C.17 Sopravvissuti

Shiho aprì lentamente gli occhi. Sentiva il 'bip' regolare ed il rumore delle macchine che lavoravano senza sosta.

Si guardò in giro: era in una camera di ospedale.

Ed era viva.

Ma questo non le importava.

Tutto era chiaro come una goccia d'acqua: il discorso di Vermouth, lo sparo, il sangue, il dolore, Conan, Sarah, Mei...

E Shinichi.

Era successo davvero?

Il dolore al torace dimostrava di sì.

Shiho si guardò in giro, sperando di trovare qualcuno con cui parlare. Voleva sapere cosa era successo. Aveva perso conoscenza poco dopo che Kaito era corso all'interno dell'edificio.

Voleva salvarli tutti, ma non era stata capace nemmeno di salvare se stessa.

Ogni respiro le costava un dolore al polmone ferito, che le sembrava quasi metallico, ma nulla era quello che provava dentro.

Voleva solo morire. Sarebbe volata via come un palloncino, e poi addio.

-Mamma...

Qualcuno la teneva timidamente per mano.

Shiho provò a parlare, e le uscì una voce roca:

-Rachel...

La bambina la osservava con le lacrime agli occhi, quasi come se potesse sparire da un momento all'altro.

-Tranquilla, la mamma sta bene...- Sussurrò Shiho, cercando di sorriderle.

-Mamma...-Rachel tiró su con il naso- Mamma ho paura... Perché papà...

Rachel cominciò a piangere.

Sua madre voleva consolarla, ma non sapeva cosa dirle.

Era Shinichi quello che aveva sempre le parole giuste, non lei.

E poi, se nessuno consolava lei, come poteva farlo con sua figlia?

Aveva fallito.

-Tesoro, ora non pensarci... Sorridi,ok?

-Ok.

Rachel tentò un sorriso, mentre continuava a tenere per mano la mamma.

-Gli altri?- Chiese la ramata dopo un po'- Dove sono?

-Conan e Mei sono andati a farsi controllare il polso e la spalla. Heiji è qui e sta cercando di capire chi ti ha fatto questo...

Shiho rimase ad osservarla senza espressione:

-Da quanto tempo sono qui?

Rachel la osservò, mentre giocava nervosa con l'unghia del suo mignolo.
Quell'abitudine l'aveva presa da lei...

-Cinque ore. Ti hanno operata d'urgenza. Per ora hai una prote-qualcosa... Al polmone.

-Protesi tesoro.- Shiho tentò di sorriderle rassicurante- Evidentemente ora ho un polmone artificiale. Ma è proprio come quello che avevo prima, solo finto. Sono sempre io, tesoro.

Rachel parve rasserenarsi:- E sai mammina, presto ti troveranno un polmone nuovo nuovo!

Shiho continuò a sorridere. I suoi figli stavano bene, era questa la cosa importante, ora.

Rachel invece, aveva smesso di sorridere.

-Mamma, è vero quello che ha detto Conan? È stato papà?

Shiho socchiuse gli occhi, e disse:

-Non lo so, piccola. E dimmi, gli altri dove sono?

-Sonnie e Seiji sono da Kazuha, non sanno niente, mentre Sarah è fuori, ancora in attesa.

-Sta bene?

-Lei sì. Ma Kaito è ancora in sala operatoria.

***

"Perché?! Perché cavolo lo ha fatto?! Perché?! Questo non doveva succedere!"

Sarah diede un calcio secco al tavolino, facendo sobbalzare Heiji, che stava riflettendo per conto suo.

-Vuoi dirmi che cavolo è successo in quell'hotel?! E' stata Ran a ferire Kaito, Shiho e Conan sì o no?!

-Primo, è stata ferita anche lei- Disse Mei, arrivando con il braccio fasciato e sedendosi accanto alla madre adottiva- Secondo... Io non ho visto l'aggressore. E Ran è morta. Era una donna americana e bionda quella che mi ha rapita.

Heiji rimase a fissarla allibito:

-Ehm... Vermouth? E' tornata?

Sarah non sembrava nemmeno ascoltare. Stringeva il bicchiere di cioccolata calda, ormai fredda, e fissava il corridoio, dove in quel momento, in una delle stanze, Kaito era in pericolo di vita, sotto operazione.

Shiho si era salvata. Era solo un polmone. Kaito era stato colpito al cuore, quattro volte.

Sarah sapeva bene che non sarebbe sopravvissuto.

Un proiettile era peggio di un Avada Kedavra. Perchè con un proiettile sentivi l'agonia divorarti dentro. Anche se sai che non c'è più niente da fare, continui a bruciare di paura e speranza, pensando che c'era sempre qualcosa da fare. Era un proiettile. C'era tempo.

