{Capitolo 10}
[Nine years ago...]
"Prendetelo! Non lasciatelo sfuggire!"
La voce del capo delle guardie risuonava nella foresta, mentre due, tre, quattro dei suoi soldati correvano per raggiungere qualcosa, o qualcuno, sfoderando le lance.
Infatti, più avanti, una piccola e minuta figura, con dieci anni di età e coperta da un mantello nero, correva il più velocemente possibile, guardando sempre avanti.
Schivava i rami degli alberi con agilità e saltava i piccoli tronchi abbattuti e le robuste radici che gli intralciavano la strada, improvvisando un percorso ad ostacoli da completare con un solo ed unico obiettivo: rimanere vivo.
Era più veloce dei soldati, ma, sfortunatamente, andò ad inciampare in una radice di un albero piuttosto robusto, finendo per ruzzolare verso una piccola radura più in discesa dal sentiero che stava percorrendo.
"Uccidete quel mostro!" Esclamò il capo delle guardie, sporgendosi dalla collinetta dalla quale era caduta la figura più piccola.
Il piccolo individuo indietreggiò strisciando a terra, fino a finire con la schiena appoggiata al tronco di una quercia, l'albero più grande che si trovava in quella radura.
Quella lieve caduta, insieme alla ruzzolata, era stata più fatale del previsto dato che il piccolo non riusciva più ad alzarsi da terra per colpa di una storta alla caviglia.
Le guardie arrivarono velocemente e si avvicinarono al piccolo demone sfoderando le lance, pronti ad attaccarlo.
Il ragazzino abbassò il capo e chiuse di scatto gli occhi, preparandosi a ciò che sarebbe accaduto.
"Ora! Fatelo fuori!" Esclamò il capo.
Il piccolo demone aveva ancora gli occhi chiusi e non sapeva cosa stava succedendo in quell'istante, ma in tutto questo lui non si era accorto che un altro ragazzo era venuto in suo soccorso.
La sua figura era coperta da un mantello bianco con l'orlo del cappuccio rosso carminio.
Tra le sue mani, si trovava una spada con la lama color del sangue ricurva sulla punta, con vari dettagli neri su di essa, lama che era andata a scontrarsi contro la lancia di uno dei soldati che stava per attaccare il piccolo demone.
"C-Chi sei tu?!" Esclamò spaventata una guardia.
Il ragazzo con il mantello bianco non rispose, ma al suo posto continuò a squadrare le guardie, una ad una, fino a tendere il braccio sinistro verso di loro, tenendo ben in vista il palmo della mano, ed evocando quattro fiamme rosse.
Le guardie scapparono gettando le armi a terra, lasciando sbigottito il loro capo che, incrociando le iridi del demone, coperte da sotto il cappuccio, copiò ciò che avevano fatto i suoi soldati.
"Tsk... stupidi umani..." Mormorò il ragazzo con il mantello bianco.
Si girò di poco per guardare il ragazzo coperto dal mantello nero, era rimasto come prima: in posizione fetale con le braccia che gli avvolgevano le gambe e il viso inabissato nelle ginocchia.
Si avvicinò lentamente e si mise in ginocchio davanti a lui posando la spada alla destra.
"T-Ti p-prego... n-non farmi d-del male..." Balbettò sottovoce il piccolo demone.
"Non voglio farti del male, sono anche io un demone!" Esclamò il ragazzo abbassandosi il cappuccio.
A quelle parole, il più piccolo alzò di poco la testa, abbassandosi il cappuccio nello stesso momento e guardando colui che l'aveva salvato.
I suoi occhi andarono a scontrarsi contro due iridi rosse come il sangue, rosse come due rubini splendenti e meravigliosi, mentre i capelli nero corvino del ragazzo alla quale appartenevano quegli occhi, erano raccolti in una coda bassa, adagiata sulla spalla sinistra.
