Perché andata a finire così?

Il mio nome è Muichiro Tokito. Ho 14 anni ma ho già dovuto affrontare la morte di mia madre e di mio padre. In più da pochi giorni il mio fratello gemello Yuichiro è in ospedale:

Vivevamo da soli in una casa al limitare del bosco, perché i nostri genitori non erano in buoni rapporti con la gente della nostra città e io e mio fratello non volevamo avere a che fare con loro, specialmente dopo la loro morte. Era stato difficile ma ci siamo riusciti ad adattare e la vita lì era felice.

Qualche giorno fa sono andato a raccogliere la legna nel mezzo del bosco e mentre tornavo verso casa ho cominciato a udire delle urla.

Ho riconosciuto subito la voce di mio fratello e ho lasciato cadere la legna per correre più velocemente.

Quando sono arrivato Yuichiro non stava più gridando: sono arrivato troppo tardi?, mi sono chiesto. Mio fratello è davvero...?

La porta era completamente spaccata e i vetri delle finestre più vicini erano crepati. Entrai tremante ma senza esitazioni e quello che vidi fu l'interno della nostra piccola casa completamente devastato. Individuai macchie di sangue sul pavimento e poi lo vidi.

<<Yuichiro!>> urlai cercando di sollevare mio fratello: aveva gli occhi chiusi ma respirava affannosamente; la maglia che indossava era strappata sul petto e profondi tagli gli laceravano il corpo in quel punto. Anche sul viso e sugli arti aveva dei tagli che anche se meno profondi sanguinavano moltissimo.

Mi venne da vomitare ma mi trattenni. Cercai di sollevare Yiuichiro di peso e riuscii a mettermelo sulle spalle.

Uscii di casa cercando di non inciampare a causa del mio tremore e mi avviai verso il villaggio il più velocemente possibile.

Sapevo che in giro c'era ancora che aveva ridotto il mio gemello in fin di vita, un lupo, forse, un orso, non lo so. in ogni caso dovevo prestare attenzione. Beh, sinceramente, l'unico a qui stavo davvero prestando attenzione in quel momento era Yuichiro.

Continuavo a parlargli: <<nii san... non morire... ci sono io qui... riuscirò a salvarti ... mi senti, nii san?>>

Le lacrime mi rigavano le guance e mi affuscavano la vista. Sapevo che era ancora sveglio: non era ancora nemmeno svenuto, sentiva ancora tutto il dolore provocato da quel terribili ferite... onii chan, resisti, ti supplico.

Lo sentivo gemere e sentivo il suo respiro spezzato sul mio collo. Continuai a parlargli, non volevo che perdessi i sensi, sarebbe potuta essere l'ultima volta...

Finalmente comincio a vedere le case del villaggio: cerca di muovermi più velocemente, poi iniziai a gridare aiuto. Dei ragazzi che dimostravano pochi anni in più di me uscirono da un vicolo di corsa e quando mi videro si divisero senza indugiare: una ragazzina e due maschi corsero verso di me, mentre gli altri si misero a correre nella direzione opposta.

Uno di quei ragazzi mi tolse Yuichiro dalla schiena per caricarselo sulla sua, mentre la ragazza cercò di pulire in parte il sangue sul suo viso con un fazzoletto di stoffa. L'ultimo prese il mio braccio e se lo passò sulle spalle per sorreggermi:

Non ero ferito, il sangue che aveva addosso era di mio fratello, ma faticavo molto a camminare: tremavo e piangevo sommessamente.

Quando siamo entrati nel vicolo da cui erano usciti quei ragazzi, il resto del gruppo ci corse incontro accompagnato da degli adulti. Yuichiro fu nuovamente spostato sulla schiena di un altro uomo, Mentre una giovane, senza che quasi me ne accorgessi, mi pulì il viso dalle lacrime, anche se ne scesero quasi subito di nuove.

L'uomo che sorreggeva Yuichiro non andò lontano: terminato il vicolo si apriva una grande piazza e lui posò il mio gemello su una panchina. Io mi accasciò di fianco a lui e gli scostai i capelli dagli occhi, per poi prendergli il viso tra le mani.

<<nii san...>> gemetti piano, e lui aprì gli occhi: anche in quelli era colato un po' di sangue. <<Muichi...ro->> la voce di mio fratello si spezzò e lui cominciò a tossire a sputare sangue. Una donna gli voltò alla testa di lato, per evitare che si soffocasse e il suo sangue cade a terra, formando una pozza.

I suoi colpi di tosse coprivano il rumore della sirena di un'ambulanza che aumentò velocemente, fino a fermarsi vicino a noi.

La gente si spostò per far passare cinque medici che arrivarono di corsa. il ragazzo che aveva trasportato Yuichiro fino all'interno del vicolo mi allontano delicatamente da mio fratello. Io non volevo ma dovetti lasciare spazio ai medici, che lo circondarono.

Il ragazzo mi abbracciò: sentii il suo tentativo di confortarmi cadere nel vuoto, ma nonostante ciò mi lasciai stringere.

Dopo poco i medici caricarono yuichiro su una barella: aveva smesso di tossire e la sua bocca era coperta da una mascherina.

Quando yuichiro vi fu dentro, l'ambulanza di parti di corsa. D'un tratto il ragazzo mi prese per un polso e cercò di trascinarmi lontano dalla folla. <<Fermo!>> mi staccai da lui. <<che cosa vuoi?!>> so che non è stato molto carino, dopotutto aveva appena contribuito a salvare la vita di mio fratello, ma in quel momento ero davvero scosso.

