Waltzer

Il taxi arriva a destinazione, scendo dall'auto e mi trovo finalmente a casa. Prendo le chiavi dalla borsa e apro il portone, so che ad aspettarmi ci saranno la mia bellissima bambina e Taiki. Salgo di corsa le scale, nonostante la valigia sia pesante, suono per cortesia e appena Taiki mi apre vengo accolta dalla mia dolcissima Aika che mi corre incontro e mi abbraccia.

— Amore, quanto mi sei mancata!
— Mamma!

La stringo forte riempiendola di baci dappertutto.

— Dai Aika, fai entrare la mamma!

Le stampo gli ultimi bacini e la bimba si scosta da me, mi prende la mano e mi porta in salotto mentre Taiki mi aiuta con la valigia.

— Guarda!

Trovo sul tappeto tantissimi fogli imbrattati di tantissimi colori con i pastelli a cera.

— Li hai fatti tu? Che brava!

Aika annuisce e mi sorride riprendendo a disegnare sul pavimento. Le lascio sfogare la sua creatività, mi tolgo il cappotto e lo appoggio sul divano.

— Com'è andata? Come mai sei tornata così presto?

Mi chiede Taiki, sedendosi a terra insieme ad Aika.

— Ho un impegno stasera, puoi portare Aika con te?
— Ah, sì, certo, ma perché non possiamo stare qui?
— Ho una cena.

Dico, versandomi un bicchiere d'acqua dal lavandino. Non sono proprio brava a mentire, non lo sono mai stata. Però non voglio che Taiki mi veda uscire accompagnata da Suwa, almeno non ancora.

— Capisco, immagino tu non voglia avere persone intorno.

So che prima o poi dovrò dirglielo, ma non oggi, non così.

— Cosa vuoi fare stasera, Aika?
— Pizza!

Riprende a giocare con Aika, allora mi avvicino a loro e mi siedo anch'io sul tappeto a disegnare una pizza con i pastelli a cera.

🌸🌸🌸

Per fortuna Aika e Taiki sono andati al parco a giocare e da lì andranno direttamente in pizzeria. L'ho scampata bella, se mi avessero visto con questo bellissimo vestito addosso Taiki si sarebbe insospettito troppo. In ogni caso, sono le sei e mezza e sono pronta con così tanto anticipo. Decido di suonare qualcosa per calmarmi, sono molto agitata per questa sera. Prima di iniziare, però, sento squillare il cellulare, lo prendo subito fra le mani e vedo la notifica di un messaggio da parte di Miku.

Mi raccomando!!

Non riesco a non pensare a cosa succederà stasera, ho paura. In cosa mi sto cacciando, non ho più esperienza in queste cose. Sono sempre stata con Taiki, da quando non ero altro che una ragazzina, ora sono una donna, posso davvero riuscire a riniziare tutto da capo in amore? Mi appoggio alla finestra, sospirando, poi scorgo, nella piazzetta davanti a casa mia, Suwa. Sobbalzo, anche lui è in anticipo. Sta sempre a controllare l'orologio che porta al polso, ogni volta che distoglie lo sguardo sembra sia deluso del fatto che il tempo non possa passare più in fretta. Mi viene da ridere vedendolo così, è un lato di Suwa che non ho mai conosciuto. Allora anch'io do un'occhiata all'orologio fissato sulla parete sopra al pianoforte, manca un quarto d'ora alle sette. Apro la finestra e mi metto a suonare Chopin. Spero che Suwa mi senta, almeno passiamo insieme il tempo che rimane dal nostro incontro.
Appena alzo le dita dai tasti e il piede dalla sordina, sento un applauso provenire da fuori, mi affaccio ed è proprio lui.

— Suwa!

Decido di smetterla di ignorarlo, lui alza una mano per salutarmi.

— Da quanto sei lì?
— Da un po', ma non preoccuparti! Sono io che sono arrivato in anticipo!
— Ma potevi dirmelo, adesso scendo!
— Ti aspetto!

Prendo il cappotto, la borsa e chiudo casa, poi mi fiondo giù dalle scale ed esco, trovandomi davanti a Suwa. È così bello, vorrei abbracciarlo ma mi trattengo, però non riesco a smettere di sorridere.

