XLIII: Non è il momento di avere dubbi!

Ero molto confusa.

Dopo quel giorno, ci fu oltre un mese di bonaccia assoluta. Draco si faceva vedere sempre più raramente, e quando questo accadeva, a volte mi rivolgeva sguardi rabbiosi, mentre altre volte somigliavano più a richieste d'aiuto. Ogni volta non sapevo cosa dire o cosa fare, e nel frattempo lui se n'era già andato. Con l'avvicinamento degli esami, poi, la routine prese poco a poco il sopravvento, e tutti i miei dubbi scivolarono via. La notte, però, in quel breve spazio tra la chiusura degli occhi e il momento in cui il cervello si spegneva per davvero, avevo tutto il tempo di riflettere sulla situazione; l'unica conferma che ottenni fu che non sapevo che pensare.

Tutta la storia di Draco mi turbava particolarmente; in alcuni momenti lo ritenevo uno stronzo che se l'era cercata, in altri mi sembrava una vittima la cui unica colpa era essere nato nella famiglia sbagliata. Come se fosse un pendolo, la mia opinione su di lui oscillava in continuazione tra questi due estremi, e quando sembrava fermarsi su uno di essi, si spostava di nuovo prima che potessi prendere una decisione.

Sperando che potesse aiutare, misi in pratica un consiglio che mi aveva dato Annabeth tempo prima: categorizzare i vari elementi in fatti certi e sensazioni, e focalizzarmi solo sui primi. Ebbene, i fatti certi erano che a Draco Malfoy era stato imposto il compito di uccidere Silente; ci aveva provato prima con la collana maledetta (che aveva quasi ucciso me), poi con la bottiglia di liquore avvelenato (che aveva quasi ucciso Ron), ed adesso stava provando a fare chissà cosa nella Stanza delle Necessità.

Logicamente parlando, non avrei dovuto essere così preoccupata per colui che non solo mi aveva quasi ucciso, ma aveva anche avuto la faccia tosta di farsi vedere triste e preoccupato per me; tuttavia, sempre logicamente parlando, Draco non poteva sapere che io (o chiunque altro, se è per questo) avrei toccato la collana, era stato solo un incidente. E poi rimaneva sempre il fatto che era stato costretto dai suoi genitori, nel tentativo di farsi belli davanti al Signore Oscuro.

[Pip, stringi un po'.]

[Va bene, va bene.]

In poche parole, tutto si riduceva ad una sola domanda: Draco Malfoy sarebbe stato capace di uccidere una persona di propria spontanea volontà?

All'inizio dell'anno, la mia risposta sarebbe stata di certo sì. Figlio unico di una famiglia di assassini bigotti? C'era davvero bisogno di chiederlo?

Ma adesso, dopo aver conosciuto il lato più gentile, curioso e divertente di Draco, ne dubitavo fortemente. Certo, non era proprio uno stinco di santo; spesso e volentieri si comportava da bullo, e aveva opinioni assurde sui Mezzosangue e sui nati babbani. Ma un assassino? No, non sarebbe mai arrivato a quel punto.

Secondo me gli altri erano stati sciocchi ad affidarsi al caso in tale modo. Cioè, alla fine tutto girava attorno all'ipotesi che potessimo reagire a qualunque cosa sarebbe successa. Va bene, eravamo quattro semidei pesantemente armati e pronti a tutto, ma non capivano che un sacco di cose potevano andare male? Non si poteva ragionare con le probabilità su situazioni del genere; c'erano delle vite in gioco!

Con questi bei pensieri, chiusi gli occhi e mi addormentai, non sapendo ancora quante cose sarebbero successe il giorno dopo.

Mi trovo sul ponte dell'Argo II. La nave è ormeggiata nel lago del Campo Mezzosangue, e tutti i miei amici sono presenti. C'è una tavola imbandita, della musica, e tutti sembrano divertirsi. La classica rimpatriata sulla nave... Io e Jason ce ne siamo perse un bel po' stando qui ad Hogwarts, non vedo l'ora di ritor-

BUUUMM!

Un fortissimo scossone fa vacillare la nave, e vengo sbattuta contro il parapetto. Prima ancora che possa chiamare gli altri, un altro colpo più forte del precedente mi fa cadere in acqua. 