Un'automobile bianca suonò il clacson due volte. Lui la indicò: << in quell'auto c'è mia sorella: se vuoi ti possiamo accompagnare all'ospedale dove stanno portando quel ragazzo>> spiegò il ragazzo velocemente, inciampando nelle parole.

Io trattenni il fiato: capendo dalla mia reazione che per me andava più che bene, riprese la mia mano e insieme corsimo sino alla macchina di sua sorella.

Saliamo entrambi sui sedili posteriori; <<nee-san...>> <<non c'è bisogno di spiegare, Shuya chan!>> la ragazza aveva una voce profonda e un bel sorriso. Nonostante ciò, non sembrava assolutamente sottovalutare la grave situazione in cui mi trovavo:

Schiacciò il pedale dell'auto e questa partì a una velocità incredibile. Mi aggrappai alla cintura per non ribaltarmi addosso al ragazzo.

Intanto tremavo ancora, anche se in parte la figura di quella giovane donna mi aveva distratto: aveva lunghi capelli neri con la frangia che le cadeva sugli occhi, che erano di un colorito violaceo. Indossava una maglia a collo alto aderente, nera con una scollatura sul petto e dei pantaloncini di jeans grigi molto corti. Le gambe erano coperte da delle calze retate con dei disegni che sembravano fiori e gli anfibi bianchi e neri che portava avevano una suola così alta che mi chiese come facesse a camminare.

Dopo averlo osservato un po', Però, l'immagine delle profonde ferite di mio fratello mi tornò in mente, non so perché. Quello che so invece è che provai il bisogno impellente di vomitare, ma cercare di trattenermi.

Un uomo all'interno di una piccola automobile nera suonò il clacson quando la ragazza rischiò di travolgere la sua macchinina andando a una velocità sopra il limite. Per tutta risposta lei sì sporse dal finestrino aperto e urlò: <<BAKAAAA!!!>>

<< scusa, so che non è il momento migliore, ma io sono Shuya e lei è mia sorella, Kazari... ehm, perdona il suo comportamento, lei così... e tu?>> <<io...>> avrei preferito rimandare le presentazioni dopo, perché vo davvero di vomitare. <<mi chiamo muichiro>>

Davanti a noi ricominciamo a udire la sirena dell'ambulanza e le lacrime scivolarono ancora più abbondanti sulle mie guance. ragazzo mi mise una mano sulla spalla, ma non servì a confortarmi.

Finalmente l'ambulanza si fermò davanti a un grande ospedale: i medici aprirono velocemente l'ambulanza e tirarono giù la barella con sopra yuichiro.

Intanto anche la macchina di Kumitsu si fermò, e Shuya apri la portiera senza aspettare che lei la spegnesse. Io feci lo stesso ed entrambi saltammo giù e ci misimo a correre per non perdere di vista i medici e il mio fratello.

All'entrata una donna ci chiese se poteva aiutarci e Shuya le spiegò velocemente la situazione mentre io non mi fermai. Continuai a inseguire i medici finché la barella fu spinta in una stanza; io non entrai ma mi fermai davanti alla porta. Mio fratello stava morendo io non potevo fare altro che pregare. Ero inutile...

Inutile.

Mi sedetti lì a terra e nascosi il viso tra le braccia, ricominciando a singhiozzare. Sentii la presenza di altre persone entrare in quella stanza e in quei pochi secondi in cui la porta era aperta udivo le frasi confuse dei chirurghi, dal tono angosciato.

Mi tornarono in mente molti dei ricordi più belli con Yiuichiro: i giorni passati a giocare fuori cercando di scordare la morte dei nostri genitori; i giorni passati davanti al fuoco scaldando acqua per il tè, mentre aspettavamo che la neve fuori smettesse di cadere. Quella volta che mi chiuse fuori casa per buona parte della giornata, perché l'avevo fatto arrabbiare. Quando ha rischiato di incendiare la cucina dando fuoco al pavimento di legno.

Senza smettere di piangere, sorriso debolmente a quei ricordi. Yuichiro non era una persona molto gentile e sin da quando era piccolo non gli è mai importato molto dei sentimenti degli altri; io non ero come lui e cercavo sempre di rimediare ai suoi errori causati dalla sua indifferenza.

Dopo la morte dei nostri genitori cominciò a preoccuparsi molto di più per me, anche se avevamo letteralmente un minuto di differenza, e divenne più positivo e meno schietto. Nonostante anche prima lo considerassi il mio migliore amico, ora era più piacevole passare del tempo con lui.

È da due giorni che sono qui, aspettando di sapere se tornerò a sentire la voce di mio fratello, se rivedrò il suo sorriso e se mi avrebbe di nuovo stretto la mano. Il mondo sembra cadere man mano che il tempo passa.

✨️spazio autrice✨️

Ciao ragazzuoli♥︎

Questa è la mia prima fanfiction, anzi, proprio la mia prima storia, quindi niente, spero vi piaccia!

Se per caso mi volete mettere una stellina siete ovviamente i benvenuti ma fate poi voi

Come ho scritto nella descrizione, ✨️GENMUI✨️ viene dopo.

Se c'è qualche cosa che mi volete dire, bella o brutta che sia lasciate pure un commentino

grazie anche solo per essere qui,
vi amo♡

Ci vediamoooo (forse)

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