capitolo 10
Mentre aspetto che la ragazza mi porti il mio caffè, do uno sguardo in giro e i miei occhi ricadono su un cartello pubblicitario di un negozio dove faranno i saldi, in occasione perfetta per fare shopping. Decido di passare a dare uno sguardo dopo il lavoro, così da rinnovare il mio guardaroba. Arriva la ragazza di prima con il mio caffè le faccio un sorriso per ringraziarla della sua cordialità. Poi finalmente mi posso dedicare interamente a gustarmi il mio bel caffè, sento il liquido scuro scorrermi nelle vene, mi sei mancato amico fidato. Senza una buona dose di caffeina mattutina non saprei come affrontare una giornata.
Non appena arrivo nel mio ufficio, trovo una marea di cartelle pronte ad aspettarmi. Faccio un respiro profondo e mi metto subito a lavorare, devo finire il prima possibile se voglio andare a comprare qualcosa.
A metà mattina mi sento già esausta, ci sto mettendo tutta me stessa, e sono al limite ho bisogno di una piccola pausa per riprendere le forze. Scendo nell'atrio dove ho notato una macchinetta per il caffè, non appena arrivo mi rivolgo alla segreteria del piano, le chiedo se è possibile usare la macchinetta per un caffè. Sento una voce alle mie spalle è quasi salto dallo spavento "signorina Vancamp, certo la macchina è li apposta per i dipendenti, venga lo prendiamo insieme". Le sorrido "volentieri grazie, ma la prego signorina McGill mi chiami Alyssa". Annuisce e andiamo verso la macchinetta. Sorseggio il mio amato caffè, Iris mi guarda un attimo poi dice "allora Alyssa, come ti trovi qui alla Torm?".
Poso la tazzina e le rispondo "benissimo è il posto di lavoro che ho sempre desiderato, e intendo dare il massimo per essere all'altezza dell'azienda". Mi guarda mentre finisce di prendere il suo caffè "sono sicura che riuscirà nel suo intento", le sorrido e le dico "grazie mille, adesso se mi scusi, tornerei su a lavorare", annuisce e poi ci salutiamo. Sembra una ragazza simpatica, ma ad avere amici rischi di esser pugnalata alle spalle. Come anche avere un ragazzo infondo, ma con Joshua voglio rischiare, era il mio sogno anni prima e lo è ancora oggi, non lo vedo capace di far del male a qualcuno, spero solo che riesca a rispettare i miei tempi, per approfondire la nostra relazione, non credo di esser ancora pronta a buon vero contatto, già mi costa tanto stargli accanto, baciarci e abbracciarci senza aver timore. Purtroppo Raul e il suo gruppetto mi hanno segnato in profondità e non so se è quando riuscirò a superarlo. Forse dovrei raccontare tutto a Joshua, così che lui possa capire la situazione, ma non so se riuscirò a farlo e una ferita ancora aperta, e mi fa un male micidiale, solo a pensare che per quello che è successo mia madre è morta, mi sento così incolpa.
Come entro nel mio ufficio mi chiudo la porta alle spalle e vorrei solo lasciarmi andare al dolore, ma mi faccio forza e mi metto a lavorare, penso a tutti i momenti belli insieme a mamma, i nostri picnic, le nostre passeggiate domenicali al parco per dare da mangiare alle papere, le nostre partire a risiko quante risate ci coalizzavamo contro papà.
Dopo cinque ore di lavoro consecutivo guardo il mio operato soddisfatta del mio lavoro. Così metto tutto apposto e lo porto ad Iris, quando mi vede con tutti i progetti finiti mi sorride "te l'ho detto che sei in gamba, per oggi se vuoi puoi andare, ci vediamo domani", le sorrido anche io "grazie mille a domani". Esco dal lavoro e prendo in mano l'indirizzo del negozio che ho avvistato stamani, arrivo all'indirizzo e guardo le varie vetrine in cerca di quello. Finalmente lo trovo ed entro, all'interno è vasto, visto da fuori non si direbbe che sia così fornito. Trovi di tutto dall'abbigliamento alle scarpe, dal casalingo ai detersivi.
Sfioro con le dita i tessuti dei vestiti appesi, e la mia mente inizia a vagare nei ricordi...
Flash back
Io e Dalia siamo al centro commerciale , del resto tutti i fine settimana andavamo insieme a comprare nuovi abiti da esternare durante la settimana scolastica. Le ragazze più in vista della nostra scuola, le volevo bene come se ne può volere a una sorella, ero figlia unica e i miei genitori mi accontentavano sempre su tutto, e io condividevo volentieri ciò che avevo insieme a Dalia. Ci divertiamo un mondo a provare i vari vestiti, specialmente quelli più strani, giusto per il gusto di ridere un po', infine compravamo solo quelli che effettivamente ci piacevano e che avrebbero attirato tutti gli sguardi su di noi. Credevo che era la mia migliore amica ma evidentemente non era la stessa cosa per lei.
Grazie mille a mattryandrogo, che mi ha aiutato alla realizzazione del capitolo, sei la migliore....
E poi chi volesse passate a leggere le sue storie sono fenomenali
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