Troppi problemi e una sola notte
Annuncio non-troppo importante:
Questo capitolo sarà più lungo: lo voglio dedicare a una persona che sta leggendo la mia storia e mi sta supportando davvero molto, moralmente, ma anche mettendo delle stelline ai capitoli che le piacciono: Sasha_mouttaki... purtroppo, però, pochi giorni fa ha avuto un incidente, è stata investita; ora è in ospedale, ma spero che si riprenda presto.
Ciao Sasha! Spero che questo capitolo sarà di tuo gradimento!
⚠️Mui Pov⚠️
<<Quel film era troppo pauroso!!>> si lamenta Mitsuri mentre usciamo dal cinema, stringendo la sua borsetta.
Obanai la prende per mano e lei arrossisce, sicuramente ora non le interessa più il film.
Shinobu è ancora attaccata a Kyojuro, mentre Zenitsu, che ha deciso di togliersi gli auricolari e dare un'occhiata negli ultimi minuti, ora sta piangendo addosso a Tengen, che gli dà dei colpetti consolatori sulla schiena.
Aoi, invece, non sembra diversa da prima, Giyu e Sanemi nemmeno. Io ho perso qualche anno di vita, ma non quanti ne ha persi Mitsuri.
Tengo stretto il braccio di Genya, non che io non l'abbia fatto durante tutto il film. Lui ha preso qualche infarto, ma sembra ancora normale.
Ad un tratto sento un sibilio vicino all'orecchio. Io e Genya sobbalziamo, e io mi giro sferrando un pugno...
A Sanemi. Povero Sanemi.
In realtà me lo aspettavo, però se lo merita.
<<caz- Muichiro, scherzavo>> dice lui, ma ridacchia. Fortuna che non gli sanguina il naso.
<<Anche io scherzavo, cosa pensi, certo, normali scherzi tra amici>> mi difendo io con aria innocente, mentre gli altri ridono e prendono in giro Sanemi.
Quando arriviamo ad un bivio che c'è sulla strada, ci dividiamo: Mitsuri e Obanai devono portare dei manga alla fumetteria dove lavora Genya, lui ha le chiavi, quindi li accompagna.
Dal canto mio, beh, non ho nessuna intenzione di staccarmi da Genya, così noi quattro andiamo da una parte, mentre gli altri si avviano verso la fermata dell'autobus.
20 minuti da aspettare al freddo e al gelo. Che gioia immensa.
Noi camminiamo veloci, un po per scaldarci muovendoci, un po perché se non lo facciamo abbiamo buone possibilità di perdere il bus.
Quando arriviamo alla fumetteria, Genya tira fuori un mazzo di chiavi (che a me sembrano tutte uguali) e inizia a provarle una ad una nella serratura.
<<Scusate>> si giustifica. <<Ma io e le chiavi abbiamo sempre provato un grande odio reciproco l'uno verso le altre. Potrebbe volerci un pochino.....>>
Il vicolo è buio, e il buio a me non piace; sono abbastanza tranquillo perché sono con Genya, Mitsuri e Obanai: la scuola ci fa completare un corso di difesa personale prima di permetterci di uscire senza avvisare nessuno e senza coprifuoco, e tutti e tre l'hanno completato. Io ho iniziato la settimana scorsa, quindi sono ancora molto inesperto.
Gli unici lampioni sono in fondo alla via, infatti Mitsuri deve tenere la torcia del telefono puntata sulla serratura perché Genya veda almeno un po'quello che fa.
Le luci che emanano sono fioche, a causa della leggera foschia notturna che si sta alzando, mostrano alcune figure in movimento.
Smetto di fare caso a quello che fanno i miei compagni e le osservo con più attenzione. Dopo un po si cominciano a distinguere più nettamente: sono uomini, e sono adulti.
Eppure non mi piace per nulla l'andatura con cui si avvicinano; camminano veloci, ma è come se non stessero bene in equilibrio sulle proprie gambe...
Comincio ad avere paura.
Senza staccare lo sguardo da loro, cerco a tentoni Obanai e quando riesco ad afferrare la manica della sua giacca la tiro per attirare la sua attenzione.
Quando lui si gira io gli indico gli uomini, che sono sempre più vicini.
Inizialmente non sembra minimamente preoccupato, ma io gli bisbiglio:
<<Non ci sono altre uscite, questa fumetteria rende la strada un vicolo cieco, e in teoria è chiusa...>>
Sento che Genya è riuscito ad aprire la porta. Obanai mi afferra e mi spinge contri Mitsuri, quando siamo tutti dentro si chiude la porta alle spalle e spiega velocemente la situazione anche a Genya e a Mitsuri. Entrambi assumono un'aria preoccupata.
<<Chiamo la polizia?>> propone Mitsuri.
<<No, non subito, magari è un falso allarme...>> Le dice Obanai.
<<Voi avete completato il corso di autodifesa... potreste non correre troppi rischi.>> suggerisco io.
<<È un rischio per te. Non possiamo uscire se hanno cattive intenzioni>> afferma decisa Mitsuri.
<<Ragazzi li vedo bene, ma la nebbia si è alzata. Si sono fermati, sono abbastanza vicini e... sono più di noi.>> ci informa Genya, con l'ansia nella voce.
<<Mmmh...>> Obanai sta riflettendo e noi non osiamo parlare: quando gli vengono delle idee solitamente sono buone.
<<Proviamo a chiamare indietro gli altri. Insieme saremo sicuramente un numero maggiore di loro, e tutti noi apparte Muichiro abbiamo completato il corso di autodifesa. Se siamo in maggioranza, scommetto che non proveranno a farci niente. Però...>> Obanai alza lo sguardo su di noi.
