XXIX: L'occasione fa la semidea ladra

Dov'era Silente, e che cosa faceva? Vidi il Preside solo tre volte in quasi due mesi di scuola. 

Compariva di rado ai pasti, e sembrava che Hermione avesse ragione a pensare che Silente si assentasse dalla scuola per alcuni giorni di fila. Si era forse dimenticato delle nostre lezioni? Aveva detto che le lezioni avevano a che fare con la profezia; mi ero sentito sostenuto, confortato, e ora mi sentivo un po' abbandonato.

A metà ottobre ci fu la prima gita a Hogsmeade. Fui lieto di scoprire che, nonostante le misure di sicurezza sempre più rigide, quelle escursioni fossero ancora permesse: era piacevole uscire dai confini del castello per qualche ora. La mattina della gita, che si annunciava tempestosa, mi svegliai presto e aspettai l'ora della colazione leggendo Pozioni avanzate. Di solito non leggevo libri di scuola a letto; come diceva giustamente Ron, quello era un comportamento vergognoso per chiunque tranne per Hermione, che era solo un po' stramba.

Tuttavia avevo la sensazione che il volume appartenuto al Principe Mezzosangue non si potesse proprio definire un libro di testo. Più tempo passavo sul libro, più comprendevo che non vi erano contenuti solo i suggerimenti e gli espedienti che mi stavano valendo una brillante reputazione con Lumacorno, ma anche fatture e piccoli incanti ingegnosi scarabocchiati ai margini e, a giudicare dalle cancellature e dalle revisioni, inventati dal Principe stesso.

Ne aveva già sperimentati alcuni. C'era una fattura che faceva crescere le unghie dei piedi ad una velocità incredibile (l'avevo provata su Goyle in corridoio, con risultati esilaranti); un incantesimo che incollava la lingua al palato (l'avevo inflitto due volte, tra gli applausi generali, ad un ignaro Argus Gazza); e, forse il più utile di tutti, il Muffliato, un comando che riempiva le orecchie degli altri di un ronzio indistinto, così da poter comodamente chiacchierare in classe senza essere ascoltati. L'unica a non trovarci niente di buffo era Hermione, che manteneva un'espressione di rigido disappunto e si rifiutava di proferir parola se io usavo il Muffliato.

Girai il libro per esaminare più da vicino le istruzioni di un incantesimo che sembrava aver messo il Principe a dura prova. C'erano molte cancellature e modifiche, ma infine, rannicchiata in un angolo della pagina, ecco la scritta:

 Levicorpus (n-vbl)

Nel rumore del vento e della pioggia ghiacciata che battevano instancabili sulle finestre e di Neville che russava forte, fissai le lettere fra parentesi. N-vbl... doveva significare non verbale. Dubitavo di poterlo eseguire: avevo ancora qualche difficoltà con gli incantesimi non verbali, cosa che Piton non aveva mancato di commentare a ogni lezione. D'altra parte, il Principe fino a quel momento si era dimostrato un insegnante molto più utile di Piton.

E sottolineo fino a quel momento, perché gli effetti dell'incantesimo furono tutt'altro che piacevoli, come sottolineò Hermione quando Ron glielo raccontò più tardi a colazione.

"... e poi c'è stato un altro lampo e sono atterrato sul letto!" Concluse con un gran sorriso, servendosi le salsicce.

Hermione, serissima e gelida, si rivolse a me: "Per caso era un'altra formula del tuo libro di pozioni?" Chiese.

La guardai accigliato. "Salti sempre alle conclusioni peggiori, vero?"

"Lo era?"

"Beh... sì, e allora?"

"Allora hai deciso di provare un incantesimo sconosciuto e scritto a mano per vedere che cosa succedeva?"

"Che cosa importa se era scritto a mano?" Domandai, scegliendo di non rispondere al resto della domanda.

"Probabilmente non è approvato dal Ministero della Magia," rispose Hermione. "E in più," aggiunse, mentre io e Ron alzavamo gli occhi al cielo, "sto cominciando a pensare che questo Principe sia davvero sospetto."

