se solo fossimo una coppia normale come tutte le altre

Noah:
Bussai alla porta d'ingresso di Grace.
«chi è?»Una voce femminile rispose a tutto questo bussare.
Pensai fosse la mamma di Grace.
La voce di Paige era molto simile alla mia ragazza, però Grace ce l'aveva più morbida e più incantevole.
«sono Noah» risposi dolcemente
Paige aprì la porta.
L'avevo detto, era la mamma di Grace.
«Uh ciao! Come stai? Grace si sta ancora preparando...Rimane sempre la ritardataria di casa»
Risi, la comprendo, anche quando siamo usciti insieme per la seconda volta, lei si era preparata lentamente.
«vuoi qualcosa? Un po' d'acqua? Un po' di caffé?» mi domandò speranzosa.
Paige è sempre stata dolce e ospitale con me.
Quando mi padre lavorava, lei mi invitava tutti i giorni a casa per pranzare o cenare insieme.

Era una donna bellissima, come la figlia, possedeva occhi profondi color miele, ma dentro, si vedeva che nascondevano una costellazione di stelle.
«no grazie» rifiutai gentilmente

Una splendida ragazza scese dalle scale e avanzò verso di noi, e solo in quel momento capii che tanta grazia e bellezza non poteva essere dipinta su una tela.
Ecco la mia "Notte stellata".
Ecco la mia costellazione.
Grace.

Le diedi un bel pomposo mazzo di rose nere.
Le guardò felicissima.
«rose nere come il nostro amore»
Dai suoi occhi uscì solo gioia.
«sei bellissima» le mormorai in silenzio

«ehm va bene, io vado di sopra...Fate attenzione» ci guardò a disagio Paige.
«la farò divertire» dissi a voce alta, per farmi ascoltare dalla mamma di Grace.

Dopo di che, passai a Grace.
Le diedi un bacio romantico e lungo.

L'osservai perdutamente innamorato.
«le tue labbra sanno di burro... Mhh Buono.»
Si arricciò e mi perlustrò a lungo.
«sei bellissimo anche tu, Noah»
Era così dannatamente bella, anzi bellissima.

«dove mi porti oggi?»chiese curiosa
«Oggi ti porto alla Gunnison Beach» è tra le spiagge più famose del New Jersey

«indossa un cappello per nascondere la testa dalla luce del sole» dissi preoccupato
«ce l'ho già qui»osservai le sua mani, aveva in una la crema solare e nell'altra un cappello.

La presi in braccio, perché non volevo sforzasse i muscoli.
Uscimmo fuori casa, chiusi la porta con le sue chiavi di casa.

«prendi il casco amore»glielo porsi.
Le toccava fare il viaggio nella mia moto, ma la cosa, per fortuna, non le disturbava.
L'aiutai a farla salire.
Una volta seduta, mi abbracciò tutto, vidi le sue mani appoggiate ai miei fianchi.
Appoggio la sua testa sulla mia schiena.

Tutto questo mi rese sereno.
Un brivido entro completamente nel mio corpo.
e io mi sentii amato ancora una volta.
Mi sentii di nuovo a casa, ero di nuovo abbracciato dalla persona che amavo di più al mondo.

«reggiti forte, Grace!»urlai
Dallo specchietto della moto osservai la faccia di Grace, era divertita, ma allo stesso tempo spaventata.
«e se cadiamo dalla moto?»mi chiese spaventata
Grace? Sei seria?
Risposi ironico «e se voliamo?»
Rise come una pazza e io la guardai dallo specchietto addolcito.

Eravamo una coppia perfetta.
Lei era fantastica per il suo coraggio da guerriera.
E io restavo forte per lei.
Voglio esserlo per lei.

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«Che viaggio tosto! Non ero abituata a stare seduta su una moto.»pronunciò smarrita Grace
Si vedeva da lontano che aveva sofferto un po' la moto, era davvero nauseata.
«rimani qua per tre minuti esatti.» riferii a lei
«ehm ok?»

