XXXII: Un sorso di fortuna
Salve, sono di nuovo io.
[Buuuuu!]
[Zitto Percy!]
Tutta la scuola si prese un bello spavento dopo la storia della collana. Per un paio di settimane Piper rimase profondamente addormentata, ed eravamo tutti preoccupatissimi. Madama Chips insisteva per mandarla al San Mungo, ma Silente e il resto dell'Ordine preferirono tenerla nell'infermeria della scuola, per evitare che qualcuno fuori da Hogwarts entrasse in contatto con una semidea.
Dato che io e i gemelli non eravamo per nulla d'accordo con tutto ciò, ci organizzammo per darle del nettare di nascosto, ad intervalli regolari. Fu Chris a proporre l'idea, e fui più che felice di accettare, se non altro per avere l'occasione di agire in qualche modo.
Poi, la mattina di Halloween, Piper si svegliò all'improvviso, fresca come una rosa, come se nulla fosse successo. Nessuno seppe spiegarsi cosa fosse accaduto, sembrava non aver mai subito niente.
Sta di fatto che madama Chips decise di tenerla in osservazione ancora qualche giorno, il che vuol dire che Piper si perse la prima partita di Quidditch della stagione: Grifondoro contro Serpeverde.
La mattina della partita fu, come previsto, agitata: i Serpeverde fischiarono e vociarono ogni volta che un membro della squadra di Grifondoro entrò nella Sala Grande.
"Su con la vita, Ron," gridò Lavanda Brown. "Sarai bravissimo, me lo sento!" Ron la ignorò.
"Tè?" Gli chiese Harry. "Caffè? Succo di zucca?"
"Quello che vuoi," rispose Ron cupo, dando un malmostoso morso al pane tostato.
Qualche minuto dopo passò Hermione, così stufa del comportamento di Ron da non voler fare colazione con loro, e si fermò. "Come vi sentite voi due?" chiese esitante, lo sguardo fisso sulla nuca di Ron.
"Bene," rispose Harry, porgendo a Ron un bicchiere di succo di zucca. "Ecco, bevi."
Aveva appena portato il bicchiere alle labbra quando Hermione esclamò: "Non berlo, Ron!"
I due alzarono lo sguardo su di lei. "Perché no?" chiese Ron.
Hermione fissava Harry come se non potesse credere ai propri occhi. "Hai appena messo qualcosa in quel succo."
"Scusa?" Fece Harry.
"Mi hai sentito. Ti ho visto. Hai appena versato qualcosa nella bibita di Ron. Hai ancora la bottiglia in mano!"
"Non so di cosa stai parlando," ribatté Harry, rimettendo in fretta una bottiglietta in tasca.
Avevo notato il movimento, ma Harry non aveva versato nulla; l'aveva solo tirata fuori, l'aveva agitata un po' e basta...oooh, giusto! Bella pensata, Potter, bella pensata.
"Ron, attento, non berlo!" Lo ammonì di nuovo Hermione, preoccupata;
Ron vuotò il bicchiere in un solo sorso e rispose: "Smettila di maltrattarmi, Hermione."
Scandalizzata, lei si chinò in modo che solo Harry potesse sentirla e gli sibilò qualcosa nell'orecchio; lui le rispose con un sorrisetto malandrino, e lei non poté far altro che andarsene via offesa.
La squadra di Grifondoro si avviò verso il campo, mentre noialtri rimanemmo in Sala Grande ancora un po'.
"Salve, compare!" Esclamò la gioviale voce di Chris Cole, mentre si sedeva vicino a me.
"Ciao, Chri... Lari Romani, ma che hai?" Esclamai.
Aveva occhiaie talmente profonde da sembrare due trincee, ed uno sguardo un po' sconnesso, come se fosse ubriaco.
"Uh niente, sai com'è," Si interruppe per fare un profondo sbadiglio. "Solita insonnia."
"È da quando ti conosco che ne soffri, ma non sei mai stato così male. Vuoi dirmi cosa è successo?"
"Ti dico che non è niente."
"Chris..." Tra Piper e Percy post-Tartaro, avevo imparato che a volte vale la pena forzare leggermente la mano a fin di bene.
"Uffa, quanto sei pesante! Sto cercando di progettare le mie armi ma non ci riesco, contento?" Disse lui infastidito.
