Liberi
I nostri sguardi si incrociano. E noi smettiamo di fingere...
<<Scusa...>> dice Genya, abbassando la testa.
<<Scusa anche io...>> rispondo io.
Una parola così semplice, che però mi riempie subito di una gioia così grande...
Genya alza di nuovo lo sguardo: <<Perché ti scusi? Non hai motivi per farlo!>> obbietta lui, confuso.
<<Continuavo ad assillarti, l-lo so che sono pesante...>> abbasso la testa a mia volta, sentendo le lacrime che iniziano a scendere.
Poi sento un tocco sul viso, che mi spinge a guardare Genya negli occhi. Mi posa una mano sulla sulla guancia e me la asciuga usando il pollice, guardandomi con uno sguardo dolce, ma più che altro dispiaciuto.
<<N-Non ti ho mai voluto lasciare... ma lo facevo veramente per te... Ero sicuro che avresti sofferto di più se non l'avessi fatto...>>
<<N-No...>> un singhiozzo mi sale dalla gola e mi interrompe, Genya mi abbraccia.
...
... Mi abbraccia... dopo un mese in cui ho avuto notizie da lui solo attraverso messaggi ostili...
Lo stringo quasi ad aver paura che possa lasciarmi di nuovo, forte, mi aggrappo a lui e mi concedo di piangere in silenzio. Credo che lo stia facendo anche lui.
Ci dondoliamo un po' sul posto come ci piace fare, io appoggio la guancia sul petto di Genya e chiudo gli occhi, finché non ci molliamo di nuovo, ma senza staccare le mani dal corpo dell'altro.
<<Mui... m-mi puoi perdonare per quello che ho fatto? Avevi ragione...>>
Io esito.
<<Sai...>> rispondo invece pochi secondi dopo:
<<C'è stato un giorno in cui mio fratello era in ospedale. E un dolore del genere non si dimentica facilmente...>>
Le immagini di mio fratello mi ritornano a bussare in mente, ma io le scaccio.
<<Quindi posso capire il dolore che provi, ma non quanto si accumuli dentro di te... perché tutto ciò sta durando giorni e giorni, mentre nel mio caso ne è dirato solo uno>> ora posso comprendere le sue reazioni.
<<Sì, ma io potevo evitare certi atteggiamenti idioti>> obbietta lui, prima... prima di afferrami il mento e di baciarmi.
La sensazione di amore esplode e si fa largo dentro di me, e quanto mi è mancata...
Gli passo le mani tra i capelli e le intraccio sulla sua nuca, spingendolo contro di me e aumentando l'intensità del bacio, lui mi avvolge un braccio intorno al bacino, sulla schiena, i nostri corpi si attaccano completamente, con l'altra mano mi carezza delicatamente il collo.
<<M-Mi sei... mancato...>> gli sussurro tra un bacio e l'altro.
<<Anche tu, Mui... tanto>>
Le nostre labbra si staccano, ma continuano a sfiorarsi. Ci guardiamo, i nostri sguardi sono pieni di amore ora.
<<E se tu restassi qui stanotte?>> Mi chiede sorridendo.
Non capisco se stia scherzando o no. Inclino la testa d'un lato.
<<Per me va bene>> bisbiglio, il suono della mia voce è ovattato dalla vicinanza della sua bocca.
<<Davvero?>>
Io annuisco.
Lui mi sorride.
<<Sei venuto qui da solo?>>
<<No, c'è Kanae con te... ha fatto la spesa per voi.>>
<<Che gentile...>>
<<Dovresti scendere a ringraziarla>>
<<No, probabilmente mi odia, non ho il coraggio di vederla in faccia... non ho il coraggio di vedere nessuno di voi in faccia...>>
Tenta di allontanarsi un po, ma io non glielo permetto. Lo guardo nei suoi occhi, i quali si stanno inumidendo di nuovo.
<<No, Genya...>>
Ripenso a Mitsuri, che ogni giorno mi chiedeva se avevo notizie di lui.
Ripenso a Gyomei, che si è molto affezionato a Genya, che mi ha chiesto il suo numero per provare a chiamarlo.
A Giyu, Tengen, Obanai e a Kyojuro che semplicemente sentivo parlottare tra loro a proposito di lui e di Sanemi.
A Shinobu che mi ha confessato che uno dei motivi per cui la notte faceva fatica a dormire era Genya, perché aveva paura di essere lei il problema, perché Sanemi aveva salvato lei al posto suo.
Ad Aoi, che mi è stata molto vicina, che è sempre stata come una sorella maggiore per me, ma che ora necessitava visibilmente conforto, sentendo la mancanza di uno dei suoi amici più grandi.
