Risposta
È passata una settimana dall'incontro con Taiki, gli esami sono finiti ed è tempo di lauree, fra cui anche quella di Suwa che si terrà domani. Assisterò alla prima laurea dell'università Towa, ammetto di essere emozionata! Un po' perché gli studenti presenteranno i loro brani al pubblico, saranno presenti anche dirigenti di case discografiche infatti, e anche perché è Suwa, non vedo l'ora di sentirlo suonare.
Almeno, dopo questa sessione ci possiamo riposare sfruttando il periodo delle lauree che durerà due settimane. Per fortuna Suwa è uno dei primi a laurearsi, stiamo pensando se fare una breve vacanza fra amici, ma è ancora tutto da decidere.
Intanto, Taiki è di nuovo tornato a casa dai suoi genitori. L'ultima volta che l'ho visto è stato proprio qualche giorno fa, durante gli esami. Non abbiamo parlato, ci siamo solo salutati. Ero in compagnia delle mie amiche, ogni volta che loro vedono scene come queste mi chiedono sempre cos'ho intenzione di fare, ma la risposta è sempre la stessa: non lo so.
— Possiamo andare al mare, ho una casa sulla costa. Che ne dite?
Propone Miku, stiamo gustando un bel frappuccino sedute al bar.
— Al mare ad inizio marzo?
— Il mare è sempre il mare, Hana.
— Sì, ma che tristezza...
— E poi c'è la festa dei laureati, vorrei andarci. Voi no?
— Rika, ci si può andare solo se invitati. A meno che qualche laureato non ci inviti, quella festa è off-limits per noi.
— Anche questo è vero, non ci avevo pensato perché molto probabilmente andrò con il Isao.
— Mi sembra sempre strano sentirti chiamare Nakamura per nome, tu hai tutte le fortune Rika!
— Ma dai, Hanami, secondo me ti inviterà Suwa!
— Cosa dici, inviterà Yui piuttosto, è la sua ragazza!
Le mie amiche mi guardano senza aggiungere nulla, Miku si mette a raccogliere la schiuma del suo frappuccino con il cucchiaino e Rika beve. Entrambe assumono un'espressione strana, hanno un sorrisino sulle labbra che allude a qualcosa.
— Che avete adesso?
Si scambiano uno sguardo veloce.
— Niente, perché?
— Miku...
— Dimmi!
— Sputa il rospo.
— Ma non c'è niente, davvero!
— Rika, almeno tu, non sei brava a mentire, dimmi cosa c'è.
Rika si irrigidisce, prova a guardare Miku con la coda dell'occhio e lei distoglie subito lo sguardo dalla parte opposta.
— Rika!
— Va bene, va bene, non agitarti! Io e Miku pensiamo che tu possa avere una cotta per Suwa.
Rimango sorpresa dalla sua frase.
— Cosa?
— Insomma, Hana! È evidente, quanto ancora vuoi mentire a te stessa?
— Miku, non capisco davvero come abbiate potuto pensarlo.
Adesso sono io che mi distraggo, guardo da un'altra parte e giocherello con la schiuma di latte nel bicchiere.
— Be', passate un sacco di tempo insieme.
Continua Rika.
— Non significa niente, lo faccio anche con voi.
— Sì, ma con lui sei diversa da quando sei con noi. Sembri più felice.
— Mah, sarà una tua impressione.
— Allora spiega il bacio di capodanno, dato che sei così brava a trovare giustificazioni.
Mi va di traverso la saliva dopo le parole di Miku.
— Come, voglio dire, chi ti ha detto del bacio?
Dico, dopo essermi calmata dalla tosse.
— Nessuno, Hana, noi eravamo lì, dietro le quinte del teatro. Siamo venute a prenderti dopo l'esibizione per sederci vicine nella platea.
— Ah... però non è così! Cioè, non lo so, è un casino.
Dico, abbassando lo sguardo sulle ginocchia.
— Non ti stiamo giudicando, Hanami! Stai tranquilla.
— Però, se nemmeno tu sai spiegare perché non hai rifiutato quel bacio, secondo me dovresti riprovare e vedere che effetto ti fa adesso.
