27. Tradimenti
Non potevo permettermi di perdere altro tempo, dovevo sapere cosa aveva scoperto Rob e se Simon fosse sotto la sua protezione.
Estrassi il mio cellulare dalla tasca sinistra dei jeans e composi il suo numero. Rob rispose al terzo squillo e sembrava rilassato, nella sua voce c'era un tono di soddisfazione.
«Sono arrivato in tempo, Simon è al sicuro. C'era solo un messaggio sulla porta, come quelli che lascia quello psicotico di Markoos», mi riferì il mio amico con un filo di disappunto.
Deglutii nell'attesa di scoprire cosa avesse scritto il vampiro Antico.
«Cosa diceva il messaggio?» chiesi aspettandomi di tutto.
«Semplicemente "quando?"» rispose Rob con tono freddo, quasi riluttante a dover fare da messaggero al nostro acerrimo nemico.
Pensai un secondo al significato di quella singola parola. Finora avevo capito alla perfezione tutto ciò che Markoos voleva dirmi, ma questa volta mi fece riflettere più del dovuto.
Intanto camminavo verso la prossima destinazione che avevo in mente, era un luogo di ritrovo nel caso di emergenza. Purtroppo era strano che il vampiro Antico non fosse giunto in tempo da Simon, la tortura psicologica questa volta era più nascosta, più infida.
Era la paura, l'insicurezza e l'angoscia di non sapere quando lui sarebbe arrivato per mietere un'altra vittima tra le nostre file.
«Rob, prendi Simon e vediamoci al nostro vicolo per le emergenze. Guardati le spalle e fai strade lunghe e disperditi nel traffico, forse questa volta possiamo evitare che faccia fuori qualcun altro!» dissi correndo verso il luogo stabilito che distava qualche isolato da dove mi trovavo io.
Chiusi la chiamata e, prima di rimettere il telefono in tasca, composi il numero di Luke. Non rispondeva nessuno e il tutto era preoccupante, magari era successo qualcosa pure a lui.
Provai a mettermi in contatto con il luogo in cui si erano stabiliti Rafael e Lauren. Erano due potenti Master e, anche se Markoos e il suo braccio destro Nathan erano Antichi, sapevano il fatto loro.
Rispose Lauren, lì da loro era tutto tranquillo. Sharon era al sicuro con loro.
Infine non restava che sincerarsi delle condizioni di Faith che teneva in custodia Nik nell'abitazione nascosta della vampira.
A parte il fatto che Nik faceva il cascamorto, nulla era andato storto. Questo confermava la mia teoria, Markoos faceva le cose metodicamente e aveva preso solo di mira gli umani. Non restò che fare un'ultima chiamata mentre mi dirigevo al luogo dell'incontro con Rob e Simon.
Non attesi molto l'arrivo dei due, li osservai smontare dalla macchina nera che guidava Rob e venire nella mia direzione. Non avevo mai visto Simon in quelle condizioni, spaventato e disorientato. Non fece nessun tipo di battuta e si limitò a salutarmi per poi fare un lungo respiro. Mi avvicinai a lui e gli posai le mani sulle spalle fissandolo negli occhi.
«Mi dispiace, Simon, non doveva finire, spero che un giorno tu possa perdonarmi», dissi affranto dandogli una pacca sulla schiena mentre passavo oltre, lasciandolo confuso.
Anche Rob era spaesato dal mio comportamento, ma io mi limitai a fare un cenno con la testa per invitarlo a seguirmi.
«Che diamine sta succedendo? Un tizio che ha l'età di Gesù Cristo mi sta dando la caccia e voi due fate i fidanzatini in un angolo? Ok, vi capisco, anche io sono molto dispiaciuto per la morte di Paul, non deve essere carino vederlo pendere nudo dal soffitto. Lo comprendo, davvero... sono anche distrutto per il fatto che quello psicotico maniaco assatanato di Markoos abbia ridotto a brandelli Doyle come ha fatto con il suo locale. Se ci penso, poveraccio, vedere pezzi di morto ovunque. E sì, odio ammetterlo, ma mi manca già la nostra giovane marmotta con tutte le sue diavolerie tipo il laboratorio di Dexter», iniziò a delirare Simon parlando a raffica senza prendere fiato.
«Però abbiamo sfiga, noi di Dexter ci siamo dovuti trovare l'assassino deviato mentalmente, non il paffuto topo da laboratorio. Ok, anche quel Dexter sta in un laboratorio, ma...ah, fanculo, non importa!
Henry, capisco tutte le perdite e il fatto che quella specie di Tutankhamon stia giocando a fare Saw con tutti i suoi messaggi subliminali del cazzo, ma non è questo il momento di escludermi», continuò il ragazzo gridando nella mia direzione.
«È forse perché la tua ex sexy è in compagnia del tuo vecchio nemico che una volta ti rubava la merenda, ma che voleva anche fotterti la donna? O magari è Rob che ci è rimasto male, perché Lauren preferisce gli uomini più anziani come Rafael...beh, tu cosa pretendi? Eppure credevo che Kassandra...»
Simon aveva proseguito a borbottare mentre io spiegavo la situazione a Rob che non sembrava condividere ciò che avevo appena fatto. Il ragazzo smise di parlare quando vide due macchine della polizia bloccare le uscite del vicolo. Una era di Miami, ma l'altra era un auto normale con sopra la sirena, era sotto copertura.
