XXIV: Oggi i morti non muoiono

[A questo punto dovrei fare un passo indietro e spiegare che diamine stesse succedendo. C'è un solo problema: neanch'io capivo che diamine stesse succedendo. Per questo motivo, cederò di nuovo la parola a Percy.]

Io ed Hazel ci riprendemmo dopo una quantità indefinita di tempo. Forse pochi minuti, dato che nessuno ci era venuto a cercare. Pochi secondi dopo, però, notammo alcune persone venire verso di noi; le bacchette sguainate erano evidenti anche a quella distanza.

"Vieni! Non possiamo farci vedere!" Mi incitò Hazel, tendendomi la mano. Mi aiutò a rialzarmi, poi iniziammo a correre.

"Vuoi nasconderti nella Foresta?"

"No, ma mi serve un'ombra. Quando te lo dico, afferrami la mano!"

"Non vorrai mica-WOAH!" Un incantesimo passò vicino a me, a pochi centimetri dal mio orecchio. Altri lo seguirono. "Non vorrai mica fare un viaggio-ombra!"

"È l'unico modo per-OCCHIO A DESTRA!" D'istinto balzai di lato, evitando una maledizione.

"Mi hai detto di non esserci mai riuscita!"

"Al tre!" Ormai eravamo quasi arrivati, ma eravamo costretti a correre a zig-zag per evitare gli incantesimi, ed i nostri inseguitori stavano guadagnando terreno.

"Ne sei sicura?"

"Uno, due..."

"E va bene, mi fido!" Le afferrai la mano.

"TRE!" Ci buttammo in avanti, sparendo nell'ombra della prima fila di alberi della foresta.

Quando uscimmo dalle ombre ci schiantammo in faccia ad un muro. Io ero leggermente più dietro, quindi ebbi tempo di ammortizzare il colpo, ma Hazel si schiantò in pieno, rompendosi il naso.

Prima che potessi commentare in qualunque modo, Hazel disse, "Non una parola. Puntavo alla Stanza delle Necessità."

In effetti, guardandomi attorno, notai che ci trovavamo proprio nel corridoio della Stanza. Velocemente le chiesi un rifugio dove non potessero trovarci, e ci infilammo dentro. Hazel scartò un quadratino di ambrosia (ne portava sempre un po' con sè) e lo mangiò, mentre le asciugavo il sangue con dei fazzoletti gentilmente forniti dalla Stanza.

"Allora....siamo nei guai."

"Sì, decisamente. Come è successo? Come hanno fatto a vedere il Marchio Nero?" Stamattina avevo notato che il marchio della Legione appariva leggermente distorto, segno che la Foschia stava agendo, ma non immaginavo certo che mostrasse quello!

Hazel stava per rispondere, poi sembrò accorgersi di qualcosa; sgranò gli occhi e si mise le mani in faccia. "Ma io allora sono davvero cretina!"

"Hey, non dire così, non è colpa tua!"

"Invece sì! La Foschia non distorce la realtà in modo casuale; mostra alle persone ciò che vogliono vedere. Harry e gli altri sospettano di noi da mesi, ormai. Hanno visto un tatuaggio, e lo hanno immediatamente associato al Marchio Nero, ovvero la prova inequivocabile che i loro sospetti erano veri."

Mi sedetti e mi presi la testa tra le mani. "PERCHÉ proprio ora? Perché? Abbiamo resistito un anno intero, e proprio adesso che c'era bisogno di noi lui ci odia!"

"Percy, senti..." disse Hazel, evitando di guardarmi. "Ho evitato di dirtelo per non farti spaventare, ma ora è necessario. Qualche giorno fa Harry ha fatto una sfuriata tremenda. Ci accusava di tramare alle sue spalle. Pensavo fosse solo lo stress o che so io, ma Ginny mi ha confidato che lui teme che Voldemort possa prendere controllo della sua mente."

Si fece più vicina a me. "Anche prima si è comportato in modo strano. Stava per abbassare la bacchetta, poi però ci ha attaccato all'improvviso. E se fosse vero? Se Voldemort lo stesse influenzando in qualche modo?"

"Oh no....oh, no no no no...è terribile..." Presi a girare per la stanza. Mi stava prendendo il panico.

"No, no no no... non può essere... Hazel, dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo...dobbiamo..."

"Percy..."

"Hazel, muoviamoci! Dobbiamo inventarci qualcosa, dobbiamo pensare ad un piano..."

"Percy!"

"Ahh, ma a che serve...Harry ci odia ormai...è tutto inutile, tutto inutile.."

SMACK!

Hazel mi aveva appena tirato uno schiaffone da record.

"Ahi! Perché lo hai fatto?"

