Right Back Home
Quando apre la porta Louis non si aspetta di vedere lui.
Anzi , si ritrova ad essere così spiazzato che , a dirla tutta, richiude la porta un attimo dopo averla aperta.
Sente il campanello suonare un'altra volta, ma Louis lo sente solo in lontananza, così preso da tutte le emozioni che in un attimo sembrano essere risalite a galla.
Per una volta nella storia dell’umanità, il cuore e il cervello dicono la stessa cosa : no no no no.
Perché non è giusto che dopo tutto quel tempo, dopo tutte le notti passate in bianco, dopo le giornate passate a raccogliere i cocci, lui adesso sia lì.
Toc toc.
Louis sussulta, riportando i piedi per terra. Incontra i propri occhi nel riflesso dello specchio che ha sempre tenuto all’ingresso, e subito distoglie lo sguardo. Non gli serve molto per capire che si trova in uno stato pietoso. D’altronde, non fa una doccia dalla sera prima, quando ha deciso di uscire con Niall che aveva insistito ribattendo ‘avanti amico, è domenica!’ .
Ha delle occhiaie scurissime, i capelli scompigliati e una vecchia tuta indosso, e davvero, ha dormito troppo poco per affrontarlo, di lunedì mattina e con un mal di testa post sbronza.
“Louis.”
Louis sussulta ancora una volta, poi afferra la maniglia e apre la porta.
Si prende qualche attimo per osservarlo.
Harry è lì, non lo vede da circa un anno, ma è come se lo avesse visto solo cinque minuti prima. L'unica differenza sono i suoi capelli lunghi e un leggero strato di barba a contornargli il viso.
Indossa una camicia fin troppo leggera per il freddo Londinese di Dicembre, e un paio di pantaloni che Louis definirebbe abbastanza discutibili. È sicuro di averli visti su una delle riviste che sua sorella lascia in giro per casa.
Non lo vede da un anno, ma è ancora capace di togliergli il fiato.
“Ciao Harry.”
***
“Allora, come vanno le cose?”
Harry è seduto sul divano di casa sua, una visione così familiare e sconosciuta allo stesso tempo che Louis si ritrova destabilizzato.
Cosa dovrebbe rispondergli?
“Non sono io quello che ha girato mezzo mondo nel giro di un anno, quello dovrei chiedertelo io,” ridacchia, chiudendo la bocca un attimo dopo.
Il suo cuore non ha smesso di battere all'impazzata nemmeno un attimo da quando il riccio è apparso davanti alla sua porta dieci minuti prima.
Harry allunga le labbra in un sorriso caldo, così bello e dolce che Louis si sente catapultato indietro nel passato, quando vedeva quel sorriso ogni giorno, quel sorriso che poi gli ha aperto le porte del paradiso.
Ride. “Fidati Lou, posso anche aver girato mezzo mondo, ma niente è bello come la mia Londra.”
“Sei un bugiardo.” Replica, cercando di far sparire il rossore sulle guance alla sola menzione del soprannome.
“Forse,” ribatte, allungando le labbra in un sorriso storto.
Louis si prende un attimo per osservarlo. Gli è mancato così tanto che per una volta dopo tanto tempo si sente di nuovo completo. È come se la sua anima fosse ritornata nel suo corpo.
“Cosa ci fai qui? Pensavo non ti avremmo più rivisto, visto il modo in cui sei sparito.”
Harry sussulta a quelle parole; forse doveva aspettarsele.
“Mi dispiace se sono scappato in quel modo Lou.”
“Ti dispiace?”
“Non sai quanto.”
“Avresti potuto farti sentire. Spero tu abbia almeno avuto la decenza di contattare la tua famiglia,” si ritrova a dire con una freddezza che per un momento spiazza pure se stesso.
Perché non è il Louis migliore amico, quello che è stato abbandonato da lui un anno prima, a parlare. Bensì il Louis ferito, distrutto e a pezzi.
Quello che era innamorato di lui.
Quello che ha sentito aprirsi una voragine sotto ai piedi quando quella mattina si era svegliato ed aveva trovato solo un messaggio da parte del riccio che recitava ‘a presto’.
D'altronde, si rende conto Louis, Harry non ha idea di come si sia sentito Louis quando si era ritrovato improvvisamente senza di lui.
“Hai ragione ad essere arrabbiato.”
Louis sospira. “Non sono arrabbiato.”
