XXXIV: Panico
Come ampiamente previsto, quei quattro pazzoidi vennero beccati il giorno dopo a colazione. Persero trenta punti a testa (il che portò Tassorosso ad avere meno della metà dei punti della prima in classifica, ovvero Corvonero) e per punizione dovettero rimuovere tutta la neve dal campo di Quidditch, cosa che avrebbero dovuto rifare una volta tornati dalle vacanze di Natale.
A proposito, avevamo deciso che avremmo passato le vacanze al Campo, e Chris e Claire sarebbero venuti con noi. All'inizio l'Ordine non parse molto entusiasta, ma Chirone insistette che i due gemelli ricevessero ulteriore addestramento, e lui sapeva essere piuttosto convincente anche tramite Messaggio Iride.
Sarei dovuta uscire dall'infermeria il 19 Dicembre, ovvero un giorno prima della fine del trimestre, e del party di Natale di Lumacorno. Né io né Jason facevamo parte del club, dunque non potevamo andarci, ma la cosa mi stava benissimo; sapete com'è...trenta persone chiuse in uno stanzone...il rischio di una gomitata nel fianco appena ricucito era un po' troppo concreto per i miei gusti. Chris ci sarebbe andato, però, ed avrebbe portato la sorella. Prima che succedesse tutto ciò, però, proprio il pomeriggio del 19, ricevetti la visita dalla persona più inaspettata.
Mi stavo annoiando. Grazie agli "aiutini divini", come li chiamava Zenia, mi ero ripresa alla grande, ma Madama Chips si ostinava a non farmi muovere fino all'ultimissimo secondo. Credo facesse così perché non capiva come mai fossi guarita così in fretta. Penseresti che un'infermiera sia felice che i suoi pazienti guariscano più rapidamente del solito...
Ad ogni modo, non potevo muovermi, appisolarmi non era un'opzione gradita dopo ciò che era accaduto l'ultima volta, e non avevo nulla di interessante da leggere (il che era un peccato, dato che finalmente potevo aggirare la dislessia grazie ad un semplice incantesimo), così mi ero rassegnata ed avevo iniziato ad anticiparmi i compiti per le vacanze-
[Come, scusa? Tu che ti anticipi i compiti?]
[Appunto! Di solito è un miracolo se arrivo a farne metà!]
Dicevo, ma avevo finito anche quelli, quindi non mi restava altro che aspettare lì, più o meno pazientemente, che Madama Chips mi desse il via libera per uscire. Poi, all'improvviso, sentii la porta aprirsi.
Immediatamente misi mano alla bacchetta, pronta a colpire (accidenti ai professori che non mi avevano fatto tenere il pugnale!), ma quando vidi che di fronte a me c'era nientemeno che Draco Malfoy, rimasi immobile. Non per paura, ovviamente, ma per la sorpresa. Dopo la prima sera, in tutto il trimestre avevamo parlato sì e no tre o quattro volte, ed era sempre roba di scuola. Cosa ci faceva qui?
"Hey," disse lui a bassa voce, mentre prendeva una sedia. "Come ti senti?"
"A posto," dissi. Lasciai la presa sulla bacchetta, ma la tenni comunque a portata di mano.
"Ti..ehm...ti ha fatto molto male?" Era visibilmente impacciato, e continuava a rigirarsi un pacchetto tra le mani. Che fine aveva fatto l'atteggiamento da spaccone?
"Mah, non proprio...ho solo perso un litro di sangue rischiando uno shock ipovel...ipro..."
"Ipovolemico?" Tentò lui.
"Sì, quello. Nulla di che, insomma," dissi sarcastica.
Appena lo dissi, sembrò che il litro di sangue lo avesse perso lui. Rimase lì a fissarmi inebetito per una trentina di secondi, prima che io dicessi, "La cosa sta diventando imbarazzante; se devi dirmi qualcosa dimmela subito."
Lui mormorò qualcosa di incomprensibile.
"Come, scusa."
"Ho detto che mi dispiace," borbottò lui un po' più forte.
"E per cosa, scusa?"
"Beh...ecco...per come mi sono comportato la prima sera." Fece un sorrisetto imbarazzato. "Mi sono comportato malissimo..."
Mi impegnai al massimo per trovare tracce che stesse mentendo, ma davvero non notai nulla di strano. Draco aveva un atteggiamento del tutto diverso dal solito, era impacciato, imbarazzato, e a guardarlo meglio sembrava anche un po' deperito rispetto all'inizio dell'anno.
