Problemi di coppia
⚠️No Pov⚠️
<<Dove sei stato?!>> urlò un ragazzino, uscendo sbattendo la porta di una casetta in mezzo a un bosco di alberi di ginkgo.
Corse verso un'altro bambino, che gli somigliava parecchio, stessi capelli che gli arrivavano fino alla vita e che sfumavano di azzurro-menta e stessi occhi.
Beh, stesso colore di occhi, perché quelli del più grande esprimevano solo rabbia e rancore, mentre quelli dell'altro tristezza, sì, ma anche gentilezza.
<<Un bambino si era perso... Andiamo, Yui! Stava piangendo, aveva poco più di quattro anni, non potevo lasciarlo così!>> si difese il più giovane.
<<Ma non era affar tuo!>> Yuichiro lo prese per le spalle e lo scosse. <<Sei entrato nel villaggio?>>
<<No... come avrei potuto, dopo tutte le prediche che mi fai la sera sullo starci lontano!>>
<<Beh, vedo che non sono servite a molto!>>
<<Ohh, era un bambino, accidenti! Non dirmi che tu non avresti fatto lo stesso!>>
<<Muichiro, essere compassionevole non porta sempre dei benefici! Dall'aiutare gli altri spesso non viene fuori nulla di buono, non come pensi tu!>>
<<Non è vero, sei tu quello che sbagli!>> si lamentò Muichiro, mentre le lacrime di frustrazione si creavano nei suoi occhi.
<<Fare qualcosa per il prossimo... alla fine torna a proprio vantaggio! Lo diceva papà! Non te lo sarai scordato, vero, fratello?>>
<<Stai zitto!>> esclamò Yuichiro, prendendo il gemello per un braccio e trascinandolo verso casa.
<<Dovresti arrivarci da solo... Le parole che hai appena detto sono quelle di chi ha dato la vita per salvare qualcuno! Non sono l'esempio migliore! Anche perché mamma sarebbe guarita con dei semplici medicinali, ma papà è uscito comunque durante la tempesta e così si è ammalato pure lui!>>
Muichiro stavolta non obbiettò. Si lasciò trascinare in casa senza proteste, dove suo fratello lo lasciò andare.
<<Se vuoi renderti utile, accendi il fuoco>> gli ordinò in modo pungente il fratello.
<<Yuichiro...>> provò a dire il più piccolo, ma lui non dava segni di voler ascoltare.
Muichiro accese il fuoco e si pulì le mani sporche di cenere nella maglietta logora.
Si avviò timidamente verso suo fratello, ma poi si bloccò. Yuichiro stava tagliando un daikon utilizzando un nakiri mal ridotto. I suoi movimenti mostravano fastidio, erano secchi, veloci.
Muichiro abbracciò suo fratello da dietro, cingendo le mani sul suo petto e posando la fronte sulla sua nuca.
<<Ma che...?!>> il ragazzino si mosse, come a voler scansare il gemello, ma poi si fermò. Posò il nakiri e lasciò scivolare le braccia lungo il corpo.
<<Niente di tutto ciò che dici ha senso, Yuichiro... perché se c'è una cosa che farei molto volentieri è dare la vita per salvare la tua>> sussurrò Muichiro.
⚠️Muichiro Pov- presente⚠️
Mi sveglio con le lacrime agli occhi. Cos'era...? Un ricordo?
Volto la testa, non sono in camera della signora Shinazugawa, ma in salotto, sul divano. Mi accorgo che Genya mi sta cingendo il corpo con le braccia, abbracciandomi completamente. La sensazione è bellissima...
Dopo questo pensiero, purtroppo però mi ricordo che Sanemi c'è l'ha con me perché mi sono fatto dire da Takeshi tutto sul mio schifo di vita. E penso che anche Genya non sia proprio felice di quello che ho fatto.
Mi alzo, cercando di non svegliarlo, sposto delicatamente le sue braccia dal mio corpo, avrei voluto rimanere ancora lì, sentirmi coccolato, ma provo una sensazione troppo spiacevole, non mi piace...
Sono le 5.00. Svegliarsi alle 5.00 durante le vacanze di natale non è assolutamente normale.
Mi avvio in camera nostra, cercando di non disturbare nessuno, prendo dei vestiti e li indosso. Quando torno al piano di sotto, però, decido di uscire. Semplicemente sedermi lì davanti a casa, ma devo uscire di qui.
Appena chiudo la porta alle mie spalle tiro un profondo sospiro, inalo l'aria fredda di dicembre, non saprei dare una motivazione del perché ho sentito il desiderio di uscire quando qui fuori con questo freddo.
Mi siedo sul vialetto della casa e poso i gomiti sulle ginocchia, tenendo il viso tra le mani.