Penso a come Inosuke, Zenitsu e Tanjiro siano diventati più mogi senza di lui in camera.
E sorrido debolmente.
<<No, Genya... Tutti sono preoccupati per te. Manchi a tutti.>>
Genya mi guarda come se non mi credesse. C'è una pausa, poi lui sussurra:
<<Ok. Kanae la ringrazierò... ma non ora>> Genya mi bacia di nuovo, una volta, due volte e di più, poi mi spinge ad arretrare, per poi farmi sedere sul suo letto, chinandosi su di me senza staccare la sua bocca dalla mia.
Ho capito dove vuole arrivare e sinceramente mi sta anche bene.
Genya muove le mani dalle mie guance al mio collo, dal mio collo al mio ventre, poi sposta la destra sulla mia coscia per spostarmi in una posizione più comoda.
Non era così che mi aspettavo di ricongiungermi con lui, ma va bene, va più che bene... Nonostante mi diverta il fatto che si noti che sia molto impacciato, questo è un modo per chiedermi scusa; non posso non approfittarne per prenderlo in giro:
<<Sei un cretino>> ansimo io, quando finalmente ci stacchiamo.
<<Hey, perché ne esci sempre così?>> si lamenta lui; <<Sto cercando di rimediare!>>
Io lo guardo inarcando le sopracciglia.
<<In questo modo?>> chiedo con un sorriso.
<<Dai scherzavo>> si corregge velocemente lui.
E io mi sono già stancato di parlare.
Riafferro colletto della sua maglia e lo tiro a me per iniziare un altro bacio.
E quando io inizio quest'altro bacio, lui inizia a sdraiarsi su di me e a spostare le sue labbra sul mio collo.
<<D-Dovrei dire a Kanae che resto qui...>>
<<Shhh, dai... non è stupida, intuirà...>>
<<M-Ma non è normale che dopo averti urlato addosso io passi la notte qui, non è così scontato, sai, anche perchè avevi detto che tra me e te era fini->>
Genya mi tappa la bocca con una mano e alza la testa. Ormai siamo sdraiati sul suo letto, lui è in arco sopra di me. Lo guardo negli occhi, nonostante si veda che non è in forma, per me ora, in questo preciso istante, è più bello che mai. Ha come uno sguardo di rimprovero come se desiderasse che smettessi di parlare, ma quando i nostri sguardi si incrociano lui non riesce a trattenere un sorriso.
Mi scosta la frangia dalla fronte e me la bacia, come faceva sempre, poi inizia a massaggiarmi la nuca utilizzando i polpastrelli dell'indice e del medio; a questo gesto mi lascio sfuggire un sospiro, lui sorride, ora siamo entrambi piu rilassati.
Ma non per molto.
~●~◆~●~
⚠️Genya Shinazugawa Pov️⚠️
Apro gli occhi, ma subito dopo li richiudo:
<<Ma che caz->>
Mi copro gli occhi con la mano, quello che mi ha svegliato dal mio ormai comune torpore simile al sonno è una luce, ma non quella del telefono, quella che in questo periodo sono solito a vedere.
No, è una luce diversa, molto diversa, più intensa e più forte...
<<GENYA SVEGLIATI!!!>>
Io riapro gli occhi di scatto e mi rizzo a sedere, con tale foga che vado a sbattere la testa contro... qualcuno?
<<Muichiro!!>>
Che ci crediate o no me ne ero completamente dimenticato. Il mio piccolo ragazzo, già rivestito e pettinato, mi guarda accigliato, con uno sguardo di falsa offesa.
<<Ahio...>> si lamenta massaggiandosi la fronte, il punto in cui ci siamo scontrati, facendo il labbrino.
<<Scusa...!>> tento di trattenermi, ma questa vista fa troppa tenerezza e io scoppio a ridere.
<<Non ridere! Mi hai fatto male!>> piagnucola lui, tentando di attaccarmi a suon di piccoli pugni, ma io continuo a ridere, per poi prendergli il viso e stampargli un bacio sulla guancia.
<<Mh! Genya! Uffa, non mi prendi mai sul serio!!>>
<<Perchè, è possibile farlo con uno come te?>> continuo a prenderlo in giro.
<<Vai a quel paese!>>
Io mi volto, sempre col sorriso sulle labbra, per notare che la luce che mi ha svegliato proviene dalla finestra aperta; la luce del sole mi è mancata così tanto...
<<...Anzi, no, non andare a quel paese, invece alzati!>>
<<Cosa intendi?>>
<<Sei scemo?>> Muichiro mi afferra per il braccio e mi tira giù dal letto.
