2. Ora sei mia
È stata una dura nottata, non posso credere ancora a quello che è successo. Mi sembra tutto un sogno o forse sarebbe meglio chiamarlo incubo.
Mi rigiro più volte nel letto, pensando in continuazione a quel ragazzo, Nick. E’ un bel ragazzo, quel tipo di ragazzo che può far perdere la testa ad una ragazza guardandola solo per dieci secondi. Ma tutti conosciamo la storie dell’angelo più bello del paradiso che diviene la creatura più malvagia della terra. Nick è così. Non lo conosco ma lo so. Ti può mandare in paradiso per poi portarti all'inferno. Non lo conosco, non conosco le sue abitudini e neanche il suo modo di fare, ma il mio passato mi ha dato gli elementi necessari per capire tutto di una persona, guardandola solo negli occhi. Mi rigiro nel letto e guardo la finestra sulla mia destra. Il mio passato. Quel passato che nessuno conosce, ancora oggi dopo cinque lunghi anni mi perseguita. Più penso di essermene allontanata, più lui si avvicina come una macchia nera indelebile sulla mia anima. Dimenticare? Nessuno dimentica veramente. Si finge di andare avanti e si finge che il passato non venga a chiedere il conto, ma ci basta voltarci verso dietro, ed eccolo li che si fa beffa di noi.
Non dimenticherò mai il mio passato e mai quest’ultimo fingerà di non esserci mai stato.
Il giorno seguente arriva decisamente troppo velocemente, e nonostante sia sabato e possa restare a dormire per tutto il tempo che desiderio, devo alzarmi ugualmente.
Dopo essermi messa una camicetta bianca con un paio di jeans neri e un paio di ballerine, esco di casa per dirigermi all’indirizzo che Nick mi ha segnato ieri sera sulla mano.
E una grandissima villa che si trova poco fuori dal paese.
Appena arrivata, un grande uomo mi guarda in un modo che un po’ incute terrore ma devo essere forte, ora più che mai.
- Salve mi chiamo Azzurra Smith, sto cercando…-
- Entri la stanno aspettando.-
Senza permettermi di dire altro, apre il cancello e mi fa strada fin dentro casa, entrando in un grande salone dove trovo donne e uomini intenti a bere e ridere con la musica ad un volume discreto.
Nessuno sembra notarmi per questo mi soffermo sull’entrata del salone per potermi guardare in torno. La casa è arredata ad opera d’arte con le tende e i divani bianchi, per non parlare del bellissimo pavimento di un rosa pallido. È un peccato vedere questo salone rovinato da tutta questa gente che non ha scrupoli nel rovinare questo bellissimo panorama.
- Tu devi essere Azzurra.-
Mi volto è una bellissima donna dai capelli biondi e intensi occhi celesti mi si avvicina.
- Io sono Jessica.-
Mi abbraccia con calore come se fossimo amiche di lunga data, per questo resto impietrita senza muovere neanche un muscolo.
- Stai tranquilla non voglio farti nulla.-
Annuisco ma non rispondo, tutto mi sembra ancora un sogno.
- Sei stata molto coraggiosa ieri sera. Nessuno mai si è offerto a Nick. Di solito tutti lo pregano sempre di lasciarli andare.-
Inizia a camminare verso una porta che porta nel giardino. Ma io resto immobile nel punto in cui mi ha lasciata. Solo quando mi guarda e con la testa mi indica il grandissimo giardino, capisco di doverla seguire.
- Non potevo permettergli di rovinare la vita al mio migliore amico.-
- Ma certo, ti capisco. Lo avrei fatto anche io per qualcuno a cui voglio bene.-
Mi sorride e stranamente mi sento bene in sua compagnia. Fuori il giardino una grande piscina compare davanti i miei occhi, altra gente in costume da bagno si diverte. Come diamine è possibile? D'altra parte sono solo le nove del mattino e qui sembra pomeriggio.
- Ti capisco, sai? Anch'io ho avuto la tua stessa reazione, ma cerca di abituarti, qui è sempre festa! -
- I proprietari di casa non dicono nulla?-
Mi sorride e il suo sorriso mi fa sentire bene. Sembra una così brava ragazza che quasi non ce la vedo con questo tipo di gente.
- I miei genitori hanno regalato a me e a mio fratello questa casa, possiamo farci quello che vogliamo.-
- Tuo fratello?-
Suo fratello deve essere bello quanto lei, ci scommetto la testa.
- Nick.-
Quel nome mi sorprende, non avrei mai pensato che fossero fratelli. Lei sembra così gentile, lui invece…
Si volta e mi mostra una figura alle sue spalle, l’uomo di cui stavamo parlando che conversa al telefono. Sembra veramente arrabbiato con il suo interlocutore, ma sembra calmarsi solo quando mi vede.
- Stai tranquilla mi stai simpatica, e farò di tutto purché mio fratello non ti usi come fa con le altre.-
Non riesco veramente a comprendere le sue parole.
