C.8 Mi hai spezzato il cuore
-La vittima è Sonoko Suzuki. Ereditiera di un grande patrimonio- Iniziò Megure.
Appena Sonnie aveva dato la triste (si fa per dire ndSarah) notizia, erano subito accorsi tutti da lei, eccetto i bambini, che erano rimasti a casa di Kazuha.
Heiji aveva avuto l'idea brillante di mostrare il cadavere a Shinichi, per fargli tornare in mente tutte le sue amate indagini, ma Shiho aveva smentito, specificando che comunque era una sua conoscente, e quindi poteva rimanere traumatizzato.
-Scusi- Iniziò Hattori- Ma il corpo?- Iniziò a guardare in giro, senza trovare nemmeno un unghia della Suzuki.
-Questo non è importante, Heiji- Sbottò Megure- Sappiamo che proprio ieri, suo marito era partito per un torneo di karate, e che aveva avuto una discussione alquanto...frizzante con te, Sarah.
Kaito arrossì, mentre Sarah rimase impassibile.
-Sì. Confermo che abbiamo litigato- Disse calma- Mi ha rinfacciato che non ero una donna sposata e che nessuno poteva amarmi.
-E poi? Come è andata a finire?
-Le ho...dimostrato che... aveva torto.
-Come?
"E te pareva che sospettano di me!" Pensò, alzando gli occhi al cielo.
-Andiamo, non penserà certo che Sarah possa aver commesso un omicidio!- Shiho era corsa in sua difesa.
-Già lei è troppo inno... Non farebbe mai una cosa simile.- Commentò Heiji.
Megure alzò un sopracciglio, guadando la principale indiziata.
-Ho baciato il qui presente tizio- E detto questo, prese Kaito per la manica.
-E' vero? Potete confermare?
-Certo- Affermò la scienziata.
Megure appuntò su una piccola agenda i fatti descritti fino ad ora:- Dopo che è andata via la Suzuki, verso le otto e trenta, tu cosa hai fatto? Poi sei andata nella tua stanza?
-Ero infastidita prima, e poi, una volta che se ne era andata, sono scesa con gli altri fino alle- Fece un breve calcolo-nove. Poi, ognuno se ne è tornato a casa propria ed io ho aiutato il dottore a mettere a posto. E può confermarlo sia lui che la bambina con cui vivo.
-Comunque- Intervenne Kaito di botto, tanto che Sarah non aveva ancora finito di parlare- Anche il qui presente Makoto, tornato di corsa dal torneo potrebbe essere il colpevole, no?
Makoto sussultò:- No, ma che dici? Ero arrivato verso le tre in America, ma poi mi è giunta la notizia che mia moglie...- E scoppiò in lacrime.
-Comunque sia...
Un urlo fece voltare tutti.
-Proviene da fuori!- Urlò Megure.
-Shinichi!- Urlò Shiho, uscendo di corsa- Che succede!?
Il ragazzo era seduto a terra, bianco come un cadavere, terrorizzato e con la mano sul petto. Guardò Shiho e per qualche secondo sembrava essersi dimenticato quelle poche cose che aveva assimilato in quei giorni.
-Sh...Shiho...- Boccheggiò.
-Va tutto bene- Lei lo strinse a se- Che ti succede? Qualcuno ti ha ferito?
-No... Ho solo visto le foto del corpo che aveva quel tizio li...
Ma le foto non le aveva più Takagi, perché per poco non stava morendo di infarto, convinto di aver visto un fantasma.
-Ti avevo detto di restare in macchina!- Sbottò Heiji, che era appoggiato al cancello- Certo che sei proprio un testone!
-Scusa- Fece Shiho, con il suo sguardo gelido- ma questi commenti ora non aiutano!
-Non mi avevi detto che la vittima era... quella.
-Sì Shinichi- Iniziò Megure piuttosto annoiato- La vittima è Sonoko. Non è morta però. E' in fin di vita, la stanno operando. Giusto Taka... Uaaaaah! SHINICHI?!- L'ispettore fece letteralmente un salto all'indietro- Ma...tu...tu eri...
-Ah già- Commentò Heiji, con tono di scuse- Mi ero dimenticato di dirle questo piccolo particolare: Shinichi è vivo.