Non lo è. Non arrabbiato almeno. Triste forse.
Ignora lo sguardo di Harry e si alza dal divano.
“Allora, cosa ci fai qui?” chiede, dirigendosi verso l'angolo cottura.
Harry si alza dal divano e lo segue, il rumore dei suoi piedi nudi contro il pavimento quasi impossibile da ignorare.
Louis afferra una teiera e la riempie con dell’acqua, poi la mette sul fuoco e prende due tazze.
Sa perfettamente che Harry gliene chiederà un po’, e poi Louis non è un maleducato.
“Ho intenzione di andare all’università. “
“Oh.” Non avrebbe mai pensato che quel giorno sarebbe arrivato. “Davvero?”
“Già. Ho intenzione di studiare fotografia. Non è magnifico?” dice, sedendosi per metà su uno sgabello e poggiando il mento su una mano.
“Fotografia?” chiede, concedendosi un sorriso.
D’altronde era più che ovvio che quella sarebbe stata la sua strada.
“Si Lou. Ho viaggiato così tanto e visto cose così belle che ho cominciato a fotografarle , e poi prima che me ne accorgessi ho comprato una macchina fotografica e ho trovato un piccolo lavoretto in un agenzia locale e adesso penso che sia tutto ciò che voglio fare. Non mi sono mai sentito così libero di esprimermi.”
Louis non può fare a meno di sorridere nel vederlo così felice e realizzato.
“Sono proprio contento per te, H.” Confessa, lasciandosi sfuggire quel nomignolo dalle labbra.
Come se non fosse passato un giorno.
E improvvisamente gli viene da piangere, perché ritrovarselo lì dopo tanto tempo è così bello che quasi non ci crede.
“Per questo volevo chiederti una cosa.” Dice il riccio, questa volta più timidamente. Si infila una mano anellata tra i ricci e li porta indietro con un piccolo gesto, facendogli arrivare una folata del profumo più buono che Louis abbia mai sentito.
Louis si sente tremare perché sa già cosa gli chiederà il riccio. Probabilmente lo sanno anche le pareti di quella casa.
“Volevo chiederti se potevo restare qui da te.” Mormora.
Louis spalanca gli occhi. Benché se l'aspettasse , sentirlo con le proprie orecchie lo destabilizza e non poco.
“Ho dei soldi da parte e ovviamente dividerei le spese con te,” si affretta ad aggiungere.
Come se quello fosse un problema.
Vede Harry mordersi il labbro inferiore con i denti e per un attimo Louis si concede la lussuria di guardare apertamente la sua bocca, così rossa e morbida che il castano ha l'istinto di farle sue una volta per tutte.
Sente un calore invadergli il corpo al solo pensiero di sbatterlo contro quel benedetto bancone e baciarlo come non ci fosse un domani.
Si da un pizzicotto sulla coscia per tornare alla realtà.
Dovrebbe dire qualcosa. Se ne rende conto quando vede il sorriso di Harry affievolirsi e i suoi occhi spegnersi un po'.
“Ma che domande sono? Certo che puoi stare qui da me. A patto che…”
“A patto che?” chiede, ridacchiando.
“A patto che tu non paghi l'affitto. Non ho intenzione di prendere un solo soldo da te.”
Vede Harry aggrottare le sopracciglia. “Cazzate Louis, non ho intenzione di vivere da parassita.”
Louis contro ogni aspettativa, scoppia a ridere, portandosi dietro anche Harry. E vederlo ridere è così bello. Gli è mancato come l'aria.
“Non sarai un parassita. Piuttosto puoi ripagarmi facendo la spesa e cucinando qualcosa che non sia cibo preriscaldato, Styles.” Dice.
“Non dirmi che vivi solo di quello!” sbotta il riccio.
“No infatti. Di quello e di cibo take away,” ribatte, scompigliandogli d’istinto i capelli.
Cazzo.
“Avrei dovuto aspettarmelo,” ride Harry, grattandosi una guancia improvvisamente rossa. “Quindi è un sì?”
Louis lo guarda ancora qualche attimo, prima di annuire. “È un sì.”
Non è sicuro si tratti di una buona idea.
E se ne accorge esattamente due settimane dopo quando di rientro dal lavoro , lo vede uscire da camera sua con una sula felpa indosso.
