XII: Una proposta indecente
Spigolo autore
Prima che iniziate a leggere, volevo dire solo:
AAAAAAHHHHHH!!!!
Grazie per l'attenzione e buona lettura!!
Percy ed Hermione meritavano una statua!
L'Esercito di Silente fu di gran lunga la cosa migliore che mi successe quell'anno. Per la prima volta da mesi, avevo la sensazione di fare qualcosa di concreto, di combattere davvero, di servire a qualcosa in questa guerra! Tutto iniziò da quel primo incontro, il 9 Ottobre.
Insieme a Ron, Hermione, Percy ed Hazel ci dirigemmo verso il posto che questi ultimi avevano nominato. Non avevo mai sentito parlare di questa stanza segreta, ma l'idea non mi sembrava così assurda. Vivevo in un castello magico! Parole come 'impossibile' perdevano qualunque senso.
"Bene," bisbigliai, mentre un troll mangiato dalle tarme smetteva di bastonare senza pietà l'aspirante maestro di ballo per guardarci. "Percy, ripetici cosa dobbiamo fare."
"Passate davanti a questa parete tre volte, concentrandovi su quello che vi serve."
E così facemmo, facendo bruscamente dietrofront alla fine della parete vuota, e poi all'altro capo, accanto a un vaso grande come una persona.
Ron aveva gli occhi ridotti a fessure per la concentrazione; Hermione bisbigliava tra i denti; io guardavo fisso davanti a mé, a pugni stretti.
Abbiamo bisogno di un posto dove imparare a combattere...
Dacci un posto per allenarci... dove non ci possano trovare...
Una porta lucidissima era apparsa nella parete. Ron la guardò con una certa diffidenza. Tesi la mano, afferrai la maniglia di ottone, aprii il battente e mi trovai in una stanza spaziosa, illuminata dalle stesse torce tremolanti che rischiaravano le aule sotterranee, otto piani più sotto.
Le pareti erano occupate da librerie di legno e al posto delle sedie c'erano grandi cuscini di seta. In fondo alla stanza, una scaffalatura ospitava una serie di strumenti come Spioscopi, Sensori Segreti e un grande Avversaspecchio scheggiato che ero sicuro di aver visto l'anno prima appeso nell'ufficio del falso Moody.
"Questi ci serviranno quando faremo lo Schiantesimo," disse entusiasta Ron, dando un colpetto col piede a un cuscino.
"E guardate questi libri!" Esclamò Hermione eccitata, facendo scorrere un dito lungo i dorsi di grossi tomi rilegati in pelle. "Compendio degli Anatemi più Comuni e Relative Contro-Azioni... Come Gabbare le Arti Oscure... Difendersi con gli Incantesimi... accidenti..." Si voltò raggiante a guardarmi, e capii come la presenza di centinaia di libri avesse finalmente convinto Hermione che stavamo facendo la cosa giusta. "Harry, è magnifico, c'è tutto quello che ci serve, qui!"
E senza un'altra parola prese dallo scaffale Fatture per Affatturati, sedette su uno dei cuscini e cominciò a leggere. Ron si girò verso Percy ed Hazel e gli chiese: "Ora voi mi dite come facevate a sapere di questo posto."
"Ecco, vedi...giravo per il castello, un giorno-"
"-Perché si era perso e non trovava l'aula," lo prese in giro Hazel, ricevendo uno sguardo rabbioso al quale rispose con una linguaccia.
"Comunque, ad un certo punto avevo bisogno del bagno. Vagai avanti ed indietro per il corridoio cercando di orientarmi, e per caso trovai questa stanza. Tutto qui," rispose piuttosto imbarazzato.
Ci fu un lieve colpo alla porta. Mi voltai: Ginny, Neville, Lavanda, Calì e Dean erano arrivati. "Però!" fece Dean, guardandosi intorno molto colpito. "Che posto è questo?" cominciai a spiegare, ma prima che potessi finire arrivò altra gente e dovetti ricominciare da capo.