"Perché non sopporto di vedere il mio eroe, il Salvatore dell'Olimpo, piagnucolare come un bambino di fronte alla prima difficoltà!" Aveva uno sguardo duro, ma negli occhi le vedevo più che altro preoccupazione. "Si può sapere che ti prende? Non ti ho mai visto così disperato. Cosa è successo?"

Finalmente mi fermai, e mi sedetti. Feci qualche respiro, e dissi, "Non è come le altre volte, Hazel. Harry crede che io stia tramando contro di lui, e non riesco a togliermi dalla testa l'idea che sia colpa mia, che avrei dovuto stargli più vicino, aiutarlo di più. Anche se tutto si chiarirà, ho paura di averlo deluso, di non averlo aiutato abbastanza. Mi ricorda me stesso alla sua età, sai? Sempre concentrato sulla guerra, senza un attimo di pace, nessuno con cui confidarmi sul serio. Io avrei potuto essere tutto questo per lui, e invece ho trascurato la cosa."

Lei mi venne vicino e mi mise una mano sulla spalla. "Percy, non dire così. Tu ci hai provato, me ne sono accorta. Va bene, forse abbiamo sbagliato, ma siamo ancora in tempo per rimediare!"

"Sì, certo, ma in ogni caso l'ho deluso. In questo momento si sta gettando in una probabile trappola, ed io non sono lì per aiutarlo.""

"Già. Scommetto che è molto spaventato adesso. Che cosa pensi di fare?"

"Ahhh...probabilmente qualche stupidaggine."

"Beh, ma quelle le abbiamo già fatte."

Un'idea si fece strada nella mia mente. Era pericolosa, sconsiderata, e andava contro tutte le raccomandazioni che ci erano state date prima di partire per l'impresa. Ero perfettamente consapevole di tutto ciò. Sai quale fu la mia reazione?

Al Tartaro, un mio amico ha bisogno di me!

"Allora farò qualche pazzia," dissi rialzandomi.

"Ecco, così va meglio," rispose orgogliosa Hazel.

Preparammo in fretta e furia un Messaggio Iride. "Oh Iride, dea dell'Arcobaleno, accetta la mia offerta. Mostrami Nico di Angelo ovunque si trovi!"

Quando la connessione si aprì, notai Nico e Will Solace, in atteggiamenti...poco appropriati.

"NICO!" Strillai con tutto il fiato che avevo. In qualunque altro momento avrei preso una macchina fotografica e mi sarei scatenato, ma ora non era proprio il caso.

Nico interruppe il bacio come se Will gli avesse dato la scossa. "Ehm...Percy...Io posso spiega-"

"NON HAI NIENTE DA SPIEGARE, SONO FELICISSIMO PER VOI E VI AUGURO CHE LE COSE VADANO BENISSIMO! ORA PERÒ PRENDI LA SIGNORA O'LEARY E CATAPULTATI QUI! È UN'EMERGENZA!" Dissi tutto d'un fiato. A giudicare dall'espressione di Nico, dovevo sembrare abbastanza sconvolto.

"Quanto è grave la situazione?" Chiese lui, immediatamente pronto all'azione.

"TANTO GRAVE! MUOVITI!"

"Va bene. Dove siete?"

Ach... Come facevo a spiegargli dove fosse Hogwarts?

"Aspetta un attimo. Hazel è con te?" Annuii. "Allora non c'è bisogno, posso viaggiare nelle ombre seguendo la sua linea vitale."

"VA BENE MA SBRIGATI!"

"Ehm...glielo dici tu ad Hazel che..."

"Ho visto tutto," disse lei avvicinandosi. "Partendo dal presupposto che sono contentissima per voi...Will Solace, ti sembra il caso di andarci così pesante? Sembravi una sanguisuga!"

"Scusami Hazel, hai ragione," rispose Will, solo lievemente imbarazzato. "Posso dire a mia discolpa che neanche Nico si trattie-"

"ZITTO IDIOTA!" Lo bloccò Nico, ficcandogli una mano in gola. Arrossì così tanto che avrebbe potuto rimanerne perennamente abbronzato. "Dammi un po' di tempo e sarò lì...CHE SCHIFO!" Quest'ultima parte la aggiunse quando tirò fuori la mano dalla bocca di Will.

Sì guardò la mano, poi Will, poi di nuovo la mano, poi di nuovo Will. "Mi hai leccato la mano? Sei serio?"

"Non riuscivo a respirare!"

Chiusi la conversazione per non invadere oltre la loro privacy. Mi sentivo leggermente più tranquillo ora. Mi avvicinai ad Hazel.

"Beh, era anche ora, no?"

"Sì, decisamente. Sono felicissima," disse lei. "Certo però che potrebbero trattenersi un po'!"

"Beh, non è che tu e Frank ve la siate presa comod-AHI!" Mi aveva tirato un pugno sul braccio.

