Assetato di potere
Le giornate trascorrevano pigre, senza che accadesse nulla di particolare, e Jewel cominciava a chiedersi se Jack non li avesse portati nell'epoca sbagliata. Intanto aveva fatto amicizia con un ragazza, Daisy, e ci passava tutto il tempo a chiacchierare. Anche lei amava i cavalli e trascorrevano intere ore a parlare dei loro destrieri: le aveva anche mostrato la sua giumenta, Pie. Una bestia piuttosto pigra e sonnacchiosa, con un bel pelo falbo. Jewel invece aveva descritto Storm come un normale stallone, mentre se la rideva sotto i baffi pensando a che faccia avrebbe fatto la sua amica se avesse saputo che in realtà era un unicorno. A mezzanotte precisa, ne udì i rintocchi, sentì la porta aprirsi lentamente, per poi chiudersi con un colpo: insospettita, uscì anche lei e si diresse alla radura. Sentì delle voci e si nascose dietro ad un cespuglio:
- Presto sarai mio - era lo voce del capo villaggio. Una fiaccola illuminò l'area circostante, e la ragazza si fece piccola piccola. L'uomo accarezzò i petali del grande fiore, che parve ritrarsi al suo tocco.
- No... - le scappò, e Mack si voltò. Scivolò lentamente indietro, poi col cuore in gola si mise a correre, senza fermarsi, il più lontano possibile. Rientrò in casa senza emettere alcun rumore e si infilò velocemente nel letto. Il giorno dopo il capo villaggio la fissò con sospetto, ma non disse nulla. Jewel era terrorizzata, e sentiva il bisogno di parlarne con Jack. Lo trovò al limitare della foresta, davanti ad una carcassa di cervo da cui gocciolava ancora il sangue. Gli raccontò tutto e lui annuì con sguardo neutro:
- Grazie di avermelo riferito - disse solo. Non sapeva la ragazza quanto dentro stesse male, quanto si sentisse morire al pensiero che l'avrebbe abbandonata, e questa volta per sempre.
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