Era la seconda volta che non proteggeva le persone che amava.

Era incapace.

Voleva solo urlare, andare da Shinichi, forse ancora inerme in quell'edificio, prenderlo per la gola e cruciarlo almeno altre cento volte, facendolo implorare pietà, e gli avrebbe fatto sputare fuori tutta la verità.

Perchè lo aveva fatto?

-A proposito mamma, Shiho si è svegliata- Disse ancora Mei, svegliandola da quello stato di trance.

Provò a sorridere, alzarsi, reagire... Ma era impossibile, non ci riusciva. Rimase immobile.

Stava facendo esattamente quello che aveva fatto per farsi degli amici, per salvare Fred...

Non stava facendo niente.

***

Conan diede un calcio al muro per la frustrazione.

La sua spalla era inutilizzabile, e non sapeva se essa sarebbe tornata come prima.

-Ti odio!- Urlò con tutta la rabbia- Ti odio! IO TI ODIO!

Si fermò, con il fiatone. Aveva detto a Rachel la verità. Lei doveva sapere, e non avrebbe mai detto a Seiji e Sonnie chi era il famigerato assassino.

Suo padre era un assassino. Voleva ucciderlo, ma non c'era riuscito grazie a Mei.

Se prima gli mancava ora lo odiava, e desiderava che fosse morto davvero.

Serrò il pugno per la frustrazione, visto che l'altro braccio era inutilizzabile.

-Papà...- Sussurrò-perchè? Io credevo che...che mi volessi bene. Credevo che mamma, Rachel, io e tutti gli altri valessimo qualcosa per te.

Si lasciò cadere a terra, senza preoccuparsi dei medici che lo intimavano di raggiungere la mamma, che si era svegliata.

Era felice per lei, ma si sentiva spento. Troppo spento.

Si avviò fuori: forse un po' d'aria fresca lo avrebbe calmato.

***

-ALLORA. VOGLIO SAPERE CHE SUCCEDE. PERCHE' SHINICHI NON E' ARRIVATO? CHI VI HA AGGREDITI? RAN E' VIVA? LA RAPITRICE E' VERMOUTH?!

Heiji era diventato logorroico.

Alla fine, Sarah era andata da Shiho, ma senza accennare una parola, ed Heiji l'aveva seguita a ruota.

-Scusa Heiji- Commentò Rachel, educatamente- Ma per favore, puoi darci tregua con le tue domande inappropriate?

Heiji, che finalmente aveva compreso di essere stato troppo brusco, si mise a borbottare fra se, elaborando teorie.

Non poteva certo sapere che il suo migliore amico aveva ucciso Yumi.

Nessuno poteva saperlo.

Sarah guardava fuori dalla porta, senza pensare a niente.

Fu poi, quando si accorse che un'infermiera correva come una ossessa con un defibrillatore, nella direzione da dove era venuta lei, che qualcosa scattò.

Si alzò improvvisamente, facendo ammutolire gli altri presenti.

-Che ti succede?- Chiese Shiho, titubante.

Sarah uscì dalla stanza velocemente, tornando nella sala d'aspetto. Vide l'infermiera sparire nel famoso corridoio, e gli occhi le si riempirono di paura.

Corse a perdifiato fino alla porta con la luce verde lampeggiante.

Segno di una operazione in corso.

Osservò disperata dai vetri, e capì.

Sette anni fa, Shiho c'era riuscita. Era riuscita a salvare Shinichi, che stava morendo per via dell'aptx. Il suo cuore si era già fermato.

Allora poteva farlo anche lei.

Senza pensarci due volte, spalancò la porta, ed alcuni medici si voltarono, stupefatti.

-SIGNORINA, NON PUO' STARE QUI!- Gridò uno.

Sarah non vi badò, e si avviò verso la figura pallida ed inerme di Kaito, cercando di non vedere su cosa stessero operando i medici, che ora avevano il defibrillatore in mano, mentre la macchina cardiaca lasciava un suono simile ad una B prolungata.

Lei, prese la mano del ragazzo, e non distolse lo sguardo dal volto.

-Signorina, se ne vada prima che chiami la sicurezza!

"MA CHE DIAVOLO STO FACENDO?"

-Kaito, sono io. So che puoi sentirmi.

-LA PREGO DI USCIRE IMMEDIATAMENTE!

La macchina cardiaca non accennava a riaccendersi.

-Sono qui. Sono con te, non ti lascerò, o ti manderò via, come ho sempre fatto.

-LIBERA!