<<Intendo dire... alzati e risplendi, deficente!>>
E poi entrambi ci accorgiamo che ho indosso solo la biancheria intima e Muichiro arrossisce violentemente.
<<Cos'è che devo fare?>> gli chiedo io, con un sorrisetto per prenderlo in giro.
<<"Risplendere", dici?>>
<<Zitto, zitto e rivestiti, mannaggia a te!!>>
Muichiro guarda altrove, rosso come non mai, stringendo gli occhi e i pugni.
Io ridacchio di nuovo, prendo dei vestiti dai cassetti della mia camera e mi rivesto.
<<Ci sono, birichino~>>
<<N-Non chiamarmi così!!>> strilla Muichiro indignato, spingendomi fuori dalla mia stanza.
Quando arriviamo al piano di sotto, noto un biglietto sul tavolo della cucina.
<<È da parte di tua madre e di Kanae>> spiega Muichiro, notando il mio sguardo che si è posato sul post-it.
<<Kanae aveva scritto qualcosa per me, del tipo "spero che tu e Genya abbiate chiarito, io devo andare tu organizzati per tornare a casa". Invece tua mamma ti augura una buona giornata e di stare meglio...>>
I miei occhi però si concentrano subito sull'ultima frase scritta da mia mamma:
𝑩𝒂𝒄𝒊, 𝒕𝒊 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒃𝒆𝒏𝒆♡
E sento semplicemente gli occhi inumidirsi.
<<Genya?>> Muichiro mi prende le mani.
<<Che c'è che non v->>
Improvvisamente lo abbraccio. Lui si blocca ma poi sorride e avvolge la mia vita con le mie braccia, posando la guancia sul mio petto.
Non parliamo, non ce n'è bisogno... semplicemente ci stringiamo per quasi un minuto.
Non so descrivere le emozioni che mi stanno attraversando la mente ora.
È come... un senso di colpa misto a un senso di delusione... delusione da me stesso. Basta pensare a mia mamma, che lavora fino a tarda notte e si alza la mattina per guadagnare da vivere per lei e per me, mentre io stavo a deprimermi in camera mia.
Onestamente credevo di essere più forte. Credevo di avere qualcosa di più, come, non so, più determinazione... ma a quanto pare non sono come credevo.
Certo, non c'è ci si possa aspettare tanto da uno come me; da uno con un passato del genere...
O forse sono solo scuse?
Non lo so.
Nell'ultimo periodo ho mentito a tutti, anche a me stesso, e non ne vado orgoglioso.
Anzi, devo smetterla.
Devo assolutamente redimermi.
Lascio andare Muichiro che mi da un bacio molto casto sulle labbra, per poi voltarsi verso gli armadi della cucina con le mani sui fianchi:
<<Ho bruciato il pesce>> annuncia con un'espressione impassibile.
<<Cosa hai fatto?!>>
Guardo dove il suo sguardo è diretto e vedo una ciotola di plastica con dentro dei pezzi di pesce alla piastra. O meglio, i resti del pesce alla piastra, completamente anneriti e carbonizzati.
<<M-ma perché l'hai fatto?>> scoppio a ridere, mentre Muichiro si volta a guardarmi con uno sguardo pieno di scuse.
<<Volevo prepararti la colazione!>>
<<Ma Mui...!>> Gli stampo un bacio sulla fronte e controllo la piastra.
<<L'hai accesa in modo sbagliato, scemo>>
Mi volto e lui sembra capire il suo errore, e abbassa la testa con le guance rossastre di frustrazione.
<<Dai, non è un problema, ci penso io!>>
<<Ma no, voglio aiutarti!>>
<<Se facessi del riso dolce? Va bene?>>
<<Non ignorarmi!!>>
Io gli scompiglio i capelli ridendo mentre lui prova ad attirare la mia attenzione, a stento e con scarsi risultati.
Mentre verso il riso già pronto nelle ciotole, mi sento come se... come se non fosse successo nulla... come se mio fratello non fosse mai stato investito... non so come dire; ne sono consapevole, ma non me ne sono veramente reso conto... credo che dovrei vedere Sanemi per capire che che non è tutto come prima.
<<Posso mettere lo zucchero io?>> chiede speranzoso Mui.
<<Saresti capace di versare nella ciotola una quantità che potrebbe far venire male ai denti a entrambi>> obbietto io.
<<Ti pregoooooooo daiiii!>> piagnucola lui aggrappandosi al mio braccio.
