3. Il Mio Mondo

Ho passato il resto del pomeriggio stesa sul letto a ripensare alle ultime ore, l'incontro con il misterioso ragazzo, le parole di Cristian questo misterioso Marcus che sembra conoscermi bene e poi a quel piccolo flesch di ricordi che la mia mente ha voluto mostrarmi.

Prendo il portatile che si trova sul comodino e faccio qualche ricerca sulla perdita di memoria, so che è inutile cercare informazioni ma forse posso trovare qualcosa che mi possa aiutare a riportare a galla tutti i miei ricordi.
Ho così tanto bisogno di ricordare in questo momento.
Google dice che vedere o percepire anche solo toccare qualcosa che per noi era importante prima della perdita di memoria può aiutare a recuperare un po' alla volta i ricordi.
Questo non fa altro che chiedermi che importanza può avere per me questo Marcus per aver portato la mia memoria ad attivarsi dopo mesi di stembai.

Guardo l'orologio difronte a me mancano solo tre ore prima di uscire con Cristian. Mi alzo mi lavo e in intimo mi dirigo all'armadio. Per quanto mi sforzi non riesco a riconoscere questi vestiti come miei, sono nuovi ancora con l'etichetta mai indossati. Mi sorge spontaneo chiedermi dove siano i miei vestiti, ma pian piano sto imparando a non fare domande e darmi il tempo affinché i ricordi tornino e mi diano tutte le risposte di cui ho bisogno.

Sfinita dal guardare, come una scema, tutti questi vestiti decido di indossare un vestito di pelle nero con delle calse scure e un paio di décolleté nere.
Mi guardo allo specchio mentre sono intenta a pettinarmi, mi chiedo se per il posto in cui mi porterà Cristian se vado bene, ma alla fine non me ne importa più di tanto. Mi guardo, mi ammiro mi vedo bene e mi sento bene con me stessa.

Mi guardo, tiro giù i capelli e poi rialzo le testa un capo giro e poi dei flesh si fanno avanti.

-Sei veramente sexy bimba. Ma la prossima volta copriti di più.-
Mi guarda nuovamente, ma si concentra maggiormente sulla mia pelle scoperta.
-Coprirmi di più? In confronto alle altre io sono più che coperta.-
Gli mostro le altre ragazze che indossano delle gonne quasi inesistenti.
-Tu fai quello che dico io. Punto.-
E' serio. La sua voce è come quella di un dittatore che impone. Non posso dire nulla. Farò quello che dice purché mi lasci stare.

Il respiro mi manca, il cuore batte come un pazzo e la testa mi gira come se fossi appena scesa da una giostra.
E strano il viso del ragazzo era limpido, chiaro al punto da avere stampati in testa i suoi intensi occhi verdi.
Mi sento spaesata, persa, vorrei restare a casa ma sento che ho bisogno di andare se voglio avere altre informazioni sulla mia vita.

-Sei pronta... -
La voce di Cristian mi arriva sicura e imponente mentre lascia i documenti sulla sua scrivania e alza lo sgurgo per fissare i suoi occhi su di me.
Mi guarda, sembra quasi vogliosi di urlare ma al contempo vorrebbe salutarmi addosso.
-Sei stupenda ma sarò costretto ad aumentare la sicurezza stasera. -
Mi sorride mentre si avvicina e mi bacia, gli sorrido solo per non fargli notare quanto la cosa mi dia fastidio.

Fa segno alle guardie di preparare la macchina e di seguirci.

È mezzanotte quando arriviamo in uno spiazzale pieno di gente che non appena vede la nostra auto si sposta e cerca di guardare all'interno ma grazie hai vetri oscurati non vedono nulla all'interno.
-Dove siamo? -
Guardo Cristian alla ricerca di una risposta lui mi guarda, prende la mia mano me la bacia e poi mi sorride.
-Siamo nel tuo monto, regina delle corse. -
Lo guardo non capendo le sue parole, finché la macchina non si ferma e l'autista mi apre lo sportello.

E tutto completamente pieno di auto da corsa, una più bella dell'altra, una più veloce dell'altra e tutti sembrano pronti a far vibrare i loro motori.
È strano ma Cristian ha ragione mi sento a casa, come se io appartenesse a questo mondo.
Mi guardo in torno come se cercassi qualcuno, ma non riconosco nessuno.

Cammino tra la folla che mi guarda come se improvvisamente mi fosse spuntata una seconda testa.
-Perché mi guardano tutti? -
-Perché in Italia eri conosciuta come la regina delle corse, stessa cosa a Los Angeles. -
Mi fermo sui miei passi e lo guardo incredula.
-Los Angeles? -
Mi guarda quasi pentito di avermi dato questo particolare in più.
Non mi risponde mi fa solo segno di seguirlo verso una Ferrari rossa fiammeggiante.
-Guidala-
Lo guardo e poi guardo la macchina e poi mi concentro sulla gente che pian piano si sta avvicinando verso le auto pronte a dare inizio alla gara.

-Vuoi che io corra? -
Annuisce e stranamente non mi sento agitata anzi mi senti pronta a portare questa macchina al massimo.
Di istinto mi sento di volerlo baciare ed è quello che faccio. Volontariamente, senza che nessuno mi obblighi lo bacio come non ho fatto da quando ho perso la memoria. Entro in auto e mi dirigo verso la pista, tutti sembrano un po' in allerta non appena mi vedono arrivare. Non sento di voler dare importanza a chi mi sta intorno ma solo alla macchina che sto guidando e alla gara. Vedo Cristian sorridermi da lontano prima che una donna poco vestita si pone nel mezzo, tira fuori il regisento bianco e sorridente come una vera zoccola, appena uscita da un porno, solleva la mano in aria e tutta sorridente inizia a fare il conto alla rovescia.

Pochi micro secondi e sento lo sportello dall'altro lato aprirsi una figura maschile entrare e poi richiudere, ho il tempo solo di voltarmi vedere chi si è seduto al mio fianco e do gas, con il cuore che mi martella e lo stomaco contorto, non per la gara, non per i miei avversari, non per la velocità a cui sto andando ma a chi si trova al mio fianco.
-Sono Nick Morgan e noi dobbiamo parlare. -

Lo guardo, guardo la strada e mi basta poco per capire che sarà una lunga gara.

Angolo Autrice
Scusate gli errori
Nuovo capitolo, non dimenticatevi di scrivermi e dirmi cosa ne pensi e cosa secondo voi succederà.

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