Gli ci vuole un attimo per metabolizzare la scena, ma quando lo fa sente il cuore perdere più di un battito.
Il pensiero di Harry nei suoi vestiti lo fa tremare.
Il riccio nota il suo sguardo. “Hey Lou, ho preso questa felpa dal tuo armadio, spero non ti dispiaccia. Sentivo freddo e le mie cose non sono ancora arrivate e questa era la più grande che ci fosse..”
Già. La più grande.
Forse perché la felpa è proprio sua, la stessa che ha assorbito le sue lacrime quando si era sentito improvvisamente solo.
Distoglie lo sguardo. “Non preoccuparti H, puoi prendere quello che vuoi. Non c’è alcun bisogno di chiedere.”
Harry sorride, mettendo in mostra quelle sue maledette fossette.
“Allora” dice, “ti va di mangiare qualcosa?”
Solo in quel momento Louis si rende conto dell’ottimo odore che invade l’intera casa. Un ‘odore che non sentiva da fin troppo tempo.
“Lasagne?” chiede, allentando il nodo della cravatta con due dita e ignorando lo sguardo di Harry su di sé.
Il riccio annuisce.
Louis si lascia andare in un sorriso e “tolgo questa camicia e ti raggiungo in cucina.”
Quindi si dirige verso la propria camera chiudendosi la porta alle spalle.
Poggia la schiena contro il legno e prende un respiro profondo.
Vivere con Harry è una dolce tortura.
È come se il riccio lo stesse facendo cucinare a fuoco lento, e Louis fosse lì fermo incapace di scappare perché proprio incapace di intendere e volere.
Perché Harry gli toglie ogni capacità di ragionare, lasciandolo senza un minimo di raziocinio.
E questi sentimenti che lo torturano dentro e mai scomparsi nonostante il tempo, nonostante gli anni , lo stanno facendo impazzire ancora di più.
Vivere con Harry è inferno e paradiso allo stesso tempo.
Si stacca dalla porta e si dirige verso l'armadio, afferrando una felpa e i pantaloni del proprio pigiama.
Non crede che ad Harry importerà tanto del suo abbigliamento.
Dopo qualche minuto e dopo essersi dato una rinfrescata al viso , si dirige finalmente in cucina.
Harry lo sta aspettando con una birra in una mano e il cellulare nell’altra.
“Scusa per l'attesa,” dice, accomodandosi a tavola e godendosi l'odore delle lasagne.
Harry non gliele preparava da una vita.
“È come tornare a casa, “ mormora, afferrando una forchetta.
Harry ride. “Beh, non è poi così strano. È la ricetta di tua madre.” Dice, per poi bloccarsi.
Louis alza lo sguardo e osserva l’espressione contrita del riccio. “Non fa niente Harry, puoi nominarla.”
Mette il primo boccone in bocca , e sente esplodere tutti i sapori immediatamente.
“Mi dispiace.”
Harry lo sta guardando con un' espressione dispiaciuta. Sembra così triste che vorrebbe abbracciarlo e farlo stare meglio.
“Non preoccuparti. È passato un anno ormai. Non fa più male come prima, parlare di lei.”
“Lo so. Ma mi sento uno stronzo se solo penso che non sono riuscito a restarti accanto come dovevo.”
“Harry.”
“Non è stato facile per me andare via. Ma—insomma , avevo fatto coming out da poco e non mi sentivo realmente libero. Era come se ci fosse qualcosa lì a stringermi il collo, facendomi mancare il respiro sempre di più. “
“Non devi darmi una spiegazione.”
“Sì invece.” Ribatte Harry, sollevando lo sguardo su di lui. “Ho sbagliato. Non avrei dovuto lasciarti in quel modo, non dopo quello che era successo. Avevi bisogno di qualcuno che ti stesse accanto e io da migliore amico ho fatto solo l'opposto. E mi dispiace davvero tanto per questo. Sarei dovuto rimanere al tuo fianco, ed è una cosa che non mi perdonerò mai.”
“Harry…”
“No.” Lo zittisce. “Ho messo me stesso al primo posto, perché me lo meritavo. Ero stufo di sentirmi intrappolato nel mio stesso corpo e ho deciso che mettermi al primo posto per una volta non sarebbe stato male.”
Louis vorrebbe piangere. “Va bene così H. Hai fatto la cosa più giusta. Non devi sentirti in colpa. Sarò sincero,” sussurra. “Non è stato facile ritrovarmi senza di te all'improvviso.”