Era da luglio che ci stava lavorando. Il suo primo obiettivo era trovare un modo di fabbricare proiettili anti-mostri che non richiedesse tonnellate di raro e prezioso bronzo celeste.
Credevo fosse a buon punto, dato che tempo prima mi aveva detto di aver avuto un'idea studiando le munizioni per i carri armati, ma a quanto pareva c'erano dei problemi.
"Facciamo così: Se prometti di andare a dormire come si deve stanotte, più tardi ti do una mano io, va bene?"
"Accetto!" Esclamò subito lui, il che mi fece pensare che il suo atteggiamento restìo di poco prima fosse tutta una finzione.
Sospirai e scossi la testa. Avevano ragione Percy e Piper, a volte mi comportavo davvero come una mamma apprensiva.
[Fidati, non solo 'a volte']
[Basta con questa storia!]
Uscirono sul campo accolti da cori tumultuosi. Una curva dello stadio era un tappeto rosso e oro; l'altra un mare verde e argento. Anche molti Tassorosso e Corvonero si erano schierati: tra le urla e gli applausi distinsi il ruggito del cappello a forma di leone di Luna Lovegood.
Harry e gli altri si alzarono scalciando dal suolo ghiacciato, ed eccoli in aria. Harry planò lungo il perimetro del campo cercando il Boccino e tenendo d'occhio Harper, che zigzagava molto più in basso.
Poi una voce spiacevolmente diversa da quella del solito commentatore attaccò con la cronaca. "Be', ecco che partono, e credo che siamo tutti sorpresi di vedere la squadra che Potter ha messo insieme quest'anno. Molti pensavano che, date le prestazioni discontinue dell'anno scorso, Ronald Weasley potesse essere escluso, ma naturalmente l'intima amicizia con il Capitano aiuta..."
Queste parole furono accolte con risate di scherno e applausi dal lato Serpeverde del campo. Allungai la testa per scrutare verso il podio del commentatore. Un ragazzo biondo, alto e magro col naso all'insù parlava dentro il megafono magico che era appartenuto a Lee Jordan; dalla descrizione di Chris riconobbi Zacharias Smith, un giocatore di Tassorosso che lui detestava con tutto il cuore.
"Oh, ecco il primo tentativo di segnare di Serpeverde, è Urquhart che sfreccia giù per il campo e... Weasley para, be', deve pur avere fortuna qualche volta, immagino..."
"Giusto, Smith, deve proprio," mormorai tra me e me, non riuscendo ancora a credere che Harry 'paladino della giustizia' Potter potesse inventarsi un trucchetto simile.
[Grazie. È stata Piper a darmi l'idea, sai?]
[Davvero, Pip?]
[Sì, gli ho dato un piccolo suggerimento...]
A mezz'ora dal fischio d'inizio, Grifondoro era in vantaggio, sessanta a zero. Ron aveva fatto alcune parate davvero spettacolari, qualcuna con la punta dei guanti, e Ginny aveva segnato quattro dei sei gol di Grifondoro.
Non potendo più chiedersi ad alta voce se i due Weasley fossero in squadra solo perché erano amici di Harry, Zacharias Smith cominciò a prendere di mira Peakes e Coote. "Naturalmente Coote non ha la tipica stazza di un Battitore," osservò sprezzante, "in genere hanno un po' più di muscoli..."
Coote, con un gran sorriso, decise di replicare scagliando un Bolide a tutta forza contro Harper, che sorpassava Harry nella direzione opposta. Si udì il tetro tonfo di un Bolide andato a segno.
Sembrava che Grifondoro non potesse sbagliare. Segnarono più e più volte, e più e più volte dall'altra parte del campo Ron parò con evidente disinvoltura. Ormai sorrideva e, quando la folla celebrò una parata particolarmente efficace con il bizzarro ma appropriato coro 'Perché Weasley è il nostro re', fece finta di dirigerla dall'alto.
"Crede di essere speciale oggi, eh?" Disse una voce maligna, e Harper urtò Harry deliberatamente, con tanta forza che quasi lo buttò giù dalla scopa. "Il tuo amico traditore del suo sangue..." Era abbastanza vicino da essere udibile chiaramente anche dal pubblico.