Ricordai poi che il padre era andato in prigione alla fine dell'anno scorso, e la famiglia era caduta in disgrazia. Anche se un po' di umiltà non gli avrebbe fatto di certo male, perdere tutto così all'improvviso doveva essere dura...
Ed ero stata io, assieme agli altri, a scatenare tutto ciò, alla battaglia del Ministero. Non mi pentivo di aver mandato quel criminale in prigione, ovviamente, ma vedere il figlio così mi faceva sentire un po' in colpa...
"Scuse accettate," dissi, sorridendogli.
Lui sembrò tranquillizzarsi un po'. Chissà quale reazione si aspettava. "Ho sbagliato a giudicarti, credevo fossi la classica ragazza un po' snob con la puzza sotto al naso...Serpeverde purtroppo ne è piena..."
Alzai un sopracciglio. "Veramente Daphne e sua sorella sono molto gentili, e anche Tracey e Lily e Claire."
Lui alzò le mani. "Errata corrige, intendevo le ragazze che di solito frequento. Sai com'è, sono un Malfoy...famiglia importante..."
Mio malgrado, mi si strinse lo stomaco a sentirlo così abbattuto. Dovevo cambiare argomento. Indicai il pacchetto che aveva in mano. "Cos'è quello?"
Da pallide che erano, le sue guance divennero color salmone. "Oh, ehm...è per te."
"Per me?" Esclamai, suonando più scettica di quanto volessi. Mi ricordai in quel momento di ciò che aveva detto Claire, sul fatto che avesse una cotta per me....Dii Immortales, che casino...
Astoria, la sorellina di Daphne, aveva una cotta stratosferica per lui da almeno un anno, sembrava, ma lui evidentemente neanche sapeva che esistesse...se la voce si fosse sparsa, Daphne mi sarebbe piombata addosso come un avvoltoio per dirmi di togliermi da mezzo.
Lo scartai, e trovai dentro Il Ritratto di Dorian Gray, una bellissima edizione rilegata dall'aspetto antico.
"Avrei voluto portartelo prima, ma la spedizione ha impiegato più del previsto...dannati controlli...comunque, è già incantato contro la dislessia."
"Come fai a sapere che sono dislessica?"
Visibilmente preso dal panico, Draco mise subito le mani avanti, letteralmente e metaforicamente. "Non ti sto spiando giuro! Ho solo visto che reciti un incantesimo ogni volta che leggi o scrivi qualcosa e allora ho pensato 'Come mai?' e sono arrivato a questa conclusione ma-"
"Calma, calma, tutto a posto," dissi subito io, e mi scappò una risata.
"Posso chiedere," disse lui, ancora cauto, "come hai fatto ad imparare tutte quelle lingue nonostante la dislessia?"
"Mia madre," dissi semplicemente.
"Complimenti, deve essere stato un lavoraccio."
"Già...anche lei però non se la cava male, monsieur."
"Merci, mademoiselle," disse lui con un sorrisetto ed un leggero inchino. "Ti piace il libro? Non sono un esperto di letture babbane, ma la signora della libreria me lo ha consigliato e pensavo potesse piace-"
"È perfetto, grazie mille," dissi sorridendo dolcemente.
"Ottimo, mi fa piacere," sorrise lui di rimando. "Bene, allora io andrei..."
"Perché? Sei occupato?"
"Uhm...no, ma...immagino vorrai stare da sola..."
"Da sola è una noia mortale, e gli altri non possono venirmi a trovare perché sono in punizione. Dai, rimani ancora un po'!"
Lui sorrise si sedette di nuovo.
Rimanemmo così tutto il pomeriggio, un po' a parlare e un po' a leggere il libro. Eravamo lentissimi, perché ogni poche frasi dovevo spiegare qualcosa di babbano a Draco, ma tutto sommato fu una piacevole serata. Ancora non mi fidavo completamente di lui (sarei stata sciocca a farlo), ma decisi di concedergli il beneficio del dubbio. Quando non faceva lo spocchioso sapeva essere una piacevole compagnia.
Quella sera tornai finalmente al mio dormitorio, e appena spalancata la porta venni inglobata da una massa di capelli ricci che rispondeva al nome di Lily Moon.