Appena mi riprendo dalla botta, cerco di risalire in superficie, ma non ci riesco. Ogni movimento mi fa affondare ancora di più, invece di spingermi in alto. Per quando mi impegni, vado sempre più giù. Cerco la bacchetta, ma non ce l'ho. Sto per esaurire l'aria...

All'improvviso, dalle profondità emerge un ombra, sembra l'ombra di una donna. L'ombra fa alcuni gesti con le mani, e all'improvviso una bolla d'aria si forma di fronte a lei, diventa sempre più grande, fino ad inglobarmi. Finalmente riesco a respirare, e mi metto in piedi sul 'pavimento' della bolla.

"Ti chiedo scusa per aver disturbato il tuo sogno, ma avevo urgenza di parlarti," dice una voce che non riconosco. Dall'ombra emerge una donna alta, con lunghi capelli neri e occhi verdi che sembrano quasi brillare alla poca luce.

Appena la riconosco, faccio un balzo all'indietro. "Medea!?"

La donna sospira. "Ci risiamo... No, non sono Medea. Guardami bene."

Ancora un po' diffidente, mi avvicino per osservarla meglio. La somiglianza con quella pazza c'è senz'altro, ma la forma del viso, l'espressione gentile, il suo atteggiamento...

[Il fatto che  se fosse stata davvero Medea, allora avrebbe cercato di ucciderti a vista...]

Giusto... Dicevo, tutto ciò mi convincono che la donna di fronte a me è tutt'altra persona.

"Se avessi una dracma per ogni volta che mi hanno confuso per Medea, avrei due dracme. Non sono molte, ma è comunque strano che sia successo due volte, non credi?" Sta dicendo quella donna.

Mi riscuoto dai miei pensieri. "Ma, allora... chi sei?"

"Non è importante, ci sono delle cose che devi sapere, e non abbiamo molto tempo," taglia corto lei. "Entro le prossime 24 ore dovrete affrontare una violenta battaglia, e non potete vincere se non siete preparati."

"Preparati... a cosa? C'entra Draco?" Chiedo io, ansiosa.

"Oh sì che c'entra, lui è la chiave di tutto. Sai che cosa deve fare?"

"N-no, in realtà..." Racconto in breve cosa è successo quando abbiamo affrontato Draco, e la rischiosissima decisione che abbiamo preso.

"Ugh, sul serio?" La donna alza gli occhi al cielo. "Oh beh, non è che sarebbe stato un gran danno... Neanche lui sa di preciso cosa deve fare, in realtà."

"Come?"

"Mi hai sentito. Non so perché non ve lo abbia detto, però..."

"Conoscendolo, avrà voluto dare l'impressione di avere il controllo della situazione," dico sospirando.

La donna fa spallucce. "Beh, se è così è un illuso. E un incosciente. Il suo piano di usare gli Armadi Svanitori gli si ritorcerà contro-"

"Aspetta, ferma... Armadi Svanitori?"

Sbuffando, la donna mi spiega cosa sono, a che servono, e come Draco ha intenzione di usarli. "Ora, visto che quasi tutti i seguaci di Voldemort sono ad Azkaban, per il tuo exploit al Ministero, secondo te qual è il piano di riserva?"

Ci rifletto, ma non mi viene in mente nulla.

"Dai, su, la risposta è più facile di quanto sembri. Quale altra minaccia esiste in questo momento?"

Appena capisco cosa intende, mi si ferma il cuore. "V-vuole dire... quei mostri della foresta?"

La donna annuisce mestamente. "Non ho idea di come, ma in qualche modo Voldemort li ha convinti a passare dalla sua parte. Tirando ad indovinare, gli avrà detto che possono mangiarsi i nati babbani ed i Mezzosangue... Comunque, la cosa importante è che entro domani a quest'ora, Draco li farà entrare nel castello tramite gli armadi, e se non sarete pronti ad affrontarli sarà un massacro. Draco probabilmente sarà il primo a morire."

"Ma... ma cosa sono quei mostri? Da dove vengono!? Non esiste nulla del genere nella mitologia greca, né in nessun'altra mitologia a quanto ne so!"

"È vero, non esistono. Ma esistono i ciclopi, grossi quanto loro e dotati di un occhio solo. Esistono i buoi indiani, che hanno corna come le loro. Esistono gli squali, che come loro hanno più file di denti... capisci dove voglio arrivare?"