Madama Bump era voltata e, anche se tutti noi Grifondoro sugli spalti urlammo di rabbia, quando finalmente guardò in alto Harper se l'era già filata. Harry lo inseguì, deciso a rendergli la botta...
"E credo che Harper di Serpeverde abbia visto il Boccino!" Esultò Zacharias Smith nel megafono. "Sì, ha sicuramente visto qualcosa che a Potter è sfuggito!"
Smith è proprio un idiota, pensai io, assieme a tre quarti circa dei miei compagni di Casa. Non si è accorto dello scontro?
Ma Smith aveva ragione, Harper non era sfrecciato in su a caso. Aveva individuato qualcosa che a lui era sfuggito: il Boccino volava alto e rapido sopra di loro, scintillante contro il limpido cielo azzurro.
Harry accelerò, ma Harper era ancora più su, e Grifondoro era in vantaggio di soli cento punti; se Harper fosse arrivato prima, la partita sarebbe stata persa... e ormai Harper era a pochi metri, con la mano tesa...
Harry urlò qualcosa che non riuscii a sentire, ed Harper si distrasse. Si lasciò scivolare il Boccino tra le dita, e sfrecciò oltre.
Harry balzò in avanti verso la minuscola palla fluttuante e la afferrò. Roteò in aria e ridiscese verso terra, tenendo alto il Boccino. Quando il pubblico se ne accorse, esplose un boato che quasi soffocò il fischio di fine partita.
"Ginny, dove vai?" Gridò Harry, avviluppato con il resto della squadra in un abbraccio volante collettivo, ma Ginny li superò di corsa finché con grande fracasso cozzò contro il podio del cronista. Tra le urla e le risate del pubblico, la squadra di Grifondoro atterrò accanto alla catasta di legno sotto cui Zacharias si agitava debolmente, e Harry udì Ginny spiegare allegramente a un'irata McGranitt: "Mi sono dimenticata di frenare, professoressa, mi scusi."
Mia sorella avrebbe adorato quella ragazzina, c'è poco da dire. Mi appuntai mentalmente di scriverle una lettera appena avessi avuto tempo.
Ridendo, Harry si liberò dal resto della squadra e abbracciò Ginny, ma la lasciò andare molto in fretta. Senza guardarla negli occhi, diede invece una gran pacca a un festante Ron mentre, dimenticata ogni ostilità, la squadra di Grifondoro lasciava il campo tenendosi a braccetto, brandendo i pugni in aria e salutando i tifosi.
Raggiunsi Harry e gli altri nello spogliatoio. L'atmosfera era di puro giubilo.
"Si fa festa su in sala comune, l'ha detto Seamus!" Urlò Dean, scatenato. "Andiamo, Ginny, Demelza!"
Ron e Harry rimasero per ultimi. Stavano per uscire quando entrò Hermione. Tormentava la sciarpa di Grifondoro e sembrava scombussolata ma decisa.
"Devo parlarti, Harry." Respirò profondamente. "Non avresti dovuto. Hai sentito Lumacorno, è illegale."
"Che cosa vuoi fare, denunciarci?" Domandò Ron.
"Di che cosa state parlando, voi due?" Chiese Harry, voltandosi per appendere la divisa in modo che nessuno dei due lo vedesse sorridere.
"Mi sa che Hermione ha scoperto il tuo trucchetto, Harry," gli dissi facendo un occhiolino complice, sperando che capisse che avevo capito.
"Puoi contarci che l'ho scoperto!" Esclamò Hermione con voce acuta. "Hai messo la pozione della fortuna nel succo di Ron! La Felix Felicis!"
"No che non l'ho fatto," ribatté Harry, girandosi a guardare entrambi.
"Invece sì, Harry, ed è per questo che tutto è filato liscio, c'erano dei giocatori di Serpeverde assenti e Ron ha parato tutto!"
"Invece no!" Replicò Harry, con un enorme sorriso. Fece scivolare la mano nella tasca della giacca ed estrasse la bottiglietta che Hermione gli aveva visto in mano la mattina. Era colma di pozione dorata e il tappo era ancora sigillato con la ceralacca.
"Voleva che Ron lo credesse," intervenni io, "così ha fatto finta quando sapeva che stavate guardando. Ho dimenticato di dire qualcosa, Harry?"
Lui scosse la testa sorridendo, quindi mi rivolsi a Ron: "Hai parato tutto perché ti sentivi fortunato. Hai fatto tutto da solo." Harry intascò di nuovo la pozione.