-Basta, esca da qui!

-Io... Io devo ancora rispondere alla tua dichiarazione... non te ne puoi andare...

-Non c'è più niente da fare!

Due uomini tirarono via Sarah, che cercò di dimenarsi, inutilmente.

-No. No. NO! Kaito!

-Ora del decesso...- Iniziò a dichiarare cupamente un medico.

"No... Non è vero..."

Sarah prese un respiro profondo:

-IO TI AMO, KAITO! LA MIA RISPOSTA E' SI'! NON PUOI LASCIARMI ADESSO! SEI L'UNICO CHE HA SEMPRE CREDUTO IN ME, TI PREGO, NON LASCIARMI!

La sicurezza la trascinò via, ormai la ragazza era in lacrime, e tendeva le mani inutilmente.

-NO!!!

Le porte le si chiusero in faccia, e gli uomini la lasciarono andare in malo modo, e lei cadde a terra.

Era rimasta a fissare quelle porte, senza fare niente.

-No...- Sussurrò- No...

Scoppiò a piangere, senza nessuno in grado di consolarla.

Forse se sarebbe andata via quando quel tizio le aveva intimato di farlo, Kaito sarebbe stato ancora con lei.

-Ma...ma è incredibile!- La voce dell'uomo che aveva usato il defibrillatore le giunse alle orecchie.

-Non ci credo!- Quella era una infermiera.

-Chiamate quella ragazza!- E quello era l'uomo che aveva insistito nel cacciarla.

Due infermiere aprirono di nuovo le porte, i volti raggianti.

Sarah si alzò, con gli occhi ancora umidi, l'espressione stupita, ed incredula.

-E...Ehi...

Kaito era ancora steso nel letto, ma era sveglio. I suoi occhi azzurri non nascondevano il dolore, ma brillavano ancora di vita.

Le lacrime cominciarono a bagnare il volto di Sarah nuovamente, che sorrise:- Ehi...

***

Fuori faceva freddo e pioveva; beh, era plausibile, visto che erano quasi le due di notte.

Conan si lasciò bagnare il volto, senza togliersi gli occhiali.

Non voleva più essere così...identico a Shinichi. Non sapeva quanto poteva essere simile a lui, e non voleva scoprirlo.

Cosa spingeva una persona ad ucciderne un'altra? Lo diceva sempre, suo padre. Forse ora sapeva darsi la risposta.

Ma perchè proprio a lui? Era solo un bambino di sette anni...

Il freddo si era fatto pungente, ed i suoi denti iniziarono a battere. Si sedette per le scale iniziali dell'ospedale. Non se la sentiva di tornare dentro.

"Sono solo. Sono così dannatamente solo!"

Qualcosa lo coprì.

Conan alzò lo sguardo, bagnato e tremante.

Mei lo fissava inespressiva, l'ombrello in mano che copriva il bambino, mentre lei si stava bagnando. Aveva anche una bustina di plastica fra le mani, oltre che la fasciatura al braccio, che le impediva i movimenti corretti.

Erano feriti entrambi, dall'inizio. Lui aveva perso un padre, lei... Lei chissà perchè era così silenziosa... Eppure era in fasce, non si sarebbe dovuta ricordare niente del suo passato. Chissà...

Mei prese una felpa dalla bustina di plastica e la diede a Conan, che, imbarazzato, se la mise. Era un po' piccola per lui, ma lo teneva al caldo.

Sentiva il profumo di gigli che si portava sempre appresso Mei. Era come se lo stesse abbracciando.

Il punto è, che lo fece.

Mei lasciò cadere l'ombrello, abbracciando Conan.

-Andrà tutto bene Conan- Sussurrò- Io ti voglio bene.




Ecco!!! Beh, almeno tutti i feriti stanno bene! Ma ancora niente risposte! Pazienza!

Il compito è andato bene, ho preso 9.2, ma poi quella pazza della prof ce ne ha fatto fare un successivo a sorpresa... Ho preso 8.3, ma questa è proprio idiota!

Vabbe, siccome non frega a nessuno, passiamo a...

CURIOSITA': IL NOSTRO CARO ASSASSINO PAZZO SHINICHI, NON SA CHE SUO PADRE YUSAKU KUDO, HA UNA DOPPIA IDENTITA'. INFATTI, IL NOSTRO TONNO NON SA DI ESSERE IL FIGLIO DI POSEIDONE! (chi legge Percy Jackson mi capisce)ECCO PERCHE' LITIGA SEMPRE CON SARAH, CHE E' FIGLIA DI ATENA. INFATTI, POSEIDONE ED ATENA SONO RIVALI.


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