"Era diverso!" Disse lei, arrossendo e arricciando il naso in modo adorabile. "Saremmo potuti morire entro due mesi. Carpe diem, hai presente?"

"Sì, ma tu lo hai preso proprio alla lettera!" Ridacchiai io.

"Ah, sta' zitto, Jackson!" Disse lei, girandosi per nascondere il sorriso. Ad un certo punto trasalì "Il mantello!"

"Cosa?"

"Il mantello da pretore di Frank! È il momento giusto per usarlo, no? Torno subito!" Tornò una ventina di minuti dopo, col mantello in mano.

Aspettammo un quarto d'ora. Poi mezz'ora. Poi un'ora. Stavo diventando paranoico. Stavo quasi per chiedere ad Hazel di fare il viaggio-ombra fino a Londra da sola, ma non me la sentivo di chiederle un tale sforzo. Se anche ci fosse riuscita, probabilmente sarebbe svenuta, ed avrei dovuto lasciarla sola in territorio nemico. Non era un'opzione.

Quando finalmente stavo per impazzire, notai le ombre piegarsi. Finalmente dalle ombre balzò fuori la Signora O'Leary, con in groppa Nico...Ed un sacco di altre persone.

"Scusa se ci ho messo tanto, Percy, dovevo radunare i rinforzi." Per l'occasione aveva indossato l'armatura completa, dotata di elmo a forma di teschio.

Dalla groppa della mia cagnolona scesero tutti gli altri: C'erano Jason e Piper, Frank e Reyna, Leo e Calipso...e la ragazza più bella che esista.

"Heylà Testa d'Alghe! Felice di vedermi?" Chiese, sorridendomi, la mia splendida Annabeth.

Non risposi, la baciai direttamente. Lo so, la questione era urgente e bla bla bla, ma capitemi, dovevo recuperare nove mesi di assenza.

"Che ci fate tutti qui, ragazzi?" Chiese Hazel, quando sciolse il suo bacio con Frank.

"Che domande sono? Siamo venuti ad aiutarvi!" Disse Calipso sorridendo. "Allora, qual è l'emergenza?"

Gli spiegai brevemente cosa era successo ad Harry, chi era Sirius, come mai ci aveva impedito di andare con lui, e il fatto che probabilmente era una trappola.

"Tutto chiaro. Siamo pronti ad andare?" Chiese Reyna.

"Tu e Frank non dovreste essere a Nuova Roma a fare...roba da pretore?"

Lei fece spallucce. "Appunto. Appena ho saputo che c'era una possibile battaglia mortale mi sono precipitata."

Mai come in quel momento fui così felice di non essere più pretore.

"Ragazzi, io... non sapete quanto sia felice di vedervi!" Per la cronaca, non stavo per piangere.

[Sì, certo, certo.]

"Devo avvertirvi però. Questi maghi non sono come i mostri che abbiamo affrontato. Dobbiamo affrontare la cosa in modo totalmente diverso."

"Io e Piper ne abbiamo una vaga idea," disse Jason, facendo un sorrisetto furbo alla sua fidanzata. In sincrono, tirarono fuori due bacchette magiche.

"E quelle dove le avete prese?" Chiese Hazel prima che potessi farlo io.

"Abbiamo passato un anno intero ad addestrarci con Ecate," spiegò Piper. "L'anno prossimo a quanto pare ci sarà un cambio della guardia."

Quella di Jason era di legno chiaro, con l'impugnatura scura. Quella di Piper invece era l'opposto: tutta laccata di nero eccetto l'impugnatura, azzurra con ghirigori dorati.

Lei era quella che era cambiata di più in un anno. Tre piercing all'orecchio destro, una collana con una grossa pietra azzurra come pendente, ed un enorme tatuaggio sul braccio destro: Tre rose, una rossa, una viola ed una azzurra, i cui steli le si attorcigliavano per tutto il braccio fino alla punta delle dita.

"Guarda guarda, Arcobaleno si è messa a nuovo," La presi in giro.

"Disse colui che non si taglia i capelli da quando aveva 12 anni," mi fece una linguaccia lei.

"Mi hai offeso sai? L'ultima volta ne avevo almeno 15."

Hogwarts era fantastica, e i suoi abitanti ancora di più, ma quanto mi erano mancati i miei amici!

"Hey, Stanlio e Ollio, non avremmo una battaglia epocale in cui combattere?" Ci richiamò Annabeth.

"Oh, certo certo."

"Andiamo, mettetevi queste." Passò a me e ad Hazel due scatoloni pesantissimi.

Dentro quello di Hazel c'era la sua armatura da legionario in oro imperiale. Quando ebbe finito di mettersela, si agganciò il mantello da pretore sopra di essa. In effetti, ce la vedevo come pretore, un giorno, assieme a Frank.