"Finalmente sei tornata!" Disse la mia compagna di stanza, stringendomi ancora di più. "Cominciavamo a pensare che avresti passato il Natale in infermeria."
"Succederà, se non la lasci respirare," ridacchiò Daphne Greengrass.
Alzai gli occhi al cielo. "Grazie per il malaugurio, Daphne, ti voglio bene anche io."
"Bentornata, Piper," disse Tracy. "Guarda cosa ti abbiamo comprato!"
Mi mise sotto al naso un enorme cestino pieno di cioccolatini, caramelle, e dolci di ogni tipo.
Rivolsi a tutte loro un sorriso smagliante. "Grazie, ragazze!"
Ci sedemmo sui letti e iniziammo tutte a mangiare e a parlare tra di noi.
[Hey, Arcobaleno, occhio alla linea.]
[Percy caro, l'ultima volta che ho pensato alla linea è stato quattro anni e mezzo fa. Chi se ne frega della pancia piatta, mangiare è bello.]
[E chi ti contraddice.]
Qualche minuto dopo, mi accorsi della mancanza di una testa. "Che fine ha fatto Claire?"
"In punizione con Piton," spiegò Daphne. "Ha perso la bellezza di cinquanta punti."
Quasi mi strozzai con una Cioccorana. "Cosa?"
"A quanto pare ha fatto a botte con un tipo. Non so altro," rispose lei, facendo spallucce.
Ecco chi era stato allora! Stamattina era stato effettivamente trasportato in infermeria un tipo tutto accartocciato, ma pensavo fosse stato un incidente di Quidditch o qualcosa del genere. Chissà cos'era successo...
La serata passava e Claire non si vedeva, quindi continuammo a mangiare e parlare tra noi. Ad un certo punto Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode scesero di nuovo in sala comune per il troppo chiasso. Tanto di guadagnato. Ad un certo punto la conversazione si spostò sul più classico degli argomenti, ovvero i ragazzi.
"Avete visto Draco com'è ridotto ultimamente? Sembra un vampiro," commentò Lily.
"Io sospetto che sia un lupo mannaro," disse Tracey."
"Sì, come no..." rise Daphne.
"Guarda che è vero!"
"Beh, se così fosse, sarebbe un lupo mannaro molto affascinante," ridacchiò Daphne.
"Mah, se lo dite voi..." commentò Lily. "Sì, insomma, è bello, ma un po'... noioso, capite ciò che dico? Il fratello di Claire, invece..."
"Per piacere, potreste non sbavare dietro a mio fratello? Grazieee," disse la diretta interessata, che aveva appena varcato la porta del dormitorio. Si accasciò a peso morto sul letto e, senza neanche alzare la testa dal cuscino, disse, "svegliatemi a Capodanno."
"Piton ci è andato giù pesante, eh?" Dissi io. "Cos'è successo?"
Lei fece un gesto con la mano come per dire "Ne parliamo domani".
"Oh, dai, non fare la guastafeste," si lamentò Lily. "Quella cicatrice in volto lo rende così...selvaggio!"
"A proposito, come se l'è fatta?" Chiese Daphne, curiosa.
Meno male che Claire aveva il viso nascosto sul cuscino. Tendeva a sobbalzare in modo piuttosto eclatante quando qualcuno nominava la ferita che lei stessa aveva inflitto al gemello. "Ehm...incidente in moto."
"Sa guidare una moto!?" Esclamò Lily.
"Se la sapesse guidare non avrebbe fatto l'incidente, ti pare?"
"Permettetemi di intromettermi per chiedere: che accidenti è una moto?" Disse Daphne, l'unica Purosangue in stanza. Relativamente parlando, si intende. Le famiglie di maghi discendono da una dea greca, dopotutto, il che voleva dire che io, Jason e i gemelli avevamo il sangue più "puro" di tutti i maghi d'Inghilterra messi insieme.
"Te lo spiego dopo," si offrì Lily, "ora torniamo al discorso principale: il bellissimo Chris Cole."
Claire fece finta di pugnalarsi.
"Avete notato quanto è dimagrito rispetto all'anno scorso?" Continuava a blaterare Lily.
"Ma che dici? A me pare ancora più grosso di prima," intervenne Tracey.
"Perché ciò che ha perso in peso lo ha recuperato in muscoli," disse Daphne. Osservatrice, la ragazza.
"Ancora meglio," squittì Lily. "E poi quei baffetti..."