Takagi svenne, e Megure si appoggiò a Kaito, facendo cadere entrambi.
-Ma che ottimi poliziotti- Commentò sarcastica Sarah- Meno male che ci siamo noi detective.
-De...Detective?- Shinichi la guardò.
-Ehm...Si?- Tentennò lei.
Lui si voltò verso Shiho:- Ti prego... Non dirmi che lo sono anche io...
-Beh, con calma, per ora devi solo sapere che...
-Sei solo il migliore detective in tutto il Giappone! E che sei soprannominato il detective dell'est! Sei famosissimo ma mezzo mondo è convinto che tu sia morto- Spiegò Heiji velocemente- Non dovevo dirlo?
-Molto tatto, complimenti- Sbottò la strega.
Intanto, Shinichi si era alzato, e li fissava, scioccato.
-No...Io...io non posso essere un detective...
-Oh sì, lo sei.
-Heiji piantala una buona volta.
-No. Non lo sono.
-Lo se...
-Heiji zitto!
Shinichi si avviò verso la macchina, e si appoggiò sul cofano.
-Io non posso essere un detective- Mormorò fra se e se- Non lo sono.
Si accorse dopo che Shiho era dietro di lui.
-Shiho, è sicuro che io non sono quello che cerchi tu, perché io...io ho assistito a più di trenta omicidi in questi anni...Fatti da Clare. Ho visto l'orrore di quelle persone, senza farci niente. Stava per uccidere anche tua figlia, senza motivo, se non mi fossi messo in mezzo... Io non posso fare il detective... Non posso...
E scoppiò a singhiozzare.
La ragazza non lo aveva mai visto così. Shinichi Kudo, il detective che adora i casi impossibili, ora piangeva come un neonato ed odiava qualunque cosa avesse a che fare con la parola detective.
Lei lo abbracciò, cercando di tranquillizzarlo.
***
Era notte fonda, in casa Kudo. Shiho dormiva. Il volto rilassato. Shinichi, al contrario, aveva il volto contratto per lo sforzo, era un bagno di sudore, e girava la testa prima a sinistra e poi a destra. Strinse forte le lenzuola e le coperte, respirando affannosamente.
-Uccidere...- Sussurrava- Vuole uccidere...
Shiho, sentendo quelle parole ripetute lentamente, si sollevò di scatto, guardando tutta la stanza.
-Vuole uccidere...- Ripeteva Shinichi.
-Shin?- Sussurrò lei- Shinichi? Svegliati! Ehi, Shinichi?
Cominciò a scuoterlo, ma lui non dava cenno di volersi alzare. Ripeteva sempre le stesse parole.
-Uccidere?- Mormorò Shiho- Ehi, Shinichi svegliati! Chi vuole uccidere?!
Lui si svegliò urlando.
-No...NO!
-Shinichi!
-NO!
-Ehi, sono io!
Lui si voltò a guardarla, nonostante fosse buio pesto.
-Devo andare via...- Sussurrò.
-Ancora con questa storia?- Shiho era visibilmente preoccupata- Di chi stavi parlando? Perché vuoi andare via?
-Clare...- Sussurrò lui guardandola- E' qui... Ha quasi ucciso quella ragazza per darmi un avvertimento... Non si fermerà... Farà fuori anche te e gli altri... Devo andare via...
-Tu non ti muovi! E poi, quante possibilità ci sono che ti abbia intercettato proprio qui a Beika? Lei era a Londra! Come può venire qui in meno di una settimana e commettere un tentato omicidio?
Lui si girò a guardarla.
-Ma... non pensi mica che il marito l'abbia quasi fatta fuori perché ieri ha cercato di farlo con me?
-Beh io...EH!?
-Sì. Ha detto che Sonnie era figlia a me e lei. Che tu mi stavi corrompendo.
Shiho era sconvolta, lo prese per le spalle e lo guardò:- Shinichi, non lo hai fatto, vero?
-Io? No! Al contrario, le ho detto che mi faceva schifo e me ne sono andato intatto.
-Ah, meno male.
Silenzio.
-Shiho...
-Sì?
-Io... io ti voglio bene.
Lei sorrise, e lo abbracciò.