— Wow! Hana, sei splendida.

Mi imbarazzo leggermente.

— Andiamo?
— Certo, con permesso.

Suwa mi porge il suo braccio al quale mi appoggio con la mano e iniziamo ad incamminarci lentamente verso l'università.
Non siamo mai stati in silenzio per così tanto tempo, durante la passeggiata non ci parliamo. Si vede che Suwa è emozionato e lo sono anch'io, spesso mi osserva con la coda dell'occhio, sento il suo sguardo addosso e non mi dà fastidio, quando attraversiamo la strada guarda sempre per primo che non ci siano auto e mi tiene indietro finché non è certo che sia sicuro passare, mi fa camminare dalla parte interna del marciapiede e ha un passo moderato per facilitarmi la passeggiata con i tacchi ai piedi. Infine arriviamo in aula magna dove si tiene la festa, Suwa mi chiede se può prendermi il cappotto e lo aspetto mentre lo lascia alla signorina del guardaroba. Torna da me, lo riprendo a braccetto e ci mescoliamo nella folla. Tutte queste piccole attenzioni obbligano le mie labbra a non smettere di sorridere.
Fra i partecipanti, scorgo Rika accompagnata da Nakamura, le accenno un saluto con la mano e lei mi ricambia allo stesso modo.

— Posso offrirle un calice di champagne, milady?

Mi chiede Suwa, prendendo due flut dal vassoio del cameriere.

— Accetto volentieri, milord!

Al tocco delle mie dita con quelle di Suwa, noto il suo viso arrossarsi lievemente e anch'io mi imbarazzo, per poi sorridergli nuovamente.

— Vieni, ti faccio conoscere i miei amici.

Mi riprende di nuovo sotto braccio e ci avviciniamo ai suoi ex colleghi di corso.

— Suwa!
— Ciao ragazzi, come siete eleganti questa sera!
— Oh, mi stai facendo delle avances? Peccato che non dividiamo più la stanza, mi mancheranno le nostri notti insieme!
— Sei sempre il solito, Naoki!

Nascondo le risate sotto il palmo della mano.

— Ah, chi sei tu? Vuoi forse rubarmi il mio Suwa?
— La rivalità aggiunge qualcosa in più al fascino delle proprie conquiste!

Rimangono entrambi sorpresi dalla mia risposta, poi Naoki dà una pacca sulla schiena a Suwa.

— Ce l'hai fatta, alla fine.
— Dai, Naoki.

Suwa è notevolmente in imbarazzo.

— Che succede qui? Ah, Watanabe!
— Be', Suwa, mi sembra che tutti i tuoi amici ormai mi conoscano!
— Già, non fa altro che parlare di te, sai?
— Basta, smettetela!

Gli amici di Suwa ridacchiano, mi sembra di avere davanti Miku e Rika al maschile e scappa una risata anche a me.

— Comunque mi presento, io sono Jean.

Mi porge la sua mano, che accolgo volentieri. Non faccio in tempo a stringergliela che mi trovo le dita al contatto con le sue labbra.

— Finalmente ho il piacere di conoscerti, Hanami.

Mi lascia delicatamente la mano e l'imbarazzo scalda le mie guance.

— Jean, potresti non fare il piacione per una volta?
— Mai.
— Scusalo da parte mia, Hana.

Scuoto leggermente il viso.

— Siete anche voi violinisti?

Chiedo ai due ragazzi.

— Violista, prego.

Mi risponde Naoki, vantandosi.

— Sì, sì, atteggiati quanto vuoi, ma intanto è Suwa che suona uno Stradivari.
— Perché me lo devi ricordare ogni volta?

Rimaniamo a chiacchierare con loro, mi chiedono dettagli sulla mia carriera universitaria dandomi consigli sui professori che incontrerò durante i corsi futuri e fra battute, risate, incroci con lo sguardo di Suwa che parla di me con fierezza ai suoi amici, la piccola orchestra inizia a suonare Sul bel Danubio blu di Strauss. I due ragazzi si spostano per fare spazio alle coppie che si stanno riunendo per ballare intorno alla sala, provo a spostarmi anch'io, ma Suwa afferra la mia mano all'improvviso, mi volto verso di lui, sorride.