"Davvero non c'era niente nel mio succo di zucca?" Boccheggiò Ron, esterrefatto. "Ma il tempo è buono... e Vaisey non ha giocato... sul serio non ho preso la pozione della fortuna?" Harry scosse il capo.
Ron lo guardò a bocca aperta per un istante, poi si scagliò contro Hermione, facendole il verso. "Hai messo la Felix Felicis nel succo di Ron, ecco perché le ha parate tutte! Visto? So giocare anche senza aiuto, Hermione!"
"Non ho mai detto che non sei capace... Ron, anche tu credevi che te l'avesse data!" Ma Ron era passato oltre ed era uscito con la scopa in spalla.
"Ehm," tossicchiò Harry nell'improvviso silenzio; evidentemente qualcosa era andato storto nel suo piano. "Andiamo... andiamo su alla festa, allora?"
"Vacci tu!" Esclamò Hermione, ricacciando le lacrime. "Non lo reggo proprio Ron, adesso, non so che cosa avrei fatto di male..."
E anche lei uscì di corsa dallo spogliatoio.
"Ehm...tu che fai, vieni?" Mi chiese Harry.
"Questa volta passo, devo aiutare Chris con...un progetto."
"Hai il dubbio che possa far saltare in aria la biblioteca?"
"Ma no...ne ho la certezza," dissi io e ci mettemmo a ridere. Scherzando e ridendo, però, il pericolo era concreto. Al Campo Chris aveva passato un po' troppo tempo con Harley e Sherman, entrambi un po' troppo affascinati dalle grosse esplosioni per i miei gusti.
"Oh senti, a proposito," disse lui abbassando la voce. "Posso chiederti un favore?"
"Dimmi tutto."
"Potresti cercare di scoprire cosa diamine è capitato tra lui ed Hermione? Da come ne parla lei, non riesco a capire se è una cosa da niente oppure è roba seria, e sto impazzendo. Magari tu sarai più fortunato..."
Sospirai. "Ci proverò, ma non ti garantisco nulla."
Oohh, riuscii a scoprire qualcosa, e di certo non era roba da niente. Ma successe qualche mese dopo la richiesta di Harry, quindi ne riparlerò più avanti.
Incontrai Chris nella biblioteca, dove aveva riempito il tavolo di carte e appunti. In quel momento stava leggendo un libro che gli aveva dato Chirone.
"Sai che in qualità di pontifex posso celebrare il vostro matrimonio, vero?" Dissi scherzosamente mentre mi sedevo vicino a lui.
"Come prego?" Chiese lui confuso.
"Posso sposarvi. Te e quel libro. Non te ne separi mai," ridacchiai io.
"Guarda chi parla. Il mattone sta ancora aspettando l'anello," replicò lui, ed io sospirai affranto. Anche lui aveva saputo di quella vecchia storia.
[Ah già... che sfortuna...chissà come sarà successo...]
[*sigh* Pip, c'è qualcosa che devi dirmi?]
"Aldilà degli scherzi, questo libro è praticamente il regalo migliore che abbia mai ricevuto," disse Chris, mentre lo alzava per farmelo vedere. Si intitolava De magnificis armis igniferis et eis fabricationi, e l'autore era un tale Avery Johnson.
"Questo tipo è stato un sergente della guerra del Vietnam, almeno così ho capito... in ogni caso, era anche un semidio che ha passato anni ed anni a studiare un modo per rendere le armi da fuoco accessibili ai semidei. Ovviamente è tutta teoria, ma ci sono pagine e pagine di progetti e idee per armi incredibili!" Spiegò Chris, emozionato come un bambino, mentre sfogliava il libro. Di sfuggita notai schizzi di armi di tutti i tipi, dalle pistole alle carabine ai mezzi pesanti come carri armati ed elicotteri.
"Grandioso, sensazionale...qual è il problema, allora?" Volevo davvero aiutarlo, ma non ero il più grande esperto di armi da fuoco.
"Allora, questo è ciò che sono riuscito a fare finora," disse lui, tirando fuori un foglio dalla pila. "Riesci a capire?"
