8.

"Disagiati e con problemi.🔫"

CharlieCharles.😎:
RAGAZZI SI È SVEGLIATA.

Tedua.🌴:
Sia lodo Gesù Cristo!

June.❣️:
Davvero? Oh dio santo
menomale.

CapoPlaza.😈:
OH DIO. COME STA?
ARRIVIAMO!

Rkomi.🌻:
Davvero?
Quando?
Come sta?

CharlieCharles.😎:
Ragazzi sta bene, si è
svegliata da non più di
mezz'ora, ora riesce anche
a parlare, più o meno.

Drefgold.🧚🏻‍♂️:
Mezz'ora?
MEZZ'ORA?
E TU LO DICI SOLO ADESSO?

Sferedeldrago.🌝:
Paolo, sei mio fratello
Ma io ti uccido.

CharlieCharles.😎:
Raga, i dottori mi avevano
detto che appena aveva
aperto gli occhi,
non erano sicuri fosse
ancora cosciente,
c'era il rischio di ricadere..
Mi hanno detto di non
avvertire nessuno
Appena presa conoscenza del tutto
mi hanno dato l'ok.
Ora sta bene, è stabile.
È un miracolo.
Non ha riportato danni celebrali
o fisici.
Raga è un miracolo.

Kara.🌸:
Gesù mio.
Paolo arriviamo

CharlieCharles.😎:
No raga..
non venite tutti.
Non vuole.

Izi.🧁:
Paolo mo mi fai incazzare!
Che cazzo vuol dire?

CharlieCharles.😎:
Ragazzi, io vi dico solo
quello che è riuscita a dirmi.
Non vuole vedere tutti,
si sente stanca ancora.

Vuole solo Mirko!

CapoPlaza.😈:
Mirko?

June.❣️:
Eh?

Tedua.🌴:
Cosa?

Drefgold.🧚🏻‍♂️:
Ragazzi, rispettiamo la
sua decisione
Noi andremo dopo.
Anche se non capisco
perché solo Mirko.

Rkomi.🌻:
Solo me? Perché?

Kara.🌸:
Si Mirko, chissene.
Muoviti porco cazzo!

Rkomi.🌻:
Sono già all'entrata.

Sferedeldrago.🌝:
Non so se sentirmi offeso o no.
HA CHIESTO DI MIRKO
INVECE CHE DEL FANTASTICO
TALENTUOSO
AFFASCINANTE
SCONVOLGENTE
SFERA EBBASTA.

Izi.🧁:
Gionata, non mi
sembra il momento..

CapoPlaza.😈:
@Sferedeldrago.🌝
Ma vir si nun si semp tu'

Sferedeldrago.🌝:
Raga volevo solo sdrammatizzare
Sono troppo felice che
Bonnie stia bene ora.

CharlieCharles.😎:
Mi ha detto di dirvi
che vi vuole bene, ognuno di voi.
E vi ringrazia. Di tutto.

Tedua.🌴:
Piccola cucciola di scimmia.
Anche noi ti vogliamo bene.💗

June.❣️:
Amore grande!
Ti amiamo tanto.💘

Izi.🧁:
La nostra piccoletta di casa.💞

Drefgold.🧚🏻‍♂️:
Digli che le vogliamo bene e che
l'aspettiamo a braccia aperte.❣️

CapoPlaza.😈:
La mia piccola sorellina..
Dille che mi manca.🖤

CharlieCharles.😎:
Ho riferito tutto.
Ha detto che vi ama e che siete
la sua famiglia.

Kara.🌸:
💕💕

June.❣️:
Owh...🥺

**

Mirko entrò nell'ospedale come una furia,
travolgendo chiunque si trovasse davanti a lui. Non si fermò neanche alla reception e parti di corsa verso le scale, diretto alla stanza 180.
Sentiva il cuore martellargli in testa, nelle orecchie, nel petto.
Forte come un trapano.
Quasi faceva male, sembrasse volesse uscirgli da petto.
Il ragazzo non vedeva l'ora di vederla e il fatto che lei si fosse svegliata e lui non era lì, lo spezzò un po'.
Non voleva pensasse chissà cosa.
Che magari lui non era andato a trovarla mai o altre cose così.
Perché lui veramente desidera con tutto il cuore la felicità di Bonnie.
E si chiedeva perché lei avesse chiesto solo di lui.
In quel momento si sentiva avvolto da una strana sensazione, era felice e confuso dal fatto che lei avesse chiesto solo di lui.
Però tremava anche dalla paura.
E se lei lo avesse chiamato solo per dirgli che non lo voleva più sentire?
Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri negativi.
Qualunque cosa avrebbe voluto dirgli non importava.
Lei era sveglia e stava bene.
Faceva gli scalini due a due, e quando finì la rampa si accorse di avere il respiro pesante e sentiva i polmoni bruciare.

