Capitolo 15
CHLOE
Sono trascorse tre settimane dalla proclamazione della mia "punizione", passo le serate a tirare giù relazioni e la maggior parte delle volte termino di smanettare al computer che è notte fonda. Questo lavoro extra ha avuto non poche ripercussioni sul mio, già precario, equilibrio con Ethan; lo vedo poco e niente e questo, devo ammettere, mi sta aiutando a capire che non mi manca e non sento né il desiderio né la smania di averlo accanto a me.
Più volte mi ha chiesto se c'è di mezzo un altro uomo, il che mi ha fatto parecchio sorridere, l'unico amante fisso che ho al momento è un quindici pollici che mi fa svegliare al mattino con un mal di testa lancinante. La verità è che ho un responsabile pretenzioso e impossibile da soddisfare, se voglio tenermi stretto il dottorato di ricerca non posso permettermi passi falsi.
Come ogni giovedì mi ritrovo a fissare un punto imprecisato del muro che ho davanti. Il dottor Prince aspetta con ansia che vuoti il sacco, ha capito al volo che ho qualcosa da raccontare non appena ho oltrepassato la porta e la mia entrata in scena è stata a dir poco imbarazzante. Non solo ho sbattuto con lo stinco sull'angolo di un mobile della stanza, ma con il gomito ho inavvertitamente urtato contro la boccia di vetro che ospita un delizioso pesciolino rosso. L'ampolla si è rovesciata a terra, frantumandosi in mille pezzi.
«Chloe, cosa c'è che non va?» esordisce lui con la calma che lo contraddistingue.
«Sto dormendo poco ultimamente...»
«Come mai?»
«Ho del lavoro extra da sbrigare, il mio capo» e nel dire la parola capo mimo due virgolette con le dita «mi ha dato una punizione.»
Al solo suono della parola punizione vengo colta da un lieve senso di vergogna, come fossi una bambina viziata che ha disubbidito agli ordini del papà.
Volgo lo sguardo verso il dottore e lo vedo corrucciare la fronte mentre appunta qualcosa sul suo taccuino, subito dopo alza la testa e con l'indice riposiziona gli occhiali sul naso.
«La punizione ha a che fare con il bacio a quella festa?»
Accenno un sorriso, evidentemente non sono l'unica a pensare che, forse, parte della punizione sia da imputare a quel maledetto bacio.
«Lui dice di no. Non è mai tornato sul discorso e i nostri rapporti dopo quella sera si sono raffreddati parecchio. Mi ha punita perché mi sono presentata in ritardo a un briefing. Io, però, sono convinta che voglia mettermi i bastoni tra le ruote per quella storia del bacio.»
Afferro la pallina dal cestino posato sul tavolo e comincio a strizzarla come al solito.
«Con il tuo fidanzato come va?»
Strabuzzo gli occhi, evidentemente il dottor Prince conosce i meandri della psiche umana molto più di quanto si possa immaginare.
Faccio spallucce e dopo un lungo sospiro annuncio: «Male. Ho intenzione di lasciarlo. Non ci siamo visti molto durante le scorse settimane, sempre a causa dei miei impegni di lavoro, ma devo ammettere che non mi è mancato.»
«Lo ami?»
«Cosa?» chiedo esterrefatta.
«Lo ami?»
«Certo che no, almeno ora no. Se lo amassi ancora, perché dovrei lasciarlo?!» pronuncio con una sottile nota di ovvietà.
«E prima?»
«Prima sì, credo di sì.»
Il dottor Prince inizia a sfogliare il taccuino al contrario, si sofferma con lo sguardo a leggere alcune pagine e di tanto in tanto risistema i suoi occhiali. Io resto ad attendere la sua domanda, perché sono certa che stia per pormene una, probabilmente pure complicata. A un tratto alza quel suo sguardo strettissimo e contornato da tante piccole rughette, posa con cura il taccuino sul tavolo e dopo aver rilassato le spalle sopra l'immensa poltrona girevole, parla: «Che genere di uomini ti piacciono?» e torna a spingere con l'indice sugli occhiali.
Che genere di uomini mi piacciono?
«Be', non sono un tipo che si sofferma a ragionare molto, nel senso che... voglio dire che mi piacciono i tipi un po'...»
Stravaganti? Fuori dal comune? Magari con un bel fondoschiena, oppure con un intelletto sopra le righe.
«Generalmente sono le caratteristiche che in un uomo non mi piacciono a spingermi in una direzione o in un'altra» sbotto di colpo. Capisco che il mio ragionamento può sembrare contorto, ma è proprio così, ho una lista di cose che non tollero in un uomo e sono quelle a stabilire con chi iniziare una frequentazione. A eccezione dei flirt mordi e fuggi, ovviamente.
«Per esempio?»
«Non mi piacciono i figli di papà, detesto i tipi che ostentano il proprio stato sociale come fosse indispensabile per conquistare una donna, non sopporto gli uomini troppo gelosi e possessivi, detesto anche quelli fissati con i ristoranti chic. Insomma, sgamo subito quando un uomo è ossessionato dall'apparenza. Andiamo, Dottor Prince, mi vedresti mai con un maschione tutto tirato a lucido che si preoccupa solo di rimpinzare il proprio conto in banca?»
Dio, sul visino del mio analista sta per disegnarsi un vago accenno di sorriso. La mia analisi-dell'uomo-perfetto deve averlo impressionato sul serio!
Un colpetto di tosse e si ricompone all'istante. «Dai miei appunti vedo che sei molto predisposta ai tipi, come dire... artistici. Un pittore, un fotografo, un modello e ora uno scrittore, giusto?»
«Ehm, sì. Lo trova strano?»
«Io non trovo strano nulla, però ho notato che sono state relazioni incostanti, ti sei mai innamorata di uno di loro?»
«Certo che sì, credo di essermi innamorata di tutti loro, in qualche maniera.»
«Riformulo la domanda. Chloe, hai mai amato uno di loro?» Si sofferma sulla parola amato con cura, quasi fosse proprio quella la chiave per comprendere qualche importante segreto dell'universo.
Lui si accorge subito della mia indecisione nel dare una risposta e torna a parlare, incrociando elegantemente le mani e posandole sul tavolo.
«Amare una persona ed essere innamorate non è la stessa cosa. O meglio, non sempre. A volte l'innamoramento e l'amore coincidono, a volte sono come rette parallele destinate a non incontrarsi mai. Per questo ti ho chiesto se hai mai amato uno di loro, o tutti, magari.»
Resto a fissare i piccoli occhi del dottor Prince quasi ipnotizzata, un piccolo senso di vuoto si impadronisce della mia mente e trovo complicato rispondere al suo quesito.
Poi una nuova domanda mi si affaccia in testa: "Cosa si prova ad amare un uomo?"
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