A quel punto Claire finalmente si alzò, perplessa. "Ma non ce li ha i baffi!"
"Da quando se li è tolti sta anche meglio," continuò Lily imperterrita, con espressione sognante.
Io guardai Claire, lei guardò me, e seppi che eravamo giunte alla stessa conclusione: Lily era completamente andata.
"Io credo che sia gay," se ne uscì all'improvviso Tracey.
"CHE!?" Squittì Lily allarmata.
"Andiamo, è ovvio," rispose Tracey. "Nel corso degli anni cinque ragazze ci hanno provato con lui, sei se includiamo Lily, e lui non ha mai accettato nessuna."
E certo, perché un ragazzo che non fa il cascamorto con tutte deve essere per forza gay...che razza di mentalit-
"Sì, è gay," confermò Claire.
Oh....questo non era previsto.
"C-come....cosa.....comequando...." E fu così che Lily Moon si ruppe definitivamente.
Lanciai uno sguardo interrogativo a Claire, e lei scosse la testa leggermente, come a dire, "Nahh". Probabilmente lo aveva fatto solo per interrompere i commenti sul fratello.
"Beh, se è così," intervenne Daphne, ed ebbi l'impressione che lo fece solo per rompere il silenzio, "Allora la nostra cara Piper deve stare attenta."
"Perché?"
"Beh, passa un sacco di tempo col tuo Jason..." Alzò e abbassò le sopracciglia in modo eloquente.
"Fidati, non c'è pericolo," ridacchiai io.
"Io ci spererei," disse Tracey. "Così poi saresti libera per Draco!"
Daphne si accigliò all'istante, mentre io alzai gli occhi al cielo. "Non succederà mai e poi mai."
"Perché no? Sarebbe un partito niente male..."
"Non ne dubito, ma qualunque qualità ha Draco, Jason ne ha di più," dissi con leggero orgoglio.
[Ah sì? Ha proprio tutto in più?]
[Sì, Annie, proprio tutto tutto.]
[Ehm...ragazze...lo sapete che sono qui anche io?]
Come è successo anche ora, quel commento scatenò una serie di allusioni e doppi sensi che non ripeterò per una questione di decoro. La conversazione andò avanti così per un bel po', poi finalmente ci stancammo e andammo a dormire.
Il giorno dopo, durante il pomeriggio, avevo promesso di aiutare Claire a prepararsi per la serata. Dato che lei non possedeva vestiti eleganti (se è per questo, non ne possedeva affatto: l'intero suo guardaroba le era stato regalato dai miei fratelli e sorelle), mi ero messa d'impegno la mattina per modificare quello che avevo portato io. Mi ci volle un bel po', ma il risultato finale fu anche meglio di quanto immaginassi.
Volevo farle vedere il vestito finito, ma non era nel dormitorio. La trovai invece nel bagno, mentre stava massacrando i suoi capelli con un paio di forbici.
"Cosa stai combinando?"
"Oh, ciao Piper. Stavo cercando di cambiare pettinatura, ma...c'è stato qualche imprevisto..."
Era un eufemismo. Tutta la parte sinistra del cranio era quasi rasata a zero, e il resto dei capelli sembrava tagliato con un'accetta piuttosto che con un paio di forbici.
"Lascia, faccio io." Sfortunatamente, neanch'io ero un'esperta. Il mio concetto di taglio di capelli si riduceva a "taglia qui, spunta là, arriccia di qua...ripetere a piacere." Fortunatamente, potevo chiedere il parere di un'intenditrice.
Hey, mamma, ci sei?
Eccomi, tesoro. Cosa ti serve?
Voglio che Claire faccia un figurone alla festa di stasera. Potresti aiutarmi?
Temevo che non me lo avresti mai chiesto.
Guidata dalla sapiente mano di mia madre, in pochi minuti riuscì a rimediare al disastro. Inizialmente pensai di farle ricrescere le ciocche troppo corte con un incantesimo, ma poi decisi di provare qualcosa di diverso. Lasciai la parte sinistra del cranio rasata fino all'altezza della tempia. mentre i capelli sul lato destro si raccoglievano in un lungo ciuffo che le scendeva fino a poco sotto il viso. Ciò aveva l'effetto aggiunto di nasconderle la cicatrice; ovviamente quasi tutti sapevano che la cicatrice c'era, ma a guardarla non si notava nulla; sembrava un'adolescente come tante.