-Anche io te ne voglio.
***
"Perfetto... Ora hanno in mente di dichiararmi una povera assassina" Sbottò Sarah, mentre metteva a posto la scrivania. "Beh... Non è certo colpa mia se Makoto l'ha fatta fuori. Forse si era accorto che queella era una povera arpia... Da come si comporta! Mi ha fatto baciare Kaito! Però...è stato bello... EH? MA CHE STO DICENDO?!"
Sentì la porta aprirsi lentamente.
-Ehi...- Era proprio lui, Kaito- Posso?
-Certo- Borbottò lei- Entra.
Non si parlavano da quel bacio. Era una situazione imbarazzante ed orribile. Erano amici, nulla di più. Lei ripensò a quella sera, quando lo aveva mandato via, e lui stava per dire qualcosa.
"Io ti..."
Amo? Odio? Voglio bene? Voglio proteggere?
Forse non lo avrebbe mai scoperto.
-Senti... per il fatto di ieri...
-Oh, sì- Esclamò lei- Era solo un gioco.
-Già, per far vedere a Sonoko che non ha sempre ragione.
-Sì... A proposito, sta bene?
-E' ancora in sala operatoria.
-Oh.
Silenzio.
R
-Non sei stata tu a commettere quell'attentato, giusto?
Lei si girò, furente e sorpresa.
-Pensi davvero che potevo commettere io quell'atto?!- Ringhiò.
-No...- Borbottò Kaito- So che non sei stata tu!
Sarah buttò a terra un quaderno:- Proprio tu! Lo hai pensato!
Kaito si mise sulla difensiva:- Ti ricordo che sono stato l'unico a credere che tu non fossi la spia, cara! Ma perché non ti comporti più come la prima volta che ti avevo conosciuta?
-Come?
-Eri così...indifesa e spontanea quando quei mostri stavano per ucciderti. E anche quando hai evocato quel drago!
Sarah arrossì fino alla punta delle orecchie:- Per la cronaca... Ero solo disorientata. Questa cosa sono io.
-Tu non sei una cosa- Le disse, spostando i capelli blu ribelli- Anzi, sei fantastica.
Lei arrossì, ed ingoiò la saliva.
-Ecco perché sono venuto da te. Per dirti di prendere al volo quello che hai ed inseguire i tuoi sogni, perché non scapperanno. Quindi non aver paura di perderli.- Si allontanò e la salutò.
-Già...- Mormorò- Lo stesso vale per te...
Lei vide chiudersi la porta alle spalle.
"Inseguire i miei sogni, eh? Eppure non riesco a muovermi..."
-ZIA!
-Uh? Ah, ciao Rachel.
La bambina la osservava con sguardo divertito.
-E così, tu e lui...
Sarah le mise una mano sulla bocca.
-Sh! Zitta!
Rachel rise.
-A quanto pare qualcuno qui ha bisogno di un piccolo aiuto!
La strega la squadrò:- Ehm... Che genere di aiuto?
-Vieni con me- E la bambina la portò a casa sua.
-Dove sono gli altri?
-Conan è uscito con papà e mamma è andata a fare la spesa.
Rachel prese Sarah per mano, e la portò in camera dei genitori.
-Sono sicura che a mamma non dispiacerà se prenderai un po' dei suoi abiti.
-Eh?
Shiho, aveva anche degli abiti abbastanza... suadenti. Ma non li usava mai, se non per qualche rara occasione.
-Ok, allora... Questi... Oh, questa collana è fantastica! E guarda questo vestito!
La bambina si era letteralmente buttata dentro l'armadio della mamma, dove spuntavano anche i nuovi abiti di Kudo.
-Ecco!- Esclamò- Provali!
Sarah si chiuse in bagno, ed uscì poco dopo con un vestito blu notte alla giapponese, con il collo alto e senza maniche, con degli strass argento per tutti i contorni. Indossava una collana argentata, con uno zaffiro a forma di goccia come ciondolo. Si era legata i capelli in uno chignon alto, lasciando ricadere il suo ciuffo blu. A completare tutto, c'erano i tacchi neri alti.
-Non mi sento a mio agio!- Sbottò.