<<Scherzavo, tieni... ma stai attento!>> gli do la confezione di zucchero in mano, perché possa versarla nel riso.
Fortunatamente non fa pasticci, e possiamo finalmente metterci a tavola.
<<Una cosa però te l'ho preparata io!>> dice improvvisamente lui.
<<Cosa?>> chiedo io curioso.
Lui si volta e prende la caffettiera che era sui fornelli. Non l'avevo notata, o almeno non avevo notato che fosse piena.
<<E non hai mandato a fuoco la cucina?? Bravo!>>
Gli carezzo la testa mentre lui versa del caffè in una tazza e me la passa.
<<Hey, vedi di ringraziarmi!>> protesta lui.
<<Grazie, grazie Mui>> Io sorrido alla sua espressione soddisfatta.
Prendo le bacchette e tiro su un po di riso.
<<Hey, uhm, come è andata la partita delle Kimetsu?>> chiedo con nonchalanche a Mui.
Però vedo che lui abbassa lo sguardo sul suo riso.
<<Hanno perso>>
Io quasi soffoco nel boccone di riso che stavo per ingoiare. Non... non è possibile.
<<M-Ma avevano tutte le carte vincenti! Come hanno fatto? La squadra avversaria non era quella delle Waretsuyoi? Le Kimetsu sono molto più dotate di loro!>>
<<Sì... ma nessuna delle ragazze... come dire... si sentiva pronta a quella partita.>>
Capisco che è a causa di mio fratello.
Nezuko e Aoi sono tra le migliori giocatrici e in più alcune delle ragazze in squadra conoscono Sanemi.
Forse è proprio per questo.
Non chiedo altro sulla partita.
E invece mi viene in mente un'altra cosa....
Il regalo che mi aveva fatto Muichiro al mio compleanno.
Il biglietto per quel concerto degli Atsukoto... che è avvenuto la settimana scorsa.
E questa volta i miei occhi si riempiono di lacrime.
<<M-Mui...>>
<<Che c'è?!>> Mui si alza e corre al mio fianco per farmi voltare il viso verso di lui, ha uno sguardo preoccupato.
Mi abbraccia, proprio quello di cui avevo bisogno, anche io lo stringo forte a me.
<<M-Mi dispiace...>>
Non mi piace piangere, per niente. Ma questa volta sto faticando a trattenermi...
Quei biglietti erano stati colorati da Muichiro, che li aveva pagati col suo lavoro.
<<Scusa!>>
<<Ma perché?>> mi chiede lui, continuando ad abbracciarmi.
Ma io sto in silenzio.
E lui non fa altre domande.
-
Finiamo la colazione e poi Mui mi costringe a fare una doccia.
<<Ma sto bene!>>
<<Solo che scherzi! Fila in bagno, idiota!!>>
Io ridacchio, mentre mi chiudo in bagno.
Muichiro è un ragazzo così speciale... è il mio ragazzo... se avessi fatto queste riflessioni durante questi giorni non ci sarebbe stato bisogno del suo intervento ieri sera.
Mi faccio la mia doccia, in effetti non mi lavavo da un po, ammettiamolo...
Mi asciugo, mi rivesto ed esco dalla porta.
Quando scendo al piano di sotto, trovo Muichiro con un libro aperto sul grembo.
Ha la testa china, i capelli ricadono in ciocche davanti al suo sguardo chino, e lui le ricaccia infastidito dietro l'orecchio.
Quello che mi interessa però si trova dietro alle ciocche dei suoi capelli.
Sul suo collo.
Mh... forse ci sarebbe stato comunque bisogno del suo intervento, penso mente mi avvicino a lui.
<<Hai già finito?>> Muichiro mi sorride, chiudendo il libro e ripondendolo nel suo zaino.
<<Sì...>>
Mui fa per alzarsi ma io lo spingo di nuovo sul divano, facendolo sdraiare, per poi chinarmi su di lui con un sorrisino.
<<Stiamo qua in altro po'??>>
Lui arrossisce, non si muove ma obbietta:
<<Quello che abbiamo fatto notte sera basta e avanza, non credi?>>
<<No, non credo~>>
Il suo sguardo diventa di rimprovero, ma lascia fare quando mi inginocchio su di lui e mi piego in avanti per baciarlo sulla bocca.
Non ho intenzione di fare nulla, solo qualche bacio.
Infatti gli mordo delicatamente il labbro inferiore per concedermi l'accesso con la lingua nella sua bocca.
Apro gli occhi, per sbirciare la sua espressione.
Ora è molto rosso in viso, stringe gli occhi ma sembra anche calmo.
