XVII: Ipotesi di complotto
"Dunque, cosa sappiamo di loro?"
Mentre gli adulti erano di sotto con Percy ed Hazel a fare...qualunque cosa facciano di tanto pericoloso al punto che io non potevo partecipare, mi ero ritirato nella mia stanza con Ron ed Hermione, a discutere della situazione.
Finora l'unica cosa che avevamo concluso era...che ne dovevamo discutere. Che efficienza, eh? Ma il fatto è che c'erano così tante cose da dire che non sapevamo proprio da dove partire. Soprattutto da quando era entrato quell'uomo che diceva di essere il padre di Percy.
Non facevo fatica a crederlo, erano due gocce d'acqua, sia come aspetto che come atteggiamenti. Ma quell'uomo mi faceva paura. Non avevo mai visto indietreggiare Silente di fronte a qualcuno, eppure quell'uomo sembrava appartenere a tutta un'altra categoria. Ti è mai capitato di essere sicuro che qualcosa sia avvenuto, ma non ricordi i dettagli? Anche se non puoi dare una spiegazione oggettiva, sei convinto al 100% di aver ragione? Ecco, io provai una sensazione simile. Non conoscevo quell'uomo, non sapevo da dove venisse, sapevo solo che era potente. Troppo potente.
Ora lui, Hazel e Percy se ne stavano in una camera a parlare tra di loro, mentre noi cercavamo di capirci qualcosa in questa situazione sempre più assurda.
"Io dico che nascondono qualcosa," esordì Hermione. "Non mi fido della gente che frequentano."
"Intendi dire Fred, George, Ginny, Luna e quel tipo di Tassorosso?" Chiese Ron.
"Esatto! Non mi fido di Luna e di quel Cole!" Sputò lei acida. Ci risiamo...
"Secondo me sei un po' troppo dura con Luna," dissi io. Va bene, era molto strana, ma non era cattiva.
"E poi dai, quel Chris non è male," tentò Ron, ma Hermione gli lanciò un'occhiataccia di fuoco.
"Lo dici solo perché è un tuo fan." Evidenziò l'ultima parola col gesto delle virgolette.
"Hey, è l'unico che mi ha fatto i complimenti per essere riuscito a rubare un auto. A dodici anni. Non è stato affatto facile, sai?" In realtà era stato facilissimo. Il signor Weasley si era scordato di chiuderla. Ma era meglio non aggiungere altra carne sul fuoco. "Poi quell'anno non si è fatto quasi mai vedere. Chissà cosa gli sarà successo."
"Non lo so e non me ne importa. Qualcosa di illegale, senza dubbio," tagliò corto Hermione.
Questa frase mi lasciò un vago senso di inquietudine. Era vero, Chris era un tipo che si faceva notare; ad esempio, durante le partite, quando segna un punto, urla così forte che si riesce a capire perfettamente cosa dice nonostante la musica e il rumore. Era strano che non avessi ricordi di lui al secondo anno. Alla fine però non era un tipo che frequentavamo, e non era strano che si facesse vedere raramente anche per mesi, quindi non ci pensai più di tanto.
"In ogni caso, concentriamoci sulle cose che sappiamo per certo. Vengono dall'America, giusto? Dovremmo cercare quindi qualche informazione su di loro."
"Già fatto," disse Hermione. Non sapevo se odiarla od adorarla quando faceva così. Tirò fuori dei foglietti, segno che la cosa avrebbe richiesto tempo. "Perseus 'Percy' Jackson, età diciotto anni. Genitori: Sally Jackson, padre sconosciuto. Sua madre ha studiato qui, è stata prefetto di Corvonero per due anni, poi si è trasferita all'estero durante il suo settimo anno senza lasciare alcuna spiegazione. Il figlio, a quanto pare, non è esattamente il tipo calmo che sembra essere."
"Che vuoi dire?"
"Questo." Prese una serie di fogli che avevano tutta l'aria di essere articoli di giornale. "Neonato strangola serpente trovato nella culla, Bambino afferma di essere inseguito da un uomo con un occhio solo, Ragazzino delle elementari fa precipitare la sua classe nella vasca degli squali, Ragazzo aziona cannone in gita. L'autobus esplode. Secondo questi articoli, è stato espulso sei volte da sei scuole differenti, e non siamo arrivati neanche al peggio."