Harry lo sta guardando attentamente e Louis vorrebbe solo farsi piccolo fino a sparire.
“Avrei voluto tanto uno dei tuoi abbracci perché sai bene che erano l’unica cosa in grado di calmarmi. Ma ora è tutto apposto, ho imparato a farcela da solo, ho imparato a farcela senza di te.”
Ed è vero. Nonostante Harry sia stato una parte importante della sua vita, nonostante lo sia ancora dopo tutto questo tempo, Louis ha imparato a rimettersi in piedi da solo, pian piano, proprio come un piccolo gatto che riprende a camminare dopo un piccolo incidente.
Harry sembra ferito da quelle parole, che per quanto siano brusche, sono altrettanto vere.
Vede cambiare la sua espressione, il sorriso affievolirsi e le spalle abbassarsi. Ed in quel momento , è una visione che non riesce a sopportare.
“Ti ringrazio per la cena,” dice quindi, facendo per alzarsi. Le lasagne sono quasi intatte ma il suo stomaco è praticamente chiuso.
Prende un piccolo contenitore e ci ripone dentro il cibo.
Harry lo osserva silenziosamente, le sopracciglia aggrottate e il labbro tra i denti.
Vorrebbe libarlo con le dita e accarezzargli la bocca, guardarlo negli occhi e dirgli che va tutto bene, ma non lo fa.
“Buonanotte, H.” Dice, prima di voltargli le spalle.
È quasi sull'orlo della porta quando si sente afferrare un polso.
E si odia, quando sente la pelle bruciare al solo contatto con quella dell’altro.
“Io ho ancora bisogno di te. Ne ho sempre avuto,” sussurra il riccio, prima di lasciarlo andare completamente.
Louis sente il cuore scoppiare.
Anche io.
**
“Tu devi essere Harry, ho sentito molto parlare di te.”
Louis lancia un'occhiataccia a Zayn, fulminandolo con lo sguardo.
Parlare di lui, certo.
“E tu sei?” chiede il riccio, aggrottando le sopracciglia.
Sono tutti insieme in un pub vicino casa.
Quella mattina Niall aveva insistito per vederlo perché a detta sua era scomparso dalla faccia della terra , e alle sua insistenza si era aggiunta quella di Zayn che voleva presentargli una sua nuova ‘conquista'. Aveva provato a rifiutare ma poi si era reso conto che forse prendere un po’ d'aria fuori da quella casa sarebbe stata un’ottima idea , e quindi aveva finito per accettare.
Poi però si era sentito in colpa ed aveva finito per invitare anche Harry.
Harry che quella sera aveva deciso di indossare i jeans più stretti che gli avesse mai visto addosso e una camicia nera così trasparente che Louis deve costringersi a distogliere lo sguardo ogni volta che gli cade sul petto del riccio.
“Io sono Zayn, uno dei migliori amici di Louis.”
Harry si irrigidisce.
Cristo.
“Oh.” Mormora lanciando uno sguardo ferito a Louis.
“Vado a prendere delle birre.” Dice. “Prendete un tavolo, vi raggiungo subito.”
Forse portare Harry non è stata una buona idea.
Avrebbe dovuto vedersi con gli amici, prendere una birra e ritornare in casa e continuare tranquillamente la sua vita.
Ci sono delle volte in cui vorrebbe non aver detto ad Harry di restare.
Delle volte in cui desidera che Harry avesse continuato a non farsi vivo.
Perché vivere con qualcuno che ami , dover vedere quella persona ogni giorno, rendersi conto di essere tornato al punto di partenza dopo tutti i progressi fatti, non è affatto facile.
Fortunatamente quando ritorna al tavolo Niall è lì, e nonostante il riccio sembri più rilassato e stia ridendo insieme al biondo, Louis non può fare a meno di notare una certa rigidità nelle sue spalle.
Distoglie lo sguardo da lui e ignorando qualsiasi pensiero si siede accanto a Zayn.
“Allora, dov’è questa conquista?” chiede, attirando l'attenzione di tutti su di sé.
Harry lo guarda ferito. Probabilmente anche lui consapevole di una distanza che mesi prima non ci sarebbe mai stata.
Se le cose fossero state normali, Louis ed Harry in questo momento siederebbero uno di fianco all’altro, così attaccati che lo spazio personale sarebbe stato solo un concetto effimero.