Sia io che Ron la zittimmo subito. "È stata una cosa da ridere!" Esclamò Ron, vuotando una bottiglia di ketchup sulle sue salsicce. "Da ridere, Hermione, tutto qui!"

"Appendere la gente a testa in giù per la caviglia?" Ribatté Hermione. "Chi spreca tempo ed energie a inventare incantesimi del genere?"

"Fred e George," rispose Ron con un'alzata di spalle, "è il loro genere. E, ehm..."

"Mio padre," dissi. Mi era venuto in mente solo in quel momento.

"Che cosa?" Chiesero insieme Ron e Hermione. "Mio padre usava questo incantesimo," spiegai. "Io... me l'ha raccontato Lupin."

Era vero solo in parte; in effetti, avevo visto mio padre usare la fattura contro Piton, ma non avevo mai raccontato a Ron e Hermione di quella particolare visione nel Pensatoio. Ora, tuttavia, una meravigliosa ipotesi mi attraversò la mente. Possibile che il Principe Mezzosangue fosse...?

"Forse l'ha usato tuo padre, Harry," disse Hermione, "ma non è il solo. Abbiamo visto un sacco di gente usarlo, nel caso te lo sia dimenticato. Appendere la gente per aria. Farla galleggiare addormentata e indifesa."

La fissai. Mi sentii sprofondare, ricordando l'aggressione dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch.

Ron venne in mio aiuto. "Era diverso," asserì con vigore. "Loro ne abusavano. Harry e suo padre si sono solo fatti due risate. A te non piace il Principe, Hermione," aggiunse, puntandole contro una salsiccia, "perché è più bravo di te in Pozioni..."

"Non c'entra niente!" Esclamò Hermione, arrossendo. "Penso solo che sia da irresponsabili eseguire incantesimi quando non si sa nemmeno a cosa servono, e smettila di parlare del 'Principe' come se fosse il suo titolo, scommetto che è solo uno stupido soprannome, e poi non mi pare che fosse proprio un simpaticone!"

"E tu che ne sai, scusa?" Ribattei, accalorandomi. "Se fosse stato un Mangiamorte in erba non si sarebbe vantato di essere un 'Mezzosangue', no?" Già nel dirlo, mi venne in mente che mio padre era un Purosangue, ma allontanai il pensiero; me ne sarei preoccupato più tardi...

"I Mangiamorte non possono essere tutti Purosangue, non ne sono rimasti abbastanza," insistette Hermione. "Per la maggior parte saranno Mezzosangue che si fanno passare per puri. Sono solo i Babbani di nascita che detestano, sarebbero felici di permettere a te e a Ron di unirvi a loro."

"Non mi permetterebbero mai di diventare un Mangiamorte!" Esclamò Ron indignato, e un pezzetto di salsiccia volò via dalla forchetta che brandiva contro Hermione, atterrando sulla testa di Ernie Macmillan. "Tutti quelli della mia famiglia sono traditori del proprio sangue! Per i Mangiamorte è orrendo quanto essere Nati Babbani!"

"Sarebbero lieti di accettarmi nel club, come no," ribattei sarcastico. "Saremmo amiconi, se non continuassero a cercare di uccidermi."

Dopo l'annuncio di un'altra 'lezione' con Silente, e dopo aver scoperto che Ginny avrebbe passato tutta la giornata con Dean (cosa che assolutamente non mi fece venir voglia di sperimentare qualche altro incantesimo del Principe su di lui), partimmo per Hogsmeade.

Non fu una passeggiata piacevole. Il vento fortissimo rendeva impossibile tenere gli occhi aperti, anche con gli occhiali. Provai ad alzare la sciarpa, il che bloccò esattamente lo 0,003% del vento, e a fatica arrancammo tutti e tre fino a Mielandia. Eravamo appena entrati, sicuri di poter tirare un sospiro di sollievo, quando...

"Harry, ragazzo mio!" Tuonò una voce alle nostre spalle.