"C'è altro?" Chiese sbalordito Ron.
"Oh, si! Ricordate la caccia all'uomo che successe negli Stati Uniti qualche anno fa?"
Ron scosse la testa. Io ricordavo vagamente che una cosa simile era successa, ma non conoscevo i dettagli. Sapevo solo che zio Vernon la prendeva come prova che l'Inghilterra dovrebbe governare l'America. Ti lascio immaginare con quanta attenzione lo ascoltassi.
"Ebbene, era proprio il nostro caro Percy. A quanto pare uno psicopatico aveva rapito lui ed altri due ragazzini. Per qualche giorno hanno attraversato l'intera America, poi sembrerebbe che Percy abbia sottratto un'arma al rapitore e lo abbia affrontato. Aveva 12 anni."
A quel punto si fermò, per fare in modo che realizzassimo per bene ciò che aveva detto. Io ci misi un bel po' per metabolizzare tutto. A me Percy era sembrato un ragazzo buono e gentile ma un po' fesso, e invece ora scoprivo che avevo confidato i miei pensieri e le mie paure ad un potenziale terrorista!
"Ma tu come le hai ottenute tutte queste informazioni?"
"Ho i miei metodi," disse Hermione vaga. "E non finisce qui. Monumenti esplosi, incendi nelle scuole, aggressioni...ed infine l'anno scorso è stato emanato una avviso di scomparsa. Ogni volta Percy è coinvolto in qualche modo, ed ogni volta ha sempre un alibi pronto. Magari alcune di queste situazioni sono state davvero frutto del caso, ma non possono essere tutte coincidenze!"
"Miseriaccia...e Fred e George dormono nella stessa stanza di quello lì?" Esclamò Ron atterrito.
"Di Hazel cosa hai scoperto?" Chiesi io, non volendo soffermarmi su quel pensiero più del necessario.
"Qui le cose si fanno più complicate," si accigliò Hermione. "Di certo avete sentito parlare di Marie Levesque-"
"Chi?" Chiedemmo io e Ron all'unisono.
"Uffa!" Sbuffò lei. "Ma quando studierete un po' di Storia della Magia? Marie Levesque, conosciuta come Regina Marie, è stata una delle streghe più malefiche della storia americana! Vendeva gioielli maledetti alle persone per guadagnarsi da vivere, e praticava ogni sorta di magia oscura. Tutti quelli che compravano i gioielli da lei morivano atrocemente oppure perdevano persone care!"
Mi sembrò di avere benzina incendiata in gola. Mi sforzai di deglutire, poi chiesi l'unica domanda che forse non aveva una risposta macabra. "Perchè hai detto 'è stata'?"
"Perchè Marie Levesque è morta. Nel 1942," rispose Hermione a bassa voce. Stava provando a rimanere concentrata e calma, ma la conoscevo abbastanza da capire che era anche più sconvolta di noi.
"Quindi stai dicendo che Hazel è una sua discendente? Ma allora cosa ci fa qui?" Chiese Ron.
"Non lo so, ma c'è un'altra cosa strana. Secondo gli articoli che ho trovato quella donna è stata vista per l'ultima volta in Alaska. Ginny mi ha detto che Hazel ha vissuto lì per un anno. Non vi sembra strano?"
"Io ho una teoria," disse Ron.
"Davve-" Stava per dire Hermione, ma si trattenne in tempo. In effetti non sarebbe stato carino. "Volevo dire... dì pure."
"Guardate qui," disse, e tirò fuori una fotografia, che porse a me ed Hermione. La persona ritratta era una ragazza sulla ventina, abbronzata, dai capelli biondi e gli occhi si una strana sfumatura grigia. Si trovava di fronte a non so quale monumento, e sorrideva. Devo dire che era molto bella.
[Percy, per Merlino, posa Vortice! Non ho intenzione di rubarti la ragazza.]
"E questa chi sarebbe?" Chiese Hermione, palesemente irritata. Forse era solo suggestione, ma mi sembrò che i capelli le si arruffassero come se fossero i peli di un gatto. Wow....come i peli di un gatto...di tutte le similitudini, proprio quella doveva venirmi in mente?