Mentre lavoravo, decisi di chiederle, "Come mai ieri ti sei beccata una punizione?"
"Oh, niente di che...ho pestato a sangue un tipo," disse lei con nonchalance.
"E lo hai fatto perché...?"
Lei si incupì all'improvviso. "Ho sentito delle urla in un corridoio. Sono andata a vedere, e c'era un tipo che stava trascinando Zenia per un braccio. A quanto pare lui l'aveva invitata alla festa di Lumacorno, ma lei non voleva. "Strinse i pugni, e con voce leggermente tremante aggiunse, "Quella bambina non mi piace, ma nessuno può comportarsi così con una ragazza. Io so qualcosa delle attenzioni indesiderate..."
Prima che potessi commentare in qualunque modo, lei si rilassò di botto. "Ma non pensiamoci ora. Oggi è giorno di festa. L'unica cosa che mi interessa è passare una bella serata in compagnia di mio fratello."
Non mi sfuggì l'enfasi con cui marcò le ultime due parole. "Ancora non avete parlato, eh?"
"Gli parlerò...prima o poi...allora, a che punto sei?" Rispose Claire, in un atteggiamento che diceva chiaramente "discorso chiuso".
In quel momento decisi che se entro Capodanno non avessero risolto la questione, li avrei rinchiusi personalmente in una stanza per il tempo necessario a confrontarsi.
[Mi suona familiare...]
[Da te ho preso l'idea, Annabeth.]
Sospirando, dissi, "Ho appena finito. Che ne pensi?"
Lei si guardò allo specchio, si toccò il ciuffo, ed esclamò "Perfetto!" Con occhi che le brillavano. Su una cosa ero d'accordo con lei: quella serata doveva essere solo divertimento, senza pensieri. Se potevo aiutare in qualche modo, ero felice di farlo.
Saltellando leggermente, Claire mi seguì su in dormitorio, dove le feci vedere il vestito modificato. In quell'istante, il suo entusiasmo scemò.
"Ehm...Piper, ti prego non offenderti, ma..."
"Che c'è?" Chiesi dolcemente.
"Non te la prendere, ma...credo che non vada bene." Strinse leggermente gli occhi, come se si aspettasse chissà cosa.
"Oh, okay, va bene," dissi solo per rassicurarla.
"Non arrabbiarti, è solo che...diciamoci la verità, non ho proprio il fisico adatto per un vestito senza maniche né spalline." Atteggiamento timido a parte, suonò molto più pragmatica dell'ultima volta che avevamo affrontato l'argomento.
"Non c'è problema, tranquilla." Dissi sorridendo. Certo, avrebbe potuto dirmelo prima che spendessi un'ora a modificarlo, ma pareva così spaventata da una mia possibile reazione che non ebbi il coraggio di farglielo notare.
Dopo un breve dibattito su dove cercare un altro vestito, decidemmo di chiedere a Chris, il quale fu più che gentile di prestarci uno smoking completamente nero (tranne per la cravatta rossa) e delle scarpe dello stesso colore. Dopo una serie di raccomandazioni sul non danneggiarlo, perché "avete idea di cosa ho passato per rubarlo?" (il che scatenò una serie di domande da parte mia che non ricevettero risposta), tornammo in dormitorio per l'ennesima volta. Ci volle qualche lieve modifica, ma dato che entrambi i gemelli erano alti e robusti, ci volle molto poco per raggiungere un risultato soddisfacente. Dalla mia valigia riciclai una sciarpa che trasformai in bianco, Claire invece prese il suo cappello da cowgirl e lo trasformò in nero con la striscia bianca con un paio di colpi di bacchetta.
Una volta assemblato il vestito, lei chiese, "Allora, come sto?"
"Sembri un mafioso," dissi io, calcando sul maschile.
"Perfetto," disse lei con un sorrisetto furbo.
Aspettammo che arrivasse l'orario, parlando e mangiando i dolci avanzati da ieri. Rischiammo la tragedia quando un pezzo di cioccolato le sporcò la giacca, ma un veloce incantesimo risolse il problema.
Quando venne il momento, lei si alzò e disse, "Beh...allora vado..." sembrava molto meno entusiasta di prima, però.
"Hey, tutto bene?"
"Sì, sì, sto bene...è da ieri che ho un leggero mal di testa, tutto qui." Si girò verso la porta, chiuse gli occhi, fece un paio di profondi respiri, e disse sottovoce, "ci siamo..."
