CAPITOLO 10 - ASPETTA E SPERA
La settimana era ripartita a pieno regime.
Solite corse da una parte all'altra della facoltà per seguire le varie lezioni, e tentativi disperati di ritagliarsi un po' di tempo per studiare. I corsi mi piacevano, anche se quel semestre erano particolarmente pesanti, ma io stringevo i denti e andavo avanti. Ero già arrivata a giovedì pomeriggio e i ragazzi li avevo sentiti solo tramite telefono o computer.
Matt, da quando aveva avuto il mio numero di cellulare, si divertiva ad inviarmi messaggi del tipo:
"Buongiorno, raggio di sole! " o peggio,
"Non mi pensare troppo, lo so che sono irresistibile, ma poi rischi di distrarti a lezione! <3" o ancora
"Hai per caso parlato di me alla tua fantastica amica? Così, tanto per chiedere. :)"
Sorrisi al pensiero che il mio amico non fosse a conoscenza del fatto di essere uno dei protagonisti dei miei racconti. Il problema era che dubitavo fortemente sarebbe stato felice di sapere l'opinione che Meg si era fatta su di lui.
Mi ero sentita anche con Henry su Facebook, scambiati i numeri di telefono, e messi d'accordo per vederci quel sabato pomeriggio per un giro in centro e un aperitivo. Adoravo sempre di più quel ragazzo ogni giorno che passava. Si divertiva a mandarmi foto del povero Andrew che era tutto concentrato su un esperimento di laboratorio e non si era accorto che il suo compagno di progetto, invece di aiutarlo, passava il tempo a fargli foto ed inviarmele con messaggi del tipo:
"Ingegnere in concentrazione, work in progress, si prega di non disturbare! Magari cambiasse idea e rivolgesse a me quello sguardo così estasiato invece che a quella dannata provetta! Sono geloso di una provetta, Ollie! :("
Ry, invece, da quando si era accorto che i suoi amici mi tampinavano sui social network, mi aveva semplicemente scritto:
"Perdona questi idioti, io ci vivo insieme e so di cosa parlo!"
Senza rendermene conto quei ragazzi pian piano stavano entrando a far parte nella mia quotidianità, e la cosa non mi dispiaceva affatto. Invece della scimmietta, ovviamente, non c'erano stati più segni di vita. Da quando era svanito con il furgone delle consegne non l'avevo né più visto né sentito. Ma stavo imparando a conoscere bene anche Luke. Sapevo che potevamo passare ore ed ore insieme solo io e lui, ma che poi spariva nel nulla senza lasciare traccia per un tempo indefinito, per riapparire infine quando meno te lo aspettavi. Era il suo modo di fare, e oramai cominciavo a capirlo.
Proprio quel giorno stavo uscendo dall'aula della lezione di Finanza Aziendale, pronta a dirigermi verso la caffetteria per fare ricaricare le energie con una buona dose di caffeina. Dopo l'ultima ora passata a parlare di option put e option call mi scoppiava la testa; necessitavo decisamente di un break.
Da una delle porte delle aule studio vidi spuntare quella zazzera di capelli ricci indomabili a me tanto familiari. Questa volta non mi sentii sopraffatta dal bisogno di scappare o nascondermi da lui, nessun timore, non ce ne era davvero più bisogno, bastava che tenessi la guardia alta.
Così, con passo spedito, mi diressi nella sua direzione, che nel frattempo si era fermato per fumare una sigaretta, e lo salutai. «Ehi ciao!»
Era tutto intento a controllare il cellulare, tanto che non alzò neppure lo sguardo. Credendo che non mi avesse sentita riprovai. «Che fai uomo della notte, di giorno non mi saluti, ma la sera mi importuni?» Staccò finalmente gli occhi dal suo telefono, andandoli a posare lentamente su di me.
"E viva la carenza di sonno, ragazzi!" Aveva delle occhiaie terribili o, per meglio dire, più del solito.
«Ehi, topino, ciao!»
Da quelle poche parole potei comprendere quanto fosse stanco, dal momento che non aveva il suo solito modo di fare che o era strafottente, o da matto da legare.
«Tutto bene, Luke? Mi sembri molto stanco» gli chiesi con tono apprensivo.
Stava per rispondermi, ma qualcosa alle mie spalle catturò la sua attenzione. Richiuse la bocca, decidendo così di non replicare. «Ci si vede in giro, Ollie.»
E dopo quel suo saluto sbrigativo, si voltò per dirigersi dall'altra parte verso i bagni. Lo vidi scomparire all'interno di essi dopo aver buttato il mozzicone di sigaretta spento a terra.
Ero nuovamente e per la centesima volta interdetta.
"Ma che diamine è successo?"
Mi voltai per capire cosa avesse causato quel cambio di atteggiamento nei miei confronti così repentino, e la risposta si palesò proprio davanti a me, venendomi incontro sotto forma del mio amore non corrisposto a causa della sua tendenza sessuale, del ragazzo che più di chiunque altro sulla faccia della terra ci avesse mai provato con me, e del cosiddetto amante delle provette.