Alle otto tutti i cuscini erano stati occupati. Andai alla porta e diedi un giro di chiave; fece un bel rumore forte e tutti tacquero, gli occhi puntati su di me. "Bene," cominciai, un po' nervoso. "Questo è il posto che abbiamo trovato per le lezioni, e... ehm, direi che vi piace."
"È fantastico!" Esclamò Cho, seguita da molti mormorii di assenso.
"Bene. Ho pensato a quali cose dovremmo fare prima di tutto, e...ehm...Sì, Hermione?"
"Credo che dovremmo eleggere un capo," propose lei.
"Harry è il capo," disse subito Cho, guardando Hermione come se fosse matta. Devo ammettere che ai tempi fu una sensazione stupenda sentire queste parole dette da lei.
[Amico, lo sai che Ginny è dietro la porta e potrebbe sentire, vero?]
[E quindi? È da tempo che Cho non mi piace più, sto solo dicendo quello che è successo anni fa.]
[Comunque è meglio se certe cose non le dici, fidati. Parlo per esperienza.]
"Sì, ma secondo me è meglio deciderlo con una vera votazione," disse Hermione, imperturbabile. "È più formale e gli conferisce autorità. Allora... chi pensa che Harry debba essere il nostro capo?" Tutti alzarono la mano, compreso Zacharias Smith, che però lo fece senza entusiasmo.
"Ehm... bene, grazie. E...sì, Hermione?"
"Credo anche che dovremmo darci un nome," rispose lei allegramente, con la mano ancora alzata. "Aumenterebbe lo spirito di gruppo e l'unità, non credi?"
"Potremmo chiamarci Lega Anti-Umbridge?" Propose speranzosa Angelina.
"O il Gruppo Il Ministero della Magia è Deficiente?" Suggerì Fred.
"Stavo pensando," disse Hermione, guardando torva Fred, "più a un nome che non lasci capire a tutti che cosa stiamo facendo, così possiamo parlarne senza problemi anche al di fuori delle riunioni."
"Esercitazioni Segrete?" Suggerì Cho. "In breve ES, così nessuno capirà di che cosa stiamo parlando?"
"Sì, ES va bene," disse Ginny. "Però facciamo che significa Esercito di Silente, visto che è quello l'incubo peggiore del Ministero, no?"
Ci furono molti mormorii di approvazione e risate. "Tutti a favore di ES?" Chiese Hermione in tono autoritario, mettendosi in ginocchio sul cuscino per contare. "Siamo la maggioranza... mozione approvata!"
Appese al muro la pergamena con le firme e scrisse in alto, a grandi lettere: ESERCITO DI SILENTE.
"Bene," dissi quando Hermione si fu seduta di nuovo, "cominciamo? Pensavo che la prima cosa da fare sia l'Expelliarmus, l'Incantesimo di Disarmo. So che è una cosa abbastanza elementare, ma io l'ho trovato molto utile...»"
"Oh, per favore» disse Zacharias Smith, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia. "Non credo che l'Expellia-"
Mentre lo diceva, uno dei giocatori di Tassorosso, Chris Cole, seduto vicino a lui, iniziò a fischiettare e gli poggiò una mano sulla spalla. Quel gesto fu più efficace di un Petrificus Totalus. Zacharias non osò più emettere un singolo suono per tutto il resto della lezione.
"In realtà Expelliarmus è utilissimo," intervenne Hazel. "Pensateci: non importa quanto sia potente una strega o un mago, hanno sempre bisogno della bacchetta; toglietegliela e diventa inerme." Le sorrisi grato, e lei rispose con un'occhiolino.
"Bene," dissi, con la bocca un po' più asciutta del solito per via di tutti quegli occhi puntati addosso. "Direi di dividerci a coppie ed esercitarci."
Dare istruzioni fu molto strano, però mai come vederle eseguire. Tutti si alzarono all'istante e si divisero. Com'era prevedibile, Neville rimase senza compagno. "Puoi allenarti con me," gli dissi.