— Vuoi ballare?

Gli sorrido anch'io e gli stringo la mano con dolcezza, speravo che me lo chiedesse. Suwa mi spinge verso di sé con delicatezza, per poi prendermi in vita mentre io mi appoggio con la mano alla sua spalla. Non siamo mai stati così vicini, nemmeno quando mi ha rubato quei due baci in passato. Stavolta, però, non c'è imbarazzo da parte sua, né rifiuto dalla mia, ci guardiamo e sorridiamo a vicenda per poi iniziare a ballare il waltzer. Mi sento così leggera, non penso a niente, solo alle emozioni che sto vivendo. Non ho mai ballato un waltzer in vita mia, ma grazie alla guida di Suwa riesco a nascondere la mia goffaggine. Ho avuto un solo momento di incertezza, quando Suwa si è staccato da me provando a farmi girare, stavo per inciampare e lui mi ha stretto a sé per non farmi cadere. Dopo questo piccolo incidente, quando ho incrociato di nuovo il suo sguardo, ho notato il mio rossore sul viso dal riflesso dei suoi occhi e Suwa mi ha sorriso dolcemente.

— Affidati a me.

Continuiamo a ballare fino alla fine della musica di questo primo ballo, Suwa mi lascia e io faccio lo stesso con lui, ma tiene stretta la mia mano porgendo le sue labbra su di essa. Successivamente si piega in un morbido inchino verso di me. Queste gesta da parte sua mi fanno saltellare il cuore nel petto che batte all'impazzata. Allora distolgo leggermente lo sguardo e noto Rika all'angolo che mi guarda entusiasta, tenendo in mano il cellulare. Non avrà ripreso tutto? Ho paura di sì, maledetta. Poco dopo, l'orchestra riprende a suonare e ci spostiamo dal centro della sala. Afferro uno di quei flut che portano i camerieri sul vassoio e perdo Suwa di vista, lo cerco ma proprio a pochi centimetri davanti a me trovo la mia amica.

— Bevi, bevi, ne hai bisogno. Eravate così carini, quando poi lui ti ha preso così stretta, che sogno!
— Rika, mica avrai fatto un video?
— Ovviamente, l'ho mandato a Miku che mi tempesta di messaggi! Così se ne sta buona per un po'.
— Eccoti, temevo di averti persa.

Ci raggiunge anche Suwa.

— Oh, ciao Rika! Stai benissimo!
— Grazie, anche tu non sei per niente male stasera!
— Suwa, scusami, ho un po' caldo, possiamo uscire un attimo?

Gli chiedo, tutto quell'ondeggiare fra le sue braccia mi ha veramente scaldato.

— Ma certo, andiamo.

Riprendiamo i cappotti e usciamo nel cortile. Fa abbastanza freddo, ma sono così accaldata dal waltzer che lo sento solo sulle mani. Siamo seduti su una panchina del giardino antecedente al cortile, proprio dove ci siamo visti la prima volta.


— Be', credo mi mancherà la vita da studente.

Dice Suwa poi, spezzando il ghiaccio.

— Davvero? Io non vedo l'ora di finire.
— Fidati di me, goditela finché puoi!
— Quando dovresti iniziare il dottorato? Lo sai già?
— Sì, dal prossimo semestre. In pratica sono i miei ultimi giorni di riposo!
— E secondo te sarà tanto diverso?
— E sì, già il fatto che non vivrò più il campus, penso mi mancherà.
— Ah, è vero. Quindi hai già trovato casa?

Suwa mi guarda sorridente.

— Scusami per tutte queste domande, solo solo curiosa!

Gli scappa una risata.

— Sai, Hana, questa è una semplice chiacchierata, ma stasera tutto sembra così diverso.
— Hai ragione, in effetti qualcosa di diverso c'è.

Gli dico, per poi appoggiare la mia mano sulla sua. Noto con la coda dell'occhio Suwa voltarsi verso di me, mentre io tengo lo sguardo basso. Mi prende la mano e me la stringe, poi io appoggio la testa sulla sua spalla.

— E riguardo alla casa, sì, l'ho trovata.
— Bene.

