36. Requiem.


Il grande giorno era arrivato, sicuramente non per me considerato che molto probabilmente sarei finito ammazzato.
Sharon era ancora nel mio letto e speravo solo che gli altri stessero bene, sapevo bene che a Markoos serviva la luna piena per il suo rituale e la sera era ancora lontana.
Qualcuno entrò di botto nella mia camera, più che altro era una cella dato che vi ero costretto a starvi dentro giorno e notte già da un bel po'di tempo.
Markoos guardò in direzione del letto e iniziò a ridere di gusto indicando me e Sharon con una mano per poi applaudire.
Lo psicopatico era tutto vestito di nero, e ciò mi ricordò un po' Nick.
Markoos al contrario risultava molto più inquietante, con addosso una maglietta con il collo a V, pantaloni scuri, scarponcini neri e giacca di pelle.

«Almeno andrai all'altro mondo felice! Mi chiedo solo chi ti abbia fatta arrivare fino qui» mormorò cambiando espressione velocemente.

«Mi hai dato tu il permesso» mormorò la ragazza coprendosi come poteva con le lenzuola.

«Esatto! Volevo che il nostro eroe provasse una gioia, in modo che muoia con la consapevolezza che non ne avrà mai più una. Forse ora potrei anche ucciderti» cantilenò con sufficienza l'ibrido alzando le spalle.

«Se le fai del male non avrai più il tuo vampiro da usare al rituale, te lo garantisco» mormorai guardando Markoos con rabbia.

«Ti ricordo che qualcun altro di là ha ottenuto il tuo dna in corpo quando è morta ed è stata vampirizzata, quindi a me importa avere uno dei due vivi, o meglio ho bisogno che tu muoia prima di lei. Completando il rituale la tua linea dinastica mi sarà inutile e Faith potrà andare. Sono tutti qui perché voglio che vedano il mio trionfo» affermò arrogante Markoos con un ghigno sul viso.

Ci ordinò di vestirci e tenne a informarci che i preparativi sarebbero già iniziati sotto gli ordini di Cyrus.
Quando l'ibrido ci lasciò soli facemmo entrambi come ci aveva chiesto, rimettendoci gli abiti della sera prima, ora sparsi per la camera.
Dopo un breve tempo io e Sharon raggiungemmo gli altri.
Era tutto così inquietante a causa di cerchi disegnati a terra del grande salone che era stato praticamente svuotato di tutto.

«Dobbiamo fare le prove per il tuo spettacolino? Devo far finta di fare il morto?» provocai Markoos con sottile ironia.
Egli mi guardò e si limitò a sorridermi malignamente di rimando.

«Non mi serve che tu abbia la lingua per completare i passi del sacrificio, perciò se non vuoi che te la faccia ingoiare fai silenzio e fai ciò che ti dice Cyrus» affermò pacatamente il mio nemico giocando con un paletto di legno ben appuntito.
Il silenziò cadde sul salone e Cyrus prese la parola.
Quel mago da strapazzo aveva sempre indosso quell'orribile tunica nera e oro col cappuccio.
Non l'avevo mai visto con altro addosso.

«Cyrus vuole iniziare dal principio, dopo la lettura di vari tomi e l'esperienza del nostro oscuro signore e Nathan nel primo rituale di mille anni fa, Cyrus ha scoperto gli ultimi procedimenti di ciò che andremo a compiere qui stanotte. Sarà una bellissima cerimonia, Cyrus non vede l'ora» iniziò a dire il mago, ridacchiando e gesticolando come una specie di fottuto prete psicopatico.

«Queste due potenti creature che chiameremo a noi non mettono piede sulla terra da oltre mille anni, e per usare i loro poteri hanno bisogno che gli antenati di chi li ha evocatisi sacrifichino come fecero i propri avi prima di loro». La predica continuò mentre tutti venivano sorvegliati da guardie, stando al contempo attenti alle parole di Cyrus che si muoveva e insieme parlava, come se stesse facendo una danza inquietante.

L'armata di Markoos era composta da vampiri, licantropi, streghe e stregoni, non sapevo se ci fossero anche umani al suo servizio.
I più temibili dalla parte di Markoos erano Lauren e Nathan e ovviamente lo stesso Markoos insieme al potente Cyrus, che continuò a blaterale tra una risata isterica e l'altra. Quel tipo mi dava i brividi.
Anche i due scagnozzi preferiti di Markoos erano completamente in nero, sembravano uno squadrone della morte.
Lauren aveva una canottiera aderente e un paio di leggins, completando il suo abbigliamento con degli stivaletti scuri.
Nathan aveva il suo lungo spolverino di pelle, una maglietta al di sotto, jeans neri e anfibi.

«Le due creature verranno imprigionate in quei cerchi magici posti ai lati del salone, così saranno costrette a usare i loro poteri solo in parte e quando vorremo noi, per poi tornare da dove sono state chiamate, laggiù nei loro sublimi mondi infernali. Cyrus guiderà il rituale e Markoos deve procurare il sangue dei due discendenti degli sciamaniche hanno evocato originariamente le creature mille anni fa...»disse sempre più follemente l'uomo mentre io cercavo di calcolare le nostre forze e pensavo a un piano di fuga.