— Dovrei baciare Suwa?
— Non credo che ti rifiuterebbe, lui.
— Ma no, Miku! È sbagliato, non posso giocare con i suoi sentimenti così, solo per capire i miei.
— Ma scusa, se poi capisci che ti piace davvero, perché no?
— Se poi capisco che non mi piace? Non voglio illudere Suwa, poi non posso farlo, c'è un'altra persona coinvolta, mi sentirei troppo in colpa più di quanto non mi senta già.
— Intendi Yui?
Mi chiede Rika, annuisco con un cenno della testa.
— E poi non mi piace parlarne così, scusate. Mi sembra troppo strano, come se mi fossi dimenticata di Taiki.
— Su quello non possiamo dirti niente, Hana. Sei tu che devi decidere.
La conversazione trasla nuovamente sulla pausa delle lezioni e sulla nostra vacanza, finché non sento il tatto di una mano sulla mia spalla. Mi volto e, inaspettatamente, trovo Suwa in piedi dietro di me che mi sorride.
— Ciao!
— Suwa! Che ci fai qui?
— Stavo prendendo un caffè con il mio relatore, poi vi ho viste e ho pensato di venire a salutare. Venite tutte domani, vero? Ci conto.
— Certo, vero ragazze?
Guardo le mie amiche con entusiasmo.
— Se proprio devo.
— Dai, Miku!
— Io sono emozionata!
— Anch'io!
Rispondo a Rika per poi voltarmi di nuovo verso Suwa.
— Non vedo l'ora.
Gli dico sorridendo.
— Mi fa piacere! Allora ci vediamo domani, mi raccomando!
Suwa saluta tutte e tre e ci lascia, le mie amiche mi guardando di nuovo con quell'espressione strana in volto.
— Hai visto?
Mi chiede Miku.
— Cosa?
— Eri diversa.
Risponde Rika.
— Oh, smettetela!
Si fanno le tre e mezza, mi conviene raggiungere l'asilo di Aika. Saluto le mie amiche e rimaniamo di vederci domani un po' prima dell'ora prevista per la laurea, paghiamo e ci dividiamo ognuna per la sua strada: loro verso il campus, io verso la scuola.
🌸🌸🌸
Dopo aver accompagnato Aika all'asilo in questa mattina soleggiata di fine febbraio, mi dirigo verso l'università. Mi sono messa un vestito semplice, elegante ma non troppo, è comunque una laurea e quella di Suwa è alle dieci. Ora sono da poco passate le nove, ma il ritrovo con le mie amiche è fissato fra mezz'oretta. Dato che sono un po' in anticipo, mi fermo a compare dei fiori poi entro nel cortile dell'università e raggiungo le mie amiche che mi stanno aspettando nella folla.
— Fiori? Ti ricordo che Suwa è un uomo.
Mi fa notare Miku, come sempre è la solita scorbutica.
— Guarda che tutti gli artisti ricevono fiori, sia donne che uomini. Non sei mai stata a un concerto?
Rika ride, dandomi ragione.
Rimaniamo in attesa della chiamata di Suwa dai professori, mi guardo intorno: ci sono tantissime persone, studenti, parenti, professori, ma non vedo Suwa. Che sia già dentro ad aspettare il suo turno?
— Hana, la smetti di agitarti? Non sei tu a laurearti!
— Oggi sei più insopportabile del solito, Miku.
— Sai com'è, mi sono dovuta svegliare presto!
Miku continua a lamentarsi, ma non la ascolto. In lontananza verso l'entrata dell'università intravedo Yui, è accompagnata da Suwa che sta portando una carrozzina e seduta su di essa c'è una signora. È sua madre, sicuramente, tempo fa mi aveva accennato del suo stato di salute precario.
— Rika, tienimi i fiori.
Glieli porgo e senza aspettare le mie amiche, corro incontro al mio amico. È vestito benissimo, con abito blu scuro. Vedendolo così, il mio cuore batte più forte nel petto. Non capisco, allora smetto di correre e inizio a camminare cercando di calmarmi.
— Hana! Siete già qui?