Rimaniamo così per un po', veniamo interrotti dal cambio di stile musicale proveniente dall'aula magna. Stanno suonando rock'n'roll!

— Ma che sta succedendo dentro?

Chiedo con sorpresa.

— Non ne ho idea! Andiamo a dare un'occhiata?

Suwa si alza e mi offre la sua mano, che afferro per rimettermi in piedi. Rientriamo in sala e vediamo tutti i ragazzi presenti in pista al centro dell'aula, scatenati sulla musica della band rock che ha sostituito la piccola orchestra precedente.

— Che dici, andiamo a fare altri quattro salti?

Mi propone.

— Va bene!

Rispondo ridacchiando, Suwa mi porta con lui a ballare e ci raggiungono anche i nostri amici: Rika, Jean e Naoki. Ci scateniamo tutti insieme, festeggiando così, in piena libertà giovanile i laureati di quest'annata per tutta la serata.

🌸🌸🌸

Fra un ballo e una bevuta di champagne, si sono fatte le due e mezza! Ora al centro della sala, sono rimasti i più romantici: le coppie che ballano lenti. Tutti i professori sono spariti, siamo rimasti solo noi ragazzi, ma è tardi e la sala si sta piano piano svuotando. Rika è andata via con il suo professore, augurandomi buona fortuna. Per cosa, lo sa solo lei.

— Sei stanca? Vuoi andare?

Mi chiede Suwa, accomodandosi su una sedia vicino alla mia.

— Dimmelo tu, è la tua festa!

Mi sorride.

— Io sono un po' stanco, domani volevo fare un po' di cose a casa. Ti va se andiamo?

Ci alziamo dalle sedie e salutiamo i suoi amici, che hanno deciso di restare fino alla chiusura. Nel tornare indietro non siamo più imbarazzati l'uno con l'altra come lo eravamo prima, anzi chiacchieriamo scherzando della serata.

— Hai visto il Nakamura? Sembrava sotto adrenalina!

Ridiamo insieme, tenendoci per mano.

— Rika che faceva finta di non conoscerlo, poi!
— È stato divertente, non me lo sarei mai aspettato!
— Anch'io, mi immaginavo fosse una cosa molto formale! Chi poteva aspettarsi che sarebbe apparsa una band?
— Infatti, che shock!

Fra le risate, il tempo e la strada del ritorno sembrano essersi accorciati e ci ritroviamo in un batter d'occhio davanti alla struttura del mio palazzo. Prendo le chiavi dalla borsetta e apro la porta.

— Grazie Hana, è stata una bellissima serata.

Mi dice Suwa, lasciandomi la mano. Mi volto verso di lui e, dopo aver esitato un po', gliela riprendo.

— Hana, sei sicura?
— Solo un altro po', poi ti lascio andare.

Suwa mi sorride, è molto sorpreso di questo mio gesto e anch'io sinceramente. Mi accarezza il viso e successivamente sale con me su per le scale. Entriamo in casa, accendo le luci del salotto e chiudo la porta dopo aver fatto entrare anche Suwa. Esito di nuovo, ma non riesco più a trattenermi: appena mi volto verso di lui lo abbraccio impulsivamente. Suwa mi ricambia e mi accarezza la schiena.

— Hana?

Rispondo alla sua chiamata porgendo lo sguardo verso di lui, appena ho il suo viso davanti al mio mi innalzo in punta di piedi per raggiungere le sue labbra e Suwa mi prende il viso fra le mani con dolcezza. Appena mi stacco dalla sua bocca, lo guardo con gli occhi socchiusi e noto il suo sorriso. Suwa si piega verso di me e mi bacia ancora, ancora e ancora.

— Suwa?

Lo richiamo, con un filo di voce.

— Dimmi.

Mi risponde piano, appoggiando la sua fronte sulla mia.

— Stai qui con me.

Gli dico, aggrappandomi al suo cappotto. Suwa si scosta leggermente da me di qualche centimetro e mi guarda serio.

— Lo vuoi davvero?
— Sì.

Mi porge in sorriso dolcissimo e mi avvolge con le sue braccia. Mi aggrappo nuovamente a lui, per poi alzare lo sguardo e commuovermi incontrando i suoi occhi colmi d'amore.