Io ero al centro dell'attenzione e non potevo fare nulla, Rob e Faith non avevano possibilità contro Nathan e Lauren.
Randhal era prigioniero e indebolito chissà dove e Kassandra non poteva da sola affrontare tutti nonostante i suoi prodigiosi poteri, infine Nik era moribondo dopo il morso del licantropo.

«Markoos vuole tentare di creare altri della sua specie e il primo ad avere questo onore sarà Jack, ingerirà il sangue dell'ibrido e attenderà che la morte lo raggiunga. Prima però il nostro caro Henry ci saluterà per permettere a Drakker di usare il suo potere e di uccidere e trasformare Jack. Cyrus inoltre chiederà inoltre al suo compare demone di usare il potere della morte di Jack per permettere al suo sangue e a quello di Markoos di venire usato per le successive trasformazioni...» esclamò raggiante lo stregone sempre con quel suo fare da pazzoide.

«Finito tutto, Jack si rialzerà come ibrido e lui e Markoos potranno donare, come promesso, la vita eterna a tutti i licantropi presenti, i vampiri leali a Markoos avranno il permesso di rimanere in vita senza venire uccisi, proprio come i loro simili e i licantropi che rifiuteranno la trasformazione. Markoos creerà la sua razza e voi non potrete fermarlo...» concluse unendo le mani e completando quel lungo e folle monologo.

Ma la noia non era finita, avrei preferito farmi ammazzare subito pur di non dovermi sorbire ancora i noiosi e lunghi preparativi di Cyrus e il suo padrone psicopatico.
Dentro di me non avevo perso la speranza, stavo studiando ogni singolo perimetro e le postazioni dei miei amici per elaborare diverse vie di fughe o modi di impedire quel sacrificio.
Tuttavia, dopo alcune ore fui sempre meno convinto del lieto fine; scambiavo sguardi sofferenti con tutti, da Rob a Faith per passare a Sharon, forse gli ultimi momenti insieme li avremmo passati senza poter comunicarci nulla.

Tutto era pronto e finalmente vidi fare capolino quel buono a nulla di Jack, vestito con i suoi soliti abiti zozzi da biker.
Anche lui in nero, canottiera, gilet in pelle, pantaloni scuri e anfibi.
«Oh chi si rivede! I due vampiri falliti!» affermò sicuro di sé il licantropo mettendosi al centro del cerchio magico che aveva disegnato Cyrus con la sua potente magia e quei suoi modi da fare da clown deviato.

«C'è pure quella stronza che ha provato a fottermi, magari dopo fotterò io lei» mormorò disgustato verso Faith indicandola con una mano.
La mia ex in effetti lo aveva ingabbiato in una faida coi BloodlInes solo per mettere le mie abilità alla prova, infatti la sua gang e quella dei vampiri era storia, perciò avevo superato la prova.

«Piuttosto che farmela con te mi faccio strappare il cuore!» gli rispose con il dito medio alzato la vampira.
Faith aveva indosso una maglia grigia che le arrivava sotto la vita, un paio di pantaloni dello stesso colore e, stranamente, scarpe da ginnastica.
Non era proprio nel suo stile, ma probabilmente le avevano dato quei vestiti gli uomini di Markoos.

«Attenta a cosa desideri!» rispose dall'altra parte della stanza Lauren con il suo solito fare arrogante.

«Suvvia non essere scortese col pubblico» affermò Markoos avvicinandosi a Jack, per poi tagliargli il palmo della mano con un pugnale da rituale e far scorrere il sangue in un recipiente. Poco dopo toccò a me e tutto il tempo guardai in cagnesco l'ibrido senza distogliere lo sguardo da lui.

I due recipienti arrivarono a Cyrus che bevve prima il mio sangue e poi iniziò a dire strane parole mentre un vento forte si alzava e tutto diventava scuro. L'aria era densa e un turbine iniziò a vorticare verso uno dei cerchi posti ai lati della stanza.
Ancora parole strane e il vento si alzò ulteriormente, mentre l'aria divenne quasi rarefatta.
Si iniziava a scorgere qualcosa nella nube che prese forma mentre Markoos rimaneva meravigliato nel vedere le enormi creature presentarsi al suo cospetto.
L'essere infernale era adirato, ma molte streghe lo tenevano a bada insieme allo stesso Cyrus, rafforzando il cerchio magico.
L'ibrido si squarciò il polso e offrì il suo sangue a Jack, che lo inghiottì famelico, e poi Markoos dedicò le sue attenzioni a Drakker.
Tutti erano sull'attenti e pronti a scattare quando il mio nemico principale tirò fuori un paletto dalla cintura.