Suwa, notandomi, si ferma quasi frenando bruscamente la carrozzina.
— Scusa mamma.
— È lei la signorina Hanami?
La madre di Suwa mi indica con il dito tremolante.
— Sì, mamma, è proprio lei.
Suwa le sorride, poi la signora mi scruta con lo sguardo.
— Buongiorno, è un piacere conoscerla signora Terashima.
Le sorrido sinceramente, sembra proprio una brava persona.
— Ora capisco, Suwa.
La madre e il figlio si sorridono a vicenda. Saluto anche Yui, che mi prende a braccetto e tutti insieme raggiungiamo le mie amiche nel cortile. Rika, vedendomi da lontano in compagnia, nasconde i fiori dietro di sé.
— Grazie.
Le sussurro appena le raggiungiamo, rimaniamo ad aspettare. Suwa è notevolmente agitato, cerchiamo di tranquillizzarlo chiacchierando. Nel mentre arrivano anche i suoi compagni di corso, in coda anche loro per laurearsi.
— Terashima, Terashima Suwa.
Ecco, hanno chiamato Suwa. Lui subito si volta e prende di nuovo i manici della carrozzina per portare sua madre in teatro.
— No, Suwa, vai. Ci penso io, se la signora è d'accordo.
Dico, rivolgendomi a sua madre.
— Certo cara, grazie.
— Grazie Hana, mamma mi raccomando.
— Suwa, aspetta.
La signora prende la mano di Suwa, allora lui si china verso di lei e le prende entrambe le mani.
— Metticela tutta.
— Sempre, mamma, stammi a sentire.
Vedendo l'amore e la stima fra loro due mi viene da sorridere, Suwa si rialza in piedi e raggiunge il teatro a passo deciso. La seguiamo e una volta entrati, cerchiamo posto nella platea. Accidenti, è un esame di laurea eppure le poltrone delle prime file sono piene. Sono tutti professori e personaggi illustri dal mondo della musica, fra i tanti riconosco il famosissimo Maestro Shinoda: primo violino dell'orchestra nazionale e dirigente di una delle case discografiche più note. Anch'io, al posto di Suwa, sarei tesa.
Prendiamo posto e vediamo Suwa preparare il suo bellissimo violino per suonare, appena lo appoggia sulla spalla gli ospiti delle prime file rimangono sorpresi di vedere uno Stradivari. Vai, Suwa, li hai già conquistati!
— Buongiorno, sono Suwa Terashima.
Si presenta al pubblico.
— Per me è davvero un piacere e soprattutto un onore poter suonare per voi, oggi. Prima di iniziare, ci tengo a ringraziare le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso qui alla Towa, se me lo permettete.
I professori e gli ospiti acconsentono.
— Vi ringrazio, prima di tutti gli altri, voglio ringraziare mia madre.
Suwa la cerca nel pubblico, alzo il braccio sperando riesca a vederci.
— Ah, eccola, ciao mamma!
Suwa sventola il suo archetto e il pubblico, anche le persone nelle prime file, ridacchia piacevolmente.
— La voglio ringraziare perché mi ha sempre sostenuto, soprattutto in quei momenti in cui stavo per cedere ed arrendermi. Grazie mamma, non sarei qui senza il tuo grande amore. Poi vorrei ringraziare i miei maestri per i loro insegnamenti, in particolar modo il mio relatore che mi ha accompagnato in questo anno durante il mio progetto di tesi, la ringrazio infinitamente Maestro.
Suwa si inchina mostrando al professore la sua gratitudine.
— Infine, ultimi ma non meno importanti, ringrazio i miei compagni di avventure, sto parlando dei miei colleghi. Non dimenticherò mai questi quattro splendidi anni di università grazie a voi, mi avete regalato ricordi ed emozioni incancellabili.
Suwa si inchina davanti alla platea mostrando la sua gratitudine, il pubblico applaudisce.
— Oggi suonerò per voi il brano che ho composto in questi mesi, ci ho lavorato per oltre un anno e sono davvero soddisfatto di poterlo portare qui oggi in occasione della mia laurea. L'ho intitolato Canto del fiore, buon ascolto!