-Senti- Rachel si fece seria- Sei così disperata da chiedere aiuto ad una bambinetta di cinque anni. Ora fai come ti dico!
-Io non ti ho mica chiesto aiuto!
-Non direttamente.
-Sei malvagia.
-No, tu sei malvagia. Ora truccati con un ombretto argento.
Alla fine dell'opera, Sarah era quasi irriconoscibile.
-Bene! Sai cosa devi fare!- Esclamò Rachel.
-C...Certo. Che devo fare?
Rachel sbottò. Annoiata:- Vai a casa sua e digli quello che provi!
-Ehm...
-Fallo o dico a papà che hai scritto che gli mancavi su quella letterina nella sua tomba.
Sarah la osservò stizzita.
-Ok.
***
-Scusami...- Mormorò Conan al padre, dopo una giornata a fare un giro per la città- Devo andare un momento in edicola... Ho...ecco... Visto un manga che mi piace e lo vorrei prendere...
Shinichi gli sorrise.
-Certo, vai.
Conan si avviò.
Aveva appena finito di pagare, però il manga gli fu tolto letteralmente di mano da Leò.
(gli errori sono fatti volontariamente per l'accento francese di questo imbecille, vi ricordo xD ndSarah)
-Oh, ma guavda! Il piccolo Conan!
Il ragazzino con gli occhiali lo guardò freddo.
-Non ora, Leò.
-Oh, noto che non c'è la bambina cadaveve con te. Adesso nessuno mi impedivà di spaccavti in due la faccia.
-Lasciami stare e dammi il mio manga.
-Oh questo?- Leò lo buttò a terra- Ops, che sbadato. Ed ova che fai? Vai a piangeve dal tuo papà?
-Smettila...
-Non c'è più la bambinetta, quindi non fai più il covaggioso.
Conan gli sorrise freddamente, e gli mollò un calcio sul ginocchio, che fece cadere a terra il bullo.
-Dimmi, ora vai tu a piangere dalla mamma?- Lo stuzzicò Conan.
Si prese il manga, allontanandosi, ma fu buttato a terra da Leò, che cominciò a tirare le sue braccia all'indietro. Conan non urlava, non voleva dargli la soddisfazione.
-Oh, cosa fai? Pveghi il tuo povevo papavino? E' meglio che uvli, se no non c'è gusto!
-Lascialo stare...- Sibilò una voce.
-Eh?
In meno di due secondi, Leò venne preso e spinto a terra.
-Chi è sta... K...Kudo Shinichi?- Sussurrò, sconvolto- Ma...evi movto!
Ma Shinichi non ci badò. Aiutò Conan a rimettersi in piedi, e poi osservò Leò.
-Non avvicinarti più al mio bambino, o ai suoi amici, perché ne subirai le conseguenze.
Mentre si avviavano a casa, Conan riusciva solo a sorridere.
"Il mio bambino."
-Scusami... Forse non volevi che mi immischiassi in quella situazione- Farfugliò Shinichi- Ma non ci ho visto più dalla rabbia.
-No, anzi. Mi ha fatto piacere.- E, un po' impacciato, il bambino strinse la mano del padre.
***
"Ok... Allora... Kaito tu mi piaci. No. Troppo diretta... Potrei dire... Ciao, siccome mi hai detto di inseguire i miei sogni ti ho raggiunto? Boh... Improvviserò."
Sarah si incamminò verso casa del ragazzo, ancora instabile sui tacchi.
"E lui poi cosa dirà? Non ho già messo troppo a repentaglio?"
Uffa.
Ma perché doveva essere tutto così dannatamente difficile?
E certe volte bastava un 'tu mi piaci'.
"Beh, è pure ora, credo. Non voglio restare zitella!"
Si specchiò nella borsetta argentata che Rachel le aveva dato, e controllò che tutto fosse in ordine. Alzò lo sguardo verso la casa del ragazzo e lo vide. Aspettava qualcuno, perché osservava l'orologio da un pezzo.
"Oh mamma... Rachel ha fatto le cose in grande. Ma... sicuri che non sia una ragazza che ho preso l'aptx?!" Pensò lei scherzosamente, mentre il panico la invase.
Sentiva le gambe molli e le farfalle nello stomaco. Prese un bel respiro e disse:
-Ciao Kaito!