<<Ragazzi, ci siamo allarmando troppo.>> conclude risoluto.
<<No>>
<<G-Genya?>> balbetto io con la paura nella voce.
Lui si gira. <<Puntano a noi; guardateli.>>
Gettando un'occhiata attraverso il vetro, vediamo chiaramente che quei tipi stanno agitando le mani. Agitano le mani e ricominciano a muoversi verso di noi.
<<Ci stanno salutando...>> commenta Mitsuri in un soffio.
<<Svelti, dietro lo scaffale, arrivano!!>> Obanai spegne le luci e spinge Mitsuri nella direzione da lui decisa, mentre Genya mi afferra la mano e mi trascina lì.
<<Chiamo Shinobu>> bisbiglia Mitsuri con la voce tremante.
Sembra che i beep che fa il suo telefono mentre aspettiamo che Shinobu accetti la chiamata mi accelerino i battiti del cuore e lo spingano a battere più velocemente, mi costringano a respirare più affannosamente e a mandarmi sempre più in panico.
<<Hey Mitsuri!>> dice la voce di Shinobu attraverso il telefono, strappandoci un sospiro di sollievo.
<<Stavo per chiamarti io, senti, abbiamo preso l'autobus, ne è passato uno prima e qui faceva freddissimo... avevamo deciso che andava bene, no?>>
<<Oh cazzo>> bisbiglia lei iniziando a tremare.
<<Mitsuri!? Queste parole non sono da te... che succede?>>
<<Shinobu, siamo chiusi nella fimetteria, perché ci sono degli uomini fuori che ci puntano...>>
<<C-cosa...? Cosa?!! Mitsuri, chiamate la polizia!>>
<<No,.magari se ne vanno prima... ma abbiamo pensato che... se ci raggiungete magari possiamo uscire senza troppi problemi... abbiamo tutti completato il corso di autodifesa, tranne Mui... non dovrebbero esserci troppi problemi...>>
Obanai si sporge per guardare fuori, ma si ricompone immediatamente e impreca nel panico più totale:
<<Obanai, che c'è??>> sibila Genya.
<<Sono qui. Davanti alla vetr->>
<<Ragazzi... vi abbiamo visti sapete? Che fate, volete giocare a nascondino?>>
Oh merda, dannazione, accidenti a tutti e a tutto, cazzo, porca trota.
<<Beh, in questo caso abbiamo già vinto... siete dietro gli scaffali! Trovatiii>>
Le loro voci cantilenanti trapassano il vetro e ci raggiungono, causandomi una paura e un panico che mi confonde totalmente le idee.
Mitsuri scivola contro lo scaffale e si accascia a terra. Anche noi ci accucciamo stretti l'uno all'altro.
<<Shinobu...>> ansima Mitsuri al telefono. <<Shinobu, aiuto... sono qua davanti...>>
<<Mitsuri!!! Chia->>
...
<<Shinobu...? Shinobu!>> Mitsuri guarda il telefono: è scarico.
<<che ne dite, ragazzi... voi ci date qualche soldo, pochi spiccioli, certo, e noi vi lasciano uscire senza problemi... ehh? Non è equo?>>
<<crepate, bastardi di merda>> sussurro io. Genya mi stringe a sé; un abbraccio che mi conforta, ma non mi tranquillizza. Obanai si avvicina a noi, mentre fa lo stesso con Mitsuri.
Ho il telefono nella giacca, la giacca è sul bancone.
Obanai e Genya lo hanno nella tasca dello zaino di Obanai. Eppure nessuno si muove se non per tremare inevitabilmente.
<<Sapete, ragazzi abbiamo molto tempo...>>
Ho paura, ho tanta paura. Mitsuri comincia a singhiozzare, cercando di soffocare i gemiti nell'avambraccio. Sulle mie guance iniziano a scendere delle lacrime.
Obanai prova a guardare attraverso le fessure tra un libro e l'altro di quelli impilati sullo scaffale.
<<Sono sei>> bisbiglia. Si risiede: è pallido, trema, ha paura quanto me.
~◆~●~◆~
<<Ragazzi, non abbiamo tutta la notte, aprite, o siamo capaci di far girare le cose in modo davvero brutto per voi>>
Dopo un quarto dora almeno, le voci di quelli uomini hanno perso ogni singola traccia di cantilena, di scherzo, ma anche di umanità, e si sono fatte più dure e insistenti.
Noi non ci muoviamo.
<<Basta, hanno rotto il cazzo, andiamo da quella pasticceria, quella che avevi detto che andava bene...>> biascica la voce di uno di loro. Non sta parlando con noi. Sta chiaramente parlando sul serio.
Eppure noi non ci muoviamo.
Sentiamo qualche altra frase confusa, finché le voci cominciano a farsi più deboli.
Obanai si alza tremando.
<<state qui>> ci ordina, e appena ci supera noi ci alziamo per seguirlo.
Sbircia di nuovo oltre lo scaffale.
<<Io... non li vedo>> conferma poco sicuro.
Fa un passo avanti, poi due.
<<Li vedo: si sono davvero allontanati; uno, due, quattro... tutti e sei.>>
Il suo viso pallido e sospettoso ad un tratto si illumina e riprende colore:
<<Li vedo... LI VEDO!!! I ragazzi!!! Vedo Tengen... sono qui!>>
<<Usciamo, se loro stanno arrivando non corriamo pericoli, e nemmeno loro, dato che sono in di più!>> Mitsuri è convinta, raggiante.
