C.5 Chi sei?
Conan si fermò, con il fiatone, davanti al museo di Sherlock Holmes. I lampioni illuminavano l'insegna di un uomo con la pipa ed un cappello stravagante.
Il bambino si appoggiò al muretto, osservando il nome del personaggio che aveva tanto amato suo padre. Gli scese una lacrima al solo pensiero.
"Se era un normale impiegato, o qualcosa del genere...Forse ora..."
-Sei qui da solo?- Domandò qualcuno, affiancandolo- Potresti perderti, e poi, è quasi l'alba.
Aveva un giubbino abbastanza leggero, dei jeans, una felpa, ed un cappello con la visiera.
-Avevo bisogno di pensare...- Sussurrò il bambino di rimando.
-Vieni anche tu qui a riflettere?- Domandò quello- Io ci vengo quando Clare non mi sorveglia. Ho sempre ammirato questo leggendario Sherlock Holmes.
-Già...Non perdeva mai la calma. Doyle ha creato un personaggio fantastico...- Replicò Conan- Peccato che per colpa sua ho perso qualcuno di importante.
Rimasero in silenzio per un po'.
-Sei fortunato che tu abbia una famiglia. Perché ce l'hai, giusto?
Entrambi si guardarono, e sussultarono.
-T...Tu...- Boccheggiarono.
-CONAN!- Urlò Rachel, con gli altri, raggiungendolo- Stai bene?
Mei osservò l'uomo, e socchiuse gli occhi.
-C...Conan?- Mormorò quello, indietreggiando- Ehm...I...Io devo andare...
-Aspetta!- Urlò Rachel.
Conan stava per dire qualcosa, ma poi sentì una fitta forte al petto, e si toccò il punto dove c'era il suo cuore. Iniziò ad avere paura, e a sudare.
Mei gli mise timidamente una mano sulla spalla, preoccupata. Gli altri non si accorsero della condizione di Conan, troppo occupati ad urlare contro l'uomo, sperando che si fermasse.
Lo videro sparire dietro l'angolo. Stavano per raggiungerlo, quando quello indietreggiò, con le mani alzate. Aveva gli occhi spalancati, mentre una ragazza, doveva avere all'incirca sedici anni, gli puntava una pistola al cuore.
-C...Clare!
-Ho scoperto dove vai all'alba!- Ringhiò quella.
Aveva dei capelli castani, lasciati sciolti. Vestiti molto corti, troppo per il periodo invernale, dei tacchi molto alti ed una giacca di pelliccia, e non sembrava sintetica. Ma la cosa che fece rabbrividire Conan ancora di più, erano gli occhi ghiacciati e crudeli.
-E...Ero andato solo a fare d...due passi!- Cercò di difendersi quello, sbattendo contro un palo ed imprecando.
Clare sorrise.
-E va bene, ti perdono- E gli stampò un bacio sulle labbra.
Quello iniziò a tremare.
A quel punto, la ragazza si accorse dei cinque bambini, e sbiancò in volto.
-TU!- Urlò di nuovo al ragazzo, che si ritrasse spaventato- Da quanto tempo conosci quei cinque? Chi sono? Che ti hanno detto? PARLA!
Lui cominciò a tremare ancora di più.
-Giuro che...che non li conosco! C...credimi Clare!
Quella scrollò le spalle, caricò la pistola e si avvicinò ai bambini.
Conan sentiva il suo cuore pulsare, e sentiva tutto ovattato. Guardò la ragazza, che puntava la pistola alla fronte di Rachel.
-No...- Sussurrò
-Rachel! Non la toccare!- Ringhiò Seiji.
-Zitto o la faccio fuori!- Urlò la mora.
Il ragazzo si accasciò a terra:
-Clare...Sono solo dei bambini...Ti prego, non farlo...
Rachel piangeva, e fissava la pistola.
-Tre...due...uno...
-NON FARLO!
Bam.
Conan sentì il sangue andargli in faccia, Sonnie urlò, e Seiji si inginocchiò a terra.
Mei strinse la mano del piccolo Kudo, che non osava aprire gli occhi.
-Rachel...- Sussurrò fra le lacrime.
-OH CIELO! MA TU STAI PERDENDO SANGUE!- Urlò la sorellina, terrorizzata.
A quel punto, Conan aprì gli occhi, e vide il ragazzo di prima avanti a Rachel, per farle da scudo. Perdeva sangue dal braccio.
-Perché l'hai fatto?!- Ringhiò la ragazza- Chi sono quelli!?
-Ti ho già detto che non lo so!- Urlò quello, stringendosi il braccio- Ti ho sempre lasciato uccidere chi volevi, ma i bambini no. Loro non hanno fatto niente.
Rimasero in silenzio.
Quella si morse il labbro.
-Tu non capisci, questa volta è diverso. Ora spostati!
-No!
-SPOSTATI!
-Crucio!- Urlò Mei, puntando la bacchetta di Sarah contro Clare, che si contorse dal dolore- Corriamo! Corriamo!
