Draco Riddle

Un anno dopo. 

La vita era tornata quella di sempre a casa Weasley. Arthur proseguì il suo lavoro al ministero, mentre sua moglie si occupava della famiglia a casa. I gemelli, con l'aiuto di Ron, fecero carriera con i dolci nel loro negozio e, dopo una serie di peripezie, aprirono un secondo locale in franchising.

Harry, superato il trauma iniziale della rinascita e successiva morte di Lord Voldemort, si concentrò sulla relazione con Ginny, promettendole che, di li a qualche anno, sarebbero andati a vivere insieme.

Draco era tornato a vivere a casa di Hermione, ma ogni fine settimana andava a far visita a Narcissa al maniero. Chiariti i dissapori, si era reso conto che sentiva la mancanza della donna che aveva da sempre chiamato mamma.

Bellatrix invece, era stata rispedita ad Azkaban e si era chiusa nel suo dolore, non voleva ricevere visite, neanche di suo figlio, non si riteneva degna di nessun favoritismo. Si incolpava infatti della morte di Tom e, nonostante sentisse dentro di sé la forte presenza della metà della sua anima, non riusciva a darsi pace.

Non poteva sapere che fuori dalla sua prigione, c'era chi stava lottando per lei. Non sapeva che Harry, Draco ed Hermione avevano affrontato il Consiglio per richiedere uno sconto di pena per lei.

C'era voluto più di un mese per convincerli e tutte le dichiarazioni di chi aveva assistito alla morte di Tom Riddle, ma alla fine riuscirono a convincere il Ministro e la condanna di Bella fu ridotta ad un anno.

Ora, era giunto il giorno della scarcerazione e Draco era nervoso come il primo giorno di scuola ad Hogwards.

<<Questa camicia va bene, Herm?>> Chiese il biondo scrutando il suo lato dell'armadio.

<<Andava bene anche quella precedente che mi hai mostrato. Tesoro, che ti succede?>> Domandò la ragazza notando il disagio di lui.

<<Non lo so... e se lei non volesse lasciare la prigione? Tutto quello che abbiamo fatto non sarebbe servito a nulla. Lo sai che non ha voluto vedermi da quando...>> Si interruppe, ogni volta che ricordava la morte di suo padre, gli mancavano le parole.

<<Sono convinta che nessuno voglia vivere in una prigione per sempre.>> La strega si avvicinò alle sue spalle e lo abbracciò, allacciando le sue mani sul ventre di lui.

Draco sospirò, pensieroso. <<Spero che tu abbia ragione, Granger.>> Poi si voltò e la baciò. <<Come fai ad avere sempre la risposta giusta ad ogni domanda?>>

Hermione sorrise. <<Anni di esercizio e tanti tanti libri!>>

*****

Nelle segrete di Azkaban, una guardia aprì la cella di Bellatrix, le porse i suoi vestiti, la bacchetta e una lettera, poi si allontanò, lasciando la porta aperta.

La strega posò i vestiti e aprì la lettera che si sollevò a mezz'aria e iniziò a leggersi da sola, con il tono di voce di Draco.

"Cara Bella,

so che preferisci essere chiamata così ora, in questa lettera volevo comunicarti che sei libera di uscire da questa cella, abbiamo lottato per accorciare la tua pena e finalmente possiamo dire di esserci riusciti.

Io, Harry Potter ed Hermione Granger ci siamo impegnati in questa impresa, ma anche tante altre persone hanno collaborato, riportando le dichiarazioni di quello che è successo quella notte.

Per questo ci tenevo a dirti che non sei sola, tua sorella Narcissa, vorrebbe ospitarti al Maniero, dove ormai vive sola da tempo ed io verrò a trovarvi quando mi sarà possibile.

Hai l'occasione di incominciare una nuova vita e lasciarti tutto alle spalle, spero che tu vorrai coglierla. Mi dispiace solo non aver potuto conoscere Tom, il suo lato buono e, spero che un giorno, se ne avrai voglia, tu vorrai parlarmi di lui, intanto ho avviato la richiesta per effettuare un cambio di cognome, io sono Draco Riddle e porterò con fierezza questo nome, io e la mia discendenza, in memoria di Tom e del suo sacrificio.

Ti aspettiamo a casa.

Tuo figlio."

Bella si asciugò una lacrima che, solitaria, era scesa sulla sua guancia. Le ultime parole l'avevano toccata nel profondo. Draco l'aspettava, voleva sapere qualcosa di suo padre e cosa ancora più bella, si era firmato "tuo figlio". Sentirsi accettata da lui, come madre, era per lei il sogno di tutta una vita, più importante di qualsiasi cosa e adesso, finalmente, l'aveva realizzato.

FINE.

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