Sorridiamo tutti; in fondo al vicolo si intravede tra la nebbia il gruppo dei nostri amici, che si avvicinano con passo lento, forse per esaminare il gruppo dei sei uomini che sono a metà strada tra noi e loro.
Genya prende le chiavi e apre la porta. Mitsuri esce per prima e si ferma lì vicino, io e Obanai la seguiamo. L'aria fredda della notte ci investe e mi fa rabbrividire.
Mi volto a guardare Genya che estrae le chiavi dalla serratura e alza lo sguardo su di me e poi dietro di me... e cambia espressione.
<<WAAAAGH, MUI STAI DIETRO DI ME!!!!>>
Faccio in tempo a girarmi solo per vedere Mitsuri che mi agguanta un braccio e mi trascina contro la vetrina. Davanti a lei... stanno correndo verso di noi. Quegli uomini stanno tornando indietro. Di corsa.
<<Ci separiamo?>> chiede Obanai.
<<No! Loro sono in sei!!>> esclama Genya in preda al panico.
Mitsuri si abbassa, divaricando leggermente le gambe e si mette perfettamente in equilibrio sulla punta dei piedi. Non scappa.
<<secondo kata...>> la sento bisbigliare.
Il primo uomo che ci raggiunge alza le mani su di lei con un sorriso trionfante. Apre la bocca per parlare, ma non fa in tempo: Mitsuri gli sferra un calcio sotto il mento, la sua gamba prende uno slancio così forte da poter toccare il suo stesso naso con la coscia.
Lui barcolla stordito, ma prima che possa riprendersi, Mitsuri si spinge verso di lui e con un gesto veloce lo colpisce sotto il collo. Lui cade a terra svenuto.
<<MITSURI!!>> tento di avvertirla ma un altro uomo è riuscito ad afferrarla. Faccio per correre da lei, ma Genya mi spinge di nuovo contro il vetro e riesce a colpire un altro uomo ancora che ci puntava, ma lui si riprende più velocemente e lo afferra; Genya si libera, ma viene bloccato di nuovo: stavolta sono in due.
<<Mui, allontanati da qui!!>> urla, ma uno dei due mi riesce a fermare. Che velocità... non ho fatto in tempo a reagire!
Eppure... ho imparato una tecnica per liberarmi a una presa del genere. Riesco a metterla in pratica, ma lui riesce a farmi inciampare. Maledizione! Perché non sono più abile di così?
L'uomo è a terra davanti a me: siamo caduti entrambi, l'uno per la mossa dell'altro. Lui afferra l'unica mano libera che avevo e me la attacca alla vetrina, con l'altra mi sbatte la testa contro il vetro. Non posso perdere coscienza ora... non posso...
Sento la voce di Tengen alle mie spalle, quella di Sanemi, di Giyu, di Kyojuro, ma anche le urla di Mitsuri.
La mia mente si costringe automaticamente a cercare informazioni il più velocemente possibile, sperando di trovare un modo per liberarmi, ma non c'è non lo conosco, non lho ancora imparato!
<<Tsk, siete scoccianti, ragazzini...>> Mi bisbiglia l'uomo all'orecchio; riesce a farmi alzare, tenendomi il volto e il corpo schiacciati contro la vetrina.
<<A quanto pare non riusciremo nel nostro intento, stasera. Però lasceremo il segno...>> Le sue parole mi raggelano, ma mi raggela soprattutto il contatto sul mio collo di un oggetto freddo e appuntito: è una lama.
<<LASCIALO, BASTARDO!!>> urla la voce di Obanai. Sento l'uomo accasciarsi a terra, scivolando sul mio corpo.
Io mi volto e guardo velocemente la situazione: Obanai ha appena messo k.o. l'uomo che mi stava trattenendo, ne è rimasto solo uno con i sensi saldi.
Il coltello è ancora nelle mani dell'uomo che ha perso i sensi ai miei piedi.
Eppure vedo uno scintillio anche nella mano dell'altro.
Kyojuro lo colpisce, ma a quanto pare il colpo non è del tutto efficacie: lui arranca verso di me e verso Obanai.
Ho capito le sue intenzioni, il problema è che penso di essere l'unico.
<<Obanai, SPOSTATI!>> urlo io afferrandolo. Lui, però, non fa neanche in tempo a voltarsi verso l'uomo. Kyojuro riesce finalmente a fargli perdere i sensi.
Lui, Giyu, Sanemi, Aoi e Tengen si scambiano occhiate trionfanti, poi corrono verso Mitsuri, che è in ginocchio, affiancata da Zenitsu e Shinobu, che si è tolta la giacca e l'ha avvolta. Penso che quei bastardi le abbiano strappato la camicia.
La sua situazione è brutta, ma appena vedo i ragazzi voltarsi e allontanarsi da me e da Obanai rimango sorpreso: ma non si sono accorti che le circostanze qui sono molto più gravi?? Cerco di richiamare la loro attenzione boccheggiando qualcosa, ma Obanai barcolla e io rivolgo la mia attenzione a lui.
Merda. È vero, la situazione di Mitsuri non è nulla in confronto a questa. Genya mi lancia uno sguardo, ma prima che lo possa chiamare, Obanai si aggrappa a me: <<sc-scusa...>>
<<Non parlare!>> gli ordino io.
Una macchia di sangue si allarga sotto la spalla di Obanai, sul braccio dove è stato colpito dal coltello, la cui lama è ancora infilzata nella sua carne.
Tento di sorreggerlo, sono nel panico più totale, ma capisco che è meglio che non si sforzi, così lo aiuto a sedersi a terra e lo costringo a sdraiarsi.
