31. Storie dal passato

Markoos era maledettamente inquietante, si trovava a suo agio coperto di sangue e con un cuore in mano, quasi come se stesse giocando a golf in una bella giornata di sole.
Pian piano arrivarono tutti di sotto mentre si era formato un cerchio di persone tra me e Markoos.

«Ma che bella riunione che abbiamo qui, alcuni di voi li conosco già da un po'...» mormorò il finto ragazzo innocente iniziando a camminare lentamente come se fosse una star su un palcoscenico.

Aveva ragione, erano tutti lì: Faith,Rob, Randhal, Kassandra e Nick. Per fortuna non vedevo Lauren, Rafael e Sharon, probabilmente erano riusciti a portare in salvo la ragazza.

Non riuscivo a rispondere con la mia consueta arroganza e ironia, ero abbastanza paralizzato e sinceramente non sapevo perché. Markoos sembrava un normalissimo ragazzo appena maggiorenne, non inquietava in fatto di aspetto ma c'era qualcosa nel suo atteggiamento e nei suoi occhi che mi faceva parecchio paura.

«Faith, sono passati parecchi anni, cos'erano gli anni '20? Oh beh, probabilmente lo erano, ma già allora eri diversa da tutte le ragazze dell'epoca. Ti spingevi a fare cose che nessun'altra donna osava nemmeno immaginare. Usavi ogni singola parte del corpo per compiacere gli uomini. Magari prima o poi mi farò un altro giretto su di te, forse non sarai consenziente come allora ma sarà ugualmente divertente» affermò beffardo Markoos rivolgendosi alla vampira.

Non potevo crederci, Faith era stata con quel figlio di puttana!

La ragazza sembrava incredula, aveva la bocca spalancata, sembrava come in trance.
Markoos sicuramente le si era presentato con un altro nome e l'aveva corteggiata nel lungo periodo di tempo in cui noi c'eravamo divisi, durante la prima guerra mondiale.
La vampira cercò di ricomporsi e si umettò le labbra.
«Se avessi saputo che eri solo uno psicopatico con manie di protagonismo e grandezza non avrei perso tempo a stare con te per tutti quegli anni!» ribatté ringhiando lei, fissandolo con puro e semplice odio.
In quel momento la mia mente scattò indietro di decenni, come non accadeva da un bel po' di tempo.

Francia, Parigi 1922

Mi staccai dalle labbra di Silvye rilassandomi a pancia in su nel letto mentre ridacchiavamo divertiti.
Silvye era una ragazza francese che avevo conosciuto un paio di anni prima a Parigi; era difficile nasconderle la mia vera natura, tuttavia era la prima volta che cercavo di avere una relazione stabile con un'umana da quando ero vampiro, e a dirla tutta non stava andando per niente male.
L'avevo vista la prima volta a teatro e mi aveva parecchio colpito sia fisicamente che come atteggiamento.

Aveva capelli rosso fuoco, mossi e lunghi, anche se spesso li portava legati in varie acconciature; la sua pelle chiara, che quasi la induceva a sembrare una vampira, costituiva un eccezionale contrasto con le labbra rosse e sottili.

Di corporatura bassa ed esile, aveva occhi di un color ghiaccio che rapiva all'istante, proprio come tutto il resto dei suoi lineamenti così puri e delicati.

«Anche questa notte sarai in giro per lavoro?» mi chiese Silvye mordendosi tristemente un labbro.

«Sai bene che non posso parlarti del mio lavoro, non potrei mai metterti in pericolo in questo modo!» risposi girandomi su un fianco.

Lei sospirò e si girò anch'essa imitandomi.

«Ho accettato tutto questo perché credo nella nostra relazione, ma ho solo paura che tu sparisca una notte qualunque per poi non tornare più» mi confidò baciandomi una spalla.

Le avevo raccontato che lavoravo per i servizi segreti e che non potevo dirle nulla del mio lavoro o sarebbe stata in pericolo.
Aveva funzionato per tutto questo tempo, e per una volta non mi preoccupavo del passato o del futuro, mi piaceva vivere nel presente con lei.

«Non succederà mai, te lo prometto!» le dissi dandole un dolce bacio sulle labbra.

«A volte vorrei rimanere sveglia ad aspettarti fino a tardi, ma non ci riesco mai» mi sussurrò tristemente la ragazza mentre mi fissava con i suoi occhi di ghiaccio.

Nutrirsi di giorno a Parigi era impossibile dato che era sempre affollata, perciò aspettavo la notte per uscire a cacciare qualcuno; questo era uno dei motivi per cui tante volte Silvye si svegliava senza trovarmi nel letto.

Di giorno, mentre lei lavorava come attrice di teatro, io mi riposavo dato che la notte la spendevo in sua compagnia o a cacciare.

