Secondo atto
Oggi riniziano le lezioni! Sono così contenta di tornare a frequentare quotidianamente le aule dell'università, non solo per dare gli esami, ma per vivere al 100% la mia esperienza di studentessa partecipando a lezioni, concerti, feste ai campus e riacquisendo la vita di prima! Mi sembra un sogno, è da quando ho aperto gli occhi che non faccio altro che punzecchiarmi le guance.
— Che fai?
Mi chiede Taiki portandomi il caffè a letto.
— Mi accerto che questa sia la realtà!
Mi guarda sorridendomi.
— Non vedevi proprio l'ora, ti sei impegnata tanto!
— Ci siamo impegnati tanto!
Effettivamente, dare cinque esami tutti di fila non è stata una passeggiata. Ho lasciato il lavoro, ma quando a Mayu ho spiegato il motivo ne è stata felice e ha detto che mi avrebbe pagato lo stesso fino alla fine di dicembre.
Abbiamo allestito la cameretta destinata ad Aika, c'è il lettino e un armadio e ovviamente tutti i suoi giochi. Adesso non dorme più con noi, teniamo comunque il walkytalky sia nella sua stanza che nella nostra qualora avesse bisogno di noi. L'abbiamo iscritta all'asilo grazie all'aiuto economico dei nostri genitori, così durante il giorno siamo più liberi e possiamo stare anche un po' da soli.
La mattina procede preparandoci tutti per uscire, portare la bimba a scuola che dista cinque minuti da casa e dirigendoci a piedi verso l'università. Le mie lezioni iniziano alle undici, mentre il corso di Taiki alle nove, ci dividiamo all'entrata nel cortile ma prima di lasciare la mia mano Taiki mi spinge verso di sé, mi abbraccia forte e mi stampa un bacione sulle labbra. Mi abbandono completamente a lui, è il suo modo di augurarmi una buona giornata. Io, intanto, vado verso il campus ad andare a raccogliere le mie amiche per portarmele dietro per la lezione che inizierà più tardi.
🌸🌸🌸
Questo campus è pieno di ricordi, è tutto iniziato da qui: la mia avventura con Aika nel pancione, le mie più care amicizie, l'amore ritrovato di Taiki; ho solo che dei bei ricordi in questa struttura, mi sento un po' come a casa. Ho ancora la chiave della porta d'entrata, entro. Non c'è nessuno ad accogliermi nel salotto comune, non ho mai visto la casa così desolata, possibile che stiano ancora tutti dormendo? No, alcuni avranno lezione a quest'ora, ma gli altri?
Salgo le scale che portano alle stanze, come sempre il primo piano è dedicato ai ragazzi, c'è anche la stanza di Suwa. Alla fine di quest'anno dovrà andarsene da qui, al completamento dei quattro anni. È triste, Suwa è il mio punto di riferimento. Decido di controllare se c'è e nel caso ci fosse, lo saluto.
Busso alla sua porta, ma non risponde nessuno, poi guardo l'ora sull'orologio che porto al polso: sono già le 9:30, avrà lezione. Mi incammino di nuovo verso le scale, quando sento una porta aprirsi dietro di me.
— Sì?
È la voce di Suwa, un po' assonnata.
Mi volto nuovamente e torno davanti alla sua porta, lo trovo scompigliato e a petto nudo. Mi imbarazzo leggermente e indietreggio.
— Ah, scusa, ti ho svegliato?
— Hana! No no, affatto, ho dormito poco.
Mi sorride vedendomi, per poi coprire con la mano un lungo sbadiglio.
— Non ti disturbo allora, riposati ancora un po'.
— Ma no, non disturbi mai!
— C'è Hana?
Sento una squillante voce femminile proprio dietro di lui, la riconosco subito: si tratta di Yui. Arriva anche lei davanti alla porta, con i capelli in disordine e con addosso solo una lunga canottiera da notte.
— Scema, non urlare così o ti farai scoprire!
La riprende Suwa nascondendola dietro di sé. Nel vederli insieme così, dopo una notte all'insaputa di tutti mi fa sorridere.
— Ma che male c'è? Hana manterrà il segreto!
È vietato portare in dormitorio persone esterne all'università, hanno infranto la prima regola del campus.
— Sarò muta come un pesce, non preoccupatevi!
Dico, a bassa voce.
— Grazie, ora vado prima che Yui venga vista da altri. Ci vediamo dopo, ok?
— Ok!
Io e Suwa ci salutiamo e chiude la porta, salgo al secondo piano e prima di bussare sulla porta di Miku e Rika, che ora dividono la stanza, vengo improvvisamente presa da uno strano senso di angoscia. Cos'è successo? Perché mi sento così? Non riesco a fare in tempo a darmi una risposta sul mio stato d'animo attuale che subito la porta davanti a me si apre dall'interno e vengo accolta da Miku, che mi guarda stranamente sorpresa.
— E tu, da quanto sei lì? Stavi spiando?
La solita scherzosa.
— Buongiorno Miku!
— Hanami!