"Oh, no," borbottai. Ci voltammo tutti e tre verso il professor Lumacorno: indossava un cappotto con il collo di pelliccia, un enorme berretto della stessa pelliccia, reggeva un grosso sacchetto di ananas candito e occupava almeno un quarto del negozio.

"Harry, ti sei già perso tre delle mie cenette!" Esclamò, dandomi una pacca gioviale sul petto. "Non va bene, ragazzo mio, sono deciso ad averti! La signorina Granger le adora, vero?"

"Sì," rispose Hermione, impotente, "sono davvero..."

"Allora perché non vieni, Harry?" Chiese Lumacorno.

"Be', ho avuto gli allenamenti di Quidditch, professore," mi scusai, anche se in verità programmavo gli allenamenti ogni volta che Lumacorno mi mandava il piccolo invito adorno di nastro violetto. In questo modo Ron non veniva escluso, ed io e Ginny ci facevamo quattro risate pensando a Hermione intrappolata con McLaggen e Zabini.

"Beh, dopo tutto questo impegno, mi aspetto che tu vinca la prima partita!" Esclamò Lumacorno. "Ma un po' di distrazione non uccide nessuno. Allora, lunedì sera, non vorrai allenarti con questo tempo..."

"Lunedì non posso, professore, ho... ehm... un appuntamento con il professor Silente."

"Di nuovo sfortunato!" Gridò Lumacorno in tono teatrale. "Ah, beh... Non puoi sfuggirmi per sempre, Harry!" Agitando la mano con fare regale, caracollò fuori dal negozio, dedicando a Ron la stessa attenzione che avrebbe riservato a un espositore di Scarafaggi a Grappolo.

"Non posso credere che tu sia riuscito a evitarne un altro," si lamentò Hermione, scuotendo la testa. "Non sono poi così male, sai... qualche volta sono anche divertenti..." Ma poi vide la faccia di Ron. "Oh. Guardate... hanno le Penne d'oca di zucchero Deluxe... dureranno ore!"

Lieto che Hermione avesse cambiato argomento, mostrai un interesse assai maggiore di quanto avrei fatto normalmente per le nuove grandi Penne d'oca di zucchero, ma Ron fu intrattabile e si limitò ad alzare le spalle quando Hermione gli chiese dove voleva andare.

"Andiamo ai Tre Manici di Scopa," proposi. "Là farà caldo."

Entrati dentro, notai Jason e Piper appartati in un tavolino nell'angolo. Non vorrei sembrare offensivo, ma non ce li vedevo molto insieme. Insomma, parevano la tipica coppia di Hollywood: tutto fumo e niente arrosto. E poi, non vorrei insinuare, nulla, ma da come si comportavano mi sembravano stare insieme più per gioco che per altro. Così, ad istinto, avrei detto che Jason e la tipa che faceva paura (Reyna, mi pare?) fossero più adatti insieme.

[Non vorrei di qua, non vorrei di là, ma mi sembra che tu non stia risparmiando nulla...]

Bevemmo una Burrobirra, chiacchierammo un po' tra noi, poi Jason e Piper vennero al nostro tavolo.

"Heylà!" Salutò Piper allegra, piombando sulla panca vicino ad Hermione.

"Ciao, ragazzi! Che tempaccio, eh?" Fece Ron.

"In realtà no," disse Jason con un sorrisetto. "Mi basta volerlo e il vento non ci sfiora neanche. Anzi, a dirla tutta, tra lo sforzo e il calore del locale sto sudando un po'."

"I gemelli non sono con voi?" Chiese Hermione.

"No, sono per conto loro. Non possiamo e, francamente, non vogliamo stargli dietro tutto il tempo," rispose Piper, mentre finiva la sua Burrobirra in due sorsi. Jason invece non la toccò nemmeno.

Hermione annuì, agitandosi leggermente sulla sedia. dopo le rivelazioni della scorsa estate, l'argomento era diventato piuttosto spinoso (cioè, più del solito). Più di una volta sembrava sul punto di confidarmi qualcosa, poi però si tirava indietro e non parlava più. Se avesse continuato così ancora a lungo, avrei iniziato a cercare la ricetta del Veritaserum nel libro del Principe.