"Bene, al mio tre... uno, due, tre..." La stanza si riempì all'istante di grida di Expelliarmus. Le bacchette volarono in tutte le direzioni; incantesimi sbagliati colpirono i libri sugli scaffali e li fecero cadere. Ero troppo rapido per Neville, la cui bacchetta roteò via, colpì il soffitto con una pioggia di scintille e atterrò rumorosamente in cima a una libreria. La recuperai con un Incantesimo di Appello. Guardandomi intorno, capii che avevo fatto bene a ripartire dai fondamenti: c'era un sacco di tecnica scadente. Molti non riuscivano affatto a disarmare i loro avversari, ma si limitavano a farli indietreggiare di qualche passo o sobbalzare, investiti da incantesimi troppo deboli.
"Expelliarmus!" Disse Neville, cogliendomi alla sprovvista; sentii la bacchetta volargli via di mano. "CE L'HO FATTA!" Esultò Neville. "Non c'ero mai riuscito prima! CE L'HO FATTA!"
"Ottimo!" Dissi incoraggiante, sorvolando sul fatto che in un vero duello l'avversario di Neville difficilmente avrebbe guardato da un'altra parte, con la mano molle e penzolante al fianco. "Senti, Neville, puoi lavorare a turno con Ron e Hermione per qualche minuto mentre io faccio un giro e vedo come se la cavano gli altri?" Mi spostai al centro della stanza.
A Zacharias Smith stava succedendo qualcosa di molto strano. Ogni volta che cercava di disarmare Anthony Goldstein, era la sua bacchetta a volargli via di mano, eppure Anthony non sembrava aver aperto bocca. Non dovetti cercare lontano per risolvere il mistero: Fred e George erano a qualche metro da Smith e gli puntavano la bacchetta alle spalle, a turno. "Scusa," sussurrò George, quando incrociai il suo sguardo. "Impossibile resistere."
Passai accanto alle altre coppie, cercando di correggere quelli che sbagliavano. Ginny era in coppia con Michael Corner: lei era bravissima, ovviamente, mentre Michael o non era proprio capace o non voleva scagliare un incantesimo su di lei. Come se Ginny potesse apprezzare qualcuno che la considerava debole.
Ernie Macmillan agitava invano la bacchetta, dando così tempo all'avversario di eludere la sua guardia; i fratelli Canon, entusiasti ma incostanti, erano i maggiori responsabili per i libri che balzavano giù dagli scaffali; Luna Lovegood era altrettanto discontinua: a volte faceva volare via la bacchetta dalle mani di Justin Finch-Fletchley, altre volte si limitava a fargli drizzare i capelli in testa.
C'erano però anche alcuni bravi; In primo luogo Percy ed Hazel, non tanto per la padronanza dell'incantesimo, ma perché avevano un vero istinto per la lotta: non stavano mai fermi, sapevano come muoversi e come schivare. Di certo avevano già duellato in passato. Anche Chris Cole non era affatto male, anzi era uno dei migliori . Alla fine dovetti duellare io stesso contro di lui e lasciare il controllo ad Hermione, altrimenti lui neanche aveva bisogno di provarci.
Perché non ho semplicemente chiesto ad Hermione di duellare contro di lui? Perché quei due a malapena tolleravano di essere nella stessa stanza, ed un ipotetico duello tra Chris ed Hermione avrebbe avuto come unico possibile risultato i loro due cadaveri. Ricordai vagamente di aver sentito storie riguardo ad alcuni duelli che aveva avuto con dei Serpeverde, tutti vinti; ora che lo avevo affrontato di persona, quelle voci erano certamente confermate.
"Basta così, stop!" Gridai. " Stop! STOP! Ho bisogno di un fischietto," e subito ne vidi uno posato sulla fila di libri più vicina. Lo presi e soffiai forte. Tutti abbassarono le bacchette. "Non male, ma si può senz'altro migliorare." Zacharias Smith mi guardò accigliato. "Riproviamo."