"Hey," dissi io, mettendole una mano sulla spalla e stringendo. "Non aver paura, andrà tutto bene. Sei bellissima, e stai per passare una bella serata con tuo fratello. Pensa a divertirti."
Lei mise la sua mano sulla mia, e mi sorrise. "Grazie, Piper." Uscì e andò fino in fondo al corridoio prima di girarsi e dire, "Ci vediamo verso mezzanotte!"
Non tornò a mezzanotte.
Piombò in sala comune poco prima delle dieci, con i capelli scombinati, la giacca strappata, e la camicia pericolosamente aperta nel punto in cui aveva il Marchio. Senza dire una parola a nessuno, salì in dormitorio sbattendo la porta. Nessuno seppe cosa pensare, ma dopo un po' tornarono alle loro attività.
Io invece decisi di salire in dormitorio, dove le ragazze mi dissero che Claire si era fiondata in bagno. Mi diressi in quella direzione, e trovai la giacca e il cappello gettati via. Bussai alla porta. "Claire, che è successo? Tutto bene?"
"VAI VIA!" Il tono della sua voce mi spaventò. Era sconvolta, singhiozzava, addirittura pareva arrabbiata.
"Claire, ti prego, apri questa porta!"
"NO! VATTENE!"
"Claire, ti prego!"
"Basta, non ce la faccio più!" Ora stava proprio piangendo. Le sue urla attirarono l'attenzione delle altre, che mi guardavano spaventate. Perfino Pansy Parkinson sembrava preoccupata.
"Claire, ora apro la porta!" Urlai, sperando che mi capisse. Contai fino a tre ad alta voce, poi puntai la bacchetta verso la maniglia e dissi, "Alohomora!" Entrai dentro, e trovai una scena pietosa di fronte a me.
Claire era seduta sul water, con la camicia stracciata, il viso rigato di lacrime e dai tratti alterati per la rabbia. Non mi aveva neanche notato. Continuava invece a stracciare la camicia all'altezza dell'avambraccio, dove aveva il Marchio Nero. Continuava a strapparsi la pelle con le unghie, e continuava ad urlare, "Vai via! Vattene!" Allora non parlava di me, parlava del Marchio!
"Claire, basta, smettila!" Urlai, chiudendo di schianto la porta dietro di me e gettandomi vicino a lei. Provai a farla smettere di artigliarsi il braccio, ma lei mi scrollò via e riprese a graffiare violentemente la pelle. Il suo avambraccio era mezzo distrutto, ma la pelle sotto ed attorno al Marchio rimaneva immacolata, come se non l'avesse proprio toccata. Non era così che l'avrebbe rimosso.
"Basta, ti prego. Devi andartene," continuava a dire con voce ormai roca, e continuava a piangere.
La Lingua Ammaliatrice poteva essere pericolosa in questo caso. Non era lucida, ed io avrei dovuto ordinarle di fare l'esatto contrario di ciò che lei voleva fare così disperatamente. Un minimo errore, ed avrei causato danni forse permanenti.
Tuttavia, nulla di tutto ciò mi attraversò la mente in quel momento. La mia amica stava soffrendo, ed io dovevo aiutarla. Mi presi giusto qualche secondo per concentrarmi, poi con tutta la convinzione di cui ero capace, urlai a squarciagola "FERMATI!"
Il trucco funzionò, Claire smise di martoriarsi il braccio. Ciò non fermò le lacrime, tuttavia. La abbracciai, e lei mise la testa nell'incavo del mio collo "Basta...basta..."
"Sshhh... va tutto bene...va tutto bene..." Le dissi dolcemente, accarezzandole la schiena.
"Non ce la faccio più, Piper..."
"Lo so, lo so...è tutto a posto...sei al sicuro qui..."
"Non voglio tornare lì!"
"Non ci tornerai, te lo prometto."
Ci volle mezz'ora abbondante perché si calmasse. Più volte dovetti rassicurare le ragazze fuori che era tutto a posto, e che tra poco saremmo uscite. Quando finalmente Claire smise di tremare, la alzai delicatamente e le dissi, "Andiamo a cercare Chris, sarà preoccupatissimo."
"No, lui no!" Esclamò Claire "Non deve vedermi così!"