«Non ti azzardare, sono stato zitto e buono per tutto questo tempo, ma è ora di farsi avanti» ringhiò Rob rabbioso affiancato da Kassandra e Faith mentre Nathan e Lauren li andavano prontamente a fronteggiare.
Rob indossava una maglia a manica lunghe color panna, alla quale aveva tirato su le maniche fino al gomito, aveva infine un paio di pantaloni marrone chiaro e degli scarponcini di un marrone più scuro.
Kassandra invece era vestita di una semplice veste bianca e lunga sotto le ginocchia e un paio di ballerine chiare.
Anche Sharon provò a farsi valere ma non era convincente, le lacrime le segnavano il viso e io non riuscì a fare nulla se non avanzare verso di loro con passi lenti.

«Rob, Faith, scusatemi, io non voglio che vi sacrifichiate per me. È inutile, lui vincerà lo stesso. Non fatemi assistere alla vostra morte, ma combattete quel figlio di un cane per ricordarmi che intendete davvero suicidarvi» dissi anche io con voce rotta e la gola secca.
Dei rumori di lotta al piano superiore catturarono la mia attenzione.

«Andate a vedere che cosa è successo!» gridò Markoos ai suoi servi vampiri dato che tutte le streghe erano impegnate con Drakker e l'altra parte si preparava ad accogliere il Demone Lupo.
Una squadra di uomini andò subito a controllare come richiesto dal loro padrone.
Markoos si avvicinò col paletto a me, per la prima voltai notai che era agitato.

«Addio Henry, mi serve che tu vada all'inferno per continuare e mi godrò ogni secondo di tutto questo» il suo volto si trasformò e poi non lo vidi più.
Prima che potesse raggiungermi, un lampo di luce azzurro lo colpì e lo fece volare parecchio lontano.
Guardai da dove era partito il colpo e notai Kassandra con una mano aperta rivolta verso Markoos. Era pronta ad affrontare tutti.
Tuttavia l'attenzione principale era rivolta altrove, sentimmo tutti dei tonfi sordi e ripetuti e dalla scalinata piovvero, nel vero senso della parola, decine di cadaveri uno dopo l'altro, mentre due individui scendevano le scale.
Da una parte riconobbi Randhal, con solo dei jeans addosso e il petto e i piedi nudi, era coperto di sangue nonostante le ferite fossero quasi tutte guarite.
Dall'altra parte, seguita da alcuni uomini in completo scuro, vidi una donna bionda che non avevo mai visto.
Aveva zigomi alti e labbra sottili, un colore di occhi glaciale e lineamenti fanciulleschi di un'epoca ormai lontana, sembrava una principessa delle fiabe anche se era vestita in maniera moderna. Indossava una camicetta bianca infilata dentro dei jeans chiari e infine un paio di stivali stretti e neri privi di tacco.

«Tu! Che diavolo ci fai qui, Rachel, dovresti essere morta da più di un secolo!» ringhiò ancora Markoos, ancora dolorante a terra per il colpo infertogli da Kassandra.
Nathan e Lauren si misero sull'attenti, mentre dopo Randhal arrivarono poco a poco i suoi uomini che erano stati intrappolati e con loro anche le streghe amiche di Kassandra.
«Non cambierai mai, Markoos. Per colpa del tuo egocentrismo non hai rafforzato le tue difese all'esterno perché volevi che tutti assistessero al tuo trionfo!» gli parlò Rachel quasi canzonandolo, come se per lei l'ibrido non fosse una vera minaccia.
Tutto era come se si fosse fermato, nessuno colpiva per prima, né i nostri né gli uomini di Markoos.

«Cazzo, è lei....è lei...» indicò Rob come se fosse stato paralizzato.

«Lei chi?» replicò Kassandra un po'infastidita, ma anche curiosa e confusa.

«Lei mi ha trasformato nel 1876...» soffiò appena incredulo il mio amico con gli occhi sgranati e un'espressione confusa sul viso, sembrava completamente in trance.
Quella donna era la sorella di Rafael, quindi era qui per una vendetta.
Sapevo che era stato Randhal a trasformare lei e Rafael su loro richiesta dopo che Markoos aveva sterminato la loro famiglia impunemente con l'aiuto da Nathan.

«I Lama Oscura, i miei uomini, il casino di Firenze, era tutto per farti fuori e tu ora sei qui!» ringhiò Markoos perdendo la calma e alzandosi ormai iracondo e traboccante di furia.

«Solo perché la sua famiglia non ti ha permesso di sposarla, hai tramutato il vostro amore in odio, Markoos. La violenza e il potere non sono sempre le soluzioni migliori, lei ti amava, ma tu hai rovinato tutto e io ancora una volta sono passato a rimediare al male che tu e mio fratello avete portato. Di brutte reazioni ai rifiuti ne ho viste ma la tua...» affermò Randhal, una volta che ebbe finito di scendere le scale.

«Randhal mi ha dato per secoli ciò che tu non hai provato a dimostrarmi mai. Per te il potere e il controllo sono tutto, e mi chiedo come abbia fatto ad amare un essere ripugnante come te» affermò pacata la sire di Rob.

«La tua famiglia era un problema per noi, e io me ne sono occupato, ma quel codardo di Rafael è fuggito e tu lo hai seguito. Io volevo solo il bene per noi. Tuttavia forse è stato meglio così. Lauren è decisamente una donna migliore di te e si è meritata il dono che le ho fatto e che tu hai sempre rifiutato» affermò risoluto Markoos avvicinandosi mentre giocherellava con il paletto.

