6. Forse Non Tutto È Perso.
JENNIFER
Però è vero, mai far fare ad un uomo il lavoro di una donna.
So che hanno paura per la mia incolumità, ma si dimenticano che Azzurra e la mia migliore amica e che anche io come loro desidero che le torni la memoria.
Entrare nella villa senza destare sospetti non è facile, devo lavorare dastuzia e cercare di non farmi beccare.
Sono vicino alla villa e completamente, inesorabilmente circondata da guardie alte come torri con in mano dei fucili che farebbe scappare chiunque con un po' di sale in zucca.
Ma io, per la donna che ha cambiato in meglio mio fratello, sono pronta a fare di tutto.
Improvvisamente arriva un camioncino bianco, sembra essere uno di quei camioncini che al loro interno portano il catering per una festa.
Non so grazie a quale santo riesco ad entrare nel camioncino senza farmi vedere da nessuno, per una volta sembra che la fortuna stia dalla mia parte.
Prima che l'autista possa accorgersi di me, riesco a scendere come una super spia e a dirigermi verso una porta, non so dove porta ma si sa, tutte le vie portano a Roma.
Inizio a fare tre rampe di scale e ogni volta che un membro della servitù mi vede fingo di commentare uno dei magnifici dipinti che ci sono sparsi per il corridoio. Devo ammetterlo quel verme ha buon gusto.
Sto per superare l'ennesima stanza quando la vedo, con un bellissimo avito grigio che la fascia come una dea mentre si guarda allo specchio. Entro nella stanza di soppiatto e solo quando mi chiudo la porta lei si accorge della mia presenza.
-Chi sei tu. -
E sugli attenti esattamente come una madre che si mette in allerta pronta a tutto pur di difendere i suoi cuccioli.
-Non abbiamo molto tempo prima che venga qualcuno a prenderti per portarti alla festa. -
Mi avvicino a lei, la quale rimane orgogliosa. Solo per un momento ha vaccillato, e se né accorta, ora più che mai ha indossato la sua maschera per difendersi dal mondo esterno.
-Io sono Jennifer la sorella dello scemo che stasera ha pensato bene di intrufolarsi nella tua auto. -
Mi guarda e più i suoi occhi si concentrano sui miei lineamenti più rivedo in lei la vecchia Azzurra che sicuramente sta collegando il mio volto a quello di Nick.
-Immagino che tu come lui mi conosca. -
La sua risposta è tagliente e distaccata
mentre si mette seduta davanti la specchiera e inizia ad ondulare i suoi lunghi capelli.
-Si ti conosco, come tu conosci me e sto facendo veramente uno sforzo enorme a non buttarmi tra le tue braccia. -
Mi guarda in un modo strano come se qualcosa in lei si fosse improvvisamente acceso.
Forse un ricordo? Forse le mie parole hanno suscitato in lei un qualche ricordo? Se così fosse sono pronta a raccontarle tutto, fregandomene di quello che hanno detto i medici.
-Non so chi tu sia e ti chiederei gentilmente di andartene. -
Continua ad essere fredda come il marmo e impassibile come una bellissima bambola di porcellana. Non capisco perché tutto questo distacco di solito quando qualcuno perde la memoria ha un ardente desiderio di ricordare la propria vita.
-Non puoi fare sul serio, non puoi non desiderare di ricordare la tua vita con noi. -
Non so che cosa suscitano le mie parole in lei, ma dal modo in cui mi guarda capisco che non è nulla di buono.
-Sai cos'è successo non appena sei entrata nella mia stanza? Ho ricordato, ho ricordato te e altre due ragazze che mi mettete alla prova. Ho ricordato il momento in cui tu mi convinci ad indossare un cortissimo abito per partecipare ad una corsa, con l'intento di mettermi in imbarazzo davanti a tutti. -
Mi immobbilizzo sul posto, di tutti i nostri bellissimi momenti che avrebbe potuto ricordare, la sua mente gli ha riportato a galla l'unico ricordo in cui io mi dimostro per quella che non sono.
-Era un test, Azzurra, test che hai passato e azione che mi hai perdonato tanto tempo fa. -
Non vacilla, e non si scompone di una virgola.
-E l'unico ricordo che ho di te è mi basta. -
Sta per avvicinarsi alla porta per cacciarmi, finché non sentiamo dei passi avvicinarsi alla sua stanza.
Avrei dovuto dare retta a Nick e lasciare a lui tutti i complotti e le strategie. Sono sicura che adesso aprirà la porta e mi farà scortare via dalle guardie le quali, sotto l'ordine di Cristian, mi uccideranno.
Ancora una volta mi stupisce, mi prende per il braccio e mi chiude nel suo bagno.
-Io andrò via e tu uscirai dalla villa nello stesso modo in cui sei entrata. -
Vedo un barlume di paura, ma non per lei, ma per me. Eccola la mia bellissima Azzurra colei che è sempre pronta a tutto per le persone a cui tiene e a cui vuole bene.
-Non so chi sei ma ho la sensazione che se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei mai e poi mai. -
Chiude la porta e mi lascia sola con i miei pensieri che fanno di sottofondo alle voci di Azzurra e Cristian.
Mi basta sentire la porta della camera chiudersi per prendere coraggio uscire fuori e poi giù per le scale diretta alla villa ho tante cose da dire a Nick.
Forse non tutto è perso. La nostra Azzurra esiste ancora e sta combattendo come noi per poter emergere.
Anche se la domanda che mi pongo è: lei vuole veramente ritornare da noi?
Angolo Autrice
Scusate gli errori
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate attraverso un vostro commento.
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