Presi di nuovo a girare per la stanza, fermandomi qua e là per dare suggerimenti. Pian piano, il rendimento generale migliorò. Evitai per un po' di avvicinarsi a Cho e alla sua amica, ma dopo aver osservato due volte ogni coppia nella stanza, sentii che non potevo continuare ad ignorarle. "Oh no!" Esclamò Cho piuttosto agitata, quando io mi avvicinai. "Expelliarmius! Cioè, Expellimellius! E... Oh, scusa, Marietta!"
La manica della ragazza dai capelli ricci aveva preso fuoco; Cho la spense con la sua bacchetta e mi guardò come se fosse stata colpa mia. "Sei tu che mi innervosisci, prima mi riusciva!" Disse Cho con aria contrita.
"Andava bene," mentii, ma vedendo che lei inarcava le sopracciglia, dissi: "Cioè, no, faceva schifo, ma so che ti riesce, ti ho osservato da laggiù." Lei rise. La sua amica Marietta ci guardò acida e voltò le spalle.
"Non farci caso," mormorò Cho. "Non voleva venire, ma l'ho convinta io. I suoi le hanno proibito di fare qualsiasi cosa che possa irritare la Umbridge. Sai, sua madre lavora al Ministero." Ecco a cosa si riferivano Percy ed Hazel quando mi dissero di tenerla d'occhio.
"E i tuoi?" Domandai. "Anche loro mi hanno proibito di mettermi contro la Umbridge," rispose Cho con orgoglio. "Ma se credono che non combatterò Tu-Sai-Chi dopo quello che è successo a Cedric..." S'interruppe, confusa, e tra noi cadde un silenzio imbarazzato; la bacchetta di Terry Steeval passò sibilando accanto al mio orecchio e colpì Alicia Spinnet in pieno naso.
"Mio padre sostiene attivamente ogni iniziativa anti-ministeriale!" Si vantò Luna Lovegood, alle mie spalle; evidentemente aveva origliato la nostra conversazione mentre Justin Finch-Fletchley cercava di sbrogliarsi dalle vesti che gli erano volate sopra la testa. "Dice sempre che si aspetta qualsiasi cosa da Caramell; pensa solo a tutti i goblin che ha fatto assassinare! E ovviamente usa l'Ufficio Misteri per mettere a punto terribili veleni che somministra di nascosto a quelli che non sono d'accordo con lui. E poi c'è il suo Sferzatore Unghiobulare..."
"Lascia perdere," mormorai a Cho che stava per chiedere qualcosa, perplessa. Lei ridacchiò.
"Ehi, Harry," disse Hermione dall'altro capo della stanza, "hai guardato l'ora?" Vidi sbalordito che erano già le nove e dieci; dovevamo tornare subito alle rispettive sale comuni o rischiavamo di essere puniti da Gazza. Soffiai nel fischietto, tutti smisero di gridare "Expelliarmus" e l'ultimo paio di bacchette cadde a terra.
"Non era affatto male, ma abbiamo passato l'orario, è meglio che smettiamo. Stesso posto, stessa ora la prossima settimana?"
"Prima!" Esclamò Dean Thomas impaziente, e molti annuirono. Purtroppo c'era l'allenamento di Quidditch in mezzo, quindi dovemmo accontentarci del mercoledì successivo. Feci uscire tutti, tre o quattro alla volta, e rimasi ad osservare preoccupato i loro puntini sulla mappa finché non giunsero sani e salvi ai dormitori.
"È andata benissimo, Harry," disse Hermione, quando finalmente rimasero solo io, lei, e Ron.
"Sì!" Aggiunse Ron entusiasta, mentre uscivamo dalla stanza e guardavano la porta confondersi di nuovo con la pietra. "Mi hai visto mentre disarmavo Hermione, Harry?"