Un paio d'ore dopo, decidemmo di tornare al castello, dato che noi poveri mortali non eravamo in grado di controllare la natura stessa come se nulla fosse.

[Nel caso non si fosse capito, il poveretto ancora non si è abituato alla cosa.]

[Seriamente, Percy, cosa faresti tu al posto mio?]

Ci avvolgemmo di nuovo nei mantelli, risistemammo le sciarpe, c'infilammo i guanti; poi seguimmo Katie Bell ed un'amica fuori dal pub e su per High Street. Sulla strada verso Hogwarts, arrancando nella fanghiglia gelata, lasciai vagare i miei pensieri su Ginny. Non ci eravamo incontrati: sicuramente, lei e Dean erano rinchiusi al calduccio della sala da tè di Madame Piediburro, il rifugio delle coppie felici.

[Bleah!]

Accigliato, chinai il capo contro la gelida pioggia vorticante trascinando i piedi. Ci volle un po' prima che mi accorgessi che le voci di Katie Bell e della sua amica, che il vento gli riportava indietro, erano diventate più alte e acute. Harry cercò di scrutare le loro sagome indistinte. Le due ragazze litigavano per qualcosa.

"Katie, fidati, è meglio per tutti se lo hai perso."

 "Non sono affari tuoi, Leanne!" Sentii.

[Oh...quanto odio questa parte...]

Svoltammo in un viottolo, mentre il nevischio diventava più denso e fitto, offuscando le mie lenti. Piper e Jason ci superarono sulla strada, discutendo riguardo ad un pacchetto che Piper aveva in mano.

Ad un certo punto, Jason disse qualcosa, Piper alzò gli occhi al cielo, e rispose qualcosa di simile a: "Solo un'occhiata." Aprì il pacchetto e vi infilò una mano dentro.

Il pacchetto cadde a terra. All'improvviso Piper si levò a mezz'aria, non come Ron, sospeso in modo ridicolo per la caviglia, ma con grazia, le braccia aperte, come se stesse per volare. Eppure c'era qualcosa di sbagliato, qualcosa di inquietante... I capelli le vorticavano attorno al viso frustati dal vento forte, ma i suoi occhi erano chiusi e il volto era privo di espressione. Io, Ron, Hermione e Jason ci eravamo bloccati.

Poi, a quasi due metri dal suolo, Piper emise un urlo terribile. I suoi occhi si spalancarono, ma qualunque cosa vedesse o provasse, era evidente che le procurava un dolore tremendo. Urlò e urlò; anche Jason cominciò a urlare e afferrò Piper per le caviglie, cercando di trascinarla a terra.

Io, Ron e Hermione corremmo avanti per aiutarla, ma proprio mentre la prendevano per le gambe, Piper ci precipitò addosso; Io e Ron riuscimmo a sorreggerla, ma si contorceva tanto che non potevamo trattenerla. Così la calammo a terra, dove si agitò urlando, senza riconoscerli.

Mi guardai intorno; non c'era nessuno. "Restate qui!" Urlai agli altri superando l'ululato del vento. "Vado a cercare aiuto!"

Feci per correre verso la scuola; non avevo mai visto nessuno in quello stato e non riuscivo a capirne la causa. Mi lanciai oltre una curva nel viottolo e urtai contro quello che sembrava un enorme orso ritto sulle zampe posteriori.

"Hagrid!" Esclamai senza fiato, districandomi dalla siepe in cui ero caduto.

"Harry!" Esclamò Hagrid, che aveva il nevischio impigliato nelle sopracciglia e nella barba, e indossava l'enorme, irsuta pelliccia di castoro. "Sono andato a trovare Grop, cresce così bene che non ci si..."

"Hagrid, c'è una ragazza che si è fatta male laggiù, o che è stata stregata, o qualcosa..."

"Cosa?" Domandò Hagrid, chinandosi di più per sentire Harry sopra l'ululato del vento. 

"Qualcuno è stato stregato!" Urlai.

"Stregato? Chi è stato stregato... Ron? Hermione?"