Andai nel bar più vicino alla spiaggia.
Volevo comprarle un biscotto asciutto, per farle passare la nausea.
Papà faceva sempre così con me. Quando non stavo bene, mi regalava sempre un biscotto al cioccolato.

«mi scusi, ha per caso un biscotto o una barretta di cioccolato? La mia ragazza ha la nausea e non si sente tanto bene...» domandai fiducioso, sperando che ce l'avesse un biscotto per me
«sì, ecco qui» il cameriere mi porse un biscotto al cioccolato, emanava un buon profumo.
«quanto le devo?»
«niente»rispose sorridente
«come niente?»dissi
«Rilassati amico! E solo un biscotto!»
Lo ringraziai intenerito.
Per fortuna che esistono persone così speciali!

Corsi da Grace, non volevo che vomitasse l'anima.
Volevo soltanto una giornata romantica, eravamo comunque una coppia normale, giusto? E come tutte le altre, no?
Era lì appoggiata alla moto.
Era pallida.

Poverina, faceva fatica a rimanere in piedi.
Questa malattia la stava mangiando sempre di più.
«mangialo, ti farà bene» dissi.
Cercai di essere convincente e felice.
Ma dentro avevo un uragano immenso, un buco allo stomaco.
Perché non potrò avere Grace per tutta la mia vita?
Perché non possiamo essere eterni e indistruttibili?

Non volevo che la nausea aumentasse il dolore che già provava prima.

«grazie»
Poi la presi di nuovo in braccio.
Nel frattempo mangiava tranquillamente il biscotto al cioccolato.
«vuoi un pezzettino?»modulò dolciastra
«no grazie»
In un attimo attraversai la strada e arrivammo in questa splendida spiaggia.
La Gunnison Beach.

L'odore dell' acqua salata e della sabbia ci penetrò il corpo.
Era così forte.
Con tanta facilità ci ambientammo.
C'era un filo di vento, perciò avevo una vaga idea...Volevo farmi un bagno!

Posizionammo due asciugamani sulla sabbia e ci sedemmo abbracciati.
Guardammo insieme il mare con occhi sognanti.
«mi dà pace tutto questo infinito» pronunciò Grace tranquilla
«anche a me»

«spesso me lo chiedo Noah...Se avessi potuto fare qualcosa per evitare la malattia, per evitare il nostro addio, per evitare di stare male...»
«Beh sì, un muro ci ha separati e ci ha fatto allontanare, ma l'avevamo pur sempre scavalcato insieme, con facilità e ardimento»
La guardai...
Che belle parole che ha speso.
andai di fronte a lei e la baciai.
Si sdraiò e io ero sopra di lei.
le feci del solletico sotto alle ascelle.

«ahahahah basta, sto soffrendo dal solletico...Ahahah Noah»

Smisi e finii di farle il solletico e mi sedetti di nuovo nel posto di prima prima.
Ma avevo bisogno di farmi un bagno, perciò mi alzai ancora una volta e mi tolsi la maglia.

C'era soltanto un caldo che spaccava le pietre.
«amore mi vado a fare un bagno»
Corsi velocemente, perché non volevo che i miei piedi scottassero dal calore bollente della sabbia.

Grace:
Era veramente bello.
Quei muscoli scolpiti, quel corpo perfetto...Era tutto mio.
non ci credevo che io stessi ancora insieme con lui.
Lui non meritava tutto questo dolore, tutta questa sofferenza...
Fissai la sabbia, una lacrima mi rigò il volto, morendo per terra.
La tristezza di quelle frasi che mi ripetei nella testa furono così intense e sofferenti da indurmi a spostare il mio sguardo triste su di lui.
Mi guardò, si stava facendo beatamente e tranquillamente un bagno.
Amavo la sua pacatezza.
E io sorrisi, feci un sorriso finto, perché non volevo che si sentisse triste per me.
Poi presi un foglietto dalla mia borsa, non ancora sporco e cominciai a disegnare quello che mi venì in mente.

