capitolo 11
Sospiro e ritorno alla realtà, è inutile pensare a ciò che è stato della mia vita ormai è passato e spero vivamente che rimanga tale. Nonostante siano passati tanti anni, solo il pensiero di Raul mi fa tremare dalla paura. Devo cercare di allontanare tutto il dolore che mi porto dentro se voglio riuscire a ricominciare, so per certo che Joshua, poco a poco guarirà le mie ferite.
Una commessa richiama la mia attenzione chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa, la ringrazio ma le dico che non ho bisogno di aiuto.
Mi concentro sul mio shopping, guardo tra i vari modelli di tailleur e ne prendo una buona quantità per provarli. Scelgo quelli che mi piacciono di più ed esco dal camerino per abbinare a ogni completo una camicia adeguata. Quando mi reputo soddisfatta dai miei acquisti mi dirigo alla cassa per pagare. In esposizione dietro al bancone a vari oggetti e i miei occhi ricadono su una tazza con su scritto "shhhh", "stai zitto" e "ora puoi parlare", in base al livello del caffè. Questa sicuramente è perfetta per me, poi mi ricordo del danno da me causato stamane al mio odioso conquilino, e nonostante non se lo meriti compro una tazza anche a quell'essere, ne scelgo una beige con disegnato Snoopy sulla scritta coffee.
Non appena finito di pagare tutto, finalmente mi dirigo verso la metro per tornare a casa. Non vedo l'ora di rientrare per farmi un bel bagno caldo, guardo buste ho pensato al mio outfit ma non ho preso nulla da mangiare, se troverò il negozio vicino casa aperto prenderò li qualcosa, ci manca solo che mangi la roba di quello la. Non appena la metro arriva alla mia destinazione faccio una corsa fino al supermarket, anche se non è l'ideale correre con i tacchi, una volta ero abituata a portarli praticamente sempre ma negli ultimi otto anni li ho evitati se non era strettamente necessario. Per fortuna quando arrivo di fronte al market è ancora aperto, cosi faccio una spesa veloce, il resto lo prenderò con più calma.
Appena entro in casa sento un profumo delizioso provenire dalla cucina, salto dallo spavento quando vedo una testa sbucare dalla cucina.
Metto una mano sul cuore e sbuffo irritata, lui in tutta risposta sorride.
"buonasera bambolina la cena è quasi pronta, sei arrivata giusto in tempo".
Roteo gli occhi e gli punto il dito contro.
"Punto primo non voglio sentire più quel nomignolo, lo odio e punto secondo cosa ti fa pensare che io voglia cenare insieme a te?".
In risposta il mio stomaco si fa sentire con il suo brontolio.
Lui alza un sopracciglio divertito "Bhe il tuo stomaco dice che hai fame".
Sospiro arrendendomi, infondo un minino lo devo conoscere visto che dovrò conviverci almeno finché non avrò la possibilità di andare altrove.
"Ok mentre mangiamo qualcosa possiamo mettere delle regole per la convivenza".
Sorride compiaciuto, lo guardo male e gli dico.
"togliti quel sorriso da ebete ho accettato solo perché ho veramente fame".
Annuisce "non ho detto nulla comunque io sono Charlie e tu sei?".
Mi stende una mano "io sono Alyssa", lo sorpasso senza stringere la sua mano e metto la spesa a posto prima che vada a male.
Poi mi ricordo della tazza che gli ho comprato e gliela porgo "tieni questa è per ripagarti della tazza che ti ho rotto".
Lui la guarda e alza le sopracciglia con un sorrisetto e dice.
"mi trovi carino come Snoopy".
Scuoto la testa e gli rispondo.
" No solo non ne ho trovato una con la scritta stronzo e ne ho preso una qualsiasi".
Sta per controbattere quando vede che sto posando la mia tazza e dice " Hey non è giusto quella è più bella".
Gli punto un dito e gli rispondo.
"E no quella non si tocca e mia".
Mi fa una smorfia e porta una teglia di lasagna sul tavolo e dal profumo che emana deve essere veramente buona. Ci accordiamo a tavola uno di fronte l'altro e iniziamo a battibeccarci sulle regole della casa, siamo come due poli opposti io dico bianco e lui risponde nero. A metà cena sentiamo il campanello suonare e Charlie va ad aprire.
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