"L'ho trovata nel portafoglio di Percy," disse Ron. Di fronte ai nostri sguardi interrogativi, chiese, "Che c'è? Harry ci aveva chiesto di tenerli d'occhio, no? Allora l'altra sera ho frugato tra la sua roba, ho trovato questa, e l'ho copiata con un incantesimo."
"Impressionante," disse Hermione, sinceramente colpita.
"Hey, sono o non sono il fratellino preferito di Fred e George?" Si concesse di fare un sorrisetto altezzoso per qualche secondo, poi tornò serio. "Comunque, guardatela bene. Non vi ricorda qualcuno?"
Io ed Hermione guardammo la foto. Sì, aveva un'aria vagamente familiare, ma non riuscivo a ricordare.
"Dai ragazzi! Non vi ricorda vagamente Malfoy?"
Riguardai la foto. In effetti era vero. Non me ne ero accorto perché non avevo mai visto Malfoy sorridere (ghignare, quello spesso, ma sorridere sinceramente mai), ma in effetti c'era una vaga somiglianza. Stesso taglio degli occhi e forma del volto. Se non fosse per l'abbronzatura, li avrei scambiati per lontani parenti.
Hermione per un attimo apparve sorpresa, poi tornò in modalità gatto. "Te la sei squadrata per bene senza foto, eh?"
Ron divenne talmente rosso che i suoi capelli a confronto sembravano color rosa pallido. "Ecco, io non... no, ma che dici... sì insomma...no...non farei mai...insomma, tu sei più carina di lei..."
"Oh...ehm...eh..." E anche Hermione assunse il colorito di un'aragosta ben cotta. Non saprei se fosse più per la sorpresa o per il complimento. Avrei potuto cambiare argomento e non rendere la cosa ancora più imbarazzante....oppure avrei potuto fare questo.
"Ragazzi, prima di andare avanti, stabiliamo una cosa importante." Entrambi si girarono a guardarmi. "Ron, io sarò il tuo testimone, vero?" Dissi ridacchiando.
Ron mi tirò un pugno, Hermione mi picchiò sulla testa con i suoi fogli. Ne era valsa la pena.
"Allora, qual è la tua teoria?" Chiese Hermione con una vocina acutissima.
"Ecco, beh...uhm-uhm...allora...Dai, non è chiaro? Chiunque sia questa ragazza, Percy la conosce. Forse è la fidanzata o qualcosa del genere. Il punto è che forse lei è una parente dei Malfoy! E se i Malfoy avessero chiamato i rinforzi? Magari Hazel è andata in Alaska per cercare qualcosa dell'antenata, un libro di magia oscura o qualcosa di simile!"
"Aspettate, un attimo." Mi era venuta in mente una cosa. "Hermione, tutte queste cose di Percy che ci hai detto...molte sono successe dopo gli undici anni, ho capito bene?"
"Beh, sì...un momento, ma allora-"
"Come ha fatto a frequentare la scuola?" Concluse Ron.
Nessuno parlò per qualche minuto. C'era qualcosa che non mi tornava. Insomma, stavamo con loro tutto il giorno. Non si può fingere per così tanto tempo. Certo, Barty Crouch ci era riuscito, ma lo vedevamo solo durante le lezioni, e comunque aveva scelto di impersonare Moody, che era strano di suo. Percy ed Hazel erano completamente diversi, erano ragazzi gentili e simpatici. Percy in particolare, sembrava più che sincero quando quella volta si confidò con me. Non sembrava un pericoloso criminale...Tuttavia, Hermione aveva ragione, tutte queste cose non potevano essere coincidenze.
Qualunque altro pensiero fu interrotto dallo scoppio di un violento terremoto. Iniziò dal nulla, ma immediatamente sentii tutta la casa tremare. Mi bastò un'occhiata con Ron ed Hermione, e subito tutti e tre uscimmo dalla stanza, bacchette alla mano.
Dovevo fare qualcosa, in quella casa c'erano troppe persone a cui volevo bene. La signora Weasley, il professor Lupin, Sirius...Ginny....pensai a lei una frazione di secondo in più.
