Storm, dolce Storm
Storm stava brucando placidamente nel prato rigoglioso poco distante dal villaggio: solo in quel prato crescevano delle erbe speciali particolarmente apprezzate dagli Unicorni. Arrivò Jewel, che in mano teneva una mela verde leggermente sbocconcellata. L'unicorno alzò il muso, fissandola con i lucidi occhi scuri, mentre il corno azzurrino riluceva sotto i timidi raggi del sole mattutino. La ragazza si sistemò il vestito, avvicinandosi al suo partner a quattro zampe:
- Buongiorno, Storm - sussurrò, passandogli una mano sulla groppa candida. L'unicorno cercò la mano amica, infilando il naso nel palmo socchiuso della ragazza, e soffiando piano. Storm adorava Jewel, e lei, quando non era con Alex, trascorreva tutto il suo tempo con l'animale, parlando e confidandogli tutto ciò che le passava per la mente. A volte piangeva, a volte no. Spesso semplicemente abbracciava lo stallone e rimaneva così, col viso fra la sua criniera morbida, ad annusarne il profumo di neve e ghiaccio. A volte si domandava, se avesse potuto parlare, cosa avrebbe detto? No, Storm sarebbe rimasto in silenzio, perché a volte esso è meglio di cento parole. Gli fece i grattini sul naso, mentre addentava la mela, per poi porgergliela. L'unicorno non fece lo schizzinoso: ne prese un morso, non troppo grande né troppo piccolo.
- Storm - sussurrò Jewel, giocherellando con una ciocca di crini. Sbuffò piano, girando il muso verso la ragazza. Una lacrima scivolò lentamente lungo la pallida guancia di Jewel, e lo stallone gliela asciugò strofinandole il muso sul viso, delicatamente.
- A volte penso che solo tu mi capisci davvero - sospirò, sistemandogli il ciuffo scompigliato. E Storm rispose, con un breve nitrito che le scaldò il cuore.
- È tardi - mormorò, dandogli delle pacchette affettuose.
- Ciao, piccolo - lo salutò, strofinandogli il muso e lasciando che finisse la mela. Storm soffiò, con dolcezza, il suo modo di salutarla e rassicurarla. La guardò avviarsi senza fretta lungo il sentiero, poi quando scomparve alla sua vista riprese a brucare l'erba rigogliosa, ma all'improvviso non aveva più fame.
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