati dieci giorni, mi sentivo in forma più che mai. Adesso camminavo sola ed ero in grado di fare tutto come prima, insomma mi sentivo come rinata.

Entra in camera , il dottor. Salliwan, " salve, signorina Taylor, le porto buone notizie, la metto in uscita, ho già parlato con i suoi. Fra non molto arriveranno e cosi potrà tornare a casa quessta sera stessa. Non è felice".

Mi chiede se sono felice, dottore? certo sono al settimo cielo, pensavo di dover ancora aspettare cinque giorni. Evvaiiiiiiiiiiiiii si torna a casaaaa. Grazie dottore per tutto quello che ha fatto per me.

"Non deve ringraziare me è tutto merito suo e della sua buona stella. Con quello che le è capitato poteva non svegliarsi ed invece è qui. Su la lascio preparare, passerò dopo a salutarla."

A dopo allora , risposi.

" a dopo" replicò Salliwan richiudendo la porta dietro di se.

Mi sistemai, preparai tutto, non vedevo l'ora che arrivassero i miei. Eccoli, non appena entrarono mi buttai tra le loro braccia ero felice di vederli.

Il mio gesto li spiazzò, sin ad allora, non avevo mai dimostrato loro un gesto d'affetto, anzi ero sgorbutica e tutto il resto.

"piccola, come ti senti, hai saputo la notizia?" disse papà, io saltellando dissi: Sii.... su dai andiamo voglio andare via.

Mia madre allora emozionata mi disse " si ma stai attenta, fai piano e vieni qui abbracciami ancora una volta,ti prego." non me lo feci ripetere nemmeno due volte, li guardai entrambi e dissi "vi voglio bene, vi chiedo scusa se non ve lo avevo mai detto sin adesso."

"Anche noi te ne vogliamo", piccola risposero in coro. Sistemammo tutto , salutammo i medici e anche Margaret e andammo a casa.



Ecco... un altra piccola parte della storia, tutto adesso cambierà dal prossimo capitole in poi. Spero mi farete sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Sapervi attivi nei commenti , mi fa avere la forza di andare avanti.










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