“Penso di essere io" ridacchia qualcuno alle sue spalle, facendolo voltare.
Un ragazzo dai capelli e gli occhi castani è in piedi dietro di lui , una mano dietro la nuca e le guance arrossate.
Louis sente l'improvvisa urgenza di abbracciarlo.
Si alza immediatamente, allungandogli una mano. “Io sono Louis, piacere di conoscerti.”
“Liam, il piacere è tutto mio.” Borbotta timidamente , rivolgendosi a tutti.
Zayn si solleva in piedi e con una pacca spinge via Louis, facendo accomodare Liam.
Il castano si ritrova improvvisamente in piedi e con rassegnazione si accomoda al fianco di Harry, lasciando un po’ di spazio tra di loro e concentrando tutta la propria attenzione sulla birra appena presa.
Il resto della serata per fortuna trascorre senza intoppi.
Liam sembra un bravo ragazzo ed è così diverso rispetto a Zayn da essere stranamente perfetto per lui.
Trascorrono tutto il tempo a parlare di calcio e di basket, a cui Louis ha cominciato ad interessarsi mesi prima.
Harry interviene ogni tanto con qualche frase, ma per il resto rimane silenzioso per tutto il tempo.
Sente il suo sguardo bruciargli addosso e vorrebbe tanto voltarsi ed urlare un ‘cosa?!’ .
Non ha idea del perché sia arrabbiato, ma guardare Liam e Zayn, e vedere la loro complicità, gli fa pensare al passato, e a come in realtà vorrebbe che le cose con Harry ritornassero come prima.
Gli manca tutto di lui. Ma soprattutto gli mancano i suoi abbracci e perdersi nel suo profumo. Gli manca passare le serate a non fare nulla o fare di tutto e di più.
Nonostante sia lì a pochi centimetri da lui, gli manca Harry.
Gli manca così tanto che inconsciamente allunga una mano sotto il tavolo e gli sfiora una gamba con il mignolo.
Harry sussulta, preso alla sprovvista, ma non perde un momento. Circonda il suo polso con una mano, premendo il pollice contro la sua vena, poi come se niente fosse, fa scivolare la mano sulla sue e intreccia le loro dita stringendo la presa.
Louis nasconde un piccolo sorriso contro il collo della bottiglia, e stringe a sua volta.
Il cuore gli batte a mille, sente le guance bruciare e vorrebbe solo afferrare quella bottiglia e passarsela sul viso per trovare un po’ di sollievo.
Ma non lo fa e al contrario cerca di concentrarsi sulla discussione in corso.
Passano tutta la serata , seduti l’uno accanto all'altro, con le mani intrecciate.
***
Non ne parlano.
Louis continua a tornare in casa per l'ora di cena ed Harry continua ad aspettarlo per mangiare insieme.
Non sa perché si sia creata questa sorta di rituale, ma è una cosa che, se deve essere sincero, Louis ama da morire. Questo non toglie che l'avere Harry in giro per casa sia una cosa a cui si è abituato.
Forse, a dirla tutta, non si abituerà mai.
Ci sono delle volte come quella sera, in cui Louis porta a casa del lavoro dall'ufficio, ed Harry resta lì accanto a lui, a leggere un libro, le gambe allungate sul tavolinetto davanti al divano, ad aspettare che lui finisca.
Finisce sempre con l'addormentarsi, ed è a quel punto che Louis perde la concentrazione.
Perché l'unica cosa che riesce a fare è guardare la figura addormentata del riccio, la sua espressione rilassata, i ricci morbidi che gli ricadono sul viso, le guance arrossate, le gambe estremamente lunghe.
Come potrebbe non guardarlo?? È come una calamita per i suoi occhi e per il suo cuore.
“Harry?” lo chiama Louis, scuotendogli leggermente la spalla.
Il riccio mormora qualcosa e si sposta leggermente. Automaticamente la mano di Louis scivola sul suo collo.
Il castano rimane a fissare quel punto in cui le loro pelli si incontrano, e vorrebbe darsi dello stupido perché un contatto semplice come quello non dovrebbe mandarlo fuori di testa, non dovrebbe fargli battere forte il cuore.
E invece è quello che succede, è quello che è sempre successo.
Senza neanche accorgersene preme il pollice contro il collo, sfiorando la pelle calda, poi risale fino ad accarezzare la sua mandibola.
