5. Un Dolore Che Uccide.
NICK
Ero così vicino a lei, sembrava la stessa Azzurra che ho conosciuto un anno prima. La stessa tenacia, la stessa forza e testardaggine sembrava quasi che tutto si trovasse al proprio posto mentre ero accanto a lei.
Ma niente è a posto se lei sposerà Cristian. Odio quell'uomo con tutta la mia forza, come può farle questo non gli basta quanto la fatta sofforere in tutti questi anni?
Corro senza badare a nulla mentre con Oliver ci dirigiamo fuori città, nella villa dove tutti alloggiano, lontani da occhi indiscreti.
Ho rischiato tanto stasera entrando in auto con lei, quel bastardo manipolatore sicuramente mi avrà visto e ora mi cercherà per tutta Rio.
Ma non potevo rimanere in disparte a guardare, dovevo vedere con i miei occhi quanto la situazione sia critica, me la aspettavo peggio ma si sa al peggio non c'è mai fine.
-Ha chiesto di Joe. -
Oliver che è stato in silenzio per tutto questo tempo, parla dicendo l'unica cosa a cui avevo deciso di non dare retta. Lo guardo, vedo la sua preoccupazione, e poi mi concentro sul tragitto da fare.
-Quando lei sarà pronta gli diremo la verità. -
La mia voce e piatta, provo quasi gelosia per il fatto che lei si sia ricordata del suo ex per prima, invece di me.
-Tu non capisci. -
Oliver inizia ad alterarsi fino a sbattere la portiera dell'auto nel momento in cui parcheggio difronte la villa.
- Non si ricorda di nulla e di nessuno neanche di te che sei il suo grande amore, ma si ricorda di lui. Del suo angelo dalle ali nere. -
Lo guardo stando attento od ogni parola che esce fuori dalle sue labbra per capire dove vuole andare a finire con questa storia.
-Quando arriverà il giorno in cui dovremmo dirgli che Joe è morto, sarà anche il giorno in cui noi la perderemo completamente. -
Non dice altro, io non voglio ascoltare altro, per poi entrare in casa con la testa piena di pensieri che si accavallano.
-Com'è andata? Sta bene, si è ricordata di te, Cristian le ha fatto del male. -
Non appena entriamo nel salone Jennifer è la prima che mi riempie di domande senza dare il tempo a me e Oliver di riferire come stanno le cose.
-Calmati sorella, falli respirare. -
Interviene Samuel ansioso anche lui nel sapere come stanno le cose.
Vorrei stare con lei in questo momento, tenerla stretta tra le mie braccia, aiutarla a fuggire da quel mostro che gli sta riempiendo la testa di stronzate, invece sono qui a dover spiegare quello che è successo.
-La situazione è più dura di quanto mi aspettassi ma non irrimediabile, dobbiamo solo lavorarci più del dovuto. -
-Come vorresti fare, Cristian la riempita di guardie del corpo, e impossibile arrivare a lei senza farsi beccare e ammazzare. -
Lo vedo che Oliver vorrebbe pensare positivo ma ha ragione, dobbiamo trovare una soluzione.
-Potrei entrare in casa da nascosto e cercare di parlare con lei. -
La voce di Jennifer stona con i miei pensieri.
-Cosa pensi di poter fare Jennifer, lei non si ricorda di nessuno. -
Samuel mi ruba letteralmente le parole di bocca.
-Cristian la terrà sicuramente lontana da persone che possano mettergli dei dubbi o che possano involontariamente farle scattare qualche ricordo. -
Jennifer ha ragione ma non ho intenzione di metterla in pericolo.
-Non se ne parla, devi rimanerne fuori. -
Già rischio di perdere una delle due donne più importanti della mia vita, non ho nessuna intensione di perdere anche l'altra.
Esco dalla stanza, l'aria al suo interno era diventata ormai troppo pesante.
-Se Joe fosse ancora vivo, sarebbe riuscito a suscitare in lei qualche ricordo. -
La voce triste di Oliver mi porta a voltarmi verso di lui che rimane fisso a guardare il panorama, che si può vedere oltre la maestosa finestra.
Mi fa male il fatto che secondo tutti Joe sarebbe riuscito dove io in questo momento sto fallendo.
E vero che ha conosciuto prima Joe, ma è anche vero che ha sempre dichiarato di non averlo mai amato come ama me.
Non rispondo non posso farmi abbissare dal malessere, devo reagire, devo farlo per lei.
Ormai è notte inoltrata eppure non riesco a dormire, la rivedo correre come la regina che è con me al suo fianco, sembra tutto perfetto tranne che per un particolare, lei non si ricorda di me non ricorda nulla della sua vita con me.
Fa male, tremendamente male e un dolore che inizia dal cuore, prende tutto il corpo e poi ritorna al cuore esattamente come funziona la circolazione sanguigna.
Dal cuore alla periferia e dalla periferia al cuore.
E un dolore che ti consuma che ti blocca la salivazione che ti fa contorcere lo stomaco e che in fine ti fa piangere. E un dolore che ti inganna, ti fa credere che piangendo
ti sentirai meglio ma invece non è così, ti fa sembrare semplicemente patetico hai propri occhi.
Dovrei cercare di pensare come lei, dovrei chiedermi: Che cosa farebbe Azzurra se si trovasse lei nella mia situazione?
Ci penso e ripenso, mi chiedo che colpo di genio avrebbe lei se fossi io quello senza memoria, senza alcun ricordo, allontanato involontariamente dalle persone che amo e che mi amano a loro volta.
Ed eccolo l'interruttore che scatta e la lampadina che si accende.
Mi butto dal letto come se mi stesse per ingoiare dalle fiamme, esco dalla stanza correndo come se fosse una questione di vita o di morte, pensandoci e proprio così.
Entro nella stanza di mia sorella ed è completamente vuota, cerco nel suo bagno personale, niente.
Scendo di sotto, guardo in cucina nel salone addirittura nel giardino, ma nulla.
-Che succede? -
La voce di Oliver mi porta a voltarmi verso di lui, il mio volto sconvolto e spaventato sembra che parli per me.
-Mia sorella sta per fare la più grande stronzate della sua vita. -
Mi guarda, per pochi secondi sembra che non capisca che cosa intendo dire, poi arriva anche lui alla mia stessa conclusione.
-È andata da Azzurra. -
Angolo Autrice
Scusate gli errori
Ed ecco un nuovo capitolo, secondo voi Joe è veramente la chiave per riuscire a far ritornare la memoria alla nostra amatissima Azzurra?
Ditemelo nei commenti.
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