— Cosa c'è? Perché piangi?

Suwa raccoglie le mie lacrime con le dita.

— Suwa, io credo di amarti.

Il suo sguardo si illumina dopo le mie parole.

— Scusami se ci ho messo tanto per capirlo.
— No, no, Hana, non devi scusarti. Tu eri innamorata di un altro e io ti amata al primo istante. Dopo quel giorno in cui ti ho sorpresa a piangere in giardino, dopo averti parlato il mio cuore ha iniziato ad ardere per te e ogni giorno sempre di più. Fino ad arrivare a questo momento, il cuore sembra stia per scoppiare, per uscirmi dal petto per tutto l'amore che ha dentro. Ti amo, Hana, e voglio amarti per il resto della mia vita.
— Suwa!

Lo stringo forte, tempestandogli le labbra di baci infiniti. Suwa mi prende le mani e me le bacia, percorre le mie braccia fino ad arrivare a baciarmi il collo mentre con le mani mi fa scivolare di dosso il cappotto pesante. Non mi tiro indietro, anzi lo accolgo in un abbraccio. Non mi sentivo così da mesi, al tocco delle sue labbra umide sulla mia pelle il respiro mi si affanna soavemente. Si scosta da me, ci guardiamo, appoggio la fronte alla sua e cingo il suo collo con le mie braccia.

— Mi affido a te.

Suwa mi prende fra le braccia alzandomi da terra, mi tengo a lui e mi faccio trasportare fino alla camera. Mi accomoda sul letto e si siede di fianco a me, gli sfilo dolcemente il cappotto e la giacca, appena le mie dita si appoggiano al colletto della sua camicia Suwa mi ferma. Lo guardo, noto il rossore sulle sue guance e mi avvicino per baciarlo, in quell'attimo mi cinge i fianchi e mi apre la zip del vestito. Le maniche scivolano sulle mie spalle, lasciando il mio petto nudo.
Non avevo più lasciato che nessuno mi vedesse svelata, non riuscivo nemmeno a guardarmi io stessa, invece con Suwa è diverso: sento di volergli mostrare l'intimità del mio corpo e affidarla alle sue mani, alle sue labbra, al suo respiro che scontrandosi con la mia pelle mi provoca i brividi lungo la schiena. Mi alzo dal letto, lasciando che il vestito cadi a terra e Suwa si pone davanti a me, accarezza le mie braccia, mi bacia le spalle, sfiora il mio seno e i capezzoli turgidi. Il mio respiro diventa pesante, sciolgo il nodo alla cravatta, sbottono la camicia che sfila sulle sue braccia forti, attacco il mio petto al suo. Il corpo di Suwa è caldo, arde il desiderio di possedermi, bacio il suo collo mentre lo sento slacciarsi la cintura e i pantaloni. Rimaniamo in piedi, l'uno davanti all'altra a scoprirci i centimetri di pelle fino a raggiungere l'intimità dei nostri corpi.

— Hana, sei bellissima.

Mormora nel mio orecchio, giocando con i miei capelli. Disegna una linea con le dita che camminano sulla mia pelle: raggiunge i fianchi, le cosce, la pancia, il seno. Osservo attentamente il sentiero che ha creato sul mio corpo, poi incontro i suoi occhi e gli sorrido. Gli bacio le labbra avvinghiandomi a lui, Suwa mi prende le spalle e mi massaggia lungo la schiena fino ai glutei che stringe nei suoi palmi. I nostri corpi sono incollati, abbracciata a lui mi faccio adagiare nuovamente sul letto e lascio che si stenda su di me. Non pesa, è un dolce peso che accolgo con piacere. Appena lo sento dentro di me infilo le mie dita fra i suoi capelli e glieli stringo, i suoi dolci gemiti si uniscono ai miei creando una melodia armoniosa in cui solo i nostri corpi fusi l'uno all'altro sono gli strumenti. Inarco la schiena, mi sollevo tenendomi stretta a Suwa e mi muovo sopra di lui mentre mi cinge i fianchi guardandomi negli occhi. Le sue carezze e l'impulso dei miei colpi mi portano a essere completamente sua, mi liberano dalle mie rigidità e insicurezze assunte finora, privandomi di tale piacere per troppo tempo. Solo con Suwa sono riuscita a sbloccarmi, è riuscito a ridonarmi questa sensazione di bisogno essenziale.
Mi stendo sul suo petto riprendendo fiato, accosto il mio orecchio e sento il suo cuore impazzito, Suwa giocherella con le ciocche dei miei capelli. Mi rialzo per guardarlo e annegare nel suo sguardo, ci sorridiamo. Non c'è bisogno di dire nulla, i nostri occhi parlano e si scambiamo parole d'amore. Mi accosto al suo fianco, mentre mi accarezza la schiena.