Seiji prese per mano Rachel, che prese anche il ragazzo.
-No...- Provò a ribattere lui- Vi prego, lasciatemi stare...
-Tu vieni con noi! Punto!- Urlò Mei.
Corsero per tutta Londra, che si stava risvegliando, per la vigilia di Natale.
Seiji stava per aprire la porta del primo negozio che gli capitava a tiro, quando un colpo di pistola lo fece trasalire.
Clare, ancora dolorante, li stava inseguendo.
Alcuni londinesi cercarono di capire che stava succedendo, ma invano.
-Corriamo! Non abbiamo tempo!- Urlò Rachel, strattonando il ragazzo.
-Andate più piano!
-Sì certo! Così quella ci uccide!- Ringhiò Mei, che cercava di trovare un posto sicuro.
Gli occhi le si illuminarono,e condusse tutti al pub del giorno prima.
Si accasciarono a terra, stremati.
Conan aveva il fiatone e sudava.
-Ora torniamo a casa!?- Piagnucolò Sonnie.
Seiji, che ancora stringeva Rachel, guardò Conan con aria supplichevole.
Il bambino stava bevendo dell'acqua velocemente, sentendo i battiti del cuore tornare regolari.
-Ora devi curarti tu!- Precisò la bimba ramata.
-Io? Non preoccuparti...Non è niente... Voi ora andate...
-Ahahahah. No senti bello!- Iniziò Sonnie- Tu con quella non ci torni, perché ti farà fuori! E poi, mica abbiamo rischiato di morire per niente?!
-E dove dovremmo andare, sentiamo?
-A Tokyo.
Lui scosse la testa:- Non capite? Se vengo anche io rischierete la vita!
-Ma tu morirai se resti qui...- Balbettò Conan.
-Meglio io che voi.
Mei, prese uno strofinaccio, lo lavò e lo legò attorno alla ferita.
-Ehm...Grazie...
Lei non disse niente. E pensare che fino a cinque minuti prima aveva urlato come una pazza...
Prese il mantello dalla borsetta, fece cenno di restare in silenzio, e lo lanciò addosso agli altri, come sempre.
Così, in silenzio e stretti, si incamminarono verso il primo mezzo di trasporto che riuscirono a trovare. Si infilarono in una metropolitana, ed attesero in silenzio.
***
-Oh la mia Sonnie! E' quasi una settimana che è sparita!- Sonoko era in lacrime, nel salotto dei Kudo.
-Su...- Cercò di consolarla Kaito- Vuoi una tisana?
-Oh, sì grazie.- Fece quella, con sguardo da civetta.
Sarah, che era seduta sul divano, li fissò con gli occhi ridotti in due fessure.
"Ringrazia che non ho la mia bacchetta...!"
-Sonoko, non perché non ti vogliamo, ma quando ti togli dalle scatole?- Chiese candidamente la strega, siccome dovevano discutere di cose importanti.
-Ma qual è il tuo problema, Kudo!?- Ringhiò quella- Io resto qui quanto mi pare! Non crederti tanto importante solo perché sei la cugina di Shinichi!
Sarah la fissò a lungo:- Vogliamo parlare del diciottesimo compleanno di Shinichi? Del tuo liquore? Mh?
Quella sbiancò.
-B...Beh, siccome anche Kid una sera stava per baciare Ran... Avevo pensato che...
-FRENA, Suzuki! Kid ha fatto COSA?!
-Ehm... Mi sono accorto di avere un impegno...
-KUROBA! ORA ASSAGGERAI LA MIA IRA!
Sonoko rimase a fissarli perplessa.
-Ma di che ti scaldi? Il mio caro Ladro Kid non è presente!
-Ah. Ah. Ah. Ma che ridere. Il tuo caro cosa?- Ringhiò Sarah, fingendo di fare la brava bambina- Ora esci da qui se non vuoi morire.
-Eh?
-Sonoko, ESCI!
La Suzuki uscì terrorizzata, montando sulla sua Ferrari.
Silenzio.
-Ora mi spieghi perché...Ahia! Che male! Ma perché l'hai fatto!?
Sarah abbassò il ginocchio, lasciando Kaito agonizzante a terra.
-Con te non c'è gusto.
Shiho, che era rimasta immobile per tutto il tempo, rimase a guardare Sarah.
-Che cosa ha fatto Sonoko, quella sera?
-Niente. Ora non è importante.
Alla fine arrivò anche Heiji, e la loro riunione ebbe inizio.
-Ieri hanno trovato un corpo nel Beika Hotel.- Annunciò Sarah.
-E allora?- Chiese Heiji, siccome Kaito era ancora incapace di parlare, per colpa della botta.
-E' il proprietario del cuore nella tomba di Shinichi- Replicò Shiho.
-Oh...- Hattori abbassò lo sguardo- Quindi... Insomma, abbiamo trovato Kudo.
Sarah addentò un dolce al cioccolato fatto per l'occasione:- Immagino che voi sappiate il gruppo sanguigno di Shinichi, no?