"No, nessuno di loro, è Piper McLean... Da questa parte..." Corremmo insieme lungo il viottolo. In un attimo trovammo il gruppetto intorno a Piper, che continuava a contorcersi e urlare; Ron, Hermione e Jason cercavano di calmarla.

"State indietro!" Gridò Hagrid. "Fatemela vedere!"

"Le è successo qualcosa!" Urlò Jason. "Non so che cosa..."

Hagrid fissò Piper per un attimo poi, senza una parola, si chinò, la prese fra le braccia e cominciò a correre verso il castello. Poco dopo le urla penetranti di Piper erano svanite e il solo rumore rimasto era il ruggito del vento. Hermione andò da Jason, che tremava come una foglia.

"Tu stai bene?" Lui annuì. "È successo all'improvviso, o...?"

"È successo quando si è strappato quello," raccontò Jason balbettando, e indicò il pacchetto che giaceva al suolo. La carta marrone ormai inzuppata che lo avvolgeva si era squarciata rivelando un lucore verdastro. Ron si chinò con la mano tesa, ma gliela bloccai e lo tirai indietro.

"Non toccarlo!" Mi accovacciai. Dalla carta spuntava un'elaborata collana di opali. "Io l'ho già vista" dissi, fissandola. "Era esposta da Magie Sinister secoli fa. Il cartellino diceva che era maledetta. Piper deve averla toccata."

Alzai lo sguardo su Jason. Capii che fremeva dalla voglia di fare qualcosa. "Come ha fatto Piper ad averla?"

Lui ci guardò senza rispondere, sembrava riflettere su qualcosa. Dopo un minuto, sospirò e disse, "Piper è cleptomane. Se glielo chiedete negherà, ma abbiamo un certificato medico. Lo ha rubato a chissà chi poco dopo essere uscita dal pub. Io l'avevo convinta a restituirlo, ma lei ha insistito per dare un'occhiata, e poi... il resto lo avete visto."

"È meglio che torniamo a scuola," suggerì Hermione, "così sapremo come sta. Andiamo..." Io esitai per un attimo, poi mi sfilai la sciarpa e, ignorando il rantolo terrorizzato di Ron, ricoprii con cautela la collana e la raccolsi.

"Dobbiamo mostrarla a Madama Chips," dissi.

Mentre seguivo Hermione e Jason su per la strada, riflettevo intensamente. Appena mettemmo piede nel parco del castello, non riuscii più a trattenermi e proruppi: "Malfoy sa della collana. Era in una teca di Magie Sinister quattro anni fa, l'ho visto che la guardava quando mi nascondevo da lui e da suo padre. È questa la cosa che stava comprando il giorno che l'abbiamo seguito! Se l'è ricordata ed è tornato a comprarla!"

"Non... non so, Harry," fece Ron esitante. "Un sacco di gente va da Magie Sinister... E non sappiamo da chi l'ha presa Piper..."

"Prima ho sentito Katie Bell e una sua amica litigare. Mi chiedo se sia una coincidenza o..."

"La McGranitt!" Mi avvertì Ron.

Alzai lo sguardo. La professoressa McGranitt stava in effetti correndo verso di noi giù dai gradini di pietra, nel nevischio vorticante. "Hagrid dice che voi quattro avete visto che cosa è successo a Piper McLean... Subito nel mio ufficio, per favore! Che cos'hai in mano, Potter?"

"È la cosa che ha toccato," risposi.

"Santo cielo!" Esclamò la professoressa McGranitt allarmata, e prese la collana dalle mie mani. "No, no, Gazza, sono con me!" Aggiunse in fretta mentre Gazza si avvicinava zelante dalla Sala d'ingresso, brandendo il suo Sensore Segreto. "Porti subito questa collana al professor Piton, ma stia attento a non toccarla, la tenga avvolta nella sciarpa!"

Io e gli altri seguimmo la professoressa McGranitt di sopra, nel suo ufficio. Le finestre schizzate di nevischio tremavano negli infissi e la stanza era gelida nonostante il fuoco scoppiettasse nel camino. La professoressa McGranitt chiuse la porta e andò alla scrivania per fronteggiare me, Ron, Hermione e Jason che stava ancora tremando.