"Una volta sola," precisò Hermione, piccata. "Ti ho battuto molte più volte io..."
"Non una sola, almeno tre..."
"Be', se conti anche la volta in cui sei inciampato nei tuoi piedi e mi hai fatto cadere la bacchetta..." Ma quando si sposavano quei due? All'inizio del terzo anno avevo scommesso con Dean, Seamus e Neville che entro il sesto anno si sarebbero messi insieme. Neville era d'accordo con me, Seamus diceva che sarebbe successo al settimo, Dean invece pensava che non sarebbe successo. Purtroppo, Seamus è diventato scemo tutto ad un tratto, ma questo è un altro discorso.
Le lezioni successive andarono anche meglio. Dopo un po' iniziai a rendermi conto dei punti di forza e di debolezza delle singole persone: Ron aveva solo bisogno di più fiducia in sé stesso (me lo aspettavo, dopo i suoi provini da Portiere), Luna aveva bisogno di concentrarsi di più (anche qui nulla di nuovo), nel caso di Percy era solo mancanza di esercizio (questo era strano, dato che era al settimo anno; dopotutto, però, anche Fred e George erano lì, chi ero io per giudicare?)
Come sempre nella mia vita, però, i momenti belli durano poco.
La prima brutta notizia me la diede, stranamente, il Professor Silente, qualche ora prima della festa di Halloween. Mi invitò nel suo ufficio appena finite le lezioni, senza altra spiegazione. Piuttosto incuriosito, mi diressi al suo ufficio verso le sei del pomeriggio, e lo trovai seduto alla scrivania a leggere un librone scritto in chissà quale lingua antica.
"Harry, ragazzo mio, siediti pure," disse indicando la sedia di fronte alla scrivania. A ben pensarci, era la prima volta che venivo in questo studio senza aver causato guai in precedenza.
"Dimmi, Harry, conosci i miti dell'antica Grecia?" Mi chiese il professor Silente; il tono di voce era gentile e colloquiale, ma il suo sguardo mi fece capire subito che stava pensando a qualcosa.
"Qualcosa che ho studiato alle scuole elementari babbane. La professoressa si assicurò che imparassi tutto a memoria, perché le rasai la testa accidentalmente con la magia...ehm...ma ora sto divagando..." Dissi imbarazzato; lui si limitò a ridacchiare.
"Una storia che un giorno vorrei tanto sentire per intero. Alcuni teorizzano che ai tempi dell'antica Grecia l'uomo fosse molto più felice e spensierato, poiché non aveva tutte le preoccupazioni che la società moderna ci impone. Punto di vista interessante, ma a mio parere, se questo fosse il criterio, allora uno scarabeo sarebbe l'essere più felice della terra. Ma non ti ho invitato qui per parlare di filosofia, anche se rappresenterebbe un bel cambiamento rispetto al solito," disse con un sorriso, mentre chiudeva il libro. "Volevo chiederti, Harry, come va quest'anno? Nuove amicizie?"
"Oh, beh... sì, ho conosciuto i ragazzi americani, Percy ed Hazel, sono molto simpa-"
"Ti hanno raccontato qualcosa della loro famiglia?"
Da quando in qua Silente interrompeva chiunque durante una frase?
Con una certa dose di irritazione, risposi alla sua domanda. "Sono cugini da parte di padre, entrambi famosi maghi americani. La madre di Percy è una strega, quella di Hazel è babbana. Non hanno detto molto, i loro padri sono stati molto assenti, parlarne è un argomento delicato," dissi, sperando che cogliesse il messaggio alla fine.
"Un argomento delicato..." Aveva uno sguardo che conoscevo bene; il tipo di sguardo che aveva quando valutava decine di ipotesi diverse al secondo. "Harry, devo chiederti una cosa piuttosto delicata. Voglio che tu li inviti a Grimmauld Place per le vacanze di Natale."
"Come, prego?" In realtà avevo capito benissimo, ma non ci volevo credere.