Intanto nella stanza 180 Paolo e Bonnie conversavano; Paolo cercava di calmare l'ansia della ragazza che aveva timore di Mirko.
E non capiva il perché. Paolo non faceva altro che ripeterle che doveva stare serena, perché doveva solo parlargli e infondo era un amico.
Il che era vero, quindi non capiva neanche lei il senso di tutto quel panico.
Dieci minuti prima avevano finito di spiegarsi il "piano" a vicenda, perché dopo tutto questo trambusto non si erano dimenticati che avevano fatto credere a tutti di starsi frequentando.
Bonnie aveva raccontato al ragazzo per filo e per segno quello che era successo due mesi prima, come si era sentita dopo, e come aveva cercato di superarla.
Paolo sapeva fin troppo bene che se la ragazza l'avesse davvero superata tutto quel teatrino non avrebbe avuto senso, però non lo disse, capendo l'animo di Bonnie.
Aveva la mano di lei stretta tra le sue e delicatamente, con il pollice, le accarezzata il dorso della mano, così pallida e magra.
"Bonnie, rilassati, è solo Mirko."
Lei si giro di scatto, talmente veloce che le giro la testa.
Fece "no" con il capo.
"Paolo-.. come fai a dire-... proprio tu.." si prese un momento. Ancora le era faticoso parlare.
E sospiro.
"Solo Mirko."