«Henry, spacca il tuo anello sul sigillo, non fare domande!» gridò poi all'improvviso Rachel, rivolgendo tutta la sua attenzione su di me.

Anche se in quel momento ero fisso ad ascoltare tutti, capii che quello era il momento giusto per fare qualcosa e uscire da quel casino.
Non me lo feci ripetere due volte, chiusi in pugno la mano dove avevo l'anello di famiglia e poi colpii il pavimento sbattendolo con violenza sul perimetro del cerchio dove ero stato posizionato da Markoos.
Le streghe dietro Randhal unirono le forze magiche per rompere il cerchio di Jack con un incantesimo e ci riuscirono in pochi attimi.
Tutto sembrò rallentare, avevo pensato durante le preparazioni che se avessi ucciso Jack prima dell'evocazione del demone-lupo Worghs, i piani di Markoos sarebbero saltati
Mi mossi a velocità vampiro e mi fiondai verso Jack senza esitazioni.
Afferrai con forza le spalle del lupo mannaro per immobilizzarlo e addentai il collo di Jack lacerandolo con rabbia e cattiveria.
Affondai le zanne più che potevo nella carne debole e iniziai a succhiare avidamente la sua linfa vitale, volevo godermi ogni singolo momento della sua lenta agonia.
Era il modo più crudele per un vampiro di uccidere. Feci pressione con le dita sulle sue spalle per farlo restare fermo mentre continuavo a nutrirmi famelico di lui senza pietà.
Fu l'inizio della vera e propria battaglia.
Cyrus stava evocando il demone Worghs nella speranza che egli arrivasse prima della morte di Jack,ma così non fu.

Dopo essermi saziato del suo sangue, lo spinsi con rabbia lontano da me, lui barcollò indietro di qualche passo mentre si teneva la ferita con una mano.
Mossi la mano in direzione orizzontale puntando al collo del lupo mannaro, sferzando l'aria e colpendolo di taglio con tutta la forza di cui disponevo.
Vidi la testa di Jack staccarsi dal corpo e rotolare via dal cerchio.
Guardai il suo corpo decapitato, sicuro che fosse morto, sentendo che era stata una grande soddisfazione ucciderlo ,era dall'inizio di tutta questa storia che volevo farlo.
Osservai la sua testa rotolare diversi metri più in là e ghignai soddisfatto pulendomi dal suo sangue che avevo sulla mano e sulle labbra. Ora dovevo rivolgere altrove la mia attenzione, uno dei nostri problemi era andato.
Spostai gli occhi sulla battaglia.

Lauren stava lottando con Rachel e il loro scontro catturò la mia attenzione.
La mia ex mentore subì un pugno al volto e poi ricambiò con uno sonoro colpo che fece indietreggiare la sorella di Rafael.
Lauren tornò alla carica e con un altro pugno potente fece spaccare a Rachel la staccionata della scala con la schiena, la sire di Rob rotolò per diversi gradini verso il pavimento e sembrò avere la peggio in quel momento dello scontro.
La sua avversaria afferrò da dietro la schiena il lungo paletto di legno appuntito con cui aveva ucciso Rafael e si avvicinò minacciosa a Rachel, le piantò un calcio mentre cercava di alzarsi e la mandò ancora contro i gradini in pietra.
Lauren alzò infine il paletto pronta a colpire Rachel a morte.
Tuttavia ella fu più scaltra e bloccò prontamente il colpo di Lauren, poi le afferrò il polso con entrambe le mai e la colpì con un calcio alla pancia.
Lauren si sbilanciò in avanti e l'altra vampira ne approfittò per fare impattare diverse volte la testa della rivale sugli scalini in pietra, infine con una ginocchiata al volto fece ruzzolare Lauren giù dagli scalini.
Rachel cercò di riprendersi e notò che l'arma di Lauren era rimasta sulle scale a portata di mano. Ero catturato dal loro scontro e mi avvicinai per cercare di intervenire. Intorno a noi c'erano dozzine di scene simili, ma come in guerra bisogna agire in una situazione alla volta, e io avevo deciso che quella sarebbe stata la prima.
Notai la mia mentore cercare qualcosa con cui attaccare e trovò una parte della staccionata che era stata distrutta prima durante la lotta.
Raccolse un paletto rudimentale da quelle macerie e si apprestò a colpire Rachel che avanzava minacciosa verso di lei, io intanto ero a pochi metri da loro.
Rachel schivò il colpo di Lauren e la trafisse all'altezza dello sterno con l'arma che aveva ucciso Rafael.