Il sangue esce a fiotti, inzuppa la sua felpa e mi macchia le mani. Sono l'unico che non solo si è accorto che la ferita è grave, ma anche del fatto che Obanai è stato accoltellato.
<<Sh...shinobu...>> chiamo tremando. Obanai respira rumorosamente.
L'attenzione di tutti si rivolge finalmente a noi e Shinobu si avvicina; quando vede le mie mani sporche di sangue va visibilmente in panico:
<<Cos'è successo, dove sei ferito?!>> esclama, iniziando a esaminarmi.
<<no, Shinobu... Obanai ha un coltello sotto un braccio>>
Sto continuando a tremare violentemente, Obanai chiude gli occhi. Non ne so molto di medicina, ma so che se il sangue continua a uscire dal suo corpo con questa velocità, lui potrebbe morire dissanguato.
Ma perché sanguina così tanto? Non è stato colpito ad un punto vitale, giusto?
Invece, Shinobu, una volta trovata la ferita, sgrana gli occhi e caccia un urlo impanicato. Urla, una cosa che non fa mai. Un urlo di puro terrore.
Una mano mi prende per il braccio e mi costringe ad alzarmi. È Genya, che mi guarda negli occhi preoccupato; devo essere molto pallido.
Mi guardo le mani: sono sporche di sangue, come prima, ma ora anche le estremità delle maniche della felpa sono zuppe.
A questa vista, le lacrime cominciano a scivolarmi sulle guance.
<<Mui, Mui, andrà tutto bene, vedrai...>> Mi stringe a sé. <<Andrà tutto bene... Andrà tutto bene...>> sembra che lo ripeta più a sé stesso che a me.
Ci avviciniamo di nuovo ad Obanai, dove Shinobu, circondata dagli altri, sta parlando velocemente, ad alta voce, impanicata.
<<Gli ha infilzato l'arteria, cazzo, l'arteria... perderà troppo sangue, non c'è la farà...>>
Giyu ha un'aria più angosciata degli altri, quasi quanto Shinobu. Del resto, loro sono quelli che ne capiscono di più, se si parla di fisiologia, di scienze.
La parola "arteria" non mi tranquillizza, la frase "gli ha infilzato l'arteria" ancora meno. Non è un punto vitale... però penso che trasporti molto sangue.
Kyojuro sta chiamando l'ambulanza, ha appena fatto lo stesso con la polizia.
<<Devo fermare la circolazione... mi serve un laccio emostatico...>> balbetta Shinobu, abbassando la mascherina di Obanai. <<Dove lo trovo un laccio emostatico...?>>
Mi sembra di vedere il cervello di Shinobu lavorare il più in fretta possibile alla ricerca di una soluzione.
<<... posso usare... la mia... la mia cintura...>> Mi viene il dubbio che non sia del tutto cosciente, non l'ho vista in questo stato, è inquietante.
Mentre Shinobu si slaccia la cintura si blocca.
<<Eppure...>>
<<SHINOBU, NON ABBIAMO TEMPO!!!>> urla Aoi, piangendo a dirotto, tra le braccia di Sanemi, che, per una volta, sembra riuscire a confortare in piccola parte la ragazza.
<<No! Non posso fare così!>> si riscuote Shinobu.
<<Tutto ciò porterebbe alla morte dei tessuti! Dobbiamo solo preme->>
Obanai tossisce. Mentre tossisce sputa sangue.
Ad un tratto inizio a vederci doppio. Ma non vedo l'immagine di Obanai doppiata. Ne vedo un'altra.
Mi gira la testa... cosa succede? Ho le allucinazioni?!
Il mio corpo si stacca da Genya ed io mi chino su Obanai, e gli rovescio il volto di lato. Il sangue cade a terra e lui ricomincia a respirare dalla bocca.
<<Scusatemi, davvero...>> Zenitsu fa qualche passo indietro, poi si volta e vomita; sembra che Kyojuro farà lo stesso fra pochi secondi.
Sangue, sangue sul mento di Obanai, sulle sue labbra, sulla strada, sulle mie mani, sui nostri vestiti.
La sua immagine si sdoppia di nuovo. Stavolta però, vedo chiaramente che l'altra immagine mostra qualcuno: è una persona, un ragazzino... anche qui il sangue è ovunque.
<<Muichiro... Muichiro! Andiamo, ti, prego resisti!!>> apro gli occhi. Cosa è successo??
Mi guardo intorno: a quanto pare, Tengen mi ha trascinato lontano da Obanai e dagli altri. Genya è presso Mitsuri, la sta facendo sdraiare per terra, è svenuta. Anche Kyojuro sta vomitando. Shinobu urla, Giyu la stringe e la scuote per cercare di farla restare cosciente, Obanai tossisce, Aoi piange in ginocchio mentre Sanemi la abbraccia... la situazione potrebbe andare peggio, ma non voglio sapere come.
Finalmente... sentiamo sirene delle auto dell'ambulanza e della polizia arrivare. Era ora!
Riesco ad alzarmi, e vedo correre vari poliziotti verso Obanai e gli altri. I medici li raggiungono subito. Una poliziotta si avvia verso Mitsuri e cerca di rianimarla.
Anche io e Tengen ci avviciniamo; Genya ci raggiunge ed io e lui ci abbracciamo. Non voglio guardare la scena... sentire le urla e le frasi impanicate dei nostri amici, dei poliziotti e dei medici basta e avanza.
<<Quindi è stato colpito ad un arteria!>>
Dice un medico in un soffio.
<<Ma noi non abbiamo il sangue pronto per le trasfusioni!!>> sento una voce acuta e femminile.
<<Obanai!! Qual'è il tuo gruppo sanguigno, Obanai?>> urla Shinobu.