All'inizio no, non capisco. Poi mi ciene in mente un'ipotesi pazza, assurda, praticamente impossibile. In altre parole, perfettamente adatta a spiegare tutta quella situazione. "Stai dicendo che qualcuno sta... creando quelle creature?"

Di nuovo la donna annuisce. "E c'è anche molta furbizia dietro. Queste creature sono in parte mitologiche, quindi le armi mortali non possono ucciderle, ma sono in parte mortali, quindi il bronzo celeste non è così efficace come dovrebbe."

Una parte di me è sull'orlo del panico di fronte a questa pessima novità. Un'altra parte, quella più risoluta e pratica, decide di sfruttare l'occasione per apprendere più informazioni possibili.

"Chi c'è dietro a tutto questo? Chi li sta creando?"

Invece di rispondermi direttamente, la donna fa un'osservazione filosofica. "Un pazzo che, pur di sconfiggere gli dèi, si atteggia ad uno di essi."

Alzo gli occhi al cielo. "Basta con enigmi e mezze risposte, voglio i fatti."

La donna sorride furba. "Speravo che me lo chiedessi."

La donna estrae quella che sembrava una bacchetta dal vestito, con essa fende l'aria, e la bolla si squarcia, ma non entra acqua; invece, si forma un'immagine, un po' come un Messaggio Iride extra-large.

In esso vedo la sera in cui Chris e Claire vennero attaccati dai Mangiamorte. Anche se non sono presente, quella scena mi è fin troppo familiare dai racconti dei due gemelli. Non ci sono suoni, ma le immagini sono abbastanza atroci già così: due bambini torturati e dissanguati fino ad un passo dalla morte. Subito distolgo lo sguardo.

"Perché mi fai vedere queste cose?"

"Sai quando è successo?" Chiede la donna, neutra.

"Circa sei anni fa."

"Ovvero oltre dieci anni dopo la sconfitta di Voldemort. Tu volevi le risposte, ma prima di averle devi porti una domanda: perché i suoi fedelissimi Mangiamorte avrebbero atteso così tanto tempo prima di eseguire un suo ordine diretto?"

Non sapendo dove vuole andare a parare, mi mantengo sul vago. "Forse... forse avevano paura-"

"Di cosa? Quando Voldemort diede l'ordine di ucciderli era al culmine della sua potenza, non c'era momento migliore per agire."

"Beh, forse-"

"E anche se tu avessi ragione, spiegami questo; perché non li hanno uccisi, come ordinato?"

"Hanno lasciato perdere Chris perché pensavano fosse morto..."

"Degli assassini assetati di sangue come loro si accaniscono anche dopo la morte. Ma ammettiamo anche che abbiano commesso un errore simile. Perché portarsi dietro la bambina? Anche se non sapevano che Voldemort sarebbe tornato, perché avrebbero dovuto disubbidire ad un suo ordine diretto? Perché darsi tanta pena per tenerla con loro, invece di eliminarla subito?"

Non riesco a capire dove vuole arrivare. Accigliandomi, le chiedo, "E va bene, la situazione è un po' strana; e con questo? Tutto quello che hai detto non prova assolutamente nulla."

La donna ci riflette un attimo, poi sorride di nuovo furba. "Hai ragione. Vediamo se questo ti fa cambiare idea."

Un altro movimento di bacchetta, un'altra immagine. Mi viene mostrato il salotto di una casa, buio. Un uomo è inginocchiato a terra, tremante, sembra terrorizzato; su di lui incombe un'alta figura incappucciata, della quale riesco a vedere solo dei lunghi capelli che le cadono sulle spalle.

Dall'ombra spunta una donna, forse la moglie dell'uomo, che si lancia disperata sulla figura incappucciata. Essa la spinge via facilmente, poi la colpisce con un inconfondibile raggio di luce verde. Durante il breve scontro, il cappuccio è caduto. Quando vedo chi è, per un attimo non credo ai miei occhi.

Non può essere lei, non ci credo, mi rifiuto... ma è impossibile sbagliarsi. Nessun'altra persona ha gli occhi di quel colore, anzi, di quei colori.