Non trattengo un sorriso durante il bacio, che lui nota. Fa passare velocemente la sua lingua sui miei denti ora leggermente scoperti e si stacca per un momento.
<<Però non troppo>> Si raccomanda.
<<No, no, tranquillo>> gli bacio la fronte, facendolo sorridere, poi ricomincio un altro bacio, più intenso, durante il quale lo sollevo in una posizione più comoda, bloccandogli la schiena contro lo schienale del divano, ma tenendo le sue gambe a cavalcioni sulle mie.
Continuiamo così per un po, ma quando tento di spostare le mie labbra sul suo collo lui mi respinge.
<<Eh, no, i lividi mi fanno ancora male da ieri!>>
<<Non esagerare!>>
<<Scusami? Solo perché io non te ne faccio mai?>>
<<È un modo per dire che vorresti
provare?>> chiedo io avvicinandomi a lui con un'espressione provocante e il mio solito sorrisetto.
<<Mh, no...>> risponde lui infastidito e arrossendo ancora di più.
Io ridacchio, per poi scostare alcune ciocche di capelli dal suo collo e allontanarmi un po, per avere una visione migliore dell'immagine che ho davanti.
<<Però così sei molto sexy, lasciatelo dire>>
Entrambi ridiamo, lui non tenta nemmeno più di rimproverarmi.
<<Dai, ok, vuoi uscire?>>
Chiedo poi, staccandomi da lui.
Lui mi fissa come se non ci credesse.
<<Tu vuoi... uscire?>> chiede come scioccato.
<<Insomma, erano le tue intenzioni, no?>>
<<Sì! Però... non mi aspettavo che lo riproponessi tu!>> mi abbraccia, ha le lacrime agli occhi e in sorrisone.
<<Che bello, Genya... mi sei mancato tanto... sono felice di essere di nuovo con te...>>
Anche io lo abbraccio.
Ora mi sento più leggero.
<<È grazie a te, sai?>> gli dico io, carezzandogli la testa.
<<Lo so lo so, come sopravvivesti senza di me?>> si da arie lui, prima che io lo zittisca con un altro bacio.
<<Dai, andiamo...>>
Mi alzo dal divano, sollevando con me anche Mui, che si mette a ridere.
Quella risata... mi è mancata così tanto...
Lo metto giu, ma non posso non abbracciarlo di nuovo.
<<Ti amo...>>
<<Anche io, Genya.. tanto... andiamo ora...>>
~◆~●~◆~
Appena faccio un passo fuori dalla porta, sono costretto a portarmi una mano davanti agli occhi per coprirmeli dalla luce del sole, che si rivela abbagliante per me, che non esco da tanto.
<<Hai bisogno di stare fuori di più, Genya>>
Osserva Muichiro, guardando la mia reazione.
<<Pensi che tornerai a scuola? Per lo studio ti aiuteremo noi!>>
Mi prende una mano e me la stringe, guardandomi con occhioni speranzosi.
Io gli sorrido.
<<Sì, mi conviene se non voglio farmi bocciare>>
<<Sì!>> sibila Muichiro trionfante, facendo allargare il mio sorriso.
Ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus.
Mui non mi ha detto dove siamo diretti, ma credo di saperlo già.
E se all'inizio non me ne sono curato, ora... l'ansia inizia a crescere, a ogni passo.
Ad un certo punto prendo la mano di Muichiro e lo costringo a fermarsi.
Lui mi guarda: <<Tutto bene?>>
Io esito, ma poi gli chiedo:
<<Dove stiamo andando?>>
Lui spalanca leggermente gli occhi:
<<Ah, uhm... pensavo... beh, all'ospedale...?>> chiede titubante.
<<...>>
Io distolgo lo sguardo dal suo, senza muovere la testa e senza focalizzarlo poi su un punto preciso.
<<Genya? Genya... per favore, guardami>>
Io obbedisco.
<<Lo so... lo so che è difficile... fidati, lo so. Però pensa a Kanae, no? Lei è la sua ragazza. So che non ha sofferto quanto te. Nessuno, a parte tua madre, potrebbe. Ma comunque lei sta sempre nella sua stanza, gli tiene una mano, spesso si addormenta poggiando la testa sul suo letto. Semplicemente sta con lui. E nonostante non sia in forma per niente, beh, ha recuperato il sorriso>>
Si avvicina di più a me.
<<Lo so che tu hai già ricominciato a sorridere. Ma quando avrai tuo fratello di fianco sarà un sorriso diverso. Non dico più felice, perché ne dubito. Ma magari... non lo so... un sorriso più vero. Magari più debole, ma più vero>>
<<Scusa, ma perché dovrei sorridere?!>> sbotto io, senza molta energia, semplicemente sono stressato e ho paura.