-Sì, B negativo.
La strega sorrise compiaciuta:- Leggendo i risultati dell'autopsia, la vittima era stata uccisa con una coltellata, e poi tolto il cuore. Allora sono andata a prendere dei documenti...
-...E il sangue su quell'organo era C positivo- Concluse Shiho.
Ancora attimi di silenzio.
-Hanno truccato i risultati?- Domandò esterrefatto Kaito.
Le ragazze annuirono.
-Fino a prova contraria, mio marito non è morto.
***
"Fra meno di mezz'ora sarà Natale..." Pensò Shiho, dopo la riunione, guardando l'enorme albero illuminato.
Era pieno di bigliettini con i desideri dei bambini, che li appendevano ogni anno, come tradizione.
La ramata guardò i vari foglietti, cercando di scorgere quello di Rachel, ma non era permesso toccarli.
Alzò lo sguardo, verso la luminosa stella sulla punta. Tutti li esprimevano un desiderio.
Shiho chiuse gli occhi, mise le mani a mo' di preghiera, prese un respiro profondo, sentendo il freddo entrarle piacevolmente nei polmoni e disse:
-Voglio che i miei figli tornino a casa. Rivoglio la mia famiglia...
Abbassò lo sguardo, e si allontanò. Sapeva che era stupido esprimere desideri, ma ormai era disposta a tutto. Sperava davvero che Shinichi fosse ancora vivo, da qualche parte. Forse si era cacciato nel classico caso troppo grosso ed era scappato senza poter dire niente. Sperava davvero che fosse così.
Tornò a casa, e si ritrovò i genitori dei bambini scomparsi, più i suoi amici.
-Pensavamo che forse avremmo passato un bel Natale insieme...- Mormorò Kazuha, sorridendo tristemente.
La vedova Kudo annuì.
Si sedettero, iniziando a mangiare. Dieci minuti alla mezzanotte.
Nessuno diceva niente, mangiava e basta. A volte Sonoko osservava Sarah, e quella le rivolgeva un'occhiata di sfida. Ora che c'era Makoto, la Suzuki non provava a dire niente.
Cinque minuti alla mezzanotte.
Agasa stava per dire qualcosa, quando suonò il campanello. Si girarono tutti meccanicamente a guardare la porta.
Sarah si alzò, e si avviò verso la porta.
Mentre quelli aspettavano, sentirono un urlo agghiacciante.
-SARAH!?- Urlò Kaito, alzandosi da tavola, seguito da Shiho.
La videro con le mani alla bocca, sconvolta.
-Oddio...Oh mamma...Shiho! Vieni! Muoviti!
Lei si affacciò alla porta. Vide prima i suoi figli, sorridenti. Stava per abbracciarli, poi si accorse che qualcuno era dietro di loro. Tremava, e cercava di non farsi vedere.
Lei sussultò, ed osservò il ragazzo.
Si avviò fuori casa, ed i bambini le lasciarono libera la strada.
Con mano tremante, sfiorò la guancia del ragazzo, che cercò di ritrarsi.
Lei sorrise, e scosse la testa. Poi scoppiò a piangere.
-Shinichi!- Urlò, abbracciandolo- Shinichi! Oh, Shinichi!
Lo strinse forte, sotto gli occhi di tutti. Kazuha abbracciava suo figlio, e piangeva. Anche Sarah piangeva, ma nascose la faccia quando Kaito la guardò.
Conan e Rachel erano in lacrime, e guardavano la scena, con Mei dietro, mentre Sonnie era andata a farsi coccolare dai genitori.
-Shinichi...- Continuava a ripetere Shiho, togliendogli il berretto- non sto sognando. Sei davvero tu. Continuò ad abbracciarlo.
Shinichi la prese per le spalle, e la guardò per qualche secondo.
-Ma...Ma tu chi sei?- Le domandò.
Shiho smise di sorridere, e guardò il ragazzo, schioccata.
-Sono io: Shiho.Cosa stai dicendo, Shinichi?
-Shi...Shinichi?- Chiese lui, ancora più confuso- E chi è?
Tutti trattennero il respiro.
-No... E' uno scherzo,vero?- Mormorò Conan.
-Ora smettila di scherzare!- Urlò Shiho, in panico.
Lui la fissò per qualche secondo.
-No...Sul serio...Io non ti conosco... Non conosco nessuno di voi...
Dopo un momento di confusione, il ragazzo perse i sensi, e Shiho lo sorresse.
La scienziata osservò, scioccata, il volto sofferente del marito ritrovato, senza sapere cosa dire o fare.
In quel momento, scoccò la mezzanotte.
"Shinichi..."
Ta da! Shinichi non è morto! E...Per la cronaca l'avrei fatto tornare xD
Non so se mi odierete o meno per il suo 'piccolo problema'...
Beh, c'è chi aveva già indovinato... Aaaah sono troppo prevedibileeee!
E presto Sonoko morirà xD
PS: Aspetto la resurrezione di un certo personaggio adesso xD
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