Aprii il mio, e dentro vidi un'armatura completa di bronzo celeste. Quando la indossai, notai che mi calzava a pennello. Il pettorale, di bronzo e rinforzato da file di rivetti, andava indossato sopra una leggera tunica di lino, come da tradizione, e non era provvisto di spallacci (cosa che per alcuni sarebbe un difetto, ma io preferivo così). Gli stivali, con suola rinforzata e tutto il resto, coprivano fino al ginocchio. I parabraccia andavano indossati sopra guanti di pelle, che avevano sul dorso della mano una piastra di bronzo per dare protezione extra. L'elmo per qualche motivo somigliava a quello di un legionario, ma aveva un lungo pennacchio blu fissato direttamente sul metallo, in modo da somigliare alla criniera di un cavallo. Infine, c'era uno scudo circolare di un metro di diametro, sorprendentemente leggero date le dimensioni, sulla cui superficie erano incise scene che ricordavo benissimo: scene di tutte le mie imprese; L'idra che affrontai nel Mare dei Mostri, io che reggevo la volta del cielo, la costellazione di Zoe, Campe e la battaglia del Labirinto, tantissime altre scene prese dalla Battaglia di Manhattan, e così via.

"È stupenda!"

"Te l'ha fatta Tyson," spiegò Annabeth. "Doveva essere un regalo per il compleanno, ma lo abbiamo convinto a farcela dare adesso. E ti prego, stavolta fallo durare un po' di più quello scudo! Lo sai che ci rimane male quando si rompe!"

"Beh, meglio lo scudo che io, non credi?" La guardai meglio, e notai che aveva un'armatura molto simile. Certo, la corazza aveva una forma leggermente diversa, e l'elmo era sagomato in modo da somigliare alla testa di una civetta, ma si capiva che era stata creata dalla stessa mano.

"Allora, siamo pronti?" Chiese Nico. Tutti annuimmo. "Bene. La Signora O'Leary non può fare un altro viaggio-ombra da sola, quindi dovremo aiutarla io ed Hazel."

"Ehm....è un brutto momento per dirti che l'ultima volta che ci ho provato mi sono rotta il naso?" Sussurrò Hazel.

"Beh, sì. Ma non è un problema, ti guiderò io."

Salimmo tutti in groppa al mio segugio infernale.

Venimmo avvolti dalle tenebre, e per un attimo credetti di non esserne mai uscito, perché spuntammo in un luogo incredibilmente buio e tetro.

Mi guardai meglio intorno, e notai scrivanie, ascensori ed una fontana di pessimo gusto. Tutto era nero oppure ricoperto d'oro. Sì, era esattamente il tipo di posto che la Umbridge avrebbe adorato. Un momento...

"Nico, come facevi a sapere dove andare se nessuno di noi neanche sa dov'è il Ministero della Magia?"

"Storia lunga," si limitò a dire lui.

Voglio bene a Nico, ma il fatto che ogni volta se ne esca dal nulla con la soluzione perfetta ad ogni problema non mi ha mai convinto tanto.

Non ebbi tempo di rifletterci più di tanto, però, perché Hazel si muoveva come un'ubriaca.

Frank corse a sorreggerla, poi le chiese, "Hey, hey! Tutto bene?"

"Sì, sì," disse lei, ancora con aria disorientata. "È che questo posto è pieno di metalli preziosi, e mi stanno dando alla testa."

E cosa se ne faceva il Ministero di questi metalli, se esisteva la Gringott?

"Riesci a trovare Harry e gli altri?"

Lei scosse la testa rapidamente e si concentrò un attimo, poggiando le mani a terra. Mentre usava il suo GPS infernale o quello che era, mi vennero in mente un paio di cose.

"Calipso, tu con che cosa combatti? Puoi ancora usare la magia?"

"Ehm...con quella ho dei problemi...Però ho altro per combattere," aggiunse subito lei.

"Cioè cos-AAHH!"

Feci quell'urlo estremamente virile perché all'improvviso Calipso tirò fuori due pugnali e me li puntò alla gola, con sguardo assassino. Durò solo qualche istante, però, perché dopo scoppiò a ridere insieme a Leo, che le batté il cinque.

"Leo, tu sei una cattiva influenza," borbottai, mentre mi avvicinavo a Jason.

"Hey, tutto bene con..." feci cenno con la testa verso Piper.

Lui mi guardò sorpreso. "Sì...tutto risolto, stiamo di nuovo insieme. Ma si tratta di informazioni vecchie, ormai è da più di un anno che ci siamo chiariti..."

"Davvero?" Lui annuì. Dovevo aggiornarmi sui pettegolezzi... "Beh sai com'è, non si è mai troppo sicuri, certe cose possono sempre ricapitare..."