“Lou.”
Louis sussulta e tira indietro la mano di scatto.
Fa un passo indietro, scontrandosi inevitabilmente con il tavolinetto e distoglie lo sguardo.
Si schiarisce la gola. “È ora di andare a letto,” dice, la voce roca.
Harry lo guarda con quei suoi occhi smeraldo, lo sguardo così intenso da fargli tremare le gambe.
“Cosa stavi facendo?”
Ed è una domanda che Louis non si aspetta e a cui non sa rispondere. Cosa stava facendo?
“Niente.”
“Louis.”
Harry si spinge a sedere, e gli afferra una mano improvvisamente, costringendolo a farlo girare e incontrare il suo sguardo.
“Perché scappi?” sussurra, sfiorandogli delicatamente le dita e premendo il pollice sul suo polso.
Louis ha paura che possa sentire il battito accelerato del suo cuore.
E poi, cosa dovrebbe rispondere? Come potrebbe farlo, quando Harry poggia una bacio al centro del suo palmo, facendogli mancare il respiro?
Le sue labbra sono morbide e calde e Louis non può fare a meno di restare lì inerme mentre la bocca del riccio si sposta sul suo polso fino a fermarsi.
Lo sente ispirare profondamente e Louis sente cedere le gambe, perché non capisce. E non ha nemmeno il tempo di farlo perché Harry lo tira improvvisamente verso sé e senza neanche accorgersene si ritrova a cavalcioni sulle gambe del più piccolo, il volto tra le mani di Harry.
Lo sta guardando intensamente e Louis non riesce nemmeno a distogliere lo sguardo da quel verde intenso.
“Lo so che vuoi baciarmi. E voglio baciarti anche io Lou.”
Trema, perché è l’unica cosa che riesce a fare. Non capisce dove siano finite le parole , non capisce più come si respiri.
“Baciami Louis.”
E Louis lo bacia. Afferra il suo viso tra le mani e fa scontrare le loro labbra.
E Vorrebbe averlo fatto prima, vorrebbe aver sentito da anni la sua bocca contro la propria, ma si dice che ne è valsa la pena, soprattutto quando Harry gli morde il labbro inferiore tra i denti e gli chiede l'accesso, facendo scontrare le loro lingue.
È come sentire un fuoco accendersi fino ad ardere potente, è come essere travolti da un uragano.
Harry gli circonda immediatamente il busto con le braccia, e se lo stringe contro, fino a non lasciare nemmeno l'aria tra di loro.
Louis infila le mani tra i suoi ricci e si spinge ancora di più contro di lui, perché per quanto siano vicini per Louis non sarà mai abbastanza.
Sente le mani di Harry infilarsi sotto la sua felpa, e un brivido lo attraversa dalla testa ai piedi.
Geme, ma Harry cattura quel suono con le sue labbra.
Si stacca solo quando sente le dita del riccio sfiorare la sua erezione ben evidente anche da sotto il tessuto della tuta. Le loro labbra sono collegate da un rivolo di saliva e stranamente quella è la cosa più eccitante che gli sia mai capitata.
“Cazzo.”
Harry lo afferra improvvisamente da sotto le cosce e Louis si lascia scappare un urlo che non ammetterà mai di aver fatto.
Lo trascina in camera e lo lancia sul letto, per poi salire su di lui.
Vorrebbe concedersi qualche istante per osservarlo, per capire, per cercare quel briciolo di raziocinio ancora rimastogli in corpo, ma non ce la fa perché Harry attacca le labbra al suo collo, cominciando a morderlo.
Louis ansima, e solleva i fianchi, cercando un po’ di sollievo.
Harry geme contro la sua pelle, poi si stacca per guardarlo negli occhi.
Lo fissa.
Lo fa per così tanti istanti che Louis si sente arrossire. E deve notarlo pure Harry, perché le sue labbra si allungano in un sorriso timido.
I suoi occhi luccicano ed il castano è convinto di non averli mai visti così belli prima di quel momento.
“Non sai da quanto volevo farlo,” sussurra il più piccolo, sfilandogli la maglia e accarezzandogli il petto.
Louis fa lo stesso con lui, impaziente di toccare il corpo del riccio.
Il cuore gli batte veloce contro la gabbia toracica, ma ormai è diventata una sensazione così familiare che quasi non se ne rende conto.