Bastava derubare qualcuno per giustificare i soldi che guadagnavo e questo sistema funzionava molto bene.
Vivevamo insieme da un paio di anni ed ero stranamente felice con lei.

«Con il lavoro che fai hai bisogno di riposarti tesoro, e questo lo sai» risposi accarezzandole lentamente un braccio.

«Sai, penso spesso che vorrei un figlio con te, ma con i nostri lavori sai che è impossibile, tuttavia spero che un giorno potremmo essere una famiglia» mi disse Silvye prima di poggiare la testa sul mio petto.

«Un giorno lo saremo» mormorai, ma sapendo che stavo mentendo.

Non potevo avere figli e prima o poi sarei dovuto andarmene perché non potevo giustificare la mia giovinezza eterna.
Lei sarebbe invecchiata e sarebbe morta a meno che non l'avessi trasformata, ma non volevo per nulla farle passare l'inferno che passavo io dal 1876.

«Vorrei poter stare con te per sempre» affermò dolcemente Silvye, rendendomi ancora più difficile la decisione di lasciarle la sua umanità.
Mi limitai a sorriderle e a lasciarle un bacio sulle labbra per poi alzarmi e andare a vestirmi.

«Se avrò la parte in quel film, potremmo trasferirci dato che guadagnerò bene...» mi informò poi restando nuda nel letto avvolta nel lenzuolo.

«Va bene, poi ci penseremo. Abbiamo tempo! Ora devo scappare» mormorai sorridendole.

«Ti amo...» sussurrò sulle mie labbra Silvye.

Ricambiai quelle ultime parole e quell'ultimo bacio prima di svanire nella notte per l'ennesima volta.

Miami

Un rumore di passi pesanti distolse la mia attenzione, avevo smesso di ascoltare il battibecco tra Markoos e Faith e mi ero concentrato su quel rumore.
Prima che potessi vedere chi fosse, qualcos'altro mi portò al presente.
Randhal adirato per lo scarso rispetto che Markoos aveva avuto nei confronti di Faith, gli si era scagliato addosso con ferocia.
Beh, sarebbe stato un bello scontro, il nostro Antico aveva quasi sconfitto suo fratello Nathan l'ultima volta che lo avevo visto lottare, e quel tizio era una montagna. Markoos era Antico e potente anche se più smilzo di Randhal.
Ma il ragazzino schivò ogni colpo con eleganza e sufficienza e poi lo schiantò contro il soffitto con una forza micidiale, con un montante dal basso verso l'alto.
Prima che potesse ricadere al suolo, colpì allo stomaco Randhal e lo fece saettare contro al muro a una velocità impressionante; poco dopo gli fu ancora addosso colpendolo con varie ginocchiate allo stomaco.
Con arroganza lo fece rotolare in terra e gli assestò un ultimo calcione in faccia.
Io ero allibito e non sapevo come potesse essere nettamente superiore a quel vampiro così potente e Antico.
Randhal fece per alzarsi, ma Markoos lo colpì con un altro poderoso calcio al viso.

«Stai giù» mormorò più volte in un sussurro a ogni tentativo di Randhal di alzarsi.
Infine si chinò su di lui e lo afferrò dai capelli sbattendogli più volte il viso in terra fino a renderlo irriconoscibile. Anche se sarebbe guarito, lo aveva ridotto molto male.

«Ti...ho...detto...stai...giù» gli disse con calma pacata e disturbante Markoos mentre lo faceva impattare a terra a ogni sillaba.

Infine, i rumori che avevo sentito prima si manifestarono in carne e ossa.
Nathan seguito da Lauren, Sharon e Rafael fecero capolino: erano stati catturati!
Un'espressione di sconfitta mi pervase e mi limitai a serrare i pugni rassegnato alla sconfitta totale. Luke aveva ragione, non sempre i buoni vincono, ma noi eravamo davvero buoni o solo quelli meno cattivi?
Vidi Lauren venire spintonata verso Markoos da Nathan, e la sua espressione lasciava intendere che anche lei per la prima volta aveva perso su tutti i fronti.
Rafael fu urtato a sua volta da due energumeni, proprio vicino a Markoos.

«Non ci vediamo da secoli, Rafael!» affermò il mio nemico dandogli una pacca amichevole sulle spalle.

«Non è stato male non averti vicino per tutto questo tempo» rispose impettito il Master.
Poco dopo Sharon finì tra le manacce luride di Markoos, che le accarezzò il viso con il dorso della mano.

«Davvero bella, sai, grazie a te ho catturato quel signore lì. Quello che ha ucciso l'amore della tua vita» le sussurrò l'Antico all'orecchio.

«Lasciala stare, figlio di putt...» provò a dire Nick, prima che gli fu dato il ben servito dal vampiro che lo teneva in custodia.
Sharon si divincolò e sputò in faccia a Markoos, dopo aver visto Nick essere pestato.