— Voglio rifarlo.

Bisbiglio, non riesco a pensare ad altro. Ne voglio ancora e ancora, non credo che rifarlo un'altra volta riuscirà a bastarmi.

🌸🌸🌸

Si sono fatte le cinque del mattino e Suwa riposa accanto a me, ho ancora voglia di lui, potrei continuare all'infinito. Gli bacio il petto delicatamente, Suwa si rianima e mi accarezza la testa.

— Mi dispiace.
— Perché?

Si tira su dal letto, mettendosi seduto difronte a me.

— Devo mandarti via, non vorrei, ma stamattina torneranno Taiki e Aika.
— Non ti preoccupare, lo immaginavo.

Sorride, sfiorando le mie guance con le sue dita. Prende il mio viso con delicatezza e lo avvicina a sé per baciarmi, mi guarda intensamente negli occhi e gli sorrido.

— Non riesco a crederci.

Mi dice sottovoce.

— Nemmeno io.

Appoggia la fronte sulla mia e mi bacia ancora, poi si stacca da me sofferente e si mette seduto sul bordo del letto. Cerca i suoi vestiti sul pavimento e lo aiuto, mi alzo e metto addosso una canottiera presa dal mio armadio, raccolgo le mutande da terra e le infilo.

— Faccio un caffè, ti aspetto in sala.

Gli dico, appoggiata al cornicione della porta mentre lo osservo rivestirsi.

— Grazie, arrivo fra un attimo.

Mi sorride, lascio la stanza e percorro il corridoio fino alla cucina. Dopo aver messo la moka sul fornello, riprendo la borsetta che avevo lasciato qui quando sono rientrata. Prendo in mano il cellulare e trovo notifiche di Miku, ha visto il video di Rika.

Siete cosi stretti che sembra stiate urlando "sesso!".

Non mi rispondi più, significa solo una cosa.

Mi scappa da ridere, le mando il buongiorno, sicuramente adesso starà dormendo. Invece, con mia sorpresa mi risponde poco dopo.

Buongiorno Hana, hai dormito bene con Suwa?

Sorrido, non sono affatto stanca. Il caffè fa brontolare la moka, prendo due tazzine dalla credenza e lo verso aggiungendo poco zucchero. Mi raggiunge Suwa, che mi copre le spalle con la sua giacca senza che me ne accorga.

— Prendi freddo.

Mi volto e mi trovo di nuovo stretta fra le sue braccia.

— Sono le sei di mattina, ti sto abbracciando dopo una notte insieme e mi stai servendo il caffè. Sto sognando.
— Ti sbagli, non è un sogno!
— Quanto ti amo non lo puoi nemmeno immaginare!
— Proverò ad amarti allo stesso modo, Suwa. Davvero, voglio amarti come si deve.

Suwa mi prende il viso fra le mani, sorridendomi teneramente.

— Farò di tutto per renderti felice!

Mi bacia. Beviamo insieme il caffè fumante nelle tazzine ed è arrivato il momento di separarci, sembriamo non volerci staccare l'uno dall'altra e rimaniamo abbracciati sull'uscio della porta. Suwa mi lascia la sua giacca a coprirmi le spalle e gioca con le ciocche dei miei capelli spettinati.

— Ora è meglio che vada, sono già le sette. Riposati, ti chiamo più tardi.

Mi stampa un ultimo bacio sulla fronte e si scosta da me, resto a guardarlo mentre scende le scale e una volta sceso mi saluta nuovamente con la mano, gli sorrido e gli mando un ultimo bacio soffiandolo sul palmo della mia mano.

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