Lauren sobbalzò e sgranò gli occhi mentre Rachel con una torsione del polso affondava ancora di più la punta del paletto dentro il petto della nemica.
Rimasi allibito da quella scena, incapace di fare un altro passo.
Dalla faccia di Lauren, la sire di Rob l'aveva colpita al cuore. La vampira si guardò il petto e fissò il paletto per diversi istanti e poi barcollò sputando sangue.
Mi fissò con le lacrime agli occhi per poi cadere in ginocchio ormai prossima alla morte. Il liquido rossastro di cui tutti noi vampiri ci nutrivamo scorreva dal suo petto al ventre fino sporcare il pavimento, formando una specie di pozza a terra.
Lauren si accasciò a terra prona e voltò la testa nella mia direzione.
Rimase con gli occhi vitrei fissi su di me, per rammentarmi che un'altra vittima di quella lunga e sanguinosa battaglia era stata fatta.
Boccheggiò ancora un paio di volte per poi smettere di muoversi completamente.
Secoli di vita che si spegnevano in pochi istanti e non si poteva fare molto a riguardo, non sapevo cosa provavo in quel momento: era morta da traditrice e forse questo mi struggeva più di tutto. Osservai ancora il suo cadavere che sembrava quasi fissarmi mentre piangeva. Lauren era andata per sempre.

Una lacrima scese sul mio viso e mi venne da dirle che mi dispiaceva e che aveva il mio perdono, ma non poteva udirmi, tuttavia sembrò quasi che mi sorrise quando percepì il mio dolore per la sua perdita.
Forse un ultimo segno di pentimento?
Il mio shock durò qualche attimo perché fu destato da delle urla.
Notai Markoos che gridava in preda alla rabbia più pura.
Si fiondò su Rachel, ma fu intercettato dai vampiri in completo nero al servizio della vampira. Markoos era ormai fuori controllo, uccise come se fossimo stati in un videogioco, senza ritegno o rimorso, staccava teste, strappava cuori e mordeva come se fosse nato per quello.
Io ero ancora nel cerchio, indeciso su come intervenire.

Sentii un urlo femminile acuto e notai Cyrus, era ormai stanco e debilitato, tuttavia fece volare in aria Kassandra con un incantesimo, facendola sbattere violentemente contro un muro.
Notai che nei pressi di quella battaglia magica c'era qualcuno: era Rob che si avventò con furia cieca sullo stregone e in pochi attimi lo intrappolò da dietro mettendo un braccio attorno al suo collo mentre con l'altra mano gli tratteneva la fronte.
Morse con prepotenza la gola dell'uomo straziandola con enorme voracità e violenza, prosciugandolo del sangue con velocità accecante dato che aveva reciso più vene muovendo le zanne sul collo dello stregone.
Gli aveva aperto diverse ferite nella gola e continuò a nutristi del suo sangue finché Cyrus non perse del tutto le forze.
Quando si accorse che ormai dentro il suo nemico non c'era più sangue né vita smise di mordere. Buttò il cadavere in mezzo al salone e mi guardò con un sorrisetto soddisfatto, mentre il sangue colava dalle sue labbra.

«Non toccare più la mia donna stronzo!» urlò infine al corpo di Cyrus.

Tutto stava avvenendo sotto lo sguardo delle due divinità intrappolate ormai in gabbie magiche.
Ricambiai lo sguardo con Rob e annuii brevemente mentre lo vedevo coperto di sangue e così spietato come non lo avevo mai visto.
Le buone notizie non finivano lì, vidi un altro dei cattivi incassare colpi sotto le forze combinate di Randhal, Faith, Sharon e un malconcio Nik.
I due fratelli combattevano scambiandosi pugni con fortune alterne, Faith si aggrappò da dietro al collo del mastodontico vampiro, per distrarlo, mentre Sharon gli piazzò un calcio nelle parti bassi. Nathan gridò di dolore e frustrazione e caricò un colpo che sicuramente avrebbe fatto molto male a Sharon, fortunatamente Randhal incassò il pugno al posto dell'umana e venne spazzato via.
Poco dopo il vampiro Antico si liberò della presa di Faith facendola ruzzolare a terra, per poi sovrastarla con la sua imponente stazza.
In un lampo vidi Nick placcare Nathan e sbatterlo contro al muro tenendolo dalla vita, ma in un attimo con un pugno sulla schiena e un montante, il malconcio vampiro finì vicino a Faith, che lo guardò sorridente.

«Quasi eroico da parte tua!» ammise la bionda aiutandolo ad alzarsi.
Randhal approfittò della situazione, e con un enorme pezzo della ringhiera distrutta prima da Lauren e Rachel trafisse al cuore il fratello, inchiodandolo al muro inerme in quella posizione. L'altra estremità dell'enorme pezzo di legno appuntito finì col piantarsi nel muro dietro Nathan lasciandolo prigioniero e fermo in quella posizione.

