capitolo 9

No vi prego lasciatemi....
Dalia come hai potuto farmi questo, io mi fidavo di te e tu, tu mi hai buttato in mezzo gli squali. Mi fa un sorrisetto sornione "è questo ciò che ti meriti, almeno adesso smetterai di sentirti superiore", la guardo allibita "non mi sono mai sentita superiore a nessuno, credevo fossimo amiche ma almeno ti rendi conto di ciò che mi hanno fatto grazie a te". Si agita e inizia a camminare nervosamente "bhe non mi riguarda, e sai cosa mi mette di buon umore? Non puoi dire niente a nessuno sennò queste andranno dritte nel web", la guardo sconvolta come ha potuto farmi questo proprio lei che fino a ieri eravamo inseparabili......
Mamma "tesoro mio cosa ti succede sei cambiata e ormai un anno che non sei più la stessa"...... " Cosa no no non è possibile oh tesoro mio mi dispiace tanto".....
"Mamma sono a casa, mamma mamma no no ti prego non mi lasciare".....
"Ricordati che tu sarai per sempre mia", mi si accappona la pelle a sentire quelle parole....

Mi sveglio di scatto mi guardo in torno per capire dove mi trovo, e poi mi ricordo di essere nel mio nuovo appartamento, spero vivamente che il passato rimanga tale e di non dover ancora spostarmi da una città all'altra.

Mi alzo dal letto che sembro uno zombie, ho bisogno urgente di caffeina, così esco dalla mia stanza e mi dirigo in cucina. Apro lo stipite del mobile per cercare una tazza ne trovo una e credo non dispiacerà a nessuno se per oggi userò questa, così la afferrò. Mi giro per andare a preparare il caffè quando mi ritrovo un uomo dietro di me, urlo per lo spavento e mi cade la tazza spaccandosi in mille pezzi, lo sento bestemmiare e alzo lo sguardo e mi ritrovo il cretino che per due volte quasi non mi investiva.
"Fai attenzione cavolo la mia tazza preferita, adesso mi devi prendere una tazza nuova", poi mi guarda e aggrotta le sopracciglia e continua "e tu che ci fai in casa mia? Di la verità non riuscivi a starmi lontano", sorrido sarcastica alle sue parole, chi diavolo si crede di essere questo qui.
Gli punto un dito contro "tu chi ti credi di essere?? Se sono qui è solo perché il destino si diverte a giocare con me! Se avessi saputo che il mio conquilino eri tu, stai certo che sarei andata lontano chilometri".
Sorride alle mie parole "ah sì giusto, tu preferisci i damerini, i figli di papà". Lo fulmino con lo sguardo, poi mi giro e mi richiudo in camera, è inutile perdere tempo a parlare con quell'essere. Lo sento blaterare qualcosa ma neanche lo ascolto. Mi guardo allo specchio, ho delle occhiaie da far paura. Faccio una doccia veloce, poi indosso un tailleur rosso con una scamiciata color panna. Osservo i miei abiti e decisamente devo comprare qualcos'altro di professionale per il lavoro. Mi trucco in modo leggero, quanto basta a coprire le mie occhiaie. I capelli li lego in una coda alta, mi do un ultimo sguardo soddisfatta del risultato, prendo la borsa e esco di casa. Per fortuna non ho rivisto quello, devo andare via da quel appartamento, non riuscirei a convivere con quel coso, sento i brividi vicino a lui. L'unico problema e che adesso non ho i soldi per affrontare la spesa di un nuovo appartamento, ho già pagato la caparra e sicuramente se decido di lasciare la casa, la perderò. Però potrei trovare un secondo lavoro, per avere più soldi disponibili.
Completamente avvolta nei miei pensieri non mi sono nemmeno accorta di essere arrivata alla fermata della metropolitana, dove faccio il biglietto e salgo a bordo. Il mio bisogno di caffeina aumenta sempre più, appena scenderò dalla metro andrò a prenderlo in un bar. Intanto decido di mandare un messaggio a Joshua, così da vedere se è libero per venire insieme a me, ho una voglia matta di vederlo, sicuramente lui mi migliorerà la giornata. Inizio a cercare il telefono dappertutto ma senza successo, sicuramente l'avrò dimenticato a casa. Mi maledico mentalmente per essere così sbadata.

Durante il viaggio i miei pensieri vagano alla sera precendente, a quanto sono stata bene e spensierata, cosa che non mi succedeva da così tanto tempo. Mamma sicuramente Joshua ti sarebbe piaciuto, avrei tanto voluto averti al mio fianco, mi manchi ogni giorno. Anche il desiderio di sentire e vedere papà mi ha sfiorato tante volte, vorrei sapere come sta ma la paura mi ha sempre bloccato.

Sento una voce uscire dall'altoparlante e solo ora mi accorgo di essere arrivata, mi affretto a uscire dalla metro e mi avvio al bar più vicino. Dietro il bancone c'è una ragazza stupenda, dai lunghi capelli rosso vivo, gli occhi verdi smeraldo e un fisico definito ma asciutto.
Mi sorride e mi chiede cosa voglio ordinare, e io opto per un triplo caffè sperando che basti a darmi la giusta carica.

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