Mi volto, non so neanche perché.
Vedo che inizialmente, sembra che lui non la senti, ma poi fa un gesto con la mano.
<<A!!>> esclama lei. <<Qualcuno ha il sangue compatibile per una trasfusione di questo tipo?>> Sembra che sia Shinobu il medico, ha lei il controllo della situazione.
<<Io sì!>> esclama Tengen e corre verso di loro.
I medici caricano Obanai su una barella e gli scoprono il braccio. Vi infilano un ago, collegato a un tubo che a sua volta è collegato a una sacca di plastica.
Non ci capisco più niente, sono stanco, ho paura, non conosco gli argomenti di cui stanno parlando, mi sento totalmente inutile.
Faccio in tempo a vedere che una donna infila un ago anche nel braccio di Tengen, poi Genya mi allontana.
<<Mui, e tu? Sei ferito?>> mi chiede. Io lo guardo con gli occhi appannati, non so nemmeno se ho sentito bene.
<<Mui?>>
<<No, Genya, sto... bene>>
<<"Bene" è una parola grossa... se stai bene c'è un problema.>>
Sanemi si avvicina. Tiene ancora stretta Aoi, che è pallida, ma ha ripreso il controllo della sua situazione personale.
Anche Kyojuro e Zenitsu sia avvicinano, e Mitsuri li segue, sorretta dalla poliziotta che è riuscita a rianimarla.
Lei la affida a Kyojuro, poi ci guarda uno per uno.
<<Ragazzi, vi faccio i miei complimenti. So che non possono essere così d'aiuto, però se non aveste fatto perdere i sensi a quegli uomini, la situazione si sarebbe fatta brutta per tutti voi. Inoltre...>> si volta e osserva velocemente Shinobu, che parla con un altro poliziotto sorretta da Giyu.
<<Quella ragazza è stata fenomenale. Se diventasse un medico, sarebbe un'auto preziosissimo per la società. In ogni caso, so che il momento è duro e critico per tutti, ma ho bisogno di farvi alcune domande veloci, prima di portarvi alla stazione carabinieri.>>
Ora...? Beh sì, in realtà ha senso ed è giusto. Solo che sono così stanco e non riesco a ragionare. Ma come posso essere stanco, in una situazione del genere?!
<<Com'è andata la faccenda?>> chiede lei.
Genya spiega molto velocemente il tutto.
Senza staccarmi da lui, lancio un'occhiata all'ambulanza, che sta partendo a tutta velocità. Vedo Shinobu e Giyu: sono seduti a terra, Shinobu sta bevendo dell'acqua, a quanto pare offertale da Giyu, dato che ha lo zaino aperto davanti a lui.
Presumo che i poliziotti abbiano caricato gli uomini svenuti sulle automobili, perché i loro corpi incoscienti sono spariti.
<<Quindi c'eravate anche voi due nel negozio quando hanno provato ad entrare?>> chiede ad un tratto la poliziotta, rivolgendosi a me e a Mitsuri.
Lei annuisce, io apro la bocca per rispondere, ma le parole non vogliono uscire. Sento la nausea crescere, mi volto il più velocemente possibile, ma dopo qualche passo sono costretto a vomitare.
Genya è dietro di me. <<Stai bene?>> mi chiede. Sì, ora sto meglio.
Io mi rialzo e annuisco. Vi riavviciniamo al gruppo: <<Chiedo scusa...>> dico io a testa bassa.
<<Ma figurati. Meglio andare alla centrale carabinieri subito. Vi divido in alcuni gruppi, così ci state nelle auto, ok?>> dice lei.
Nel mio gruppo ci siamo io, Genya, Sanemi, Shinobu e Giyu, siamo il gruppo più numeroso.
Prima di salire in macchina, Kyojuro telefona a Gyomei, spiegandogli la situazione. Anche Genya prende il telefono e lo accende. Se lo porta all'orecchio e si allontana dal gruppo, ma non mi lascia la mano, quindi io lo seguo.
<<Inosuke... che bello sentirti...>> dice in un soffio, sorridendo molto debolmente.
<<Hey, ma che hai, da quando sei così gentile?! Comunque, perché non avete risposto alle chiamate, questi qui cominciavano a preoccuparsi!>> risponde Inosuke, dall'altra parte della linea telefonica.
<<Ah, scusa... il fatto è che non potevamo rispondere. Senti, non... andare nel panico, ok?>>
<<Io non vado mai nel pani- ... Hey, ma perché me lo dici?>> sussurra lui, abbassando la voce.
<<Siamo stati aggrediti>>
<<COSA?!!! NON MI DIRE CAZZATE, BRUTTO DEFICENTE! DOVE SIETE, VENGO A PRENDERVI SUBITO!!!>>
<<Inosuke! Calmati!!! C'è la polizia qui. Stiamo per andare alla stazione carabinieri... Obanai è stato accoltellato, è stato portato d'urgenza in ospedale...>>
<<SMETTILA DI DIRE CAZZATE!!!>>
<<Inosuke, dobbiamo andare>>
<<TU NON VAI DA NESSUNA PARTE!!!!!!>>
<<Basta Inosuke! Devo riattaccare! Chiama Gyomei, dovrebbe saperti dire piu cose nel dettaglio, Kyojuro gli ha spiegato tutto. Dillo ai prof>>
Genya riattacca, nonostante Inosuke continui a gridare.
All'inizio c'è silenzio in macchina. Nessuno parla. Genya mi tiene la mano, ma ha chiuso gli occhi; Shinobu tiene lo sguardo fisso davanti a sé. Sento Sanemi tremare e vedo visibilmente che Giyu fa lo stesso.