Lui si girò, e ricambiò lo sguardo. La salutò con la mano.
Lei stava per andare da lui, ma poi si fermò.
La sorpassò un'altra ragazza, più o meno della sua età, vestita da bimbetta innocente. I capelli un po' ribelli uscivano da un cappello. Avrebbe riconosciuto Aoko Nakamori da metri e metri di distanza, visto che somigliava quasi alla defunta Mouri.
-Ciao!- Esclamò lei, andandogli vicino.
Prima che Sarah potesse pensare a qualcosa, li vide baciarsi.
Era una sua impressione, o il suo cuore aveva fatto crack?
Lasciò cadere come una cretina la borsetta, in modo tale che quei due si staccassero. Perfetto. Ora voleva solo il suo mantello dell'invisibilità, per nascondere gli occhi umidi e le labbra spalancate e tremanti.
Kaito sembrò pronunciare il suo nome, ma a lei non importava più, ormai.
Non le importava di niente.
Eppure dentro di se sapeva che non aveva speranze.
Di che si era illusa?
Prese la borsetta a terra e corse via, senza ascoltare il ragazzo che le chiedeva di tornare indietro.
Arrivò a casa, prendendo almeno due o tre storte, e si buttò sul letto. Scoppiò a piangere ed urlare, mentre il trucco le colava sul cuscino, dove stava nascondendo il volto.
La porta si aprì e per qualche secondo Mei rimase li impalata. Poi la richiuse.
Quattro secondi dopo, la porta era riaperta e la bambina era davanti al letto della ragazza.
Sarah non aveva smesso di piangere, ma non urlava più.
-Ne vuoi parlare?- Chiese Mei.
La ragazza fece cenno di no con la testa.
Mei rimase ad osservarla per qualche secondo, poi si infilò nel letto. La strega smise di piangere, e la fissò.
-Sai...- Iniziò- Mi sembra strano che ti ora sia qui, parlandomi, visto che ti sto antipatica.
-Tu non mi stai antipatica.
-Ma non mi parli mai...- Sussurrò la strega.
-Non parlo molto. Mi limito ad esistere.
Silenzio.
-So quello che stai pensando...- Continuò la bambina- Io sono giovane e dovrei godermi la vita. Però... Nella vita si hanno dei genitori, ma i miei mi hanno abbandonata in tenera età. Nella vita si può ritrovare tutto, ma Shinichi non ricorda nulla di Conan e Rachel. Nella vita si deve essere se stessi per essere felice, io sono triste. Nella vita ci si ama. E tu sei qui a piangere. Ecco perché non provo minimamente a vivere.
Sarah l'aveva fissata a bocca aperta.
-Ma tu sei una bambina. Non puoi pensare a queste cose...
-E invece ci penso. Tu, ora vuoi parlare di quello che è successo?
La strega dal ciuffo blu abbassò lo sguardo.
-Evidentemente non è lui quello giusto.
-Però poi soffri.
-Senti- Sbottò Sarah- Non importa quello che provo io ora. Devo chiederti scusa.
Fu Mei, a guardarla perplessa.
-Di cosa?
-Per il fatto che non ho mai capito a fondo quanto provassi. Scusami, ma sono proprio pessima. Non mi meraviglio che tutti mi trattano...Come mi trattano.
Silenzio.
-Sarah?
-Dimmi, Mei.
-Mi vuoi bene?
-Sì.
-Anche io.
Sarah sorrise.
-Sarah?
-Sì?
-Posso...Posso chiamarti mamma?
Sarah la guardò, e sorrise. La abbracciò.
-Sì Mei. Io sarò la tua mamma.
Aaaawww! Ma quanto è dolce Mei? *faccina pucci*
Sono mamma! Woooow!
E chi avrà quasi ucciso quella brutta arpia? Io, Makoto o Clare? O forse qualche altro pazzo uscito dal nulla?
Ok, prima di prendere le mazze chiodate per uccidere me, siccome Sonoko è quasi sopravvissuta, e Kaito perchè si è comportato da... insomma sì...
...Attendete un po'! Perchè potrebbero accadere tante TANTE cose inaspettate.
Vabbe...Al prossimo capitolo!
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