Noah:
Tornai fradicio da lei, avevo tanto freddo.
Sono stato venti minuti in acqua e mi ero già stancato di stare senza Grace.
Era così irresistibile.

Mi presi un asciugamano e me lo posizionai sul mio corpo.
Ora sì, che cominciavo ad avere freddo.
«tieni» Grace mi porse un disegno
Io la guardai«posso prenderlo?» domandai curioso
«beh sì!»
Il foglio rappresentava una stella marina.


Era così meravigliosa.
Quei colori sull'arancione e giallo rendevano il disegno più squisito.
«è tuo» mormorò entusiasta
«grazie» il grazie vale poco, perciò le diedi un bacio corto.
Mi fermai vicino a lei e guardammo il cielo.
Non è il nostro momento preferito della giornata, ma i colori accesi sull'arancione rendevano il cielo più meraviglioso.

«amore, che ore sono?»
«Le 18, perché?»
«è tardi!»esclamai preoccupato

«andiamo a casa Grace, è tardi.»
Presi entrambi gli asciugamani, li piegai e li misi nel borsone che avevamo portato.
Presi in braccio vigorosamente Grace.
«Lasciami Noah! È presto, fammi stare ancora un po' con te...Lasciami! Lasciami...» cercò in tutti i modi di lasciare le mie braccia, ma non ci riuscì.
Ero più forte di lei.
«che palle amore, stavo così bene con te» assodò stufa
«anche io, ma tuo padre voleva che ti portassi a casa adesso»
«ok...»

La feci sedere nella moto e lasciammo per l'ultima volta la Gunnison Beach.

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La portai fino al portone, volevo che si sentisse protetta fino all'ultimo momento.
«i miei genitori non ci sono a casa, quindi non possono aprirmi la porta, puoi farlo tu? Puoi portami in braccio fino in camera?»
Presi le sue chiavi e aprii la porta, poi la presi in braccio e salimmo le scale.
Era così leggera, non sentivo il suo peso, era come una piuma!
«grazie»pronunciò triste.
La sdraiai sul letto e misi la coperta calda sopra il suo corpo.

«Noah...»
«sì?» risposi.
«Noah...Non sai quanto ti voglio»
La studiai con gli occhi, non mi aspettavo questa frase.
Mi aveva completamente sbalordito.
La voglio anche io, ma no, non voglio correre rischi.
«Anche io, ma non è giusto, non voglio farti del male»
Mi osservò pentita.
Si girò e mi fece soltanto osservare la sua schiena.
Cercò di nascondere la sua faccia ricca di amarezze.
«Grace...Devi capire che provi tanto dolore agli arti, cammini con tanta difficoltà! Io non te ne voglio procurare altri più dolorosi...»
«non voglio toccarti per questo...»
E poi aggiunsi
« ti amo tanto Grace, spero che tu comprenda»
Si girò verso di me e mi guardò.
«beh allora se mi ami esaudisci questo desiderio per me. Fai l'amore con me»
«chiedi troppo»

«sto benissimo Noah!» si alzò in piedi debolmente, e cercò di ballare e di saltare, ma appena perse l'equilibrio io la presi subito.
«che tipetta che sei...Una tipetta stupenda»

Era mortificata, si sentì rifiutata completamente.
Si mise a piangere.
«no no Grace, non sentirti rifiutata...Lo sai che ti amo, no?»
«perché non possiamo vivere almeno una volta come una coppia normale?» urlò ferita
Ero paralizzato.
Rinnegai la frase.
«non sai quanto sto cercando di non levarmi i vestiti per te»

La sdraiai ancora una volta sul letto e mi avvicinai a lei.
Me la strinsi tra le braccia e le diedi un sacco di baci: Il primo nella guancia, il secondo nel nasino e il terzo nella fronte, Il mio bacio. preferito
Misi la mia fronte sulla sua.
«ti amo»
«io di più Noah e non sai quanto»


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