tieni duro Grace, solo come tu sai fare

Grace:
Eccoci qui.
Sono seduta in uno studio medico, e sto aspettando nella sala d'attesa che il dottore ci chiami .
Dicono che sia il più bravo di questa città.
Lo spero tanto.

Sentii un rumore dei passi, l'ansia mi sale...
Una donna si appoggiò alla porta della sala d'attesa.
«Grace White?»lo sospettavo che fosse il mio turno.
Mi alzai insieme ai miei genitori e ci facemmo accompagnare dalla collega del dottore fino alla stanza che volevamo raggiungere.

«Buongiorno Grace e genitori della ragazza» disse il dottore
I miei genitori risposero in coro anche loro con un buongiorno.
Che palle, perché stanno fingendo un sorriso così falso.

«allora, la notizia che vi sto per dare potrebbe ovviamente farvi stare molto male, ma il problema è gravissimo: L'Osteosarcoma che abbiamo avvistato pochi giorni fa sta peggiorando, dobbiamo fare il primo giro di chemioterapia immediatamente....»
Eccolo.
Il mondo che mi cade dalle mani.
La forza che prima avevo ora è sbiadita.
Non mi rimane che piangere.
Ed eclissarmi.

Guardai preoccupata mia mamma e lei fissò me.
La mia faccia le diceva "scusa mamma" e lei lo aveva capito.

Mi ripetei "tieni duro Grace" "tieni duro Grace".

Poi guardai mio papà, era lì che si stava trattenendo dalle lacrime.
Per favore Papà trattieniti, non cadere, non farlo per favore perché se verserai le lacrime per me io ci starò tanto male e non me lo perdonerei.

«quanto durerà più o meno la chemioterapia?» chiese allarmata mia mamma.
«Circa un mese, poi faremo una pausa, ma se peggiorerà dobbiamo continuarla obbligatoriamente...»rispose il dottore
«sono pronta» urlai senza che me l'avessero chiesto.
Avevo tutti gli occhi addosso.
«io sono nata guerriera, perché allora non dovrei farla questa chemio?»
«va bene, cominciamola domani» borbottò il dottore
«Dottore?» voglio soltanto chiedergli una cosa importante...
«sì?»
«morirò?»
I miei genitori mi guardarono ancora più disperati e pietrificati rispetto a prima.
Scusatemi.
«direi che adesso Grace non deve pensarci, perché siamo ancora all'inizio!»
«sii ottimista»
Ma quando mai lo sono?


«Quando hai intenzione di dirlo a Noah?»mi domandò mia mamma.
Non lo so.
Il problema è che se io glielo dicessi, lui potrebbe uccidersi o fare qualsiasi cosa spaventosa.
«glielo dirò quando tornerà nel New Jersey»
Mio padre stava guidando la macchina.
Stavamo ritornando a casa.
e in questo momento ero ascoltata anche da lui.
So quello che sente...È solo trepidazione.
«lo so Papà che sto facendo una cavolata a non dirglielo, pero non voglio che soffra»
Mia madre mi disse invece una cosa che mi fece riflettere: «ma quando tornerà qui, lo scoprirà che hai il tumore, ti vedrà senza capelli e ci starà malissimo Grace...Quindi non è meglio dirlo ora?»
E già.
Ho il tumore alle ossa?
Ancora non ci credo.

Un mese fa avevo malissimo alle gambe, e lo avevo detto ai miei genitori.
Era un dolore profondo, costante e peggiorava durante la notte
Loro pensavano che fosse soltanto un livido o chissà cosa, che poi pian piano si attenuava, ma non sapevano che fosse quel maledetto...Quel...Niente.
Quello schifo.
Quella condanna.

Non posso...Non posso dirlo a Noah...
Sarebbe la fine di ogni senso.

E se non vivrò più in questo mondo?
Mi troverà tra le stelle, e dovrò lasciarlo da solo.
E io?
IO non avrò nessuno con cui stare, non avrò Le mie più care amiche...

Quando l'ho detto a loro due, hanno pianto tantissimo.
Mi dicevano in coro dolenti: "andrà tutto bene","andrà tutto bene"
E invece no, non andrà per un cazzo bene.
Tutto si sta sgretolando in una pioggia di cocci o frammenti di vetro.
Rimpiangerò ogni singola briciola di speranza.

Adesso, voglio tornare a casa, sdraiarmi sul mio letto e tentare di dormire.
Così almeno per una volta posso dimenticarmi di esistere.

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