<<Perché...>> Muichiro ridacchia, io li guardo confuso.
<<Perché quando lo vedi, lo guardi, quando sei vicino a tuo fratello... ti viene da sorridere. Perché senti la sua determinazione in quella stanza>>
Mi sembra di capire un po'. Muichiro conclude:
<<È come se sentissi la sua voglia di vivere. È incosciente, ma sembra stia lottando per tenersi aggrappato alla vita. Ha troppo da perdere, ha te, noi, ha vostra madre, ha gli studi, ha la sua felicità. E... riuscirà a farcela.>>
Apro la bocca, con l'intenzione di chiedere a Mui in che condizioni è, perché in realtà non lo so ancora.
Ma poi la richiudo.
Non voglio saperlo.
All'ospedale:
Quando arriviamo all'ospedale, non appena varchiamo la soglia della porta di vetro, un ragazzo ci viene incontro, cosa che mi distrae dall'angoscia che mi provoca questo posto.
<<Buongiorno Muichiro... oh, chi è il tuo amico?>> chiede il ragazzo. Ha capelli corti, lisci e di un colore azzurro-verde chiaro, i suoi occhi molto taglienti, nonostante lui si comporti in modo educato.
<<Oh, uhm, lui è il mio ragazzo in realtà. Genya. È il fratello di Sanemi>>
D'un tratto mi ricordo: io l'avevo già visto qui, questo ragazzo si chiama Yushiro!
E sembra ricordarselo anche lui, perché spalanca leggermente gli occhi e poi mi rivolge un freddo sorriso.
<<Perdonami, ci eravamo già incontrati in passato, mi era sfuggito di mente>> mi dice.
<<Non preoccuparti...>>
<<In ogni caso, siete qui per Sanemi, immagino>> riprende lui.
<<Sì, esatto... >> risponde Mui.
<<Ok, vi dico soltanto che è stato spostato nella stanza di fianco, alla sua precedente, non cambia niente, la struttura è la stessa, è proprio solo alla destra di quella di prima>> ci informa in tono cordiale.
<<Oh, d'accordo, grazie. Sai se c'è già qualcuno di noi?>> chiede Mui, a quanto pare tutti hanno fatto amicizia con questo ragazzo.
<<Non ho visto entrare nessuno, poi non so, magari mi sono sfuggito qualcuno>>
<<Grazie, ora noi andiamo!>> lo saluta Mui, per poi dirigersi, continuando a tenere la mia mano, verso il corridoio.
Sembra che sappia la strada a memoria.
E non credo che ne vada fiero...
Dopo un po' di strada ci troviamo all'imbocco di un altro corridoio.
E qui Mui si ferma. Sento che stringe la mia mano più forte, per poi guardarmi:
<<B-Beh... è questo il corridoio in cui... sai... c'è la sua stanza>> annuncia in un tono di voce a malapena percettibile.
Sento i brividi lungo la schiena. Me lo ricordo bene ora. Prendo un bel respiro e poi guardo a mia volta il mio ragazzo.
<
<Ok...>>
Mui annuisce lentamente ed entrambi ricominciamo a camminare, finché non raggiungiungiamo una finestra coperta da una piccola tapparella.
<<Se l'hanno spostato... credo sia questa la stanza...>> bisbiglia Muichiro, stringendomi di più la mano.
Io non dico niente. Le tapparelle sono abbassate, non so se esserne sollevato o meno.
Muichiro mette una mano sulla maniglia della porta.
<<Entriamo...?>> mi chiede guardandomi cercando di decifrare io mio sguardo, facendo un po' più di pressione.
Io apro la bocca ma le parole non escono, quindi mi limito ad esitare e poi ad annuire.
Muichiro abbassa la maniglia è spinge la porta verso l'interno, aprendola.
I muri della stanza sono di un azzurro-verde abbastanza intenso, vedo diversi attrezzi medici sistemati sulle mensole lì a fianco.
E man mano che la porta si sposta rivelando una maggiore visuale della camera, inizio ad intravedere il letto di Sanemi.
Mui si fa in avanti per entrare, poi si sposta di lato per permettermi di fare lo stesso.
Eccolo.
Sanemi è semplicemente lì, sdraiato sul letto, le lenzuola dall'aria leggera e di un colore simile a quello delle pareti ma più sbiadito, gli coprono circa metà torace, quello in vista è ricoperto di fasce.