Ad un tratto, Sanemi si fa coraggio e, dopo essersi schiarito la gola, chiede con voce roca: <<Shinobu, puoi... puoi spiegarci più precisamente che cosa è successo a Obanai?>>
Lei volta la testa e lo guarda: <<il coltello... è penetrato in un'arteria nel suo braccio. Le arterie>> spiega, probabilmente per me,
<<sono come le vene, ma molto più resistenti: sono i maggiori portatori di sangue del corpo umano, e si collegano anche al cuore attraverso ventricoli e atri. Se unarteria si spezza, il rischio di morire dissanguato è altissimo, soprattutto se il fisico del ferito non è molto sviluppato, come quello di Obanai...>>
La sua voce si spegne.
La luce di un lampione di passaggio fa brillare una lacrima che le scivola sul viso.
<<Cazzo...>> sussurra Sanemi.
Anche sulla mia guancia cola una lacrima.
Sanemi se ne accorge e tenta di consolarmi impacciatamente, ma visti gli scarsi risultatidelle sue parole, sbuffa e mi tira a sé. Non è un abbraccio, ma potrebbe compensarlo nel suo modo.
Quando arriviamo alla Stazione carabinieri, degli uomini ci fanno sedere in una stanza con delle sedie. Il capitano dei carabinieri fa alcune domande ad ognuno di noi, poi ci lasciano riposare un po'.
In tutto questo, si è fatta mezzanotte. Siamo tutti abituati ad addormentarci verso le 21.00 o le 22.00, e dopo tutto ciò che è successo sono davvero sfinito.
Mitsuri continua a singhiozzare finché non si addormenta sulla spalla di Kyojuro. Aoi fa lo stesso in grembo a Shinobu.
Tengen fa il giro delle chiamate e annuncia a noi che siamo ancora sveglio che alcuni prof verranno da noi fra più o meno un'ora, il tempo di raggiungere la Stazione; poi si addormenta anche lui, appoggiandosi a Zenitsu.
Giyu e Sanemi cercano di stare svegli, ma quando Sanemi cede posando il capo sulla sua spalla, anche Giyu si lascia andare.
Restare sveglio è una tortura. Vorrei riflettere su ciò che è accaduto, ma sono troppo stanco, mi manca Obanai, o meglio, ho paura che non lo rivedrò più.
Obanai e io non possiamo venir definiti migliori amici, però anche se non lo conosco da molto tempo posso chiaramente dire che è un ragazzo buono, anche se a primo impatto, il suo carattere può sembrare freddo e distaccato. Non a caso, Obanai è corso in mio aiuto quando sono stato picchiato alla festa di Halloween, è lui che ci ha protetti tutti durante l'aggressione di stasera, a costo di finire in fin di vita per noi.
Mi strofino gli occhi;
Obanai, resisti, ti prego...
Ho gli occhi chiusi e la testa mi ciondola, eppure resto sveglio.
Ad un tratto, sento due mani spingermi di lato, a sdraiarmi; con fatica, apro gli occhi e vedo che è Genya: mi guarda con uno sguardo stanco, ma intenerito... devo proprio fare pena. Mi fa posare la testa sulle sue ginocchia e inizia a massaggiarmi la nuca.
Che bella sensazione... Provo sempre una sensazione del genere quando sono con lui. Non so perché non abbia mai capito perché, o di cosa si trattasse.
Non so neanche perché me ne rendo conto solo ora, in un momento difficile come questo. Mi rendo conto che sono innamorato di Genya...
Ma perché me ne rendo conto solo ora, ora che mi sto per addormentare... chissà se me lo ricorderò al mio risveglio!
~◆~●~◆~
<<AOI! RAGAZZI!! MONITSUUUUU!!!>>
Mi sveglio di soprassalto e apro gli occhi; mi rizzo a sedere, mentre anche gli altri ragazzi si svegliano e si guardano attorno confusi.
<<Ragazzo, calmati, chi stai cercando?>>
Sentiamo dire un uomo da fuori.
Del resto, c'è poco da essere confusi: sappiamo perfettamente a chi appartiene quella voce.
<<STO CERCANDO I MIEI AMICI, SAI, ALCUNI RAGAZZI, C'È AOI, CHE È MOLTO BELLA, E HA DUE CODINI, COSÌ... POI C'È MONITSU, CHE HA LA FACCIA DA SCEMO, LA SAGGIA KOCHO, TENGEN IL DIO DELLE FESTE, MUPOICIRO, CHE È PICCOLO MA HA I CAPELLI LUNGHIS->>
<<Ok, ok, ora calmati, ho capito di chi stai parlando, seguimi>>
<<Inosuke, aspettaci!!>> urla un'altra voce, più femminile, accompagnata da un rumore di passi veloci.
Aoi si alza in piedi e corre verso la porta, da cui entra di corsa Inosuke: appena la vede la afferra e la stringe in un abbraccio, stretta.
<<NON PROVARCI MAI PIÙ! Mi hai spaventato a morte!!>> dice lui affondando il viso nell'incavo della spalla di Aoi. Lei ride, mentre lo stringe a sé, si vede chiaramente il sollievo sul suo viso.
<<Shinobu!!!>> Anche Kanao entra di corsa e si getta addosso alla sua sorella adottiva.
Tanjiro corre verso Zenitsu poi si stacca e abbraccia anche Giyu.
Nezuko invece, si dirige in lacrime verso Mitsuri, ma nell'abbracciarla, trascina a sé anche Sanemi, che si unisce all'abbraccio con fare riluttante.
