Il villaggio

- Allora, ragazzi... non dovrebbero servirvi le armi, al villaggio, ma non si sa mai. Penso che agire di nascosto non sia l'opzione più adatta, per cui sarete dei "forestieri". Io vi seguirò, ma non direttamente perché il contatto con il me del passato squasserebbe lo spazio temporale. Terrò io Storm. Mi raccomando, fate attenzione - usò il plurale ma guardò Jewel. Lei si morse il labbro:
- Noi staremo attenti, ma tu non fare nulla di pericoloso - ribatté tremante. Alex annuì, alzandosi. - Andiamo - disse stiracchiandosi. Dovettero camminare per qualche ora prima di giungere al villaggio: era composto da tante piccole casette di pietra col tetto di paglia, con qualche edificio qua e là come il fabbro, il taglialegna, il macellaio. In fondo c'era una casa più grande delle altre, probabilmente quella del capo villaggio. Jewel si voltò verso Jack:
- Quale...? - lui fece un cenno con la testa.
- Quella più grande... - borbottò, stringendosi nelle spalle.
- Ah - si insultò mentalmente per aver fatto una domanda scomoda.
- Non vi preoccupate, sono molto ospitali qui - li informò. "Per adesso" aggiunse mentalmente fra sé.
- Oh, meglio per noi - sorrise Alex, che finora era stato in silenzio.
- È giunto il momento... - mormorò l'uomo senza parecchia convinzione.
- Eh già... - commentarono, senza fare una piega. Si riscossero:
- Allora andiamo! Ciao Jack! - esclamarono con finta allegria. E così l'uomo li guardò dirigersi verso il villaggio, verso il pericolo, senza poterci fare nulla, se non augurar loro buona fortuna e pregare che stessero bene.

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