Osservo semplicemente il vento far muovere le fronde degli alberi e ascolto il medesimo rumore.
Chiudo gli occhi, le immagini di mio fratello mi ritornano in mente... non avevamo un rapporto bellissimo; pensavo mi odiasse, e forse avevo ragione.
Riapro gli occhi, disturbato improvvisamente da un brutto pensiero: ma Yuichiro... sapeva che io lo amavo? Prima che se ne andasse... ha mai saputo che io gli volevo bene?
Ho lasciato andare mio fratello senza fargli sapere che avrei dato la vita per lui? Beh, ma quella volta... gli avevo detto proprio così... gli avevo detto che avrei dato la vita per lui. Quindi lo sapeva?
Lo sapeva?
Lo sapeva?
...?
<<Muichiro!>> sento una voce chiamarmi. Senza che me ne fossi accorto, mi sto tenendo la testa tra le mani, forte, come se mi dovesse esplodere da un momento all'altro.
<<Che hai? Cosa ci fai qui? A quest'ora?! Fila immediatamente dentro, finirai per ammalarti!!>> qualcuno mi afferra il braccio e mi costringe ad alzarmi. So che è Sanemi, anche senza voltarmi.
Lui mi trascina dentro casa e chiude la porta alle mie spalle, per poi chinarsi per guardarmi negli occhi.
<<Hai finito di fare il depres->> Subito si blocca, non appena nota il mio sguardo triste. Sbatte le palpebre e si rizza di nuovo in piedi, guardando da un'altra parte, senza però mollarmi.
<<Senti...>> borbotta, in un tono a malapena udibile.
<<So che sei consapevole del fatto di aver commesso una cazzata... e so che questo rende la cosa ancora più dolorosa. Credimi, lo so. Parli con uno che vive delle sue cazzate>> torna a guardarmi negli occhi.
<<Però è inutile piangerci sopra. Ok?>>
<<No, non è...>>
Prendo un respiro e dico: <<Sanemi... il problema è che ho fatto arrabbiare te e Genya. Tu, che ti sei preso l'incarico di parlare col preside per convincerlo di farmi stare a casa vostra durante questo periodo, e Genya, che il mio ragazzo...>> sospiro e abbasso la testa.
<<Sapere che ho fatto stare male voi... mi fa sentire uno schifo...>> concludo con un enorme sforzo.
<<Noi... non siamo arrabbiati>> mente lui.
<<Lo so che è una bugia, avete tutte le ragioni per esserlo>> obbietto io.
Sanemi sbuffa. Com'è che si dice, chi tace acconsente.
Sento qualcuno che mi tocca da dietro.
Genya?!
Lui mi abbraccia, senza darmi il tempo di riflettere sul perché abbia appena fatto una mossa così gentile.
<<Non devi sentirti in colpa Mui>> mi sussurra.
Non so perché... eppure sento che mi sto cominciando ad innervosire.
Tutti questi tentativi di consolarmi non solo cadono nel vuoto, ma mi feriscono anche, perché so che sono tutte menzogne... la verità è semplicemente che è colpa mia e Genya e Sanemi sono arrabbiati con me. Anche sentendo le sue braccia che stringono il mio corpo al suo, percepisco come un velo di freddezza, che non è da Genya.
Mi stacco da Genya, più bruscamente di quanto volessi, spero che lui non se ne sia accorto, e invece mi guarda confuso.
<<Che c'è?>> mi chiede.
Di nuovo. Sento il suo tono più duro.
Ho fatto una cazzata, perché l'ho fatto, sarebbe stato meglio per tutti, uffa, mi odio, io...
"personalmente, avrei preferito che tu morissi, Tokito."
Smetto di pensare tutto in un colpo.
Forse... forse sarebbe davvero stato meglio.
Ora che Genya e Sanemi, due dei miei migliori amici, uno dei quali il mio fidanzato, ora che mi sento come se mi odiassero, mi sento davvero come se la mia vita non abbia un senso.
Ho perso mia madre, mio padre, mio fratello, ho deluso tutti decidendo volontariamente di distruggere la felicità e la semplicità con ciò stavo tranquillamente vivendo.
Takeshi aveva solamente ragione.
<<Muichiro?>> ripete Genya prendendomi un braccio, è chiaramente irritato, forse annoiato.
Non so perché, ma la tristezza si trasforma tutta in rabbia.
<<Lasciami>> sibilo staccandomi da lui.
Stavolta, però, nemmeno lui cerca di nascondere le sue emozioni.
<<E allora dimmi cos'hai, accidenti. Parlami, non sono forse il tuo ragazzo??>> prima che io possa obbiettare di nuovo, però, lui sbuffa e continua:
<<Oh, scusa... sai, mi ero scordato che a te non interessa, come hai dimostrato ieri. In teoria dovremmo fidarci l'uno dell'altro, e magari dirci anche la verità>> mi guarda fisso.