- Grazie ma cosa in tendi “come tratta le altre”?-
- Guarda.-
Mi volto nuovamente verso Nick e vedo una donna che indossa un bichini rosso avvicinarsi a lui, facendogli qualche moina e mettendogli la mano in parti molto intime. Ma lui la liquida dandogli uno spintone e buttandola in acqua.
- Oh mio dio, ma si è fatta male?-
Non posso credere che sia cosi schifoso.
- Tranquilla sta bene non è la prima volta. Mio fratello è abituato a farsi tutte le donne che vuole e poi, quando è stanco di loro, le butta via.-
Mentre la nostra conversazione continua vedo il diretto interessato, più convinto di prima, dirigersi verso di noi.
- Finalmente sei qui!-
Non gli rispondo, non saprei che digli. Resto immobile a guardarlo. È bello come ieri sera. Indossa un paio di jeans e una maglietta nera attillata con uno scollo a V. Più lo guardo e più riesco a pensare solo a quanto sia bello ma, allo stesso tempo, dannato.
- Vieni con me.-
Cerca di farmi strada all’interno della casa ma resto immobile accanto a Jessica.
- Stai tranquilla non ti farà nulla. Tu sei diversa da loro, sopravvivrai.-
E dopo queste parole che non mi danno molto sostegno decido di seguirlo in casa. Saliamo le scale che portano al secondo piano, per poi entrare in una stanza che dal modo in cui è arredato capisco essere il suo ufficio.
Appena entra chiude la porta a chiave per poi mettersela in tasca.
Tutto questo mi spaventa veramente tanto. Perché mai deve chiudere la porta a chiave? Perché deve rinchiudermi in questa stanza con lui?
- Puoi sederti se ti va.-
Mi invita a sedermi su una delle due sedie che si trovano davanti la sua scrivania mentre lui si sedie proprio dietro.
- Preferisco restare in piedi.-
Ora come ora meglio restare dove mi trovo. Il più lontano possibile da lui.
- Come desideri.-
Mi guarda da capo a piedi e poi mi rivolge nuovamente la sua attenzione.
- Lo sai in che casino ti sei ficcata?-
- Sinceramente no. Fino a ieri sera non sapevo chi tu fossi.-
Devo aver coraggio. Pensa che sono un povero agnellino e che mi può mangiare in un solo boccone. Se solo sapesse che è cosi, sarebbe la fine per me. L’ho imparato dal mio passato. Più la gente pensa che tu sia debole, più quest’ultima cercherà di accanirsi su di te. Il trucco? Fingi quello che non sei per sopravvivere, poi dimentica tutto e vai avanti per la tua vita. Ma la parte del dimenticare non ha mai funzionato con me, ho sempre ricordato tutto, soprattutto le cose più dolorose. Ne ho passate tante nella mia vita, ma nonostante tutto quello che ho affrontato resto comunque quell’ingenua Azzurra che crede che le persone infondo infondo non sono così cattive.
- Ora lo sai?-
- Solo il tuo nome. Ma ancora non ho capito come tu possa controllare tutta la città.-
Sorride e per quanto il mio tono di voce possa dargli fastidio, sento che gli piace essere sfidato. Non gli capita spesso. È la cosa lo intriga.
- Non sono affari che ti riguardano, tutto ciò che tu devi sapere e che da oggi in poi farai tutto quello che ti chiederò senza tentennamenti.-
E serio, tremendamente serio. Ma io non sono una serva, non ho mai preso ordini da nessuno e mai lo faró.
Ho una testa e posso prendere le mie decisioni da sola.
- Cosa intendi da oggi in poi? Per quanto durerà tutto questo?-
- Per quanto vuoi che duri.-
Si alza dalla poltrona di pelle per avvicinarsi a me. Sembra che gli dia fastidio starmi lontano.
- Per quanto desideri che duri?-
Mi ripete ancora più vicino
- Il meno possibile.-
E’ vero che devo cambiare vita, ma questo è troppo. Non voglio questo per la mia vita. Lui mi rovinerebbe e basta, non mi aiuterebbe mai a migliorare. Mi renderebbe una delle tante, quando io, invece, vorrei essere l’unica.
- Cosa dici di un anno? Poi se vorrai restare potrai farlo.-
- Non penso proprio che dopo un anno resterò qui.-
La mia risposta sembra quasi ferirlo. Ma non gli toglie quella faccia divertita che si ritrova.
- Vedremo.-
Si avvicina sempre di più a me. Occhi negli occhi, è così vicino che riesco a sentire il suo respiro sulla mia pelle.
- Dovrai cambiare molte cose se devi restare con noi per un anno.-
- Cosa dovrei fare?-
Mi sorride, tira fuori il portafogli e poi mi mostra una carta di credito.
- Jessica ti aiuterà a trovare uno stile che ti rappresenti di più e che metta in risalto il tuo corpo.-
Sembra quasi che un gatto mi abbia mangiato la lingua, la mia bocca non è in grado di esprimere alcun suono
- Come scusa? Vuoi che cambi il mio guardaroba?-
- Tranquilla, pago tutto io.-
Mi risponde mostrandomi la carta di credito.
- Non è questo. Se ora devo cambiare il mio guardaroba e chissà forse devo anche tingermi i capelli, dopo che cosa mi farai fare?-
Ancora quel suo sorriso sulle labbra.