Poi vedo Inosuke avanzare verso me e Genya; nessuno dei due si aspetta un abbraccio, non subito almeno. Infatti lui prima tira uno schiaffo a ciascuno. E solo dopo ci afferra e ci stringe entrambi a sé, continuando a borbottare che siamo stati degli idioti a cacciarci in una situazione del genere.
Ha il viso rigato di lacrime.
Dopo aver fatto il giro degli abbracci, ci risediamo tutti sulle sedie e noi siamo costretti a spiegare di nuovo tutto ciò che è accaduto.
<<Che stronzi, se c'ero io...>> dice Inosuke minacciosamente dopo il racconto, dando dei pugni all'aria. Tengen ridacchia e gli dà dei colpetti amichevoli sulla testa.
<<I prof sono già passati?>> chiede Kanao, senza staccarsi da Shinobu
<<No, non ancora>> risponde Sanemi
<<Hanno saputo il tutto circa un'ora dopo di voi.>>
<<In ogni caso, non so nemmeno se passeranno>> aggiunge Mitsuri: <<I carabinieri hanno telefonato loro dicendogli che ci avrebbero riportato a scuola loro stessi.>>
<<E... Obanai?>> si attenta a chiedere Tanjiro, rivolto in particolare a Shinobu.
Lei spiega la situazione, dopodiché nella stanza cala il silenzio.
Penso che ognuno di noi stia, almeno in parte, insultando mentalmente l'uomo che l'ha accoltellato.
Non vedo l'ora di ricevere sue notizie... o magari no...?
Mi spingo più vicino a Genya. Lui mi nota e si volta verso di me.
<<Qualcosa non va?>> mi chiede.
Io lo guardo con uno sguardo che ha lo scopo di farlo sentire stupido:
<<Qualcosa non va? Stai scherzando, spero?>>
<<Sì, beh, ok, non ci avevo pensato subito...>> si difende impacciatamente lui.
Questo mi strappa un debole sorriso. E poi mi ricordo il ragionamento che avevo fatto prima di addormentarmi: sono innamorato di Genya.
Serro la bocca e sento le guance andarmi a fuoco. Oh, accidenti, non ci voleva.
Mi volto, cercando di far scivolare i miei capelli davanti al viso per nasconderlo.
<<Stai bene, Mui?>>
<<Mhm...>>
Prima che la nostra conversazione possa continuare, un uomo, un carabiniere, entra nella stanza:
<<Ragazzi, come state?>> chiede lui.
<<Come dovrebbero stare delle persone normali dopo quelli che è successo stanotte, signore>> risponde prontamente e in modo educato Kyojuro.
<<Mi piace come risposta... ad ogni modo, sono qui per darvi notizie del vostro amico.>> tutti sussultano e Mitsuri scatta in piedi.
<<Fortunatamente è sopravvissuto. È in ospedale, sta dormendo normalmente, probabilmente ci vorrà ancora un po' prima che si riprenda e si svegli, ma quando succederà, potrà tornare tranquillamente a scuola.>>
Oh, dei, che sollievo!!
Sospiro e mi appoggio alla sedia, mentre sento Mitsuri, Kyojuro, Inosuke, Tanjiro, Tengen e Sanemi esultare ad alta voce.
<<Viva Obanai...!>> sospira Genya al mio fianco, sorridendo.
<<Ragazzi, scusate...>> Il carabiniere cerca nuovamente di attirare l'attenzione su di sé. Noi ci zittito all'istante e lo ascoltiamo:
<<Tra poco vi riporteremo in collegio; però, vorrei sapere se ai vostri amici va bene tornare a casa dal modo in cui sono venuti, quindi immagino in autobus...?>> guarda incerto Inosuke, Kanao, Tanjiro e Nezuko.
<<Siamo venuti qua in treno, ci abbiamo messo solo 20 minuti: non abbiamo problemi a rifarlo>> lo rassicura Tanjiro, e lui annuisce.
<<Ok, allora preparatevi, io e alcuni miei colleghi vi aspettiamo giù>>
<<Sì, saremo pronti in poco tempo>> dice gentilmente Shinobu.
L'uomo si allontana e noi cominciamo a prendere le nostre cose, le borse, gli zaini, le giacche, con una nuova luce sul viso.
Sì, grande Obanai!
Scendiamo dalle scale dell'edificio e quando siamo giù, salutiamo Tanjiro, Inosuke, Kanao e Zenitsu, che si avviano a piedi verso la stazione. I carabinieri ci dividono di nuovo in alcuni gruppi, questa volta sono con Aoi, Kyojuro e Tengen, giusto perché la tranquillità non mi ama.
Ci mettiamo un'oretta ad arrivare a scuola, la nostra macchina è la prima ad arrivare. Ad aspettarci davanti al cancello ci sono Gyomei, il signor Urokodaki e il preside Ubuyashiki con sua moglie Amane.
Appena scendiamo dall'auto, tutti e quattro corriamo verso Gyomei e Urokodaki e li abbracciamo.
Del resto, è normale avere dei bei rapporti coi bidelli della propria scuola, no?
Il carabiniere che ci ha accompagnati scambia due parole con il preside e poi si allontana verso la macchina, aspettando che arrivino anche i suoi colleghi con glia altri ragazzi, che ci raggiungono pochi minuti dopo.
Il preside Ubuyashiki si assicura che stiamo bene, poi ci ordina di andare subito a letto, augurandoci la buonanotte. Noi ubbidiamo e salutiamo lui e sua moglie, i carabinieri e i due bidelli.