"Voglio includerli nell'Ordine della Fenice. Staranno con noi a Grimmauld Place e parteciperanno ai nostri incontri. Ho alcune cose da discutere con loro."
Ogni parola dopo 'Ordine' mi fece infuriare sempre di più. Dopo mesi in cui si era dimenticato della mia esistenza, mi chiedeva di coinvolgere due ragazzi negli incontri a cui io, la causa di tutto in un modo o nell'altro, non potevo partecipare perché 'Sono solo un ragazzo'!?
Solo perché si trattava di Silente, cercai di trattenere la rabbia. "Non mi sembra il caso, professore. Questa non è la loro guerra, è la nostra." Mi sa che non mi riuscì benissimo.
"Harry, capisco che possa essere frustrante, ma-"
"OH DAVVERO? LEI CAPISCE? NON DIREI AFFATTO, VISTO CHE LO CHIEDE PROPRIO A ME!" Come era venuta, così la furia se ne andò. Non capivo cosa fosse successo. Certo, ero arrabbiato, ma non mi sarei mai permesso di parlare così a Silente. Eppure, per un singolo istante, desideravo solo fargli male, anche fisicamente se necessario. "Mi scusi, professore, non so cosa mi sia preso," aggiunsi, vergognandomi di me stesso.
"Non ti preoccupare, Harry; come ti ho detto, capisco come ti senti," mi rispose con un sorriso che non raggiunse i suoi occhi. "Per questo motivo, sarò onesto con te. Vedi, non voglio coinvolgere il signor Jackson e la signorina Levesque in prima persona, voglio coinvolgere la loro famiglia. So per certo che si tratta di una famiglia antica, potente e misteriosa, così tanto che non ho quasi nessuna informazione su di loro. Dopo l'anno scorso, non ho intenzione di affidarmi al caso."
Ero ancora arrabbiato, ma per un attimo misi tutto da parte. Albus Silente che non aveva quasi nessuna informazione?
"Per cui, spero in questo di riuscire a scoprire qualcosa in più e, magari, trovare degli alleati che non avevamo l'ultima volta, oppure di scovare potenziali traditori prima che abbiano modo di causare problemi. Dunque, Harry, puoi fare questo per me? Invitare i tuoi amici a Grimmauld Place, e magari nel frattempo cercare di scoprire qualcosa di più su di loro?"
"Io...sì, signore," dissi con più esitazione di quanto volessi.
"Molto bene, allora. Puoi andare."
Nonostante la rabbia, avevo accettato per diversi motivi. In primo luogo, ero arrabbiato anche con Percy ed Hazel. In fondo sapevo di essere ingiusto, ma non riuscivo a passare sopra al fatto che loro potessero far parte dell'Ordine, ed io no.
In secondo luogo, le parole di Silente mi fecero ripensare ad una serie di piccoli dettagli insignificanti se presi da soli, ma nel complesso piuttosto strani. Ad esempio, il fatto che frequentassero una piccola scuola sperduta invece di Ilvermorny, sulla quale guarda caso non potevano darci informazioni; oppure il fatto che fossero a conoscenza della Stanza delle Necessità dopo appena un mese, mentre io che ero ad Hogwarts da cinque anni non ne avevo mai sentito parlare.
Eppure quella sera, quando la rabbia fu sbollita, mi sentivo un pessimo amico. Percy era sempre stato presente per aiutarmi, ed era l'unico che mi capiva davvero. Poi Hazel, la dolce Hazel, dava una mano con i compiti anche ai più piccoli, ed aveva sempre una parola gentile per tutti. Mi fidavo di loro.
Ma mi fidavo di più di Albus Silente, e se lui diceva che valeva la pena avere informazioni, le avrei avute. Non avrei ripetuto l'esperienza del finto Moody. Per cui, anche se col cuore pesante, presi una decisione.
Avrei tenuto d'occhio Percy Jackson ed Hazel Levesque.
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di farmi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
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