1. Ricomincio
- Devo dare una svolta alla mia vita, Marco. Devo cambiare quello che sono, non vado più bene alla società che mi circonda. Non vado più bene neanche a me stessa.-
Il mio migliore amico mi guarda, poi sposta di nuovo lo sguardo sulla sua birra e ricomincia a bere.
- E cosa vorresti fare? Tingerti i capelli, cambiare il tuo guardaroba? Oppure il modo di camminare o di parlare? Cosa?-
La sua risposta un po' mi fa sorridere. Cambiare esteriormente, non significa cambiare per davvero.
- Nulla di tutto questo, o forse sì. Anche se quello non significa cambiare, significa mascherare quello che sono.-
Mi metto seduta sulla prima panchina che trovo libera , è guardo il mio amico difronte a me. Marco è un bel ragazzo dai capelli neri e dagli occhi scuri, indossa un paio di jeans strappati e una maglietta grigia che mette in risalto quei pochi addominali che grazie alla palestra si stanno iniziando a formare. L'ho sempre ritenuto bellissimo anche se non ho mai pensato a lui in quel modo.
- Allora cosa farai?-
- Non lo so, ma devo decidere in queste ore.-
Mi guarda sollevando il sopracciglio, portandolo a fare quella faccia buffa che mi fa sorridere.
- Come! Ti sei scordato la promessa?-
Mi guarda non capendo.
- Ti sei scordato quando ho detto? Ovvero che tre giorni dopo la maturità avrei cambiato vita? Il mio stile di vita? Il mio modo di pensare?-
Mi guarda come se finalmente uno dei suoi neuroni avesse deciso di funzionare.
- Giusto giusto. E quanto manca?-
Guardo l'orologio del cellulare che raffigura me, Marco e la nostra migliore amica Medison.
- Meno di tre ore.
Si siede accanto a me e mi offre la birra che ha in mano.
- Dovresti lasciar perdere questa tua idea. Sei perfetta così, Azzurra.-
- No. Non è vero Marco. Guardami. Devo perdere un po' di chili e poi devo cercare di uscire più spesso. Non solo quando tu torni da Milano per farmi visita. Devo fare qualcosa soprattutto ora che ho finito la scuola.-
Mi guarda, senza dire nulla. Ancora oggi non so dire se è una cosa buona quando non parla.
- Cosa ne pensa Medison di questa tua folle idea?-
- E' d'accordo con me.-
Lui mi guarda e mi sorride. Entrambi conosciamo Medison, il suo spirito guerriero e la sua faccia tosta. La sua voglia di divertirsi e di scoprire il mondo.
- Sai com'è Medison sarebbe pronta a tutto pur di vedermi viva. Pronta ad entrare per sempre nel mondo dei grandi. Pronta ad aprire gli occhi alla bellezza della vita.-
Marco non smette mai di togliermi gli occhi da dosso. Sa che quello che dico è vero. Sa che devo lasciarmi andare devo godermi la vita ora che ancora posso. Non domani o dopo domani. Il tempo è adesso.
- Io non sono nessuno Marco. Sono una ragazza spenta che probabilmente non vivrà mai se non si dà una svegliata.-
- Non è vero che non sei nessuno. Tu sei Azzurra, la mia piccola Azzurra.-
Gli sorrido e lo abbraccio. Da quando ho incontrato Marco e siamo diventati amici l'ho sempre considerato come un fratello maggiore, qualcuno di cui potermi fidare sempre.
Mentre siamo intenti ad abbracciarci per darci sostegno a vicenda, tutti coloro che si trovano sedute sulle panchine accanto alla nostra si alzano quasi come se si fossero bruciati. Iniziano a correre con l'intento di allontanarsi dal castello del paese, luogo di ritrovo, il prima possibile.
- Ma che succede?-
Chiedo guardandomi in torno non capendo quello che sta succedendo.
- Azzurra, sono le 23:00. È scattato il coprifuoco.-
- Coprifuoco? Ma che dici mia madre ci ha sempre lasciato fuori di casa oltre la mezzanotte.-
Mi appresto a rispondere mentre vedo il mio migliore amico abbandonare la bottiglia di birra per terra. Mi prende per mano e mi porta lontano dal castello, come se fosse una questione di vita o di morte.
- Hai, forse, dimenticato che la banda di Nick vuole il castello libero per le 23:00?-
- Dovrei per caso sapere chi è Nick?-
Mi sciolgo dalla sua presa e mi fermo. Non sono mai scappata dai pericoli, questa è una parte del mio carattere che non ho intenzione di cambiare, Mai.
- Azzurra dobbiamo andare, se lui scopre che c'è qualcuno qui le cose si metteranno male.-
- Marco, non ho ancora capito di che cosa stai parlando.-
Cerca di riprendermi per il polso per ricominciare a scappare da una minaccia inesistente, ma il cammino ci viene ostacolato da una motocicletta nera, e poi da un'altra, e un'altra fino ad essere circondati.
Dovrei aver paura, da quel poco che ho capito queste non devono essere persone raccomandabili.
- Resta dietro di me.-
Mi avvisa Marco, mentre gli uomini che si trovano sulle moto, scendono e si tolgono il casco.