«Credevo che Henry fosse quello tra di voi che mi faceva più schifo, ma te e tutti i tuoi amici lo superate di gran lunga!» ringhiò la ragazza umana, per poi essere spedita a terra da un manrovescio dell'Antico.

«Sei solo un animale!» sbottò Rafael, venendo trattenuto a fatica dagli uomini di Markoos.

Feci per muovermi, ma Rob mi trattenne dal fare qualcosa di stupido e avventato.
La rabbia iniziò a offuscarmi la mente, tuttavia notai che mentre mi tratteneva, il mio amico guardava Lauren, così mi calmai e lo feci anch'io.
Lentamente la vidi far comparire un sorriso beffardo sul viso.
La vampira Master aveva un piano, solo lei poteva tirarci fuori da quell'impiccio.
Mise una mano dietro la schiena e afferrò qualcosa rimanendo vicino a Markoos.
Probabilmente era tutto calcolato al fine di poter rimanere il più vicino possibile all'Antico.
Estrasse lentamente un lungo paletto e con una mossa fulminea si avventò verso Markoos.
Con lo stupore generale lo andò a colpire dritto al cuore, ma il suo obbiettivo si era spostato all'ultimo secondo.
Il vampiro colpito fu Rafael, che era alle spalle del vampiro millenario!
Più urla si levarono al cielo, comprese le mie.
Gridammo tutti in coro un «No!» disperato e le reazioni generali furono di sbigottimento e incredulità.

Rafael assunse un'espressione sbigottita e affranta, nei suoi occhi si poteva leggere la sofferenza del tradimento e la consapevolezza della morte definitiva.
Tutto in uno sguardo che lanciò più a me che ad altri.
Dovevo ancora metabolizzare cosa fosse successo, vedevo solamente la presa di Lauren su un lungo paletto piantato nel petto di Rafael.
Non c'era una spiegazione logica a tutto quello, ma la morte sopraggiunge in un secondo. Anche se, ogni volta che moriva qualcuno, mi sembrava che tutto accadesse molto lentamente.
Quasi a rallentatore Rafael cadde al suolo con un tonfo sordo, la vampira bionda lasciò il manico del lungo paletto e il Master spalancò le braccia mentre ricadeva morente al suolo.
Il suo corpo era steso sulla schiena e il suo volto rivolto verso il soffitto: giaceva lì con il paletto piantato all'altezza del cuore e tutti lo fissavamo senza dire una parola.
Un altro dei nostri era stato ucciso, le azioni di Lauren non sembravano avere una logica.

Qualche istante dopo le labbra di Lauren incontrarono quelle di Markoos, dando il via a un bacio passionale inadatto al momento.
Il corpo di Rafael iniziò a mutare, come accade a quello di un vampiro antico quando muore: iniziò a diventare sempre più vecchio e in qualche minuto sarebbe stato solo uno scheletro, avrebbe avuto le sembianze di uno che sarebbe dovuto morire cinquecento anni prima.
Crollai in ginocchio senza forze, restando a guardare la scena totalmente impotente, senza poter fare nulla.
Non guardai le reazioni degli altri ma sentii il pianto di Faith. Ciò mi rammentava la sua umanità, ma non era il caso di tonare indietro nel tempo coi ricordi in quel momento.
«Avrai molte domande, ragazzo, e io ti risponderò a tutto molto volentieri, ma non ora e non qui» concluse infine Markoos, invitando il suo braccio destro e gli altri a farci prigionieri e a scortarci altrove.
Non mi capacitavo del tradimento di Lauren, ma lei non aveva mai preso parte a una battaglia senza vincere, e anche questa volta aveva vinto, nonostante la sua fazione avesse perso.
Secoli di pianificazioni per farmi poi finire nelle mani di Markoos al momento giusto.
Questo era stato il piano astuto della vampira, era sempre stata un passo avanti a tutti fin dal 1800.
Mi aveva dato la speranza e ora me l'aveva sradicata e portata via.
Avrebbe potuto consegnarmi a Markoos molto prima, ma forse non era mai stato il momento giusto.
Rafael l'avrebbe combattuta e anche Randhal, ma essendo nostra alleata per più di un secolo nessuno avrebbe mai pensato a lei come traditrice.
Su una cosa Markoos aveva ragione, se le mie condizioni psicologiche fossero state migliori, avrei avuto mille domande e avrei voluto quelle mille fottute risposte.
Sarebbe stata la classica scena in cui il cattivo si vanta della propria vittoria finché non arriva l'eroe e salva tutti sconfiggendolo dopo una battaglia epica.
Ma questa volta non c'era nessun eroe e il nostro migliore alleato si scopava il nemico.
Luke mi aveva insegnato che i cattivi possono vincere, solo che io lo avevo capito troppo tardi.

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