Nik e Faith si scambiarono un sorriso, al contempo Sharon recuperò una grossa ascia bipenne, caduta da una teca in esposizione sulla parete.
I vampiri andarono a tenere ferme le braccia dell'Antico, mentre Sharon portava a fatica l'arma nelle mani di Randhal, che mollò la presa sul pezzo di legno nel petto del fratello, e poco dopo guardò con rabbia Nathan e sollevò con forza l'enorme arma sopra la testa. Infine fece cadere la lama verso il collo del vampiro avversario per tranciare direttamente la testa del suo odiato fratello.
La testa di Nathan volò parecchi metri lontano e il suo corpo rimase inchiodato al muro dall'enorme pezzo di legno, Randhal rimase immobile per qualche attimo. Registrai così la vittoria nella mente e mi guardai ancora intorno.
Non prestai molto attenzione alle battaglie minori, ma Markoos stava quasi per staccare il cuore a Rachel quando Rob gli si scagliò contro placcandolo al suolo.
Kassandra si era ripresa dai colpi che Cyrus le aveva inferto e attirò la sua attenzione sullo scontro in atto tra il suo fidanzato e l'ibrido immortale.
Decisi che era ora per Markoos di pagare per tutti i suoi sbagli.
L'ibrido si alzò in piedi dopo l'assalto e il mio amico vampiro si allontanò prontamente. Raggiunsi Rob e lo spalleggiai mettendomi al suo fianco.

«Forse le differenze che ci sono tra me e te sono quello che ci rende speciali, perché sia che battagliamo tra noi ferendoci a vicenda, sia che lottiamo uniti contro gli altri, nessuno ha un legame più forte del nostro» dissi al mio amico, che per risposta tese il pugno verso di me, io battei il mio contro il suo e poi rivolgemmo la nostra attenzione verso il nostro nemico.
Notai in Markoos per la prima volta una sorta di preoccupazione, la battaglia non volgeva poi tanto a suo favore mentre le tante persone, che lui mi aveva portato via, questa volta dalla nostra parte erano ancora tutti in piedi.

«Non potete nulla contro di me, patetici idioti, morirete uno ad uno. È una promessa» ringhiò trasformando il suo volto. I suoi occhi verdi e brillanti ci fissavano con odio e le sue zanne erano affilate e letali. Il contorno violaceo sotto i suoi occhi non faceva che renderlo più inquietante del solito.
Intanto Kassandra stava cercando un modo di rispedire indietro i due demoni e stava usando tutto il suo potere, aiutata dalle streghe a lei fedeli.
I licantropi dalla parte di Markoos erano resi più forti per via del suo sangue e la loro particolare trasformazione aveva fatto in modo che avessero la meglio sui vampiri schierati dalla nostra parte.
Randhal iniziò a combatterli mentre Rachel cercava di portare al sicuro Nik e Sharon che erano parecchio vulnerabili in quella battaglia.
Era il caos più totale e dovevamo porre fine a tutto. Ma come potevamo uccidere chi non poteva morire? Non c'era tempo per pensare.
Un pugno di Markoos mi raggiunse facendomi barcollare, ma subito Rob iniziò a colpire l'ibrido sul volto con una serie di colpi poderosi.
Lo aiutai nell'aggressione, ma lui ci gestiva benissimo entrambi senza difficoltà.
Prese al volo il polso di Rob e lo spezzò di netto per poi farlo volare contro il muro.
«Quanto amerò questo momento» mormorò Markoos dandomi una poderosa ginocchiata in pancia, poi prese il mio volto tra le mani e un altro colpo mi arrivò in piena faccia, e dopo un altro ancora.

«Non ti ucciderò subito, prima spezzerò ogni arto nel tuo corpo» gridò carico di rabbia il mio rivale.
Mi prese dal collo e mi scagliò lontano vicino a Rob, che era riemerso poco prima dalle macerie del muro. Le nostre magliette erano tutte strappate, come i pantaloni del resto, lasciando scoperti pezzi di pelle sanguinanti.
Mi scambiai un'occhiata di intesa col mio amico e ridacchiamo entrambi.

«Non mi sono mai divertito così tanto!» affermò con una sonora risata Rob.
«

Oh anche io, amico mio, puoi scommetterci» ricambiai ridendo di gusto.
Notai che Rob aveva raccolto un'arma rudimentale dopo il suo impatto col muro.
Mi guardai intorno e feci lo stesso raccogliendo una specie di paletto, probabilmente anche quello era un pezzo di pavimento.

«Ora non vi divertirete più, finisce qui» urlò carico di rabbia il nostro avversario caricandoci entrambi. Lo schivammo insieme e conficcammo nello stomaco di Markoos le nostre rozze armi premendo forte nelle sue carni. Con tutta la forza in corpo lo scaraventammo contro il muro e lo colpimmo più volte al volto.

«Te ne suoneremo una per ogni persona che ci hai portato via...» mormorai rabbioso e iniziammo a colpirlo a turno scandendo i nomi dei nostri amici che aveva ucciso.

«Questo è per Paul!» gridai dandogli una ginocchiata.
«Questo è per Doyle!» urlò Rob mollandogli un pugno sul muso.
«Questo è per Alex!» continuai imitando il mio amico.
Infine io e Rob entrammo con una mano nella sua cassa toracica artigliandogli il cuore. 

«Vediamo quanto sei immortale, figlio di puttana» ringhiò con uno sforzo il Rob. Markoos gridò di dolore e ci afferrò i polsi con rabbia spingendoci pian piano fuori dal suo petto.
«Più di voi...» mormorò soffrente fino a quando non ci fece uscire completamente dalle sue carni.