Sul foglio c'era disegnata ciò che ai miei occhi pareva una massa di triangoli e altre forme geometriche incastrate l'una nell'altra. "Ehm, sì...come no...questo è il coso...quello famoso...dai, lo conoscono tutti....mi arrendo..."
[Wow, che resistenza, Grace.]
[Avrei voluto vedere te al mio posto, Jackson.]
Chris alzò gli occhi al cielo. "Mi sembrava strano...Cercherò di fartela breve. Semplificando al massimo, un proiettile tradizionale è un pezzo di metallo sagomato che viene lanciato ad altissima velocità per effetto della polvere da sparo. L'alta velocità e la forma del proiettile gli consentono di avere una forza molto elevata nonostante la poca massa. Fin qui mi segui?" Annuii, e mi stupii di sentirlo parlare con un vocabolario così tecnico e pratico, che non gli avevo sentito praticamente mai.
"Ora, per abbattere grandi mostri , come un ciclope, avrei bisogno di proiettili belli grossi, ma non posso sprecare così tanto bronzo celeste, quindi ho pensato," si interruppe un attimo per prendere un altro schema, "di basarmi sulle munizioni esplosive che usavano spesso i carri armati durante la Seconda Guerra Mondiale. Non guardare la parte dell'innesco, quella è uguale ad una cartuccia standard. Ecco, questo è il proiettile vero e proprio."
Indicò una parte dello schema. "Vedi, tutta questa parte è cava, ed è riempita di esplosivo. L'ideale sarebbe il fuoco greco, ma onestamente va bene anche un esplosivo convenzionale, di quelli che alla Casa di Ares tengono nascosti sotto i letti. Qui invece c'è una spoletta a scoppio ritardato. In poche parole, è l'esplosione a fare danni, la punta di bronzo serve solo a perforare la pelle del mostro. C'è un problema però: ho fatto due calcoli, e anche così dovrei consumare troppo bronzo celeste. Ho provato a cercare diversi rapporti tra metallo ed esplosivo, ma o mi ritrovo con un proiettile troppo instabile, oppure un proiettile che non fa abbastanza danno. A quanto pare non c'è un equilibrio ideale, ed io mi sono arenato. Tu hai qualche idea?"
Per il momento decisi di concentrarmi sul problema principale. Rimanemmo una decina di minuti a fissare quegli schemi, finché non notai una cosa. "Chris, tutta questa massa di bronzo celeste," cerchiai la parte del disegno con una matita, "non entra in contatto col mostro, vero? Si potrebbe benissimo togliere."
"Eh no; se togliessi tutto il metallo e riempissi tutto con esplosivo, il proiettile non avrebbe abbastanza forza e non riuscirebbe a penetrare nella pelle. Questo dando per scontato che l'arma non mi esploda in mano, cosa molto probabile in queste condizioni."
"Ok, ma allora se tutta questa parte la lasci solo perché aggiunge massa, allora non è necessario farla di bronzo celeste, giusto? Potresti usare un qualunque materiale pesante...il piombo, per esempio...anzi, il piombo sarebbe ideale, perché aggiungerebbe molto peso pur essendo facile da reperire."
"Già..." disse, lui, ed in pochi secondi si rianimò. "Giusto! Così il consumo di bronzo celeste sarebbe limitato alla sola punta! Geniale! Ora, devo solo calcolare il rapporto..."
"Frena i motori! È vero che non ne capisco, ma proiettili dal diametro di tre quarti di pollice mi sembrano un po' eccessivi, o sbaglio?"
"Beh, non posso certo abbattere ciclopi e giganti con una nove millimetri, ti pare?"
"Non conosco la differenza."
"Guarda qui," disse lui, aprendo il libro. Mi fece vedere una pagina dove c'era un grafico che confrontava le dimensioni di vari proiettili per pistola. Il primo era indicato con '9mm' ed accanto c'era la scritta standard. In fondo al grafico, invece, c'era un proiettile di diametro circa un terzo maggiore, e lungo il doppio. Questo proiettile era indicato dalla scritta '.500 S&W'.
Indicando quest'ultimo proiettile, Chris disse, "Questo ha un diametro di mezzo pollice. I miei proiettili sarebbero una volta e mezzo più grandi."
"Wow, altro che proiettili, questi sono missili! Sei sicuro di riuscire a gestire armi del genere?"