Simon si guardò intorno, ma non trovò alcuna via di fuga. In pochi secondi fu ammanettato da un uomo in borghese.
«Grazie, era da tanto che davamo la caccia a questo bastardo», affermò il detective con voce neutrale stringendomi la mano, «con le prove che ci ha fornito starà dentro per almeno un paio d'anni, se non di più.»
Rimasi impassibile e strinsi la mano all'uomo, mentre sentivo insulti e frasi sconce rivolti a me da parte di Simon.
«Non c'è di che, Sergente Lewis, lo tenga sempre d'occhio», mi limitai a rispondere.
Stetti fermo e distaccato finché le auto non si allontanarono, mentre Rob limitava a scuotere più volte la testa contrariato.
C'era solo un posto dove Simon sarebbe stato al sicuro da Markoos, il posto più sorvegliato che conoscessi, una prigione federale.
Ero riuscito a salvare almeno uno degli umani che facevano parte della nostra squadra, ed era stata una piccola vittoria su Markoos che aveva eliminato tutti gli altri esseri umani che avevano collaborato con me da molti anni.
Tuttavia, restava ancora un uomo sulla lista: Luke Collins, l'unico che sapevamo ancora in vita e con le risorse necessarie per potersi difendere.
Rob parcheggiò o almeno tentò di parcheggiare il veicolo vicino al QG dell'azienda di Luke, ma vi trovò una calca allucinante di civili, forze dell'ordine e giornalisti. Io e il mio amico vampiro ci scambiammo un'occhiata fugace e smontammo dall'auto incamminandoci verso la folla.
Osservammo un inviato del Telegiornale parlare a un microfono con dispiacere e tono monotono e riuscii a captare le sue parole nonostante il baccano intorno.
«Il famoso uomo d'affari e imprenditore in campo tecnologico, Luke Collins, è stato trovato morto nel suo ufficio dal personale della sua azienda alle dieci di questa mattina. Non si sanno ancora i moventi o cosa sia realmente successo...» commentava il reporter, mentre i poliziotti facevano sgomberare l'aria dai curiosi.
Markoos era riuscito ad arrivare fino a Luke, i suoi poteri non avevano limiti.
Il cellulare squillò, mentre Rob stava per commentare l'evento.
«Pronto, chi è?» dissi bruscamente ancora shockato dalla notizia della dipartita di Luke.
«Piaciuto lo spettacolo?» affermò una voce ironica dall'altra parte del telefono.
«Come è possibile? Tu sei...» ribattetti stupefatto e allo stesso tempo turbato, quando riconobbi il mio interlocutore.
«Morto? No, è stato un teatrino che ho dovuto inscenare per coprire le mie tracce, per non pagare le conseguenze di ciò che ho fatto», rispose enigmatico schiarendosi la voce .
«Dove sei? Di che diavolo stai parlando?» domandai allargando le braccia e allontanandomi dalla calca, seguito da Rob che udiva tutta la conversazione.
«Sono lontano abbastanza da impedire di farmi coinvolgere ancora dalle stronzate sovrannaturali di voi vampiri. Per una volta i miei calcoli non sono stati precisi e ho pagato caro l'investimento che ho fatto tanti anni fa», dichiarò amareggiato l'uomo con un pizzico di nostalgia.
«Luke, che diavolo sta succedendo?» sbottai quasi irato, stufo dei giochetti mentali.
Markoos ne aveva escogitati fin troppi su di me e ne avevo abbastanza.
«Ho dovuto scegliere tra me e te...e ho decisamente preferito me. Ho fornito io tutte le informazioni a Markoos, insieme abbiamo inscenato la mia morte. Ho consegnato tutte le informazioni che avevo su di te, mi sono salvato la pelle, ho fatto ciò che era necessario. Sono solo affari e una creatura che ha vissuto secoli dovrebbe sapere che ogni cosa ha un inizio e una fine. Anche per chi è immortale come te. Bene, questa è la fine della nostra lunga e fruttuosa collaborazione», concluse con enfasi Luke nel tono pacato e calmo che lo contraddistingueva da sempre.
Tremai dalla rabbia e Rob calciò con stizza la macchina.
Luke ci aveva ingannati tutti, ci aveva venduti, si era parato il culo sacrificando metà della nostra squadra. Aveva fatto ammazzare quasi tutti quelli a cui tenevo e lo aveva fatto per puro spirito di auto-conservazione.
Sapevo che era disposto a tutto, ma non che si potesse spingere a tanto.
«La pagherai!» mi limitai a sillabare irato.
Una risata fu la risposta alla mia minaccia.
«Non credo tu sopravvivrai tanto a lungo da trovarmi. Voglio solo che tutto questo ti insegni una pura e semplice cosa. Vedi sarei potuto sparire e farmi credere morto anche da te senza farti un'ultima chiamata. Sarei stato ancora più al sicuro, ma ti dovevo qualcosa, ne sentivo il bisogno e ho voluto darti un'ultima importante lezione... Non sempre vincono i buoni. Addio, Henry», e poi la chiamata fu interrotta.
Inveii ancora ma fu tutto inutile, il numero non era più attivo.
Luke era sparito per sempre e con lui tutto ciò che avevo costruito in questi ultimi anni.
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