Ritorse le nostre mani all'interno dei rispettivi petti e gridammo mentre il bastardo cercava di farci cavare il cuore con i nostri stessi arti.
Io e Rob ci guardammo straziati dal dolore ma ci annuimmo con assenso.
Portammo velocemente le zanne sul collo di Markoos, io da una parte e lui dall'altra, straziando il suo collo e nutrendoci avidamente di lui. Più lui spingeva per strapparci il cuore più noi straziavamo il suo collo, tanto che alla fine mollò la presa per allontanarci con una spinta potente. Ci tergemmo il sangue dalla bocca mentre lui estraeva le due armi rudimentale dal suo stomaco, lasciò cadere quelle al suolo e puntò con uno scatto le braccia verso il basso.
Dalle maniche del giubbotto di pelle estrasse rapidamente due paletti di legno, quel bastardo aveva usato il meccanismo di Alex.
«Ne avete fatte di cose insieme...ora morirete insieme» esclamò lanciando con velocità accecante i due paletti di legno. Era successo tutto in fretta e non trovai la forza di muovermi dopo quello scontro brutale, ero ancora scosso per il fatto che aveva appena utilizzo il meccanismo di Alex contro di noi.
Tutto rallentò per un attimo.
Rob si mosse a velocità accecante per schivare l'arma rivolta a lui. Me lo trovai di fronte mentre sussultava e rideva soddisfatto mettendomi le mani sulle spalle.
Inchiodai il mio sguardo nel suo e non realizzai subito cosa stesse accadendo.
Il mio amico mi strinse con forza le spalle ridendo ancora mentre i suoi occhi invece sembravano tristi.
Posò lo sguardo all'altezza del cuore e scorsi la punta dell'arma lanciata da Markoos.
Mi paralizzai mentre la presa sulle mie spalle si affievoliva, i miei sensi smisero di funzionare e la gola mi divenne secca. Gli occhi iniziarono a bruciarmi fortissimo.
Pian piano gli occhi del mio amico iniziarono a perdere vita.
Un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca mentre boccheggiava tra le mie braccia.

«Ti... voglio bene, Henry. Proteggi Kass e...ammazza quel...figlio di...» si sforzò a parlare mentre io lo sorreggevo con un braccio e mi inginocchiavo con lui stringendo la sua mano.

«No, no, no, no, stai con me...» mi limitai a ripetere, con un pianto che ormai non si poteva fermare. Lo strinsi a me più forte possibile mentre anche lui cercava di trovare appiglio sulla mia spalla.

«Io...te...te...lo prometto!» furono le ultime parole che mi vennero da dire per poi venire straziato dal dolore lancinante. Gridai di disperazione piangendo a dirotto mentre lo sentivo come un peso morto tra le mie braccia.

Non riuscivo a fare altro se non piangere e gridare forte.
Non vedevo nulla perché gli occhi mi si riempirono di lacrime e il corpo mi impediva di muovermi. La mia mente era completamente distrutta.
Non mi ero mai sentito così male in oltre un secolo di vita e il forte dolore che provavo sembrava uccidermi letteralmente.
Tuttavia dentro di me sapevo che per vendicare Rob dovevo sbrigarmi o Markoos mi avrebbe ucciso. Voltai lo sguardo intorno e notai che mancava qualcosa.
Kassandra era riuscita a ricacciare le entità da dove erano venute sfruttando molto potere, e quando vide quella scena notai che non era più in lei.
Una parte di lei se n'era andata con il mio amico così come pure una parte di me.
Non vidi più Markoos ma vidi Kassandra gridare qualcosa nella mia direzione.
Mi voltai e mi ritrovai vicinissimo all'ibrido col paletto in mano. Qualcosa però lo interruppe dall'uccidermi.
Lo vidi accasciarsi mentre gridava e mollò la presa sul paletto di legno, crollò in terra e sentii rumori sinistri provenire dal suo corpo.
Tutte le ossa di Markoos iniziarono a rompersi mentre lui urlava e Kassandra riversava il suo enorme potere contro lui.

«La pagherai! Te lo prometto!» gridò mentre quasi ogni cosa tremava intorno a noi e l'ibrido si contorceva sotto i colpi della strega.
Tutto ad un tratto però si calmò e la strega crollò in ginocchio esausta, non poteva più fare nulla, il suo potere sembrava esaurito.
Mi balenò in testa l'idea datami da Rachel tempo prima sul fatto di rompere il sigillo con il mio anello. Negli anelli forgiati da mia madre scorreva la magia più pura.
Sfilai l'anello dal corpo del mio amico Rob e lo lanciai nella direzione di Kassandra.
Tuttavia un dolore improvviso mi arrivò all'altezza del petto.

«Siamo al capolinea...» mormorò Markoos vicino al mio viso, la stretta sul mio organo vitale era soffocante.