Scendemmo, a fatica, per le scale, poi il terremoto cessò. Così, all'improvviso, come se qualcuno avesse spento un interruttore. Trovammo il padre di Percy sul punto di uscire dalla porta. Qualche secondo dopo, Ginny ci raggiunse. Vederla illesa mi tranquillizzò, ma solo leggermente.
"Cosa,"
"Merlino,"
"È appena,"
"Successo?"
"Mio padre si è arrabbiato..."
Oh santo Godric...quell'uomo aveva scatenato il terremoto? Quale razza di magia consentiva una cosa del genere? Con un tale controllo, soprattutto.
Tornai subito di sopra con gli altri. "Ragazzi, per il momento cerchiamo di rimanere amichevoli, ma alla prima occasione sospetta avvisiamo l'ordine, va bene?"
"Va bene."
"D'accordo."
Nulla successe, fino a quella sera a cena. Tutti erano all'erta, in particolare Sirius. Dopo un po' notai che stava fissando intensamente Hazel, ma non capivo perché. Fortunatamente, appena smisi di formulare la domanda, Sirius esclamò, "Ecco dove ti ho vista! Tu sei quella ragazzina di San Fransisco!"
Tutti i presenti girarono il volto verso Hazel perfettamente all'unisono, come se fosse una gara di nuoto sincronizzato.
"Ehm...sì, sono io...felice di vederla al sicuro, signor Black..."
"Niente signor Black, chiamami Sirius." Era vero che in questi giorni era di buon umore, ma qui si esagerava. Era passato dall'imbronciato all'allegro in un decimo di secondo.
"Come sta la tua amica, quella che non stava ferma un attimo? Lavinia, mi pare?"
"Beh, è ancora la mia amica che non sta ferma un attimo," rispose Hazel, alzando gli occhi esasperata.
"Hey Tonks," chiamò Sirius dall'altra parte del tavolo. "Prima o poi dovrò farti conoscere quella ragazza. Potrebbe darti qualche lezione su come tenere quei capelli?"
"Caro cuginetto, lei sa fare questo?" Si concentrò, e dopo un paio di secondi i suoi capelli diventarono verdi, poi gialli, poi blu, fino a coprire tutti i colori dell'arcobaleno.
"Tu invece, Percy. Sei il figlio di Sally Jackson, vero?"
"Si signore..." rispose lui guardingo.
"Dà ancora quelle sgridate da campionato?" Chiese Sirius con un sorrisetto.
"Sì, decisamente," Rise Percy, e Sirius si unì a lui.
"Quel poveraccio di Remus se ne beccò una epocale quando facemmo quello scherzo a tua madre. E non è che con noi si risparmiò, nossignore. Ci tenne il muso per giorni."
"Certo, potevi anche dirmelo," disse il signor Lupin, anche lui sorridendo sotto i baffi.
"Oh, scusa Remus, non sapevo che la tua fidanzata fosse off limits," lo prese in giro Sirius.
Percy sputò l'acqua dal naso. "Fidanzata?!"
"No, Percy, Sally era solo una mia cara amica. Sirius, come osi insinuare che io possa tradirti con chiunque?" Disse il professor Lupin, con tono fintamente offeso.
La cena andò avanti così per un po', ed ammetto che mi feci sfuggire qualche risata. Non me la godetti appieno, però, perché una parte di me sospettava di Percy ed Hazel, un'altra parte si sentiva un pessimo amico ed un traditore della loro fiducia, ed una terza parte di me riteneva stupido avergli dato tanta fiducia.
Dopo cena, decisi di parlare con Sirius. Gli dissi dei miei dubbi, e lui rispose in modo categorico.
"Tutte sciocchezze. Hazel mi ha dato da mangiare e un tetto quando nessun altro lo ha fatto, e se Percy è buono la metà di quanto lo è la madre, non ti tradirebbe mai. Sally era amica di tua madre, sai? Insieme erano le due cervellone della scuola. Tutti volevano copiare da loro durante gli esami," ridacchiò, poi riprese. "Ha un talento straordinario per la Smaterializzazione. Lei ha insegnato a noi Malandrini. Fidati, non è di loro che devi preoccuparti. Il mio timore è un altro."