Metà del suo viso è sfregiato da croste e lividi, anche il suo labbro inferiore è ridotto male, sono sorpreso dal fatto che questi tipi di ferite siano ancora visibili dato che è passato un mese dall'incidente; una specie di cerotto di stoffa gli copre la guancia.
Una delle sue braccia è ingessata ed è tenuta sollevata da un fascio appeso ad una mensola lì al fianco. Nei suoi polsi vi sono degli per la fleboclisi, collegati appunto alle rispettive sacche piene di un liquido simile ad acqua.
Probabilmente presi dalla foga dell'operazione, i medici avevano rasato una piccola zona sopra e dietro
<<Hey...>> Sento lo sguardo di Muichiro su di me, e quando sbatto gli occhi mi accorgo che erano pieni di lacrime, una delle quali scivola sulla mia guancia.
Me la asciugo e guardo Muichiro.
Lui mi prende il braccio con l'altra mano, mentre con l'altra non ha smesso di stringere la mia.
<<Ti lascio solo...>>
Non so cosa pensare, non so se lo voglio qui con me oppure voglio passare del tempo solo con Sanemi, anche se lui non mi sente, non mi può sentire.
Mui non aspetta una risposta ed esce, chiudendo la porta dietro di me. Io non mi volto e non tento di fermarlo.
Esito di nuovo, poi mi avvicino tentennante a mio fratello. E mi rendo conto che Mui aveva ragione...
Sento come se nell'aria ci fosse la determinazione di Sanemi, lo guardo e mi sembra di vederlo lottare in un modo o nell'altro, dietro il suo viso calmo.
E mi viene da sorridere.
Le mie labbra si allargano senza che io le controlli, mentre sento che le lacrime continuano a scorrermi sul viso.
Mi inginocchio di fianco al suo letto e incrocio le braccia sul materasso.
<<Ciao Sanemi...>> sussurro, stupidamente, mentre il mio sorriso si affievolisce.
Gli tocco la mano, gliela prendo e la stringo nelle mie. Continuo a guardarlo.
Penso che mio fratello, che non riesce mai a stare fermo, odierà il periodo della riabilitazione quando si sveglierà, dover stare sul letto per la maggior parte del letto con le flebo attaccate alle braccia.
Sì, perché ora ne sono piuttosto sicuro, si sveglierà.
Sorrido di nuovo, poi invece il mio sorriso scompare di nuovo.
È bello crederlo... ma succederà?
E mentre lo guardo lo rivedo quando avevamo io 6 e lui 11 anni, quando voleva insegnarmi ad andare sullo skateboard e un giorno mi ha spinto e io sono caduto in avanti, spaccandomi il labbro.
Rivedo quella il primo giorno di superiori quando come io sono entrato a scuola in compagnia di Kanao, Tanjiro, Zenitsu, Inosuke e Aoi, lui mi ha urlato davanti a tutti che sperava che avrei preso una sospensione il più presto possibile.
Rivedo i giorni in qui mi è stato vicino quando avevo capito che quella deficente di Ery mi stava solo usando, minacciando di andare a picchiarla.
Rivedo soprattutto la notte in cui, mentre mi teneva stretto a lui, nascosti dietro al divano, prese il telefono di casa per chiamare la polizia, denunciando nostro padre per violenza domestica e abuso su minori. E mentre lo faceva, le lacrime brillavano nei suoi occhi, mi teneva stretto, mi premeva la sua camicia sulla ferita sul viso, dopo che mio padre ci aveva appena spaccato una bottiglia di vetro sopra.
Però una delle cose che mi ricordo in modo più nitido è la sua determinazione. Il suo odio per mio padre e il bisogno di proteggermi che provava in quel momento erano evidenti mentre dava alla polizia l'indirizzo di casa nostra.
Rivedo il suo sguardo mentre si sporge con cautela oltre al bracciolo del divano per vedere dove era nostro padre, completamente ubriaco, pochi secondi prima di afferrarmi, costringermi ad alzarmi e correre verso la porta di casa, dalla quale in quel momento fece irruzione la polizia.
Rivedo il suo sorriso, dall'alto dei suoi 13 anni, quando mi disse che eravamo liberi.
Liberi.
Sarebbe bello essere liberi anche ora. Essere liberi da tutti questi fardelli.
Poter vivere normalmente una vita da un normale adolescente, con la mia famiglia e i miei amici e il mio ragazzo, semplicemente tornare a scuola la mattina e lavorare al pomeriggio alla fumetteria con Makio, senza avere il costante pensiero di tuo fratello in coma all'ospedale.
Mentre faccio questi pensieri ho cominciato a piangere silenziosamente, ora sto abbracciando Sanemi, stando attento alle sue condizioni, ma non voglio che nessuno mi fermi dallo stringere mio fratello.