Chiusi gli occhi, consapevole che era finita.
Ero pronto a morire, ma così non fu perché la presa si fermò bruscamente.
Mi voltai lentamente e notai qualcuno che teneva con forzale braccia di Markoos. Alzai lentamente lo sguardo per vedere chi fosse il mio salvatore.
Forse avrei dovuto dire la mia salvatrice, dato che era una donna.
Notai solamente lunghi capelli biondi prima di alzare ancora di più lo sguardo.
Il dolore al petto era ancora lancinante, come quello di Markoos per l'attacco di Kassandra. Riconobbi a stento chi mi aveva salvato la vita, il suo volto era quasi irriconoscibile, gli occhi erano due pozzi neri e le vene, prima rossastre, sotto gli occhi si fecero come pece. I canini erano più aguzzi e lunghi e la sua forza, data la difficoltà di Markoos di liberarsi, era aumentata.

«Credevi davvero che dopo tutto quello che mi hai fatto io ti avrei perdonato, ho aspettato secoli per questo momento Markoos...la tua ossessione per le creature ibride come te mi ha portato a secoli di dolore e sofferenza. Questo demone dentro di me che tanto amavi e che per te mi rendeva simile a te sarà la tua rovina. Mi avevi promesso che con la morte e la risurrezione lui se ne sarebbe andato, ma il tuo piano era creare qualcosa di indefinito come lo sei tu...» sentii questi sussurri dalla bocca di Lauren che parlava direttamente vicino al lobo di Markoos, il quale per la prima volta era sorpreso e impaurito.

C'era sempre stato qualcosa di strano in Lauren e ora capivo come mai.
Quel paletto nel cuore avrebbe dovuto ucciderla, invece lei era lì in piedi e diamine, mi stava aiutando.
Tuttavia Markos riuscì a divincolarsi dalla presa, pronto a reagire.
Su di lui piombò anche Randhal che collaborando con Lauren riuscì a tenerlo fermo per le braccia. L'aggressione non terminò e Faith azzannò il collo dell'ibrido riaprendogli la ferita inferta da Rob. Infine Nik si accostò dall'altra parte del collo di Markoos, mordendo dovevo prima avevo azzannato io.
Tutte e quattro continuarono a indebolire l'Antico, che finalmente scontava tutto il male dei suoi mille anni di vita in una volta sola.

«Henry, afferra l'anello di Rob, nella tua mano si manifesterà una luce azzurra, sono tutte le anime che Markoos ha preso durante questi mille anni e saranno tutte racchiuse in un solo colpo. Tutti quei morti avranno vendetta e questa magia eliminerà il male ovunque lo incontri nel posto in cui verrà liberata...». Udii qualcosa nella testa, una sorta di voce, e mi voltai verso Kassandra che con le lacrime agli occhi mi lanciò l'anello.
Lo afferrai repentinamente e annuii mettendolo al dito mentre un'altra vittima della sanguinosa guerra era stata fatta.
La strega aveva straziato il suo potere andando oltre il limite del corpo umano e aveva riversato il suo enorme potenziale in quell'ultimo incantesimo.
Sapevo benissimo dove liberare quella magia bianca.
La mia mano era rovente e il fuoco azzurro sul palmo era un insieme di volti e persone che reclamavano vendetta.
Un guizzo si separò dalle altre mentre mi avvicinavo a Markoos, reso inoffensivo da Faith, Nik,Lauren e Randhal.
Riconobbi la forma di Rob e il suo sorriso tra le forme azzurrine della fiamma.
Un'ennesima lacrima scese sul mio viso mentre ormai ero di fronte a Markoos.

«No! Non morirò per mano di esseri inferiori come voi, non posso!» ormai Markoos gridava come un pazzo ed era irriconoscibile.

«Guardalo che piagnucola come una puttanella, e tu non piangere come una bambina e fai fuori questo figlio di puttana!» esclamò Rob mimando il gesto del pugno per poi tornare nel fuoco con gli altri.
Caricai quel colpo mentre le urla strazianti di Markoos erano sempre più forti.
Alzai la mia mano verso la mia testa e poi la feci precipitare con forza verso il petto di Markoos.
Affondai la mia mano nel suo petto con un poderoso pugno mentre le grida dell'ibrido si facevano ancora più acute.
Sentivo la mia mano straziare le sue carni e fracassare le ossa della sua cassa toracica. Aprii il palmo della mano direttamente dentro il suo organismo e vi liberai la magia pura di Kassandra.
Ritrassi con uno scatto la mano dall'incavo profondo che avevo fatto nel suo sterno.
Tappai il buco di entrata con la mano e aspettai che si rimarginasse del tutto per poi indietreggiare.

«Non ci sono parole per descrivere quanto sia soddisfacente vederti morire, per tutti. Hai ingannato, torturato, ucciso, trasformato e fatto soffrire tutti noi e questa è la fine che meriti. Addio Markoos» gli dissi mentre tutti si allontanavano lentamente formando un cerchio attorno al nemico.

Portai l'indice e il medio alla fronte, per poi muovere le dita nella sua direzione, come una specie di saluto. Lui parlò ma si portò le mani verso il petto e dopo sul ventre e crollò in ginocchio.
Un grido liberatorio lo fece sembrare ancora più inumano mentre guardava il soffitto.
Pian piano iniziò a sgretolarsi, consumato da quella potentissima magia fino a diventare cenere e infine polvere.
Era finita.

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