"Cosa?" Squittì lui con una vocina acutissima.

Ciò attirò l'attenzione di Piper, che ad occhi stretti chiese, "Cosa state tramando voi due?"

"Niente, niente, ehm....strategie di battaglia, sì..." La spiegazione sembrò soddisfarla.

"Dici sul serio?" Mi bisbigliò Jason.

"No, certo che no!"

"Idiota," borbottò lui, dandomi un pugno sul braccio. Mi divertiva prenderlo in giro sulla questione, ma quando lui e Piper ebbero dei problemi, subito dopo la guerra contro Gea, stava davvero male...

[E a giudicare dallo sguardo assassino che sto ricevendo in questo momento, mi sa che è meglio non parlarne oltre.]

"Li ho trovati!" Disse Hazel. "Pronti a fare un po' di confusione?"

Ancora una volta saltammo tutti in groppa alla Signora O'Leary, che guaì per protesta. Tuttavia, quando Reyna le prestò la sua forza e Nico le disse che c'erano tanti bei nemici da mangiucchiare, si rianimò subito.

Balzammo per l'ennesima volta nelle ombre, e un istante prima di riemergere venimmo avvolti dalla Foschia, così da avere qualche secondo per analizzare la situazione: Eravamo in una stanza dal soffitto altissimo, i cui muri erano divisi a gradoni; al centro di essa, un arco che conteneva una sorta di un velo nero; vicino ad esso, Harry, circondato da dieci figure dotate di mantelli neri, quasi sicuramente i Mangiamorte. Degli altri non c'era traccia.

Uno di essi era proprio di fronte ad Harry, e stava dicendo, "A quanto pare noi siamo dieci e tu uno... o Silente non ti ha insegnato a contare?"

Come ci insegna Batman, la teatralità è un'arma potente. Per questo motivo, invece di girare attorno ai nemici coperti di Foschia ed eliminarli uno ad uno in modo rapido ed efficiente, balzammo sulla piattaforma di fronte ad Harry e ritornammo visibili, mentre la Foschia si diffondeva per tutta la sala.

"Veramente, Muso Lungo, sei tu che devi imparare a contare." Senza neanche dargli tempo di realizzare, gli schiantai lo scudo in testa, stordendolo e facendolo crollare a terra.

Immediatamente volarono maledizioni a raffica verso di noi. Mi piazzai di fronte ad Harry con lo scudo alzato, mentre Hazel e Nico innalzavano un muro di roccia.

"Percy...che ci fai qui?"

"Ti sto salvando, è ovvio," gli dissi tentando di sorridere. Lui però sembrava ancora scettico.

"Io...l'ho visto...il Marchio..."

"Hai visto quello che volevi vedere. Ora mettiti al riparo e lascia fare ai professionisti."

Harry mi fissava ancora imbambolato, quindi Reyna lo afferrò per le spalle e lo tirò al riparo senza troppi riguardi.

Giusto in tempo, perché il muro crollò.

Di nuovo riprese il fuoco incrociato di incantesimi e maledizioni di ogni tipo. Noi rispondemmo con frecce, fuoco e fulmini.

Leo rimase nelle retrovie, sparando getti di fiamme bianche verso il nemico per disorientarli e costringerli a spostarsi in posizioni svantaggiose. Jason faceva la stessa cosa con i fulmini, con la differenza che li attirava verso di sé per poi sottometterli facilmente. Frank si era riparato dietro l'arco di pietra, e lanciava frecce di ogni tipo: lacrimogeni, frecce-idra, oppure colpiva direttamente i Mangiamorte con frecce smussate allo stomaco o alla testa, stordendoli.

Tutti noi che invece non potevamo combattere a distanza fummo costretti ad avvicinarci, e lì le cose si fecero più complicate; I Mangiamorte continuavano a salire per i gradoni, lanciando maledizioni e facendoci esplodere il terreno da sotto i piedi.

Hazel cercava di difenderci con la Foschia, la quale inglobava gli incantesimi e li faceva svanire, ma non aveva né il tempo né la concentrazione per coprirci tutti: era impegnata in un duello magico contro un Mangiamorte, e nello stesso istante cercava di tenerne a bada altri due con la spada.

Calipso notò l'amica in difficoltà e corse ad aiutarla, ferendone uno alla coscia ed attirando l'attenzione dell'altro. Quest'ultimo, in svantaggio nel corpo a corpo, cedette facilmente.

La Signora O'Leary non poteva più fare viaggi-ombra, ma rimaneva pur sempre una bestia grossa quanto un carro armato. Guidata da Nico, in un paio di balzi raggiunse la cima della sala, e da lì scese per attaccare i Mangiamorte, spingendoli verso di noi.