"Più che sicuro," rispose lui convinto. "E se proprio non dovessi riuscirci," e tirò fuori la sua bacchetta, "questa mi aiuterà a risolvere il problema."
"Ci sono incantesimi adatti a modificare armi da fuoco?" Chiesi sbigottito. Le implicazioni di una cosa del genere erano piuttosto pericolose.
"Oh sì. Sono qui in biblioteca," disse lui con nonchalance.
"Qui in biblioteca...?" Prima ancora che potesse rispondere, ci arrivai da solo. "Chris...sei andato nella Sezione Proibita?"
"Proibita, che brutta parola. Io preferisco sconsigliata," rispose lui come se niente fosse.
"Chris, ti rendi conto-" mi accorsi che avevo alzato la voce, quindi mi avvicinai e sussurrai, "ti rendi conto di quello che c'è lì dentro?"
"Guarda che ho letto solo lo stretto necessario," disse lui, visibilmente infastidito. "Se non vogliono che gli studenti leggano certe cose, non dovrebbero tenerli in una scuola in primo luogo.
"Sai che c'è? Non voglio saperne niente, veditela tu," sbuffai. "Promettimi solo che non si tratta incantesimi pericolosi."
Lui subito liquidò la cosa. "Macché pericolosi, sono semplicissimi. Anzi, forse è proprio per questo che sono proibiti. Tutti possono farli."
"Ho capito...e senti un po', come hai intenzione di comprare tutta questa roba?" Il bronzo celeste poteva fornirglielo il Campo, ma c'erano tante cose che non avevamo prontamente a disposizione.
"Oh, non c'è problema, userò i soldi di famiglia," rispose lui sovrappensiero, mentre appuntava le nostre ultime osservazioni sugli schemi.
"Ah sì? Di quanto parliamo?" Chiesi curioso.
"Quindici milioni di Galeoni, più o meno."
"No scusa, da questo lato mi sa che non ci sento bene."
Lui si spostò e venne alla mia sinistra. "Ho detto, sono quindici milioni di Galeoni, più o meno."
"Ma...ma allora non è un fatto di orecchie, lo hai detto davvero! Quindici milioni di Galeoni!" Lui annuì orgoglioso.
"Saranno all'incirca...novanta milioni di dollari!"
"Novanta milioni di sterline, prego," puntualizzò lui.
Ah giusto...ed ogni sterlina quell'anno valeva più di un dollaro e mezzo, ad occhio e croce...oddei, solo a pensarci mi sento mancare.
[Che bella coppia...io cleptomane, tu avido di soldi...]
[Evidentemente siamo fatti l'uno per l'altra...*wink wink*]
[Vai avanti col racconto, Casanova.]
"E da dove vengono questi tesori?"
Invece di rispondere, Chris mi chiese, "Chi è l'attuale regina?"
"Elisabetta II, perché?"
"Ebbene, la mia famiglia serve nella marina militare britannica da quando c'era Elisabetta Prima. E non intendo come marinai semplici, parlo di ufficiali d'alto rango. Mai un Cole è stato al di sotto della carica di Tenente Comandante a fine carriera. Per dire, mio nonno è stato First Sea Lord per sette anni prima di andare in pensione," spiegò lui, sorridendo orgoglioso.
"Mia madre avrebbe dovuto continuare la tradizione, sai? Sfortunatamente, lo Statuto di Segretezza impedisce a streghe e maghi di far parte degli eserciti babbani; non ha neanche potuto arruolarsi in Polizia. Per questo, quando i nonni sono morti, ha venduto tutte le proprietà e i terreni, ha convertito tutto in Galeoni, e ha infilato tutto in una camera blindata alla Gringott. A quel punto si è comprata una villetta a Notting Hill, che poi è dove siamo cresciuti io e mia sorella."
Per tutto la durata del racconto sorrise nostalgico, guardando il nulla e rigirandosi il ciondolo della collana tra le mani. Lo vedevo così sereno solo quando parlava della sua infanzia.
"Parli sempre così bene di tua madre," dissi, sorridendo anch'io. "Deve essere stata una donna eccezionale..."