Applaudiamo nuovamente. Suwa aspetta che cali pienamente il silenzio in teatro ed inizia a suonare. Il suo suono è cristallino, è perfetto. I fari del palcoscenico sono tutti puntati su di lui, creano tante ombre di sé stesso sul pavimento di legno, è un'atmosfera davvero magica. Non voglio perdermi nemmeno un attimo della sua esibizione, questa melodia è bellissima. Si sta impegnando tantissimo, ce la sta davvero mettendo tutta, è concetratissimo, ma nonostante ciò non perde mai il sorriso sulle labbra.
— A quale fiore pensi si riferisca?
Mi bisbiglia d'un tratto Miku accanto a me, mi volto verso di lei senza risponderle, mi guarda e sorride scuotendo leggermente la testa. Torno a guardare Suwa sul palco e sorrido teneramente, poi chiudo gli occhi e mi lascio rapire dalla sua musica che, come mi ha fatto notare Miku, ha voluto dedicare a me. Sarò così brava da riuscire a restituirgli il cuore, un giorno? Oppure, chissà, forse sarà lui a farsi spazio nel mio.
Suwa conclude divinamente e gli applausi riempiono il teatro, ci alziamo dalle poltrone e lo acclamiamo. Decido di sfilare uno dei fiori dal bouquet che gli ho portato, e lanciarlo sul palcoscenico. Mi stupisco io stessa di questo gesto.
— Hanami!
Esclama Rika, mentre Miku mi guarda con orgoglio. Mi guardano tutti, i professori, gli ospiti, il pubblico, Suwa compreso. Batto le mani entusiasta, lui poi raccoglie il fiore reciso e si inchina. I professori ci chiedono di lasciare il teatro per decidere il voto.
🌸🌸🌸
Usciamo dal teatro e aspettiamo nella sala il ritorno di Suwa, ho portato la sedia della signora Terashima e l'ho lasciata in compagnia delle ragazze. Mentre io continuo a fare avanti e indietro da loro e dalla porta d'entrata del teatro, stanno trattenendo troppo Suwa per proclamarlo violinista, non capisco che stia succedendo là dentro. Yui mi raggiunge.
— Ancora niente?
Mi prende alla sprovvista, ero così tesa che non mi sono nemmeno accorta che era qui con me. Quando la noto, mi sorride.
— Facciamo due passi fuori, ti va?
Passeggiamo in cortile in mezzo alla folla esultante, non ci diciamo nulla.
— Quindi è questa la vostra università.
— Sì, be', è molto più grande di quel che sembra da fuori.
— Oh, sì, lo so, Suwa mi ha portato dentro a fare un giro.
— Ah, bene, ti è piaciuta?
— Sì, tantissimo, ma, Hana, non ti ho chiesto di passeggiare per parlare dell'università.
— Oh e cosa volevi dirmi, allora?
— Suwa mi ha lasciato.
I miei passi si fermano dopo le sue parole, Yui va avanti poi si volta verso di me e mi sorride. Riprendiamo a camminare.
— E perché me lo stai dicendo?
— Te lo dico perché ti piace, si vede.
— Ma cosa dici, Yui!
Mi scappa una risatina.
— Sei la terza persona che me lo dice, eppure io non so ancora darmi una risposta precisa e poi, non voglio far soffrire le persone intorno a me a causa della mia insicurezza.
Le dico, tornando seria.
— Ti riferisci a me?
— Be', sì, anche, a te. Anche a Suwa, non voglio illuderlo finché non ne sono sicura al cento per cento, infine, anche a Taiki.
— Di me non devi preoccuparti, mi passerà come mi è passata l'ultima volta. Finisce sempre così, mi innamoro di persone che non mi ricambiano!
Yui ridacchia, ma nei suoi occhi intravedo sofferenza.
— Per Suwa, invece, pensaci: non hai provato niente sentendolo suonare?