Dopo una decina di minuti, eravamo rimasti tutti noi contro quattro di loro. Continuammo a spingere il vantaggio. Io e Jason insieme abbattemmo Muso Lungo (che in qualche modo si era ripreso dalla botta di prima) e Reyna si occupò facilmente del suo compare. Ne rimanevano solo due.

Fu allora che sentii l'urlo.

Annabeth aveva appena abbattuto uno dei Mangiamorte, ma la sua compagna, che riconobbi di sfuggita come Bellatrix Lestrange, la colpì alle spalle con un raggio di luce verde.

Lei si accasciò con ancora il sorriso della vittoria in volto.

il mondo mi crollò addosso.

No...non era possibile....NO!

Stavo per scagliarmi contro Bellatrix, ma qualcuno mi trattenne.

"LASCIATEMI!"

"No! Fermati!"

Aspetta...quella voce....

Mi girai...e vidi Annabeth di fianco a me, che cercava di trattenermi.

"Cosa...come..."

"È tutto un trucco Percy!" Bisbigliò lei. "Guarda bene e concentrati."

Feci come disse lei. Chiusi gli occhi e mi concentrai qualche secondo. Quando li riaprii, vidi che il corpo di Annabeth disteso a terra in realtà era solo una forma di Foschia, piazzata lì da Hazel.

La figlia di Plutone aveva le mani davanti a sé e le sopracciglia aggrottate per la concentrazione. Notai che l'intera stanza, fino al soffitto, era coperta da un sottile ma consistente velo di Foschia.

Finalmente ricominciai a respirare. Presi il volto di Annabeth tra le mani e la baciai. Certo, era durato pochi secondi, ma il pensiero di averla persa era stato comunque tremendo.

Mentre mi accorgevo di tutto questo, l'illusione continuò. Una sagoma fumosa col mio aspetto urlò selvaggiamente e si scagliò contro Bellatrix, ma era troppo distante, e la strega ebbe tutto il tempo di ucciderla con una maledizione.

Il mio 'cadavere' cadde a terra a solo pochi centimetri da quello della finta Annabeth.

"PERCY!" Urlò Harry. "PERCY!"

Era in fondo ai gradini, il fiato mozzo. Fece per lanciarsi verso di me, ma Frank (o meglio, la sua copia di Foschia) lo bloccò, circondandolo con le braccia, e lo trattenne.

"Non puoi fare niente, Harry...è troppo tardi."

"Possiamo ancora aiutarlo..." Harry si divincolò con violenza, ma Foschia-Frank non lo lasciò andare... "Non puoi fare più niente, Harry... niente... se n'è andato."

"Non se n'è andato!" Urlò Harry. Non ci credeva; non ci voleva credere; si divincolò con tutte le sue forze.

"PERCY!" Urlò. "Percy!"

"Oohh povero piccino," rise Bellatrix. "Ho ucciso il tuo amichetto?"

"NON... È... MORTO!" Ruggì Harry. "PERCY!"

Una piccola parte di me pensava che se lo meritasse. Erano mesi che sospettava che fossi un traditore, ed era partito senza di me. Se fossi morto davvero, sarebbe stata colpa sua. Ma tutto il resto di me non ce la faceva a vederlo così disperato.

Mi alzai e corsi verso la Mangiamorte. Quando ero a poco meno di due metri la disarmai con un rapido incantesimo, dopodiché le bloccai le braccia dietro la schiena.

"Ritenta, sarai più fortunata," le ringhiai nell'orecchio.

Le mie azioni fecero crollare l'illusione. Per tutta la stanza il velo di Foschia si disfece a poco a poco, tornando a vorticare verso una sfinita Hazel prima di sparire. La scena che si ripresentò era molto diversa da quello che credevo di aver visto.

Tutti i danni e le esplosioni non erano mai avvenuti. Tutti i Mangiamorte erano stati legati a terra come salami, a furia di "Impedimenta" e di "Incarceramus".

Hazel crollò in ginocchio, sfinita. Le colava del sangue dal naso. Mentre Frank e Reyna le davano assistenza, Annabeth si avvicinò e diede un colpo in testa a Bellatrix col pomello della spada, stordendola.

"Percy...che...cosa...che..." Harry sembrava un disco rotto. Era in ginocchio e aveva gli occhi sbarrati, in segno di totale annientamento psicologico. "Tu....tu eri morto...e...lei...lei anche..."

"Se può consolarti, ci sono cascato pure io," ridacchiai, mentre posavo la spada. "Devi sapere che-OUCH!"

Mentre parlavo Harry mi placcò in un abbraccio fortissimo. La corazza fu l'unica cosa che gli impedì di rompermi qualche costola. "M-mi dispiace, Percy...mi dispiace...Io credevo...credevo che..."