"Allora?" Chiese bruscamente. "Che cosa è successo?"

Esitando e interrompendosi spesso, Jason raccontò tutto quello che aveva detto a noi. Ad un certo punto non ce la fece più e chiese, "Posso andare a trovarla, professoressa?"

"D'accordo," lo consolò la professoressa McGranitt con una certa dolcezza, "vai in infermeria e vedi se Madama Chips ti permette di vederla."

Quando fu uscito, la professoressa McGranitt si rivolse a me, Ron e Hermione. "Che cosa è successo quando Piper ha toccato la collana?"

"Si è alzata in aria," risposi io prima che Ron o Hermione potessero parlare. "E poi ha cominciato a urlare ed è precipitata. Professoressa, posso vedere il professor Silente, per favore?"

"Il Preside è via fino a lunedì, Potter," disse la professoressa McGranitt, sorpresa.

"Via?" Ripetei con rabbia.

"Sì, Potter, via!" Sbottò la professoressa McGranitt, brusca. "Ma qualunque cosa tu abbia da dire su questa terribile faccenda sono sicura che puoi dirla anche a me!"

Per un istante, esitai. La professoressa McGranitt non invitava alle confidenze; Silente, benché più intimidatorio per molti versi, sembrava invece meno incline a farsi beffe di una teoria, per quanto assurda. Era questione di vita o di morte, però, e non era proprio il momento di preoccuparsi di venire deriso.

"Credo che Draco Malfoy abbia dato a qualcuno quella collana, professoressa." Al mio fianco, Ron si stropicciò il naso con palese imbarazzo; dall'altro lato, Hermione strofinò i piedi a terra come se volesse mettere una certa distanza fra sé e me.

"Questa è un'accusa molto seria, Potter," osservò la professoressa McGranitt dopo una pausa scandalizzata. "Hai qualche prova?"

"No," risposi, "ma..." e le raccontai di quando avevo seguito Malfoy fino da Magie Sinister e della conversazione che avevo origliato.

Quando ebbi finito di parlare, la professoressa McGranitt era un po' confusa.

"Malfoy ha portato qualcosa da riparare da Magie Sinister?"

"No, professoressa, voleva solo che Sinister gli dicesse come aggiustare una cosa, non l'aveva con sé. Ma non è questo il punto, il fatto è che ha comprato qualcosa nella stessa occasione, e io credo che fosse quella collana..."

"Hai visto Malfoy uscire dal negozio con un pacchetto simile?"

"No, professoressa, ha detto a Sinister di tenergliela da parte..."

"Ma Harry," mi interruppe Hermione, "Sinister gli ha chiesto se voleva portarla con sé, e Malfoy ha detto di no..."

"Perché non voleva toccarla, è chiaro!" Ribattei furioso.

"Veramente ha detto: 'Non posso portarlo così per strada'," rimarcò Hermione.

"Be', sarebbe sembrato un idiota a portare una collana," intervenne Ron.

"Oh, Ron," sospirò Hermione esasperata, "sarebbe stata tutta impacchettata, per non toccarla, e quindi piuttosto facile da nascondere sotto un mantello: nessuno l'avrebbe vista! Secondo me, qualunque cosa si sia fatto mettere da parte Malfoy, dev'essere rumorosa o voluminosa: qualcosa che sapeva avrebbe attirato l'attenzione... e comunque," continuò a voce alta, prima che riuscissi a interromperla, "io ho chiesto a Sinister della collana, non vi ricordate? Quando sono entrata per cercare di scoprire che cosa gli aveva chiesto Malfoy, l'ho vista. E Sinister mi ha detto il prezzo, non ha detto che era già venduta..."

"Be', sei stata così prevedibile che ha capito le tue intenzioni in cinque secondi, è chiaro che non te l'avrebbe detto... Comunque Malfoy avrebbe potuto mandare qualcuno a prenderla, da allora..."

"Basta così!" ci interruppe la professoressa McGranitt, mentre Hermione apriva la bocca per ribattere, furente.

