Il giorno prima della battaglia
- Brrr - Alex rabbrividì vistosamente: la temperatura scendeva sempre di più, costringendoli a indossare vestiti su vestiti. Jewel sapeva che prima agivano meglio era, ma non se la sentiva di lasciare lì Jack, in balia del freddo e del suo stesso corpo che non gli dava pace, continuando a farlo sussultare in preda a fitte improvvise e dolorose. L'uomo si alzò, lentamente, traballando.
- Possiamo andare - disse, prendendo un lungo respiro.
- Jack ma... - la ragazza lo guardò, dubbiosa e preoccupata.
- Niente ma. Sto bene - affermò, per poi aggrapparsi al braccio di Jewel. "Non sta affatto bene" pensò lei, mentre gli angoli della bocca le si piegavano all'ingiù. Storm sbuffò piano, non vedere Jewel per tanto tempo l'aveva reso nervoso e irritabile.
- Povero Storm, ne stai passando di tutti i colori, eh? - lo accarezzò per calmarlo e lo stallone le strofinò il naso contro il palmo, rasserenato. Una fitta più forte delle altre lasciò Jack senza fiato, che si piegò tenendosi lo stomaco:
- Ugh - strinse i denti, ma era troppo.
- Jack, non puoi combattere in queste condizioni - osservò Alex, subito seguito da Jewel.
- Ce la faccio benissimo - ringhiò, testardo, e il ragazzo alzò gli occhi al cielo: "Mamma mia quant'è cocciuto... mi ricorda qualcuno..." pensò, guardando la ragazza.
- E va bene! Andiamo! - sbottò Jewel, montando a cavallo. Raggiunsero di corsa la radura: lo spettacolo che si mostrò ai loro occhi era terribile. Una marea di uomini stavano strappando i fiori, che appassivano lentamente. Il grande fiore si ritraeva, donava un minimo di energia vitale agli altri, ai suoi figli, ma stava soffrendo. Stava morendo.
- NO! - gridarono all'unisono, e tutti si voltarono. E con quel grido iniziò la battaglia...
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