Di fronte a me vedo Claire, di due o tre anni più giovane; capelli lunghissimi, pupille dilatate per la poca luce, e un ghigno selvaggio in volto. I suoi movimenti, rapidi e febbrili, hanno un che di animalesco. Non riesco più a pensare. È chiaramente la mia amica, ma al tempo stesso sembra tutta un'altra persona... Claire si comportava da dura, ma sotto sotto era dolce, timida e gentile... quella di fronte a me era... era un mostro!

Claire gira attorno all'uomo, dice qualcosa che non capisco, poi tira l'uomo in piedi e gli punta la bacchetta sulle gambe. Come colpito da una spada, degli enormi tagli si aprono sulle gambe dell'uomo, facendolo cadere a terra urlante di dolore. Vincendo la paura, alzo lo sguardo verso il volto di Claire, e vi vedo gioia, soddisfazione... come se le piacesse!

Finalmente riesco a scuotermi. "BASTA!" Mi lancio in avanti e agito la mano, dissipando l'immagine. Quando finalmente il mio respiro ritorna ad un ritmo normale, riesco a chiedere, "Cosa stai cercando di insinuare?"

"Non insinuo, ti mostro com'è andata," dice la donna con noncuranza.

"Non cercare di imbrogliarmi! Claire non è così, è stata costretta!"

"Ah già, dimenticavo," ridacchia sprezzante la donna. "Una povera bambina innocente, costretta a fare azioni malvagie dai suoi carcerieri... Bleah! Sembra la trama di un pessimo libro. Ma questa è la vita vera, Piper, inizia ad usare la testa."

"Non è vero!" Urlo. "Io la conosco, so lei cosa ha passato!"

"Eh già, ti ha raccontato tutto per filo e per segno. Penseresti che una 'povera vittima' sia più riservata su certe cose, e invece lei ti ha spiattellato tutto dopo appena qualche mese di conoscenza... strano, non trovi?"

"Senti, o tu mi dici chi sei e cosa vuoi, o non crederò ad una sola parola di quello che dici!"

La donna ridacchia di nuovo. "Credi a ciò che vuoi, ma entro domani si deciderà la vita o la morte di molte persone. Scegli bene i tuoi alleati!"

La donna arretra nelle ombre fino a scomparire, ma sento ancora la sua voce. "Dunque, dov'eravamo...? Ah, sì; stavi trattenendo il fiato."

La bolla collassa, ed io mi ritrovo di nuovo sott'acqua; stavolta riesco però a nuotare fino in superficie, e appena rompo la superficie dell'acqua mi sveglio.

"Hey, tutto bene?" Sentii una voce che mi chiamava. Aprii gli occhi, ed involontariamente sussultai. Di fronte a me c'era Claire, che mi fissava preoccupata.

"Sì, sì, tutto a posto..."

"Sicura?" Chiede lei. "Sei pallida, e tutta sudata..." Cercò di mettermi una mano sulla spalla, ma istintivamente mi feci indietro.

"Solo un incubo... Sto bene..." Riuscì ad articolare. Non del tutto convinta, Claire fece spallucce e si diresse al suo baule per vestirsi. No, lei non era la ragazza che avevo visto. Non poteva essere vero. Ma una parte di me non poteva smettere di pensare: E se invece è vero?





Spigolo autore

La fanart ad inizio capitolo appartiene alla bravissima ashaddock. Seguitela!

Lo so, lo so, sono sparito per un sacco di tempo. Il fatto è che in questi 2 mesi si sono accumulate tante piccole cose che hanno reso questo periodo piuttosto difficile. Avevo pochissimo tempo libero, e anche in quei momenti non ero proprio dell'umore giusto per scrivere. Ma adesso le cose si stanno pian piano aggiustando, e ritornerò in carreggiata!

Mi rendo conto che questo capitolo è corto e un po' noioso, ma mi serve come preludio al gran finale del sesto anno. Dopodiché, qualche evento saliente del settimo anno, poi mega-battaglia finale!

Domanda del giorno: Qual è il personaggio più sottovalutato secondo voi, e perché?

Risposta personale: Per me il più sottovalutato è Frank. Di tutti i protagonisti delle varie serie, per qualche motivo è il più ignorato. Pensateci, anche nelle fanfiction o non esiste proprio o è solo un personaggio secondario che appare tipo in 2-3 capitoli. Frank è un tipo sensibile, se non lo includete ci rimane male!

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima.

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