Rika si fionda ad abbracciarmi, la ricambio mentre Miku prende le sue cose per uscire dalla stanza.
— Fredda come il ghiaccio già di prima mattina, vedo.
Le dico, dopo avermi completamente ignorato.
— Non provare ad abbracciare anche me, devo ancora fare colazione per colpa di quella dormigliona lì!
Mi risponde, guardando con la coda dell'occhio Rika fra le mie braccia.
🌸🌸🌸
È ora di andare, voglio arrivare a lezione puntuale dopo aver preso il secondo caffè della giornata in compagnia delle mie amiche.
— Che fretta hai, insomma! È solo una lezione come tante.
Brontola Miku sbuffando, la sua doppia dose di caffeina non ha ancora fatto effetto.
— Che c'è, non sei stata tu a convincermi?
— Inizio a pentirmene.
— Che bello essere tornare ai vecchi tempi, tutte e tre insieme!
Esclama con gioia Rika, le sorrido.
— Parla per te.
Le risponde Miku, sbadigliando.
Troviamo Suwa nel cortile in attesa di entrare.
— Suwa!
Esclamo raggiungendolo.
— Non entri con questo freddo?
— Ti stavo aspettando!
Il cuore mi sussulta nel petto all'improvviso, ci raggiungono anche le altre.
— Anche tu inizi alle undici?
Gli chiede Rika.
— No, io oggi non ho lezione.
— E che ci fai qui? Potevi startene a letto, cretino!
— Miku! Non offendere le persone!
La mia amica sbuffa e Suwa ridacchia.
— Come ho detto a Hana, la stavo aspettando.
— Ah, è così? Avete un appuntamento all'insaputa di Taiki? Io non voglio saperne, andiamo Rika!
Miku prende Rika dal braccio e se la trascina con sé.
— Non hai capito niente come al solito!
Ribatto urlandole dietro, poi Miku si volta e mi porge una linguaccia. Sospiro, per poi tornare con gli occhi su Suwa.
— Non dovevi disturbarti a venire per me, come vedi sono in buona compagnia!
Gli sorrido.
— Mi fa piacere, nessun disturbo. Poi voglio esserti d'aiuto.
— Grazie, ora vado a lezione. Mi accompagni?
Suwa annuisce con la testa ed entriamo insieme in università. Al mio rientro vedo tutti gli studenti passeggiare nei corridoi, che bello! Proseguiamo fino al mio armadietto, appena lo apro emana un profumo buonissimo.
— Ma che...?
È strano, è stato chiuso per mesi!
— Siamo stati noi!
Guardo Suwa dopo le sue parole.
— Sì, in questi mesi ci siamo presi cura di te anche se non c'eri.
Sorrido spontaneamente.
— Meglio che mi sbrighi, non voglio fare tardi!
Chiudendo l'armadietto cade uno spartito per terra, mi chino per raccoglierlo e noto che è uno di quelli del brano che stavo componendo. Cambio subito espressione e Suwa se ne accorge.
— Cos'hai Hana?
Mi tornano in mente brutti ricordi, in un secondo il mio cervello li spinge via e accortoccio lo spartito nelle mie mani.
—Niente, andiamo?
Ci incamminiamo insieme verso l'aula e butto quel foglio mal ridotto nel primo cestino che vedo.
🌸🌸🌸
Le lezioni giungono al termine, ci ritroviamo tutti nel cortile a chiacchierare. Taiki mi cinge i fianchi con le sue braccia, è così carino quando lo fa che mi appoggio completamente a lui. Poi mi brontola la pancia e lui se ne accorge, mi guarda e si mette a ridere. Mi imbarazzo tutta e attacco il mio sguardo sugli stivali.
— Andiamo a mangiare?
Poi Taiki propone a tutti quanti.
— Perché no? Alla fine è ora di pranzo.
Suwa gli risponde.
— Chiamo anche una mia amica, vi dà fastidio?
Ci chiede.
— Suwa, devi dirci qualcosa?
Si imbarazza alla domanda di Miku.
— Non è una cosa seria.
Le risponde, tutto rosso in viso. Dopo questa sua ultima frase, non so perché, ma mi preoccupo. Si starà riferendo a Yui? L'ho vista stamattina, era così felice che le brillavano gli occhi. Lei sa che per Suwa non è una cosa seria? Non vorrei vederla soffrire. Infatti, Yui ci raggiunge direttamente al ristorante, come pensavo parlava di lei.
— Lo sapete? Le matricole fanno una festa al campus dopodomani, andiamo a prenderli per il culo?
Propone Miku mentre raccoglie gli spaghetti con le bacchette, sempre con il suo solito ghigno perfido sulle labbra.
— Guarda che fino all'anno scorso c'eravamo noi al loro posto, non siamo poi così tanto più grandi! Lascia fare i bulli a quelli del quarto anno!
Le rispondo, vedendola così esaltata mi scappa una risatina che nascondo sotto la mano.
— Tu vorresti lasciare tutto il divertimento a quelli del quarto anno? Hana, seriamente, riesci a immaginare uno spilungone come Suwa prendersi gioco di quei ragazzetti?