- Ma guarda un po', chi è che abbiamo qui dopo il coprifuoco?-
Sento chiedere dall'uomo difronte a noi, mentre si avvicina lentamente, osservandoci.
- Noi, in realtà, stavamo andando via.-
Parla per me Marco.
- Ma perché? Proprio ora che volevamo divertirci un po' con voi.-
Sento rispondere da un altro ragazzo alle mie spalle che cerca di avvicinarsi a me. Entrambi sono giovani di bel aspetto, ma entrambi incutono paura.
Il secondo uomo prova ad avvicinarsi ancora di più a me, ma quando sentono il rombo di una moto si allontanano subito.
- Bene. Dalla padella alla brace.-
La voce di Marco è leggera, quasi inesistente, per non farsi sentire dagli altri.
- Come?-
Gli chiedo sotto voce.
- Quello è Nick.-
Un ragazzo dalla carnagione chiara, alto all'incirca uno e ottanta, con in dosso un paio di jeans neri con una maglietta bianca e una giacca di pelle, si avvicina a noi.
- Cosa succede qui?-
La sua voce è tranquilla sembra quasi una melodia, anche se si nota un pizzico di fastidio.
- Ci scusi capo, abbiamo trovato questa coppietta qui, nonostante il coprifuoco.-
Alla parola "coppietta" non ci vedo più.
- Noi non siamo nessuna coppietta, solo due amici che passavano il loro tempo in un luogo pubblico.-
- Azzurra.-
Mi ammonisce, Marco. Forse dovrei star zitta.
- La ragazza ha gli artigli, mi piace.-
Sento proferire da una donna che si trova seduta su una jeep, con al suo fianco due altre ragazze.
- Jessica, sta' zitta e va' via, non sono questioni che ti riguardano.-
Nonostante la risposta del ragazzo che da quanto ho capito si chiama Nick, la ragazza rimane seduta nella jeep, insieme alle sue amiche.
- Si hai ragione mia cara Azzurra questo è un luogo pubblico, ma dopo le 23:00 diventa di mia proprietà, come chiunque si trovi al suo interno.-
Non posso credere alle mie orecchie. Ma cos'è questa? una dittatura? Qualcuno dovrebbe avvisarlo che ormai i tempi di Mussolini sono passati e che la dittatura è caduta.
- Ora quello che mi chiedo è, cosa ne farò di voi? Renderò lui, il mio nuovo spacciatore e te un nuovo passatempo per i miei ragazzi? Oppure vi uccido?-
Il sangue mi si geló nelle vene, non appena sentii le sue parole.
- Io direi di tenerci la ragazza e di uccidere il ragazzo.-
Sento consigliare dalle mie spalle.
- NO! Qui nessuno deve morire.-
Non riesco a stare zitta, cosi prendo tutto il coraggio che in questo momento mi scorre nelle vene ed esco dalle spalle del mio amico.
- Azzurra ferma.-
Cerca di ammonirmi.
A passo sicuro mi dirigo verso Nick che non indietreggia neanche di un centimetro e che concentra tutta la sua attenzione su di me.
- Prendi me e lascia andare lui.-
Mi guarda, il suo sguardo è dedicato solo a me. I suoi occhi verdi mi trapassano da parte a parte.
- No, no, no. Azzurra NO!-
Cerca di ammonirmi Marco. Avvicinandosi a me, ma gli altri ragazzi che ci circondano lo fermano.
- Marco tu devi tornare a Milano a finire i tuoi studi di avvocato. Non puoi rovinarti la vita a causa mia.-
- Ma Azzurra...-
Mi guarda implorandomi di tirarmi indietro ma ormai ho deciso. E' il mio migliore amico, non permetterò a nessuno di rovinare il suo futuro.
- E così sia. il ragazzo è libero di andare via, mentre tu ragazzina....-
Nick si avvicina senza nessun tentennamento.
- Tu farai parte del mio gruppo e non sarai il giocattolino dei miei ragazzi.-
Le ultime parole danno inizio a un boato di rifiuto alle mie spalle.
- Sarai il mio nuovo giocattolino.-
Mi accarezza la guancia, scatenando disgusto in me, nonostante la sua bellezza.
- Vedremo se saprai usarmi come giocattolino.-
Mi affermo a rispondere.
Si avvicina ancora di più fino a sentire il suo respiro sulla mia pelle.
- Amo le sfide ragazza.-
E dopo queste ultime parole, lo vedo allontanarsi con tutti i suoi amici, dopo avermi segnato sulla mano l'indirizzo al quale mi sarei dovuta presentare il giorno dopo.
- Azzurra.-
Mi chiama Marco. Dopo che tutti ormai sono andati via
- Si?-
- Guarda l'ora.-
Prendo il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni e lo noto: 00:00.
Che la mia nuova vita abbia inizio.
Angolo Autrice.
Il nome di Claudia è stato sostituito con Madison
Una storia tutta nuova. Che non ha per niente a che fare con il Klaroline. Dopo tanto tempo pensavo che fosse arrivato il momento finalmente di scrivere una storia vera. Una storia come quelle che solitamente si leggono qui su Wattpad.
(IL CAPITOLO E' STATO CORRETTO DALLA MIA FIDATISSIMA BETA QUINDI DA OGGI IN POI. BUONA LETTURA)
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