“Cambiare esteriormente non significa cambiare per davvero” eppure per lui sembra che questo sia essenziale. Cambiare il mio stile per entrare nella sua cerchia. Nel mio passato ho avuto la possibilità di entrare in tante cerchie eppure nessuna di loro mi ha chiesto di cambiare, solo lui. La cosa terribile? Sono obbligata a farlo.
- No. Non ti tingerai i capelli mi piacciono così come sono, castani e ricci. -
Mi accarezza i capelli e per quanto desidero allontanarmi dal suo tocco, resto immobile.
- Cosa mi farai fare dopo?-
La mia curiosità, mista alla paura, ha la meglio.
- Ancora non lo so. Per ora fa' quello che ti ho detto.-
La sua voce è dura, ma non vedo nessun desiderio di mandarmi via.
- Anzi una cosa che puoi fare adesso c’è.-
Mi spaventa talmente tanto da indietreggiare di poco, ma lui mi si avvicina, ancora. Ancora non capisco come sia finita in questa situazione. Perché non ho dato ascolto a Marco e non sono scappata? Perché dovevo fare, come sempre, di testa mia?
- Cosa vuoi?-
Ho il fiato corto, è troppo vicino. Per quanto lui possa essere bello, ha qualcosa di tremendamente sbagliato ed oscuro.
- Voglio che tu mi baci.-
Non posso credere alle miei orecchie.
- Come scusa?-
- Non c’è bisogno che io mi ripeta, hai capito. Baciami!-
- No!-
Esclamo, non può chiedermi una cosa del genere.
- Se non mi baci, chiamo i miei amici giù nel salone e gli dico di andare a pestare a sangue il tuo amichetto di ieri sera.-
- Lui non è qui.-
Il fatto che Marco si trovi a Milano mi fa sentire sicura. Per un po’
- Ho abbastanza soldi da potergli pagare un biglietto aereo.-
Ma certo lui è miliardario, che sarà mai per lui comprare due biglietti.
Mi avvicino a lui più di prima, non posso credere a quello che sto per fare, non sono io questa. Non posso farlo. Sono quasi intenta a fare un passo indietro quando sento le sue labbra sulle mie, sono calde e piene. Spinge la sua bocca verso la mia sempre con più forza fino a costringermi ad aprirla per poi sentire la sua lingua arrivarmi fino in gola, è intenso e unico. Le sue forti mani mi prendono per i fianchi e mi stringono a sè. Mi sento in trappola, in una trappola che mi mette paura ma che, stranamente, mi fa sentire protetta. Protetta dal male. Protetta da una persona che può distruggermi quando vuole e in qualsiasi circostanza. Protetta da un cavaliere nero, che è pronto a ferirmi come mai nessuno in vita mia farà.
Si stacca da me con un sorriso soddisfatto sul viso.
Quel bacio così violento ma allo stesso tempo dolce, mi riporta in mente tanti piccoli flashback di un passato che, con tutta me stessa, ho sempre cercato di dimenticare. Di non far mai tornare per non rovinarmi il presente.
- Non è stato così difficile hai visto?-
Alzo la mano per schiaffeggiarlo ma lui mi ferma prendendomi per il polso, per poi costringermi a riavvicinarmi a lui.
- Non fare così bimba. Devo dire che baci bene ma sei aspra, da questo capisco che deve essere stato il tuo primo bacio.-
Improvvisamente divento rossa, rossa come un peperone. Rossa è imbarazzata. È stato il mio primo bacio? No! Ma è stato il primo bacio in cui non ho provato un profondo disgusto.
- E di conseguenza devi essere anche vergine.-
Sono ancora vergine? È una domanda in cui il mio passato risponde con un pugno in piena pancia. Ora basta.
- Non sono affari che ti riguardano.-
- E qui che ti sbagli, ora tutto quello che riguarda te, interessa anche me. Ora sei mia.-
Le sue ultime parole dette con un possesso maniacale mi spaventano. Io proprietà di un puttaniere di prima categoria, povera me, in che guaio mi sono cacciata?
Si allontana da me e apre la porta. Lo guardo di spalle e riesco a pensare solo che questo non può essere peggio di quello che ho già passato.
- Stai tranquilla ti farò diventare una grande baciatrice.-
Sono le sue parole prima di uscire per poi trovarsi davanti Jessica.
- Porta la nostra nuova amica a fare shopping.-
Gli consegna la carta di credito e poi sparisce. Jessica mi guarda in silenzio sorridendomi.
- Non è andata così male.-
La guardo. Oh no, è andata veramente bene.
ANGOLO AUTRICE
Ho letto dei commenti in cui mi dovevate che vado in po veloce. Ci assicuro che non è così. Ma sto leggendo tante storie che vanno veloci ma vi assicuro che la mia andrà molto piano è descrivera le cose nel giusto modo. Colgo l'occasione anche l'occasione per ringraziare la mia beta, tienimisetiva compagna di mille avventure 😄. Spero che il capitolo vi piaccia. Fatemi sapere.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top