"Sì," confermò lui. "Sì lo era..." rimase perso nei ricordi per qualche secondo, poi si scosse. "Sai cosa diceva sempre? Che non è vero che gli uomini hanno talenti particolari, secondo lei gli uomini sono tutti uguali. Ciò che fa la differenza sono le persone che gli stanno attorno, che gli danno supporto e la aiutano. Secondo lei, il fatto che io e Claire fossimo gemelli era la più grande fortuna che potesse capitarci; ci spronava a stare sempre insieme, a non nasconderci nulla. Certo, litigavamo come qualunque coppia di fratelli, ma alla fine, un abbraccio risolveva tutto."
Disse tutto ciò col sorriso sulle labbra, poi si incupì all'improvviso. "Chissà se avremo di nuovo un rapporto simile..."
"Dai, non fare il pessimista," lo incoraggiai io. "Avete un bellissimo rapporto, anche dopo tutto questo tempo!"
"Non lo nego, ma fidati, c'è qualcosa di diverso," sospirò lui. Si riprese subito, però. "Dai, continuiamo!"
Non del tutto convinto dal suo repentino cambio d'umore, preferii lavorare ancora con lui. Una volta risolto il problema principale, il resto fu tutto in discesa.
In primo luogo, concordammo che come esplosivo di base sarebbe stato più sicuro usare roba convenzionale invece del fuoco greco. Tuttavia, lo usammo comunque per ideare dei proiettili incendiari, per i quali era di certo il miglior combustibile.
Il primo progetto dei proiettili, quelli che impiegavano troppo bronzo celeste, venne tenuto per dei proiettili perforanti, da usare solo contro bersagli incredibilmente corazzati come i dragoni.
Ideammo anche dei proiettili 'avvelenati', sostituendo il nucleo con una fiala di veleno (che per qualche motivo venivano insegnati qui a scuola come parte del curriculum standard!) e la punta di bronzo con una serie di piccoli aghi dello stesso materiale.
C'erano poi alcune idee più difficili da implementare; proiettili a frammentazione, e proiettili silenziosi.
I primi sarebbero esplosi poco prima dell'impatto, rilasciando centinaia di piccole schegge di metallo ("Per questi ci vorranno parecchie modifiche magiche," fu il commento ricorrente di Chris);
I secondi non avevano esplosivo, e invece della classica polvere a sparo avevano un innesco a gas. O meglio, l'idea era questa, secondo i progetti di Johnson, ma non sarebbe stato facile creare un innesco simile e, contemporaneamente, permettere ai proiettili di viaggiare a grandi distanze (Chris contava di usarli solo su armi a lungo raggio, come un fucile da cecchino).
Senza rendercene conto, rimanemmo fino al tardo pomeriggio in biblioteca, e quando me ne andai mi ero fatto una certa cultura sulle armi da fuoco. Personalmente preferivo sempre il mio fidato gladio, ma era un campo affascinante. Trascinato dall'entusiasmo di Chris, iniziai perfino a pensare a qualche progetto mio.
Tutti questi pensieri si fermarono bruscamente quando arrivai di fronte alla mia destinazione, ovvero l'infermeria.
Da lì dentro, provenivano tremende urla di terrore. E non avevo bisogno di sapere che solo un paziente occupava l'infermeria in quel periodo, perché riconobbi la voce all'istante.
Ad urlare era Piper.
Spigolo autore
Non so voi, ma ho sempre odiato quegli autori (anche professionisti) che impiegano sei pagine a descrivere una camera d'albergo, ma quando poi devono descrivere le armi liquidano la cosa dicendo semplicemente "una spada" oppure "una pistola".
Oltre a ciò, se avete letto le Sfide di Apollo, sapete che di norma le armi da fuoco sono tabù per i semidei, quindi preferisco passarci un po' più di tempo sopra, così da rendere chiaro come mai in questo caso specifico è possibile usarle.
Spero di non avervi annoiato troppo con i dettagli tecnici!
Nell'attesa del prossimo capitolo, se avete voglia di altro Harry Potter, perché non andate a leggere la mia traduzione di Star of Gryffindor? È una saga ambientata nel futuro, che segue le avventure dei figli dei nostri personaggi preferiti, come Albus Severus, James Sirius...e una ragazzina orfana di nome Astra Lewis, dal passato sconosciuto, che ha appena scoperto di essere una maga.
https://www.wattpad.com/story/223786326-star-of-gryffindor-libro-1-traduzione-italiana
La fanart ad inizio capitolo appartiene alla bravissima ashaddock. Seguitela!
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
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