Non le rispondo, effettivamente però, pensandoci, mi sono sentita speciale. Suwa mi ha fatto sentire così e ho accolto quest'emozione dentro di me. Ormai spesso mi sento speciale in sua compagnia, si accorge sempre di tutto e mi rende felice con poco. Quelle piccole cose però hanno un valore inestimabile, mi restano dentro per tutto il giorno e quando ci ripenso non riesco a smettere di sorridere.
— Vorrei essere uno specchio per mostrarti che stai sorridendo, i tuoi occhi brillano, mi piacerebbe che ti vedessi adesso per fartelo capire: ti stai innamorando di Suwa, chiunque lo penserebbe vedendoti!
— Chiunque tranne me a quanto pare. Non lo so, Yui, è una situazione complicata.
— Hai ragione, è sempre tutto complicato in amore, però facci caso, ai tuoi sentimenti. Non li nascondere, non trovare giustificazioni. Vivili, anche per me. Me lo prometti?
Yui mi prende entrambe le mani e si ferma proprio davanti a me, mi porge un gran sorriso e le ricambio, annuendo con la testa.
— Andiamo a vedere se è uscito!
Torniamo dentro. Sì, Suwa è uscito dal teatro e tiene in mano la pergamena della sua laurea. Sta abbracciando la madre che si è alzata per accoglierlo come si deve, lo raggiungiamo e scopriamo che ha ottenuto il massimo dei voti con annessa lode. Sono davvero felice per lui! Arrivano anche i suoi compagni a congratularsi, rimaniamo in disparte ad aspettarlo poi Rika mi riconsegna i fiori che finora mi ha conservato. Li riprendo e sento una spinta sulla schiena, mi volto e Miku mi fa un cenno con la mano per andare da Suwa e donarglieli. Sono così imbarazzata, allora mi piace davvero? Non avrei provato lo stesso imbarazzo se fosse successo mesi fa, i miei sentimenti sono davvero cambiati. Allora, con coraggio mi faccio avanti, nascondo i fiori tenendoli dietro di me e aspetto che Suwa finisca di parlare con i suoi amici. Appena si volta trova me di fronte a lui e mi guarda sorpreso.
— Hana, ma dov'eri finita?
Mi sorride, non l'ho mai visto così felice. Sento un calore provenire dal mio petto appena gli mostro il bouquet di ranuncoli che gli sto porgendo.
— Questi... sono per te, congratulazioni Suwa!
— Ma wow! Che belli, grazie! Anche se uno ce l'ho già!
— Dove l'hai messo?
— È nella custodia, insieme al violino!
— Be' hai suonato benissimo.
— Sono contento che ti sia piaciuto!
— Adesso vai a festeggiare, dai, non voglio trattenerti troppo! Grazie Suwa, è stato davvero bellissimo.
Gli sorrido sinceramente guardandolo negli occhi, poi mi volto e a passo lento raggiungo le mie amiche. Però, Suwa mi prende la mano all'improvviso, non me l'aspettavo, mi giro verso di lui e lo vedo con un'espressione seria in volto.
— Hana, verresti alla festa con me?
Mi chiede, senza lasciare la mia mano e mantenendo gli occhi fissi su di me.
— Non mi rispondere subito, posso aspettare. Ti aspetto, se vorrai venire.
Sorrido nuovamente, abbassando lo sguardo.
— Ci penserò, te lo prometto.
Rialzo gli occhi su di lui e noto che anche Suwa mi sta sorridendo, rimango stupita e successivamente lascia la mia mano.
— Allora ciao, goditi le vacanze!
Mi passa davanti e torna da sua madre. Anch'io raggiungo le mie amiche, ma Yui non c'è più.
— Dov'è andata Yui?
— Ha detto che doveva lavorare.
Mi risponde Rika.
— Che ti ha detto Suwa?
Mi chiede Miku, stuzzicandomi con il suo sguardo curioso.
— Mi ha chiesto di accompagnarlo alla festa.
— Che ti avevo detto?
Esclama Rika, ridacchiando.
— E tu che gli hai risposto?
— Che ci penserò.
— Hana, ti pensi e ripensi, ma non arrivi mai al punto!
Miku mi rimprovera nascondendosi la faccia con la mano.
— Avete ragione.
Le mie amiche mi guardano.
— Suwa mi piace.
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