14. Teatrino
Sono cinque notti che vedo nei miei sogni quell'ombra e come se dovessi ricordare obbligatoriamente, perché importante ma non ci riesco sono bloccata. Come se un determinato ricordo doloroso non volesse farsi avanti, troppo traumatico troppo doloroso per la mia povera mente ancora confusa.
Ora più che mai desidero ricordare, ora più che mai inizio a capire di chi posso oppure non posso fidarmi, ma non posso più cercare di rimettere a posto i pezzi con un quaderno con sopra stracci dei miei ricordi.
Ho letto diversi libri e ho compreso che se un trauma mi ha cancellato la memoria solo un trauma può donarmi di nuovo i miei ricordi.
Eppure mi continuo a chiedere se Nick e gli altri sono qui per salvarmi perché con loro non sono venuti anche i miei genitori?
Inizio a credere che forse i miei genitori sono morti altrimenti non si spiega.
-A cosa stai pensando. -
È comparsa dal nulla senza fare il minimo rumore oppure semplicemente sono troppo presa dai miei pensieri per pensare a quello che mi circonda.
-Hai miei genitori. Mi chiedo se il motivo per cui non siano qui e perché sono morti. -
La guardo mentre scuote la testa e mi si avvicina.
-Loro sono vivi e non vedono loro di riaverti con loro ma non sono potuti venire perché dovevano sistemare delle cose per il tuo rientro. Quando Cristian ti ha portato via, molte cose sono cambiate. -
Vorrei sapere di più molto di più, per quanto la prima impressione su Serena non sia stata delle migliori ora sento che forse posso dargli un po' della mia fiducia, solo un po'.
-Non puoi dirmi qualcosa in più? Tutti non fate altro che darmi briciole di ricordi io voglio di più. -
Mi sorridi e mi accarezza la guancia come una sorella maggiore.
-Tu sei una campionessa, sei forte, sei quello che tutte vorrebbero essere ma che solo tu sei. Ricorderai Azzurra senza l'aiuto di nessuno ma solo con le tue forze. -
Resta nella mia camera per aiutarmi a vestirmi, questa sera ho deciso di andare ad un altra corsa clandestina, senza chiedere il permesso senza farmi vedere da nessuno. Se Nick e il misterioso ragazzo riescono a entrare e uscire dalla villa a loro piacimento posso riuscirci anche io.
Decido di vestirmi con una minigonna di jeans e un semplice maglione bianco, non voglio essere sexy, non voglio essere desiderata semplicemente comoda.
Arriviamo alla corsa con l'auto di Serena. Uscire dalla villa non è stato facile ma ora sono qui e sono pronta a godermi questa mia evasione temporanea.
Le auto sono lucide come specchi e i motori rombono pronti a dimostrare la loro potenza indiscussa.
-Vuoi correre stasera? -
Dovevo immaginare che lui sarebbe stato qui.
-No Nick stasera non ho voglia di guidare. -
Non sono venuta qui per dimostrare qualcosa, avevo solo voglia di cambiare.
-allora stai al mio fianco mentre corro. -
Mi prende per mano e mi avvicina ad un auto una Ferrari bianca con rifiniture colore oro.
Non ho detto si, non ho detto no ma sembra che lui sa sempre quello che desidero prima ancora di me.
Siamo sulla linea di partenza tutti che guardano davanti a sé ed io che guardo Nick concentrato.
Ma non sembra concentrato tanto su come andrà la corsa, più che altro su qualcosa che deve accadere durante questa corsa.
Parte tutto ad un colpo mentre sono concentrata nei miei pensieri.
Corre, corre per qualcosa che non è vincere. Corre come se lo facesse per me.
-Puoi correre quanto vuoi ma questo non mi farà ritornare la memoria. -
Lui non si volta a guardarmi sembra concentrato sulla strada.
Guardo il conta chilometri, troppo troppo veloce per questa strada.
-Nick rallenta. -
Inizio ad allarmarmi, che intensione ha quello di farci uccidere per caso?
-Non riesco più a controllare la macchina. -
Lo sento il terrore nella sua voce, non è uno scherzo. Ha veramente perso il controllo dell'auto.
Il panico mi assale mentre lui invece sembra di essere il più calmo possibile.
-Che cosa facciamo? -
La mia voce trema mentre lui stringe il volante così forte da far diventare le sue mani bianche.
-Restiamo calmi e cerchiamo una soluzione. -
Respiro mi faccio forza cercando di capire cosa posso fare.
Poi le mie mani si muovono da sole. Prendo un cavo dalla mia borsa collego un lato al mio cellulare e l'altro lato all'auto.
-Che cosa stai facendo. -
-Non lo so ma spero che ci salvi la vita. -
Ad un tratto sul mio cellulare inizia a uscire una schermata di numeri le mie dite si muovono autonome senza che io possa capire veramente quello che sto facendo.
La lancetta del conta chilometri inizia a scendere molto lentamente ma non basta.
-Fammi prendere il controllo dell'auto. -
Mi guarda scettico metre mi tolgo la cintura e gli faccio segno di scambiarci di posto. Ma non sembra infastidito dalla cosa.
Prendo il controllo dell'auto,digito qualche codice sul cellulare prima che un allarme non mi costringe a ritornare con gli occhi sulla strada.
Corrugo la fronte vedendo davanti a me la strada libera e non vedendo nessun auto su di me, siamo veloci ma non così tanto da aver seminato gli altri così tanto da non vederli dallo specchietto retrovisore.
Guardo il mio cellulare che mostra i volti di tre persone che riconosco.
Tutto diventa chiaro. Non ho visto paura nei suoi occhi, non ho visto resistenza quando gli ho detto di scambiarci di posto.
Faccio un grosso respiro prima di puntare con l'auto uno dei muri che costeggiano la via.
-CHE CAZZO FAI-
Urla cercando si prendere il volante ma lo spingo via.
Manca meno di un metro prima di schiantarsi sul muro quando improvvisamente senza che io faccia nulla l'auto si ferma provocando un forte stridulio e puzza di plastica bruciata.
Scendo dall'auto sbattendo lo sportello ferocemente iniziando a tornare indietro facendomi la strada a piedi.
-Dove stai andando? -
Mi raggiunge mi prende con forza il polso e mi volta verso di lui.
-Lontano da te e quei falsi dei tuoi amici. -
La mia voce e rabbiosa crudele ma anche ferita anche se al momento non ho nessuna intensione di farlo notare.
-Cosa stai dicendo. -
Prendo con furia il mio cellulare e lo sbatto con forsa sul suo petto.
-La tua auto non ha mai perso il controllo erano loro ad averlo-
Guarda il mio cellulare che vede Jessica, Oliver e Kevin ripresi dalla webcam del computer che hanno usato per controllare tutto questo teatrino.
-Posso spiegare. -
Cerca di fermarmi ancora una volta ma un auto uscita dal nulla si pone davanti a noi.
Il finestrino si abbassa quello che basta per farmi capire che posso fidarmi.
Entro in auto nonostante Nick cerchi di impedirmelo.
Pensavo di potermi fidare di lui ma ancora una volta mi sento delusa e felice di non avere tutti i miei ricordi.
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