«Ollieeeeee!»
«Amore Miooooo!»
«Oddio, ragazzi, calmatevi o non vi porto più a spasso!»
Le tre voci si susseguirono una dietro l'altra, mentre i loro proprietari mi giungevano dinanzi. Il primo a parlare era stato il bellissimo Henry. Il secondo, neanche servirebbe specificarlo, ovviamente Matt. E il terzo era quel santo uomo di Andrew, che cercava di tener buoni i suoi amici.
Henry mi circondò in un abbraccio caloroso, dando una spallata a Matt per anticiparlo, poi mi cinse la vita con un braccio, per marcare il territorio sul suo pseudo avversario. Non che tanto si stesse disputando una vera partita, ma il suo finto contendente parve accettare di buon grado la sfida con spirito belligerante.
«Henry, te l'ho già detto, stai nel tuo recinto! Lei è territorio mio, non azzardarti a toccarla!» Per enfatizzare la sua minaccia, Matt puntò il dito contro il suo ipotetico rivale.
«Amico, che ci vuoi fare, con lei mi piace sconfinare dal mio solito giardino. È davvero troppo carina per resisterle.» E per rincarare la dose, quel pazzo e bellissimo ragazzo al mio fianco, mi diede anche un bacio sulla guancia.
Io divenni rossa come un peperone fino all'attaccatura dei capelli. Per carità, sapevo che Henry stava solo giocando e non era per nulla interessato, ma io non avevo un contatto maschile così ravvicinato dall'era della pietra. Mettiamoci anche che suddetto contatto era racchiuso in 1 metro e 80 centimetri di bellezza italo-britannica, e a questo punto avevo bisogno di qualcuno che mi facesse aria in viso. Matt non parve per nulla contento di quel gesto, al contrario di me, e si mise le mani tra i capelli con fare esasperato.
«Come hai osato, maledetto! Ollie, luce dei miei occhi, vieni qui da papino. Non mi hai ancora salutato e io ho bisogno della mia dose quotidiana di abbracci» mi esortò, aprendo le braccia per invitarmi a raggiungerlo.
Un ghigno malefico mi si formò in volto.
Oh sì, avevo in mente proprio un bello scherzetto per l'ego del povero Matt, ma ci saremmo divertiti tutti.
«Hai ragione, che maleducata che sono. Ho salutato solo Henry e voi due vi ho del tutto trascurati, che cafona, perdonatemi.»
Matt si illuminò come un albero di Natale per la gioia, ma sapevo che nel giro di due secondi quello stesso sorriso gli sarebbe morto in volto. Mi sciolsi dall'abbraccio di Henry e mi diressi a braccia spalancate verso Andrew che sembrò un pizzico sorpreso. Ma la faccia che fece quando gli saltai al collo per una stretta veloce, per poi stampargli un lungo bacio sulla guancia, tenendogli il viso tra le mani, fu decisamente nulla al confronto della sorpresa iniziale.
«Ciao, Andrew, come stai?» dissi semplicemente, una volta che mi fui staccata da lui, con un sorriso a 32 denti.
«Uhm... benissimo... grazie... » Si toccò la guancia con la mano, come se non si capacitasse di quello che era appena accaduto.
Poi mi voltai verso Matt, che si era ripreso dallo shock iniziale all'istante, pronto anche lui a riceve la sua dose di baci ed abbracci. Invece, per sua sfortuna, mi avvicinai tranquillamente e gli diedi solo due pacche sulle spalle. «Ciao, ragazzone, tutto bene anche te?»
Andrew ed Henry scoppiarono a ridere come disperati, mentre l'oggetto del mio scherno mise il muso con tanto di labbro imbronciato.
«Non è giusto, stellina, non si fanno queste cose! Anche io volevo il mega bacio che hai dato ad Andrew. Perché a lui si e a me no» si lamentò, tenendo gli occhi bassi e riproducendo la stessa voce di un bambino triste a cui non avevano comprato il giocattolo che tanto voleva. Solo che l'effetto nel suo complesso era leggermente ridicolo, visto che più che di un ragazzo, stavamo praticamente parlando di un armadio.
Mi unii all'ilarità generale. «Perché Andrew fa il buono e se lo è meritato. Tu fai i capricci e quindi ti devo punire ogni tanto.»
«Ma non è giusto! Andrew non è buono neanche quando dorme! Fa finta! In realtà è il genio del male sotto mentite spoglie, te lo dico io che ci dormo nella stessa camera» protestò goliardico.
Mi voltai verso il presunto nuovo conquistatore del mondo, che mi stava sorridendo con fare innocente. «Non credergli, Ollie, è solo geloso perché non ha ricevuto il premio che ho ottenuto io» ribatté strizzandomi l'occhio.