"Quale?"
"Che quei due siano solo dei poveri ragazzini costretti dalla famiglia a lavorare per Voldemort," rispose lui. Ci riflettei un attimo. In effetti avrebbe spiegato come mai Percy si fosse trovato così spesso nei guai, pur non sembrando un tipo violento.
" Stai dicendo che Voldemort ha dei ragazzi tra i suoi seguaci?" Chiesi, mentre cercavo di non vomitare la cena al pensiero.
"Non sarebbe una novità. Voldemort, Grindelwald...più o meno tutti i maghi oscuri della storia ad un certo punto hanno sfruttato dei minori. Non si fanno scrupoli, basta che raggiungano l'obiettivo."
E con quei pensieri felici, passai il resto delle vacanze. Nulla di particolare successe, tranne un episodio curioso la sera di Natale.
Ci stavamo scambiando i regali. Percy aveva ricevuto Una collana con un ciondolo a forma di tridente, color verde acqua, il cui braccio principale era una bacchetta. Quando gli chiedemmo chi fosse, lui rispose "Da parte della mia ragazza." Immediatamente, sentii il rumore di qualcosa che si stracciava. Mi girai, e notai Ginny che aveva letteralmente polverizzato il pacco che conteneva il suo maglione fatto a mano dalla signora Weasley.
"Tutto a posto?" Percy le chiese.
"Certamente," rispose lei, dopodiché, all'improvviso, si mise più vicina a me. Ai tempi non capii il perché, ma comunque ebbi l'impulso di dire "Grazie" a Percy.
Poi venne il turno di Hazel, che da un pacco tirò fuori un mantello sottile, color porpora, bordato d'oro. Ad occhio, mi sembrava un semplice mantello estivo, ma cambiai subito idea quando notai Hazel maneggiarlo come se fosse una bomba già innescata.
"Questo è...è davvero..." balbettò Hazel con gli occhi sgranati.
Percy lo fissò confuso, poi sembrò arrivare ad una conclusione, perché gli brillarono gli occhi. "C'è un solo modo per scoprirlo." Agguantò il mantello dalle mani di Hazel, se lo mise, si girò di spalle, e disse, "Hey, Harry, schiantami!"
Sbattei gli occhi. "Come prego?"
"Dai, schiantami! Lanciami addosso un incantesimo!"
Sospirai. "Come vuoi. Flipendo!" Decisi di usare un incantesimo più debole, perché non volevo fargli male. Però non c'era bisogno che mi preoccupassi, perché l'incantesimo colpì la stoffa del mantello e si dissipò come se nulla fosse successo.
Aspetta, cosa?
"Sì è quello!" Squittì Percy eccitato. "Chi te lo ha mandato, Hazel?"
"Frank, ma...ma questo appartiene a lui..." Mentre Hazel balbettava, Percy continuava a ripetere cose senza senso. Capii qualcosa come "I miei bambini," "Testimone", e altra roba del genere.
"Non avevo mai visto un mantello così! Dove lo avete preso?" Chiese Hermione. Era bravissima a fingersi interessata, senza mostrare che aveva sospetti.
"Oh, è un cimelio di famiglia," spiegò Percy. "Ce ne sono solo due."
Hermione mi guardò, ed io capii subito. Come avevano fatto due ragazzini a mettere le mani su un oggetto così unico? Davvero i loro genitori si fidano ad affidargli oggetti del genere?
Questi furono gli unici eventi particolari di quelle vacanze di Natale. Per il resto Percy ed Hazel si comportarono normalmente, amichevoli e gentili. Ancora una volta, mi sentii un vile a dubitare di loro, ma dovevo continuare a tenerli d'occhio. Avrei protetto i miei amici e la mia famiglia da qualunque minaccia. Qualunque.
Spigolo autore
ANNUNCIAZIONE ANNUNCIAZIONE!
Insieme alle meravigliose Ginwalker_ e ArcadiaRejss abbiamo creato una fanpage ufficiale, tutta italiana, per il mondo di PJO!
Contest, scambi di lettura, e molto altro vi aspettano!
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
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