"Potter, apprezzo che tu mi abbia detto questo, ma non possiamo accusare il signor Malfoy solo perché ha fatto visita al negozio in cui questa collana potrebbe essere stata comprata. Lo stesso vale probabilmente per centinaia di persone..."

"... È quello che ho detto io..." borbottò Ron.

"... e comunque abbiamo messo in atto strettissime misure di sicurezza quest'anno, non credo che quella collana avrebbe potuto entrare a scuola a nostra insaputa..."

"... Ma..."

"... e soprattutto," concluse la professoressa McGranitt in tono terribilmente definitivo, "il signor Malfoy oggi non era ad Hogsmeade."

La guardai a bocca aperta, come sgonfiandomi. "Come fa a saperlo, professoressa?"

"Perché era in punizione con me. Non ha finito i compiti di Trasfigurazione per due volte di fila. Quindi grazie per avermi rivelato i tuoi sospetti, Potter," proseguì, "ma adesso devo andare in infermeria per vedere come sta Piper McLean. Buona giornata a tutti." Tenne aperta la porta del suo ufficio.

Non avemmo scelta: sfilammo davanti a lei senza aggiungere parola. Io ero arrabbiato con gli altri due perché si erano schierati con la McGranitt; tuttavia, non potei non intervenire quando cominciammo a parlare dell'accaduto.

"Allora da chi pensate che Piper abbia rubato la collana?" Chiese Ron mentre salivano le scale verso la sala comune.

"Chi lo sa," disse Hermione. "Ma chiunque fosse, se l'è cavata per un pelo. Nessuno avrebbe potuto aprire quel pacchetto senza toccare la collana."

"Poteva essere destinata a un sacco di gente" osservai. "A Silente... i Mangiamorte sarebbero lieti di liberarsi di lui, dev'essere uno dei loro bersagli preferiti. O a Lumacorno... Silente sostiene che Voldemort lo voleva davvero dalla sua, e non possono essere contenti che stia dalla parte opposta. Oppure..."

"Oppure a te," concluse Hermione, turbata.

"Impossibile," risposi, "Chiunque sia stato era nel pub, se Piper l'ha presa lì; quella persona poteva semplicemente darmelo lì. Sarebbe stato molto più sensato consegnare il pacchetto fuori da Hogwarts, visto che Gazza perquisisce tutti quelli che entrano ed escono. Chissà perché Malfoy gli ha detto di portarlo dentro il castello..."

"Harry, Malfoy non era ad Hogsmeade!" Esclamò Hermione, pestando un piede per la frustrazione.

"Avrà usato un complice," insistetti. "Tiger o Goyle... oppure, adesso che ci penso, un altro Mangiamorte, avrà un mucchio di compari migliori di Tiger e Goyle ora che si è unito..." Ron e Hermione si scambiarono sguardi che dicevano chiaramente 'non serve a niente discutere con lui'.

"Zuppa di prugne," declamò Hermione quando raggiungemmo la Signora Grassa. Il ritratto si aprì per farci passare. La sala comune era piuttosto affollata e odorava di vestiti umidi; a quel che pareva molti ragazzi erano tornati presto a Hogwarts per via del maltempo. Non c'erano brusii spaventati o scambi di congetture, tuttavia: evidentemente la notizia della sorte di Piper non si era ancora diffusa.

"Non è stato un attacco molto astuto, a pensarci bene," osservò Ron, scaraventando via con aria noncurante un piccolo del primo anno da una delle poltrone buone vicino al fuoco e prendendone il posto. "La maledizione non è nemmeno entrata nel castello. Non è quello che si dice un piano infallibile."

"Hai ragione," convenne Hermione, spingendo via Ron dalla poltrona con un calcetto e offrendola di nuovo al piccolo del primo anno. "Non è stato affatto ben congegnato."

"Ma da quando Malfoy è uno dei grandi pensatori mondiali?" chiesi. Né Ron né Hermione mi risposero.




Spigolo autore

Pronti per una sorpresina la settimana prossima?

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima.

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