Stava piangendo. Lo abbracciai anche io. "Lo so."

"Ma che bel quadretto familiare," Sibilò una voce nella mia mente.

All'improvviso tutto divenne buio. Sembrava di essere in una galleria del vento nella quale era stato spruzzato inchiostro nero. Non vedevo più nulla, a stento mi reggevo in piedi.

Quando tutto finii, trovai una scena dell'orrore di fronte a me. Harry era sparito, i Mangiamorte erano liberi... e stavano combattendo contro i miei amici.

Le spiegazioni avrebbero potuto attendere. Estrassi di nuovo la spada e mi gettai di nuovo nella mischia.

Praticamente avevamo ricominciato daccapo. Cercai di avanzare il più in fretta possibile, ma eravamo in campo aperto contro nemici col vantaggio della distanza. Non avevamo neanche più l'effetto sorpresa. Ben presto realizzai che la spada mi sarebbe servita a ben poco. La gettai via, tanto mi sarebbe tornata in tasca, ed estrassi la bacchetta. Jason, Piper ed Hazel fecero lo stesso. Eravamo solo quattro contro dieci, ma i nostri scudi e il mantello di Hazel pareggiavano i conti; i Mangiamorte erano così concentrati su di noi che non si accorsero che gli altri li stavano lentamente circondando.

Mentre lanciavamo incantesimi, avanzammo lentamente, così da pressarli e tenerli concentrati su di noi, la minaccia più urgente. Quando però gli altri erano ad un passo dal sorprenderli, sparirono alla vista. Ci misi un attimo a capire che si erano Smaterializzati. Sentii un rumore simile ad uno schiocco di frusta dietro di me.

"Dietro di noi!" Gridai, sperando che gli altri reagissero in tempo. Noi quattro fummo i primi a muoverci in posizione, con gli scudi pronti. Ricominciò l'assalto di incantesimi, ma adesso i Mangiamorte si spostavano di continuo. Si piazzavano in un punto, ci bombardavano di maledizioni, poi si spostavano di nuovo.

"Ho un'idea, ma dobbiamo tenerli tutti vicini," sussurrò Piper.

"E come?"

"Non lo so!"

Ma lo sapevano i membri dell'Ordine della Fenice.

All'improvviso la porta si aprì di schianto, e tutti i membri dell'Ordine, comandati da Sirius Black, fecero irruzione nella stanza.

"Ciao, cuginetta! Possiamo divertirci anche noi?" Urlò Sirius in direzione di Bellatrix, la quale ringhiò e si lanciò all'attacco, ignorando del tutto noi semidei. Non dovetti riflettere molto sul fatto che fossero imparentati. Il 95% della mia stirpe dal lato divino era malvagia.

I membri dell'Ordine erano ancora ammassati sulla porta, quindi i Mangiamorte si gettarono tutti lì. Fu a quel punto che Piper prese l'iniziativa.

Alzando lo scudo, corse fino a dove erano i nemici, rischiando di essere colpita da una maledizione vagante, poi, con tutta l'autorità che possedeva, ordinò, "MANGIAMORTE! SPEZZATE LE BACCHETTE E ARRENDETEVI!"

L'effetto fu immediato. I Mangiamorte caddero in una specie di trans, spezzarono le bacchette come gli era stato ordinato, e si inginocchiarono. Bellatrix sembrava un po' confusa dalle proprie azioni, ma gli altri erano totalmente imbambolati.

"Cosa...che..." balbettò il signor Lupin.

"Sbrigatevi a bloccarli prima che si riprenda-"

"PIPER ATTENTA!" Urlò Leo.

Mi girai, e vidi che Bellatrix per un attimo si era ripresa. Estrasse un pugnale da chissà dove e lo lanciò contro Piper. Mi lanciai verso di lei, sperando di bloccarlo, o quantomeno di essere colpito io.

Ma ero troppo lontano...non avrei fatto in tempo... Jason urlò...Piper non aveva il tempo di scansarsi...il pugnale era a pochi centimetri dalla sua gola...

E lì rimase. Bloccato a mezz'aria, come se qualcosa lo trattenesse.

Era stata la meravigliosa Hazel, che aveva trovato la forza di usare di nuovo i suoi poteri. Bellatrix all'improvviso si irrigidì. La collana che portava si tese come sotto l'effetto di un magnete, e la pazza fu trascinata fino ad Hazel, che la afferrò per il collo. La Mangiamorte alternava di continuo lo sguardo tra il pugnale fermo a mezz'aria, Piper (che si era saggiamente scansata) ed Hazel.

"Una lama d'argento? Sembra quasi che tu voglia perdere," le ringhiò contro Hazel, per poi colpirla con un pugno allo stomaco. Sirius si precipitò ad immobilizzarla.