Harry si spinge contro di lui e con una piccola pacca gli fa sollevare i fianchi dal letto e gli sfila i pantaloni.
Louis si sente vulnerabile , completamente nudo alla mercé del più piccolo, ma si rende conto che non gli importa, perché si tratta di Harry.
Della persona che ama. E non è proprio di fronte alle persone che amiamo che siamo più vulnerabili?
Da quel momento in poi non ha più tempo di pensare a nulla.
Perché c’è solo Harry.
Harry che gli afferra l'erezione cominciando a toccarlo come se lo facesse da sempre.
C’è Harry che lo bacia, che si spinge contro di lui, che soffoca gemiti contro la sua pelle.
E c’è solo Harry quando lo prepara con tutta l’attenzione di questo mondo per poi entrare dentro di lui.
Ed è una sensazione così forte, profonda e familiare allo stesso tempo che Louis non sa come reagire.
Quindi si lascia andare al piacere, perché finalmente si sta unendo a lui.
Alla persona che ha desiderato per anni senza smettere un solo secondo.
Si lascia andare, perché è così che deve essere.
**
Quando apre gli occhi, Harry è in piedi accanto a lui e gli sorride dolce.
Louis lo guarda e sorride.
“Vieni con me?” chiede il riccio, accarezzandogli una guancia con due dita.
Lo stomaco si attorciglia, ma il sorriso del più piccolo lo fa stare tranquillo.
Quindi si alza, indossa subito qualcosa , e senza chiedere nulla, lo segue.
Qualche minuto dopo sono seduti sul tetto di casa, il vento gelido che gli soffia contro che li fa rabbrividire.
Stanno in silenzio per un po’, lo sguardo di Harry puntato verso il cielo, quello di Louis puntato su di Harry.
“Quando ero piccolo,” dice improvvisamente il riccio, facendolo sussultare, “ immaginavo di poter saltare di nuvola in nuvola. Ogni volta che succedeva qualcosa, mi immaginavo lì sopra e improvvisamente ogni problema svaniva nel nulla. Era come se fossi in un mondo tutto mio dove ogni cosa lasciava spazio alla leggerezza. È così sbagliato che anche tu, anche la tua sola presenza, riesca a darmi quella stessa leggerezza? Riesca a farmi dimenticare di ogni cosa, anche la più banale??”
Louis lo guarda, mentre il cuore gli batte all’impazzata. Non lo ha mai visto così indifeso. Benché sia una persona aperta ed espansiva, Harry rimane la persona più riservata che abbia mai conosciuto. Il più delle volte è difficile sapere cosa gli passi per la testa. Difficile per tutti tranne che per lui, che conosce ogni sua espressione, ogni sorriso. Dal più falso al più brillante di tutti, quello in grado di attirare l'attenzione di tutti e di stregare chiunque. Perché Harry è così, ti cattura, privandoti della tua libertà, e non vi è più modo di sfuggire da quella trappola.
Una trappola. Ecco che cosa è Harry.
E Louis? Solo una piccola preda in balia del cacciatore.
Ed Harry non ha intenzione di lasciarlo andare.
“Harry…” non sa cos’altro dire. Cosa fare. Se non tentare di respirare inutilmente.
Da quanto aspetta una cosa del genere? Da quanto sogna di ricevere una confessione del genere? Una qualsiasi confessione.
Perché Louis è innamorato di lui, lo è fin da sempre. E realizzarlo non era stato nemmeno una sorpresa per lui.
Semplicemente erano cresciuti insieme e quell’affetto che provava per lui si era trasformato in amore.
Non era stato sconvolgente, no. Anzi la prima volta che gli era passato per la mente quel pensiero non si era sentito spaventato, non aveva avuto nessuna crisi esistenziale. Semplicemente lo aveva accettato, perché amare Harry era la cosa più bella che potesse capitargli.
“Io ti amo Louis. E non so nemmeno perché ci ho messo così tanto a dirlo. Perché lo so da sempre, mi mancavano solo le parole.”
Louis lo guarda con gli occhi spalancati.
Harry incontra il suo sguardo e improvvisamente tutto acquista un senso.
Afferra la sua mano intrecciando le loro dita, e se lo tira contro facendo scontrare le loro labbra.
E gliele sussurra sulla bocca quelle parole, gliele imprime sulla pelle una volta rientrati in casa.
Ti amo anch'io.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top