Creando quest'immagine di Suwa con l'immaginazione scoppio a ridere rumorosamente e il brodo dei soba mi va di traverso. Non ce lo vedo per niente, Suwa è così buono, piuttosto sarebbe lui a farsi bullizzare. Taiki mi batte la schiena un paio di volte e mi riprendo subito.
— Ecco, ci siamo capite.
— Hey, la smettete?
Suwa è diventato tutto rosso.
— Comunque non lo so, dobbiamo vedere come fare con Aika.
Guardo Taiki rispondendo all'invito di Miku.
— Be'? Chiama la babysitter, no?
— Dai, vediamo.
— Sarà divertente! Andiamo, Suwa-chan?
Risponde Yui tutta contenta, è da quando è arrivata che non si è mai staccata da Suwa.
— Suwa... chan?
Miku ripete con tono sorpreso il nomignolo che Yui ha usato per Suwa e guarda il nostro amico, cercando di trattenersi dal ridere senza riuscirci. Anche Taiki e Rika sono scoppiati dalle risate e, devo ammetterlo, anche a me è parso molto strano sentirlo, ma mi è solo scappato un sorriso per non mettere in imbarazzo Suwa.
— Potresti non chiamarmi così quando siamo in mezzo ad altre persone?
Suwa dice a Yui sottovoce.
— Ma perché? A me piace tanto!
È in questi comportamenti che si nota la giovane età di Yui, rispetto a noi è ancora una ragazzina.
— Tu, Rika? Non lasciarmi sola!
— Va bene, va bene!
— Evviva! Be', voi potete anche non venire, tanto c'è Rika!
— Che fai, prima ci inviti poi non ci vuoi?
Suwa le dice scherzando.
— Siete tutti impegnati! Ormai voi siete entrati nel mondo degli adulti, non sapete più cosa sia il divertimento.
— Mi stai dando del vecchio?
— No figurati, non mi permetterei mai, Suwa-chan!
Esclama Miku, con tono sarcastico. Suwa sospira, realizzando che d'ora in poi verrà chiamato così da lei. Rimaniamo a chiacchierare ancora un po' tutti insieme mangiando ramen e bevendo della buonissima birra artigianale, finché si fanno le quattro del pomeriggio.
— Ragazzi, grazie per il pranzo! Ma ora dobbiamo andare a prendere Aika all'asilo.
Dico alzandomi, prendendo il cappotto che avevo appoggiato allo schienale della sedia.
— Ah, è vero! Come sta andando?
Mi chiede Rika.
— Bene! Sembra che non veda l'ora di andarci ogni mattina! Si diverte.
Le rispondo, orgogliosa.
— Bei tempi, quelli dell'asilo.
Poi dice Miku, allora si alzano tutti e ci prepariamo per uscire. La prima a lasciarci una volta fuori è Yui, non può esporsi molto per via del suo contratto, infatti si è bardata con la sciarpa nascondendo i suoi bei capelli biondi e si è coperta il viso con degli occhiali scuri. Ci salutiamo tutti e gli altri ritornano verso il campus, mentre io e Taiki ci incamminiamo all'asilo a riprenderci la nostra amatissima bimba.
— Aika!
La mia piccolina mi corre incontro trotterellando sui suoi piedini, appena mi vede nella sala della scuola con gli altri genitori.
— Mamma! Papà!
La abbracciamo forte entrambi dopo averla avvolta in braccio.
— Hanami!
Mi chiama la maestra di Aika dalla sezione, allora lascio a Taiki la bambina per andare da lei.
— Buonasera Isabel! Com'è andata oggi?
— Sempre benissimo, Aika è un amore! Oggi abbiamo stampato le manine sul foglio con la tempera, ecco.
Isabel mi porge il lavoretto di Aika in una carpetta rigida, la apro subito. Questo dobbiamo assolutamente inquadrarlo! Saluto la maestra e i genitori e torno da Taiki. Ogni volta che la portiamo alla mattina e che torniamo a prenderci Aika nel pomeriggio, veniamo sempre addocchiati dalle altre famiglie. Effettivamente siamo i genitori più giovani, ma poi, vedendoci tenere nel mezzo la nostra bimba tenendola dalle manine li noto tutti sorridere. Prima di tornare a casa, passiamo subito dalla cartoleria più vicina e prendiamo una bella cornice per il lavoretto di Aika. Appena rientrati l'appendiamo subito al muro e la nostra bimba batte le manine, noi le sorridiamo.
— Mugica!
Ormai strimpellare al pianoforte è diventato il suo gioco preferito, Taiki suona con lei mentre io le preparo la merenda grattugiando la polpa di una mela. Guardandoli insieme così mi sento bene, felice e realizzata. Aika, Taiki, i miei amici e la musica sono gli elementi essenziali per il mio bene e spero con tutta me stessa che giornate belle come queste possano diventare la mia quotidianità. Sempre con qualcosa in più, per non stancarmi mai, per tutta la mia vita.
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