"Sì, invece," dissi io autoritaria. "Lui è tuo fratello, ti aiuterà!"
"No...no..."
"Claire, non tagliarlo fuori. Lui vorrebbe sapere," dissi io, e non avrei ammesso repliche.
Finalmente si convinse, e pian piano uscì dal bagno. Strappai un lembo dell'ormai distrutta camicia e glielo legai sul braccio, in parte per fermare il sangue, in parte per nascondere il Marchio.
Alla fine fu Chris che trovò noi. Stava setacciando il primo piano, e appena ci vide si fiondò verso di noi, stringendo forte Claire. "Oh grazie agli dèi, ti ho cercata dappertutto!" Era difficile da dire nella penombra, ma sembrava avesse gli occhi lucidi. "Mi hai fatto morire di paura. Cos'è successo?"
"Non lo so di preciso...un attacco di panico, forse," disse Claire, mentre gli mostrava il braccio. "Mi sentivo in trappola, non capivo più nulla...il mio unico pensiero era 'Scappa!'"
Chris la fece sedere su uno dei davanzali della finestra, e la abbracciò di nuovo. "Non avere paura, ci sono qui io."
Da qui in poi potevano cavarsela da soli. Io mi allontanai silenziosamente, e tornai alla sala comune di Serpeverde. Rimasi ad aspettare Claire fuori dalla porta, e la vidi tornare a braccetto col fratello. Si era asciugata le lacrime e sorrideva leggermente, mentre Chris diceva, "Capito? Non potrei mai sostituirti, sei la mia famiglia!"
"Lo so, ma pensavo che Zenia-"
"Anche lei può farne parte," disse Chris, "ma te lo ripeto, nessuno ti sostituirà mai. Tu sei la cosa più cara che ho!"
A quel punto lei lo abbracciò dolcemente. "Mi sei mancato, Chris."
Lui la strinse forte di rimando "Anche tu mi sei mancata." Si staccarono, e dopo un'ultima carezza Claire venne con me.
"Hey! Svegliami se hai bisogno di me, va bene?"
"Va bene," gli sorrise lei, poi salì per il dormitorio.
Stavo per seguirla, ma Chris disse, "Aspetta!" Mi venne vicino, e a sorpresa mi abbracciò. "Grazie per prenderti cura di lei."
"Di niente, figurati." Sbaglio o il suo volto era caldissimo? Che fosse arrossito?
"Quindi era un attacco di panico?"
"Così sembrerebbe..."
Lui però non sembrava convinto. "Non so...di solito gli attacchi di panico hanno dei sintomi che precedono il fatto, qui invece è avvenuto tutto all'improvviso...ha detto di avere mal di testa, e all'improvviso è scappata via..."
"Quindi cosa credi che sia stato?"
"Non lo so...domattina ne parlerò con Madama Chips..." disse lui pensieroso. "Beh, buonanotte, Piper. E grazie di nuovo.
"Buonanotte a te," lo salutai, "Chris...quand'è che la smetterai con l'atteggiamento da cattivo ragazzo? Non ci crede nessuno, sai?"
Lui si girò e mi fece un sorrisetto furbo. "Non so di cosa tu stia parlando. Buonanotte!" E se ne andò.
Spigolo autore
Draco non mi è mai stato simpaticissimo, ma riconosco che ha un potenziale enorme, che purtroppo Rowling ha un po' sprecato secondo me. Un po' come se avesse iniziato il processo di redenzione, lo avesse portato avanti, e poi avesse interrotto all'improvviso.
Ovviamente non ritengo di essere superiore alla Rowling come scrittore, ma ho un'idea ben specifica di come secondo me avrebbe dovuto essere trattato il personaggio, e voglio portarla avanti in questa storia. Spero vi piaccia!
Passando ad altro, visto che ne abbiamo parlato, è ora che conosciate i volti ufficiali di Chris e Claire!
Tenete presente che è la primissima volta che uso Photoshop, quindi se qualcosa vi pare strano, è per quello.
River Viiperi è Chris Cole!
Melissanti Mahut è Claire Cole!
La "pittura di guerra" non c'entra niente ma l'ho lasciata perché
1) Sono pigro
2) Non saprei come toglierla
3) Le sta benissimo
non per forza in quest'ordine ahahhahaah
Fatemi sapere se vi piacciono!
La fanart ad inizio capitolo appartiene alla bravissima ashaddock. Seguitela!
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
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