Quel ragazzo era un mix di "bravo ragazzo che presenteresti ai tuoi genitori" e "sono cattivo se mi chiedi di esserlo". Peccato non essere attratta da lui. Per una volta andare a finire con un ragazzo simile, che non avrebbe fatto a brandelli il mio cuore e mi avrebbe trattato con rispetto e dolcezza, sarebbe stata una bella novità rispetto al passato.
«Allora ragazzi, che ci fate qui? Siete venuti a riprendere anche oggi Luke come due bravi genitori? L'ho visto proprio poco fa, credo che sia andato in bagno.»
«No, questa volta siamo venuti qui per studiare. A casa stavamo combinando poco e niente, quindi abbiamo deciso di cambiare ambiente per trovare più concentrazione, nella speranza che tutta questa cultura che ci circonda ci motivi» mi spiegò stancamente Andrew. Doveva essere stato un lungo pomeriggio anche per loro.
«E come sta procedendo? Funziona?»
«Proprio per un cavolo! Oggi non è decisamente giornata. Sarà Luke che ci ha contagiati tutti» rispose, Matt, sospirando rassegnato.
«Coraggio ragazzi, come si suol dire: "anche oggi si studia domani"! Comunque posso chiedervi che diamine di problema ha il vostro coinquilino con il genere femminile, o forse solo con me? L'ho salutato poco fa, ma poi è fuggito neppure avesse alle calcagna un branco di cani della finanza.»
Ero intenzionata a vederci chiaro su quelle continue fughe di Luke. Potevo capire l'ultima volta che mi aveva fatta uscire di nascosto dalla sua camere... be'... obiettivamente, non è che lo capivo molto neppure in quel caso, ma almeno in quella circostanza c'era l'attenuante che nessuno dei suoi amici sapesse che eravamo praticamente compagni notturni di serie tv, e che non volesse sorbirsi qualche battutina stupida tipica tra maschi. Ma questa volta davvero non c'era alcuna ragione al mondo per comportarsi in quella maniera!
«No, tranquilla, Luke è solo strano di suo. Tu non c'entri nulla. E da come torna le mattine dopo essersela spassata a casa di qualche tipa, io direi che non ce l'ha neanche contro il genere femminile» rivelò Matt in modo decisamente poco discreta.
"Non ci credo! Qualche matta ci va a letto insieme?"
Lo so che ora mi starete reputando una persona orribile per aver pensato una cosa simile, ma davvero quel ragazzo non era un bel vedere, ad eccezion fatta che per l'aspetto fisico, come constatato dalle mie indagini sul campo.
Beh, come direbbe Meg: "non si giudica mai un libro dalla copertina"; forse quel ragazzo era un Dio del sesso e io non lo sapevo, anche se, il solo pensiero, mi stava già facendo morire dal ridere.
«Capito, allora ha solo seri problemi di buone maniere. Ragazzi, vorrei fermarmi un altro po' con voi, ma ho una lezione che mi attende a breve e se non faccio il pieno di caffeina sarò una donna morta nel giro di un'ora, quindi ci dobbiamo salutare.»
Abbracciai per primo Henry, che mi ricordò del nostro appuntamento quel sabato pomeriggio. Poi passai ad Andrew, che questa volta non si fece cogliere impreparato dal mio abraccio, anzi, ricambiò con estremo entusiasmo, ammiccando anche nella direzione del povero Matt, a cui rifilai anche quella volta due pacche sulle spalle, ma non prima che mi avesse dichiaro nuovamente il suo amore, o il suo intento di guerra.
«Ricordati, Ollie, io non mollo! Mai! E tu principessa ti innamorerai di me e a quel punto mi pregherai per un abbraccio!»
Alzai gli occhi al cielo, ormai rassegnata all'irrecuperabilità di quel ragazzo, cominciando a dirigermi verso la caffetteria.
«Certo, Matt, aspetta e spera!»
Siccome sto avendo qualche difficoltà nella suddivisione dei prossimi capitoli, mentre questo era già bello che pronto, ho deciso di pubblicarlo subito! Dove scappa la scimmietta?!? E chi lo sa! Lo scopriremo solo vivendo. Visto che ormai molti di voi adorano Matt ed Henry spero vi siate divertiti in loro compagnia :) Vi avviso che dal prossimo capitolo la storia diventa un filino più... diciamo seriosa... ma sempre accompagnata dalla mia classica ironia a cui non potrei mai rinunciare! :) Quindi preparati per una serie di capitoli tutti dedicati alle avventure del topino e della scimmietta. (sembra più una fiaba strana per bambini detta così).
Ormai ho deciso di salutarvi ad ogni capitolo in una lingua diversa, perché come già detto, la monotonia mi annoia. La volta precedente è stato in inglese quindi no problem, anche con la lingua di oggi vado serena, anche se non la parlo più da qualche anno, per le prossime nel caso correggetemi voi perché io mi affiderò a Google Traduttore :D quindi...
AU PROCHAINE PYJAMA!
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