Non voglio lasciarlo.
Non voglio che lui mi lasci.
Non so quanto sia passato, fattostà che dopo un po' decido di uscire dalla stanza.
<<Devi farcela>> gli bisbiglio all'orecchio prima di uscire.
<<Devi...>>
~●~◆~●~
<<G-Genya...?>>
Mui mi ha costretto a tornare in camerata a scuola, per salutare gli altri prima di prendere proprio i bagagli e tornare qua.
Entrare nella scuola mi fa subito un effetto malinconico.
Spalanco gli occhi vedendo chi ci troviamo davanti, in corridoio, a pochi passi dalla sua stanza.
<<Tengen...>>
Tengen lascia cadere i libri e i quaderni che aveva in mano e corre verso di me.
Sento un brivido lungo la schiena quando mi afferra e mi stringe in un abbraccio.
Io e lui non siamo mai stati esageratamente legati, ma quando siamo insieme ci divertiamo sempre tantissimo.
<<Dio santo, idiota che non sei altro!!>>
Esclama Tengen.
Anche io lo stringo.
<<C-Ciao...>>
<<Vaffanculo>> aggiunge in modo schietto quando mi molla, con un sorriso a trentadue denti.
Mi scompiglia i capelli e mi abbraccia di nuovo.
<<Sapevo che saresti uscito!>>
<<B-Beh, è grazie a Mui...>> rispondo io con un sorriso.
Cacchio, perché l'ho detto.
Tengen mette su la sua faccia da battutine sporche:
<<Eh, certo, una bella scopata è tutto quello che ci vuole quando si è giù>> commenta con aria colta, facendoci entrambi arrossire come pazzi.
<<S-Stai zitto Tengen.>> borotto io guardando altrove.
<<Beh, che, sbaglio?>>
<<Zitto ho detto.>>
<<Ok>>
Muichiro, più rosso di me, tenta di cambiare argomento.
<<Uhm, Tengen sai se il trio delle meraviglie è in camera?>>
<<Sì sì, le classi delle superiori sono già rientrate>>
<<Andiamo?>> mi chiede Muichiro, che chiaramente non vede l'ora di vedere le loro reazioni.
Io un po' meno.
<<Vengo anch'io>> annuncia Tengen, ci prende e ci trascina verso la porta di camera nostra, poi bussa.
<<Ah, Tengen!!>>
Non mi sono ancora preparato moralmente che Tanjiro apre la porta.
Aveva il suo sguardo comune, ma i suoi occhi erano privi della luce di un tempo.
E dico "aveva" e "erano" perché la sua espressione ritorna come quella che io conosco non appena mi vede.
<<G... GENYA!!>> Esclama saltandomi praticamente addosso e abbracciandomi.
<<Oh, dio, Tanjiro, calma->>
<<DOVE COSA QUANDO CHI PERCHE?!>> Inosuke fa capolino dalla porta e anche lui si unisce all'abbraccio con la sua solita energia esagerata.
<<MADONNA SEI UN COGLIONE!!>> Urla, soffocandomi.
Quanti insulti riceverò oggi?
Anche Zenitsu si aggrappa a me, per quel poco che resta, piangendo come non so cosa.
Io sorrido, ma sono sorpreso...
<<Non... siete arrabbiati con me?>>
Chiedo tentennante.
<<SI>> Urla Inosuke.
<<Ma no!>> dicono invece Zenitsu e Tanjiro.
Io guardo Muichiro, ora mi sento più felice che mai.
Lui mi sorride.
È tutto grazie a lui.
🍹Spazio autrice🍹
NO VABBE CE LHO FATTA
Ehm... ho scritto praticamente tutto oggi ehh.
C'è stata una volta che sto bambino di merda al campo estivo mi ha rubato il telefono mentre stavo tentando di scrivere e ho perso 1952 anni di vita credendo che avrebbe cancellato la storia.
Scusate per il ritardo, davvero, credevo che in estate sarei stata più libera ma NOOO COSA CREDI DEFICENTE.
E ora sto studiando musica perché a ottobre ho l'esame. ☹️☹️☹️
In ogni caso ho deciso di iniziare un'altra storiella inutile, cioè voterò le ship di Demon Slayer, non pensate che mi toglierà del tempo a questa perché ogni parte dura tipo 2 secondi, ecco.
Se volete passare a leggerla siete più che benvenuti.
O magari non ve ne frega NIENTE :)
E io me ne vò. Grazie per la pazienza! ❤️
5537 parole
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