Ci dividiamo nel corridoio e ci salutiamo, andando ognunonella propria camera. Nella nostra stanza, Inosuke e Tanjiro, he sono già arrivati ci dano un abbraccio a tutti di nuovo, perché giustamente non erano abbastanza quelli di prima.
Finalmente, verso le 3.30 di notte, io Genya e Zenitsu ci prepariamo per andare a letto.
Mentre sono in bagno a cambiarmi, però, sento una fitta alla testa. Me la stringo tra le mani e chiudo gli occhi... che male...
Alzo istintivamente lo sguardo e mi trovo davanti il mio riflesso nello specchio; lo osservo un po', finché non mi torna in mente l'immagine di Obanai... Obanai che sputa sangue... il sangue che cola sulla cicatrice che gli segna la bocca, che sgocciola a terra...
Il suo sangue sulle mie mani...
Ma non è questo che mi interessa... Allora cosa...?
Sibilo dal fastidio tra me e me; ma cos'è che non riesco a ricordare, che mi è però rimasto in testa?
Un'altra immagine mi ritorna alla mente... è confusa... più che un'immagine, però, sembra un'illusione, qualcosa come una folgorazione. Mi sembra di viverla in questo momento.
Mi sembra di star camminando in una foresta, in un bosco, in torno a me cadono planando foglie di ginkgo, gialle, dalle forme perfette.
Nonostante il paesaggio sia stupendo, la mia situazione a quanto pare non è altrettanto bella; cammino velocemente, mi sembra di sentire il dolore alle gambe, ai polmoni, a causa del respiro affannoso.
È come se sentissi la mia stessa voce, come in un eco.
Poi sento del caldo sul mio collo: come un soffio. Vorrei girarmi, ma non ci riesco. Credo che sulla mia schiena ci sia qualcosa... qualcuno.
Chino la testa. Quello che vedo mi fa rabbrividire: sono poche, ma le gocce che cadono sotto di me sono chiaramente gocce di sangue.
Mi sento male. Il vero me, intendo. Il mal di testa è lacerante, in più ho la nausea.
Chiudo gli occhi e quando li riapro, con sollievo vedo che sono di nuovo in bagno. Mi appoggio al lavandino, respirando pesantemente: ma cos'era? Una visione??
O forse... qualcosa riguardante al mio passato?
Solo ora mi ricordo che anche prima, mentre Obanai era ancora sdraiato sulla strada e noi eravamo in attesa dei soccorsi, la sua immagine si era sdoppiata: mi ricordo anche che la seconda figura che vedevo era un ragazzino, ma non mi ricordo nessuna sua caratteristica fisica...
Quindi nella mia vita passata... c'era qualcun altro con me... qualcuno della mia età. Ma chi? Era un amico, un parente?
Forse avevo un fratello?
E che fine avrà fatto??
Non riesco a finire i miei ragionamenti, che sento qualcuno bussare alla porta:
<<Muichiro, che succede?!>> sento la voce di Genya chiedere, marchiata di preoccupazione.
Solo ora mi rendo conto che stavo continuando a respirare rumorosamente, senza contare che gli altri avrebbero potuto sentirmi.
Mi ricompongo il più velocemente possibile, prima che Genya apra la porta.
È pallido, ma appena vede che sono illeso tira un sospiro di sollievo.
<<Cos'è successo?>> mi chiede comunque.
<<N-niente... un giramento di testa...>>
<<Beh, comprensibile, dopo tutto quello che è successo stanotte...>>
Ci guardiamo e solo ora io mi rendo conto di essere senza maglia.
Oh cazzo, che imbarazzo...
Arrossisco violentemente e mi volto per prendere la maglia del pigiama, me la infilo in fretta sotto i suoi occhi e dopo aver preso i miei vestiti esco passandogli a fianco.
Mi attento a lasciargli uno sguardo sperando vivamente che lui non lo ricambi. E vedo che anche lui ha le guance arrossate.
Dopo qualche passo mi blocco.
Ma perché era rosso!?
Ecco, non chiedetemi perché giro sui tacchi e mi dirigo di nuovo verso di lui: non saprei rispondervi...
Quando me lo ritrovo davanti, lui stava per venirmi dietro.
Entrambi ci fermiamo e ci fissiamo, con un'espressione di imbarazzo puro.
Allora io gli afferro le spalle lasciando cadere i vestiti che tenevo in mano, mi sollevo sulle punte dei piedi e lo bacio sulla guancia.
MA CHE COSA DIAVOLO HO APPENA FATTO!?!?!
Mi affretto a staccarmi e, senza guardarlo, mi chino a raccogliere i vestiti caduti, poi corro via.
Mi getto nel letto e mi tiro su le coperte fino a coprirmi la testa, sperando che nessuno faccia domande. Ovviamente Tanjiro lo fa, ma io gli rispondo di tacere.
Oh, kami, buddha, dei, vi prego, fate che mi disintegri in questo preciso istante!
Sento la voce di Genya;
dice: <<Devo andare a parlare con Mitsuri... torno subito!>>
Non riesco a sentire il tono della sua voce, ma era quello che mi stavo dicendo io mentalmente: devo andare a parlare con Mitsuri-l'esperta-in-amore.
🪻spazio autrice🪻
Se siete arrivati alla fine di questo capitolo vi meritate un premio!
Però anche io mi merito qualche stellina, dai... :')
Grazie per la lettura, spero che tutto quello che ho scritto vi sia piaciuto!
Vi prometto che non ci saranno MAI PIÙ parti noiose, e le promesse vanno mantenute!!!
Parole, contando anche l'annuncio iniziale e lo spazio autrice: 6236
Ci vediamo al prossimo capitolo, ciaone! ❤
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