<<O no?>>
Avevo ragione... mi odia... lo sto per perdere, ma perché... perché l'ho fatto...
<<Genya...>> bisbiglia Sanemi da dietro di me, sembra quasi che lo stia rimproverando.
Ho voglia di urlare, di piangere, di buttare fuori tutto quello che mi tengo chiuso dentro, ma mi costringo ad abbassare la testa, cercando di soffocare le emozioni violente che sto provando ora.
<<Stai per piangere di nuovo??>>
Questo... questo non è Genya... non quello che conosco.
<<Perché...>> provò a dire, vorrei che il mio tono risultasse freddo come il suo, ma non funziona. Anzi, al suo posto, la mia voce suona tremolante e subito i singhiozzi mi salgono alla gola, senza che riesca a soffocarli.
<<Perché sei così duro con me...? Lo so... so che sono stato un idiota... Ma mi dispiace davvero>> provo a difendermi debolmente. Chiudo gli occhi per non far scendere le lacrime.
Genya non risponde e Sanemi se ne sta zitto dietro di noi.
Poi il mio ragazzo sbuffa e mi attira a sé: <<Potevi pensarci anche meglio, comunque>> borbotta.
Ma non mi ha perdonato, nulla è cambiato, vuole solo che smetta di piangere.
Stringo i denti cercando non sentire il dolore, mi stacco di nuovo da lui.
<<Ho capito, se devi fingere così allora dacci un taglio e basta>> dico io, stavolta in un modo deciso che penso abbia confuso ed irritato Genya ancor di più, il quale allora mi afferra il polso e mi costringe a seguirlo.
<<Lasciami!>> esclamo io, ma lui in risposta mi stringe più forte e sale le scale, verso camera nostra.
Non dico più nulla, non cerco neanche di liberarmi, però mi secca seguirlo, una sensazione orribile.
Appena entriamo in camera, Genya mi prende il viso tra le mani e mi bacia, così a caso. Provo a staccarmi ma lui non me lo permette.
<<Mh... Smettila!>> protesto io in un sibilio allontanandomi, cercando di non svegliare la signora Shinazugawa.
Lui mi guarda come se non mi prendesse sul serio, nel buio della stanza distinguo a malapena l'iride del suo occhio.
Non ci capisco niente... sono disperato per averlo fatto soffrire, ma anche io ce l'ho con lui ora, eppure in questo momento vorrei baciarlo di nuovo...
Lo abbraccio semplicemente, stringendo la sua maglia nelle mie mani.
<<Ti prego, facciamola finita... dimmi cosa vuoi>> gli sussurro.
<<Voglio che ti rendi conto di cosa cazzo che hai fatto e che ti prendi le responsabilità delle tue azioni di merda>> dice lui, in modo serio, ma stavolta non freddo.
Io ridacchio: <<Ma davvero... io ho già capito che quello che ho fatto è terribile... è capirei se tu non volessi perdonarmi.>> aspetto la sua risposta con ansia.
<<Mui...>> Genya mi fa sedere sul futon e mi carezza i capelli.
<<Se c'è una cosa che voglio fare ora è perdonarti. Il fatto è che, beh, faccio un po' fatica, dopo quello che hai fatto. Ammetto di rendermi conto che c'è l'ho con te, però se ti sei reso conto che quello che hai fatto è grave, allora va tutto bene>>
Piega le gambe e si appoggia sui talloni davanti a me. Mi guarda con uno sguardo dolce, cosa che mi fa stare di nuovo bene.
Ci abbracciamo, finalmente è finita, grazie al cielo... non c'erano mai stati problemi fra di noi e sono sicuro che questo è solo il primo di una lunga serie, ma appunto era il primo, quindi è stato difficile affrontarlo.
Ci sdraiamo sul letto e ci stringiamo l'un l'altro, è bellissimo; lui si addormenta di nuovo quasi subito, io appoggio il viso sul suo petto e riprendo sonno al ritmo del suo respiro tranquillo.
Sorrido: sono sicuro che tutto tra di noi continuerà per il meglio...
🎶spazio autrice🎶
Ok, fatto, ho postato questo capitolo orrendo, grazie per la compassione con cui l'avete letto.
Vi voglio fare un piccolo spoiler, il prossimo capitolo sarà l'inizio di una specie di serie di tre parti, capirete dal titolo della prossima che nella storia succederà qualcosa di brutto😏😏...
ma non dico altro!
Vi saluto, ci vediamo quando vorrete, se vi è piaciuta un minimo la parte mettete una stellina, se ha fatto pena abbiate compassione di me e fatelo lo stesso...
Ciao<3
Da me
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