Jason si gettò ad abbracciare Piper, la quale accettò volentieri le sue attenzioni. Iniziò a singhiozzare, e Jason le accarezzò dolcemente i capelli per calmarla.

"Voi tutti, dovete darci molte spiegazioni," mi disse Sirius Black.

"Dopo! Dov'è Harry?"

"Calma, calma," disse il signor Lupin, con un leggero sorriso. "È al sicuro con il professor Silente. Ha affrontato Voldemort."

"COSA!? Ditemi che sta bene!"

"Certo, certo. Sono all'entrata dell'Ufficio Misteri che ci aspettano."

Lentamente, stanchi fisicamente e del tutto esausti psicologicamente, tornammo indietro. Ci ritrovammo in una stanza circolare piena di porte senza maniglia. Il professor Silente ci aspettava sorridente. Insieme a lui c'erano Harry (che sembrava sul punto di vomitare), Neville (col naso rotto), Hermione (svenuta), Ron (impazzito), e Luna (acciaccata ma tutto sommato illesa). Mancava una persona all'appello, però.

"Dov'è Ginny?" Chiesi.

Harry si rialzò subito, un po' barcollante. "Lei e Chris non sono con voi? Che fine hanno fatto?"

KA-BOOM!

Non avemmo il tempo di preoccuparci. Una delle porte saltò in aria, e tutti tornammo in allerta. Per fortuna, si trattava di voci amiche.

"Non puoi far saltare in aria tutto il Ministero!"

"Posso farlo e lo farò. Voglio uscire da qui prima possibile!"

Dal fumo emersero Ginny e Chris. Lei aveva tre grossi graffi sulla schiena, ma a parte quello stava bene. Sorreggeva Chris, il quale aveva un brutto taglio sulla gamba sinistra, ed un altro in faccia; Attraversava tutta la guancia sinistra, fino ad arrivare a pochi millimetri dall'occhio destro. Aveva anche gli occhi rossi e gonfi di lacrime.

"GINNY!" Harry si lanciò ad abbracciare Ginny, la quale fece cadere a terra Chris per la sorpresa.

"Hey, ma che modi sono? Heyy! Pronto? Mayday, mayday, mayday! Uomo a terra!"

"E chiudi un po' il becco," lo rimproverò Piper mentre lo aiutava a rialzarsi. Inizialmente lui neanche la guardò, era concentrato a fissare la porta da dov'era venuto.

"Sì però che modi, insomma...WOW!" Disse quando finalmente guardò Piper. "È questo allora l'Elisio? Se lo avessi saputo prima sarei morto tanto tempo fa!"

"No, questo è il Ministero della Magia," ringhiò Jason. "E quella è la mia ragazza."

"Ah...ritiro tutto tranne il fatto che voglio morire."

Piper rise e fece un occhiolino a Jason. Passò a Chris una borraccia di nettare. "Tieni, Don Giovanni. Per la cronaca, prima di fare certe dichiarazioni avresti almeno potuto invitarmi ad uscire."

"Non credo che Capitan America approverebbe, ma grazie del consiglio," disse lui, mentre beveva dalla borraccia. Immediatamente i tagli si richiusero, lasciando solo delle cicatrici.

"Prima che succeda altro, ho una cosa importante da dir-"

"PRENDETELO!" Esclamò Frank. Sulla soglia dalla quale erano venuti Chris e Ginny, era apparso un Mangiamorte. Frank e Reyna lo bloccarono subito e lo portarono al centro della stanza.

"Bene, bene," disse Sirius. "Ce ne sono anche altri? Chi sei tu? Mulciber? Oppure Goyle?" Alzò il cappuccio del Mangiamorte.

Non era nessuno di loro.

Tanto per cominciare, era una donna. Molto giovane, probabilmente non aveva neanche vent'anni. Una tenda di lunghi capelli castani le copriva la maggior parte del viso. Quando Sirius glieli scostò, due furono le cose che balzarono all'occhio.

La prima era un'enorme cicatrice che le attraversava tutto il lato destro del volto, dalla tempia fino alle labbra. La seconda erano gli occhi: quello destro verde foresta, quello sinistro marrone chiaro.

Un momento...

Chris rispose alla mia domanda prima che io avessi il tempo di pronunciarla. "Era questo che volevo dirvi." Sembrava sul punto di piangere di nuovo.

"Signore e signori...vi presento mia sorella Claire."






Spigolo autore

Scommetto che volete uccidermi. Prima di affilare le spade, pensate: se io muoio, chi la continua la storia? Peace&Love, gente, Peace&love.

E così si è appena conclusa la prima grande battaglia di questa guerra! Come vi è sembrata? Consigli, opinioni?

La fanart ad inizio capitolo appartiene alla bravissima ashaddock. Seguitela!

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima.

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