La porta si aprì di scatto, e il ragazzo comparve sulla soglia, si reggeva una mano sul petto, quasi a voler bloccare i polmoni, che sembravano fuoriuscirgli dal petto.
E la vide. Li stesa, immersa tra i fili, bianca come un lenzuolo e troppo magra. Per tre giorni di fila l'aveva vista così, in quelle condizioni, ma non si sarebbe mai abituato a vederla in quello stato.
Ma pensò che era sempre bellissima.
Con i suoi occhi verdi. Così grandi.
Era sempre bella, Bonnie.
Alla ragazza si bloccò il respiro in gola, la voce le morì in bocca.
E lo vide. Li in piedi, davanti alla porta, una mano sulla maniglia e una sul petto, i capelli ancora un po' bagnati e arruffati, la barba leggermente cresciuta e incolta.
Ma pensò che era sempre bellissimo.
Con i suoi occhi verdi. Così grandi.
Era sempre bello, Mirko.
Si fissarono per un po' di tempo, occhi negli occhi.
Paolo, si iniziò a sentire di troppo, allora si alzò, spezzando quel filo invisibile che collegava i due ragazzi.
Bonnie si girò verso Paolo e gli sorrise sincera.
Lui aveva ancora la sua mano tra le due, se la portò alle labbra e gliele baciò, e poi le baciò la fronte.
"Sono qui fuori, sei hai bisogno."
Mirko si infastidì parecchio.
Perché Bonnie avrebbe dovuto avere bisogno di Paolo? Per cosa poi.
Lui era un suo amico, anzi forse era Paolo ad essere di troppo in quella stanza al momento.
E poi, tutti quei baci. La stessa mano che lui aveva tenuto per giorni senza staccarsi mai, che lui aveva baciato in continuazione. Ora la baciava lui. La rabbia lo stava annebbiando.
Bonnie lo ringraziò con gli occhi, e lasciò cadere la sua mano sul materasso del letto dove era stesa.
Si sentiva così stanca.
Però ora voleva stare solo con lui.
Portò di nuovo lo sguardo su di lui, mentre Paolo si avviava alla porta.
"Mirko, io sto qui d'avanti. Ti tengo d'occhio."
Mirko si girò di scatto verso Paolo, che era ormai al suo fianco, quasi fuori alla porta.
Ma come gli veniva.
Come?
Mirko strinse i pugni lungo i fianchi. Avrebbe voluto dargli un pugno in faccia.
Paolo dal canto suo, per quanto cercasse di "recitare" la parte da fidanzato geloso, era serio.
Voleva bene a Mirko, come un fratello.
Ma Bonnie era troppo buona e non avrebbe permesso a Mirko di farla soffrire ancora.
Si chiuse la porta alle spalle e Paolo spari dalla loro stanza.
Calò il silenzio.
"Vieni-.. vieni qui-.."
Bonnie aveva paura che non l'avesse sentita, perché non si mosse di un centimetro.
Ma Mirko l'aveva sentita, ma per quanto volesse correre da lei, non riusciva a spostarsi.
Come sempre in realtà.
Perché lui era così, pensava e pensava, ma quando doveva agire, restava immobile a guardare.
"Mirko-.. vieni qui-.." più parlava è più si sentiva stanca Bonnie, e doveva ancora affrontare tutto il discorso.
"Che non riesco-.. uff-.. non riesco a parlare."
Mirko allora prese coraggio e a passo comunque incerto andò da lei.
Rimase in piedi affianco al suo letto.
Quando avrebbe voluto stendersi affianco a lei e tenerla stretta.
Le sue labbra erano screpolate e secche.
Le labbra che aveva baciato.
Mirko non si scollerà mai di dosso la sensazione di brivido e pace che quelle labbra gli riuscivano a dare.
"Come stai?"
Parlavano entrambi a bassa voce, lei perché non riusciva diversamente, lui perché aveva paura di romperla.
Bonnie girò il palmo della mano verso l'alto, mentre lo guardava negli occhi e poi si guardò la mano.
Voleva che gliela stringesse e cerco di farglielo capire, perché non sarebbe mai stata capace di dirlo a voce.
Mirko seguì i suoi movimenti e capì che cosa volesse.
In quel momento voleva stringergli la mano, ma non lo fece.
Alzò il viso, lo sguardo fisso alla finestra, senza guardare davvero. E intanto si chiedeva perché con lei non riuscisse ad essere come voleva.
Sospirò rassegnata e si portò la mano sul grembo, intrecciandola all'altra.
" Sono stata meglio-.. grazie."
Guardò davanti a se, cercando di evitarlo.
Sapeva che Mirko era così, schivo e lontano.
Lui annuì e attese che lei parlasse.
"Volevo ringraziarti-.. per quello che avevi fatto-.. per me-.." Si fermò a riprendere fiato.
"Per me, quella sera-.."
"Bonnie, figurati, era il minimo.
Siamo amici no?"

Amici.
Amici.

"Si-.. siamo amici."
Ma Bonnie non voleva essere solo un amica.
E le si spezzò il cuore, di nuovo.
Abbassò il capo nascondendo gli occhi lucidi.
"Ehm.. devi dirmi altro? Sennò io vado.."
Mirko neanche sapeva che cazzo stava dicendo, lui non voleva andare via. Voleva stare lì con lei.
Non aspettò neanche una risposta che si girò e si incamminò verso la porta.
"Rkimo-..."
Si bloccò.
Mirko si blocco sul posto, il suo cuore riprese a battere veloce.
L'ultima volta che lo aveva chiamato così era stato quella sera, e lui se la ricordava fin troppo bene.
L'ultima volta che lei l'aveva chiamato così, era stata anche la prima.
"Non chiamarmi così.."
Cercava di essere forte ma la voce gli tremava.
Bonnie non ce la faceva più, ormai le lacrime neanche le controllava.
"Rkimo-.. non andare via, non di nuovo."
Si sentiva disperata. A pezzi.
L'orgoglio lo aveva messo sotto i piedi ormai.

Ma Mirko non si girò, rimase così com'era.
"Ciao BonBon."
Ed uscì da quella stanza.

Bonnie si sentiva pesante, sola in quella stanza, riempita ormai solo dai suoi singhiozzi.
E le si spezzò il cuore, ancora.
Mirko si sentiva pesante, a testa basta camminava verso l'uscita dell'ospedale, solo con se stesso.
Sentiva Paolo che lo chiamava. Ma più camminava e più la sua voce era lontana.
Riempito soltanto da un peso al petto che lo stava corrodendo.
E gli si spezzò il cuore, ancora.

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