Un'altra cosa che gli saltò all'occhio, fu il colore della pelle di quel ragazzo, cioè color grigio fumo, mentre i suoi indumenti erano costituiti da una camicia bianca a maniche lunghe, dei pantaloncini grigio chiaro che gli arrivavano fino al ginocchio e degli stivaletti neri insieme a delle calze lunghe dello stesso colore, non dimenticando il mantello bianco.
Avrà avuto sì e no dodici anni quel ragazzo, ma ne dimostrava di più secondo il minore.
"Hai gli occhi bianchi? Bello! Come ti chiami? Io sono Entity, Entity303" Disse il ragazzo sorridendo e rimettendosi in piedi.
"I-Io... io s-sono Herobrine..."
Entity sorrise e gli tese la mano, mano che Herobrine prese un po' titubante.
Cercò di alzarsi, ma un mugolio di dolore fuoriuscì dalle sue labbra, posando lo sguardo sulla sua caviglia destra.
"Mh? Oh, ti fa male la caviglia?" Chiese il più grande tra i due, ricevendo un lieve accenno del capo da parte di Herobrine.
Il ragazzo dagli occhi rossi prese la spada e la ripose nel fodero che aveva attaccato alla cintura, si mise con le braccia dietro alla schiena e con le gambe piegate a terra, facendo una lieve pressione sui piedi.
Herobrine all'inizio non capì cosa volesse fare, ma quando lo capì iniziò a gattonare lentamente verso di lui, appoggiandosi alla sua schiena.
Non appena Entity sentì un po' pressione sulla sua schiena, dovuta al busto di Herobrine, egli si alzò da terra, mettendo le mani sulle gambe del minore per tenerlo fermo sulla sua schiena.
Iniziò a camminare verso una destinazione che, tra i due, conosceva solo lui, facendo crescere una lieve curiosità nella mente del ragazzo con gli occhi bianchi.
"Dove... dove mi stai portando?" Chiese leggermente incuriosito il minore.
"Ti porto a casa mia!" Rispose il maggiore sorridendo, continuando il suo tragitto con il più piccolo sulla schiena.
[...]
"Hero?"
Herobrine scosse la testa, risvegliandosi da un altro stato di trance.
Entity rise lievemente a quella scena, pensando ancora una volta a quanto fosse carino il castano.
Continuò ad osservare il maggiore come incantato, con le labbra socchiuse e le braccia lasciate rilassate ai lati dei suoi fianchi.
"Ti sei ricordato?" Chiese il corvino al più piccolo.
Herobrine non rispose, non si mosse di un centimetro, ma non appena il maggiore fece qualche passo verso di lui, egli lo abbracciò di scatto, cogliendolo alla sprovvista.
Ricambiò quasi subito l'abbraccio, sorridendo lievemente e accarezzandogli la testa.
"Come ho fatto a dimenticarlo? Come?..." Mormorò il castano stringendosi ad Entity.
"Ora va tutto bene, ti sei ricordato" Rispose sorridendo il maggiore.
"Non smetterò mai di ringraziarti... mai... grazie, grazie mille... mi hai salvato..."
Entity gli alzò il viso con due dita e lo guardò dritto negli occhi, sorridendogli dolcemente.
Scosse la testa a destra e a sinistra, facendo apparire un'espressione confusa sul viso di Herobrine.
"No Hero, non potevo lasciare che quelle guardie ti uccidessero, non potevo... inoltre tu mi hai cambiato Hero, mi hai cambiato la vita... quindi sono io a doverti dire grazie" Disse il maggiore sorridendo, ricevendo un altro abbraccio da parte del minore.
Aw, ma che carini...
*guarda verso lo schermo* ehm... ciao! Vi è piaciuto il capitolo? :D
Lo spero, non ne sono molto convinta...
Coooooomunque, vi piacciono questi spezzoni a ricordi? Se sì fatemelo vedere nei commenti!
Lasciate una stellina e un commento se il video vi è piaciuto e noi ci vediamo al prossimo capitolo! Cya :3
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