CAPITOLO 38 - SONO PRONTA A CORRERE CON LE MIE GAMBE
AVVISO: Per chi non se ne fosse accorto, ieri sera ho pubblicato uno dei due capitoli promessi per oggi. Nel caso vi basterà tornare indietro. ;) Buona lettura a tutti!
«Allora, la iniziamo sì o no questa seduta di psicoterapia?»
Dopo la giostra di avvenimenti che si erano susseguiti incessantemente nelle ultime ventiquattro ore, dire che necessitavo di uno dei miei classici meeting su Skype con Meghan mi sembrava il minimo.
Lei era ripartita all'alba il giorno dopo la laurea, a causa di un incontro che avrebbe avuto con il suo relatore quel pomeriggio, di conseguenza non avevamo avuto modo di parlare nel dettaglio di ciò che era successo il giorno prima, ma finalmente ci eravamo riuscite a ritagliare un momento solo per noi.
«Altro che seduta, Meg, qui ci serve un equipe medica, ancora meglio se mi fate ricoverare direttamente!»
«Sei sempre la solita esagerata, non è andata poi così male la serata! Abbiamo assistito a due uomini che si sfidavano a duello per te sotto gli occhi di tutti, e ti avverto che Henry probabilmente ne vorrà fare un adattamento cinematografico di quella scena. E poi finalmente ti sei baciata il bel francese, il che vuol dire che la nostra amicizia è salva!»
Al solo ricordare del bacio di quella sera, mi presi la testa tra le mani nel tentativo di schiacciarmela da sola.
"Sono una perfetta idiota! Mi ci mancava solo qualche altro casino in più ad ingarbugliarmi ulteriormente i pensieri!"
C'era da dire che Ale aveva mantenuto la parola data: il giorno dopo, quando era ripartito, si era comportato normalmente come nulla fosse successo, salutandoci semplicemente con la promessa di rivederci di lì a una settimane, per iniziare il nostro viaggio in giro per l'Europa.
«Dimmelo, Meg, dimmelo! Dimmi che sono una cretina!»
«Ollie, sei una cretina perché ti rimproveri per aver baciato un tipo bellissimo, che ha preso un aereo per venire alla tua laurea, soprattutto tutto ciò dopo che avevi visto il tuo ex che stava per baciare un'altra e che ti ha anche rovinato il giorno della tua festa. Sì, per tutti questi motivi sei una perfetta cretina!» sbattei ripetutamente la fronte sulla superficie in legno della mia scrivania per autopunirmi.
Io erano giorni che mi incolpavo per quella manciata di secondi di debolezza, ed invece la mia amica continuava a volermi far vedere le cose sotto un' altra prospettiva.
"Meritavo di essere rimproverata per il mio comportamento, non compresa!"
«Ollie...» sospirò esausta dal mio continuo auto flagellarmi. «Certe volte devi ricordarti che sei umana, e che puoi commettere quelli che tu definisci errori, specialmente se ci sono dietro una serie di eventi che ti ci hanno condotto.»
«Va be', lasciamo stare questo argomento. Tanto lo so che stai già scegliendo il mio abito da sposa per il mio futuro matrimonio con Alexandre nella tua testa, quindi è inutile continuare quando parli per partito preso!»
«In realtà ho già scelto anche la location, la chiesa, i colori del matrimonio, gli abiti delle damigelle ed il menù. Se vuoi puoi scegliere la canzone del vostro primo ballo insieme, sempre se quella non l'abbia già decisa Henry.» cercò di buttarla sul ridere, anche se io in quel momento tutto avevo voglia di fare tranne che scherzarci sopra.
"Perfetto! Perfetto davvero! Avevo un matrimonio organizzato alle spalle, proprio io che l'istituzione del matrimonio mi faceva venire l'orticaria."
«A questo punto sposatevici voi con Ale, faremmo decisamente prima!»
«Non lo dire ad Henry, lui prenderebbe subito il tuo posto, e francamente un pensierino ce lo farei anche io, a differenza tua!» il sorrisetto sfrontato che fece capolino al di là dello schermo del mio computer, mi fece capire che era decisamente il caso di chiudere la questione Alexandre per ora, o avremmo continuato all'infinito con domande del tipo: "che bomboniere vuoi?"
«Ok, basta così! Ti prego parliamo d'altro!» la supplicai, nella speranza di avere un attimo di pace.
«D'accordo, che hai intenzione di fare con lo stronzo - sociopatico - possessivo - spara cazzate - con disturbi della personalità - Luke?»
"Ok, mi rimangio tutto! Il matrimonio non mi fa poi così schifo come pensavo, torniamo a quello!"
«C'è una domanda di riserva? Posso chiedere l'aiuto a casa? Il cinquanta e cinquanta? Qualunque cosa mi sta bene.»
«No, niente aiutini questa volta. Sei tu la sola che può dirmi cosa diamine sta succedendo e, cosa più importante, se hai preso una decisione in merito a quella "questione"» mimò il gesto delle virgolette con le mani, come se quell'argomento fosse un affare di stato top secret.
In realtà all'inizio lo era. Avevo chiesto a lei e ad Henry di non parlarne con nessuno fino a quando non avessi preso una decisione. Gli unici altri informati in merito erano i miei genitori ed Ale, il quale forse era l'unico a comprendere alcuni dubbi che avevo.
Tuttavia, dalla sera della mia laurea, avevo preso la mia decisione, comprendendo che quella era la strada giusta da percorrere.
«Sì, ho deciso, Meg!» accennai un mesto sorriso, che lei interpretò subito nel modo giusto.
«Lo sapevo che saresti ripartita alla fine!»
Ebbene sì, quando a Settembre ero rientrata in Italia, avevo fatto domanda per un secondo anno di Erasmus a Londra, ed era stata accettata. Non sarei partita prima di giugno, quindi il piano era di fare alcuni esami del primo anno di magistrale qui, appena tornata dal mio viaggio di un mese in giro per l'Europa, e poi completare quelli rimanenti all'estero. Avevo anche in mente di chiedere la tesi di laurea in qualche altro paese, ma quella era ancora un'ipotesi da vagliare più in là nel tempo. Essenzialmente avrei trasferito del tutto la mia vita in pianta stabile per il prossimo anno in Inghilterra, tornando solo per le festività.
«Ci ho pensato a lungo e, per quanto suoni egoista, mi manca Londra... mi manca la pace che avevo lì... mi manca la persona che ero! Mi mancherete anche tutti voi naturalmente, ma so anche che questa faccenda non può più andare avanti. Stiamo rischiando di distruggere la bella amicizia che si è creata nel nostro gruppo per questo tira e molla che c'è tra me e Luke, e io non sono disposta ad accettarlo!»
I grandi occhi verdi della mia amica si tinsero di un filo di tristezza; non voleva che me ne andassi per porre fine a tutto il casino che si era venuto a creare, ma sapeva anche che la mia scelta non dipendeva solo da quello: vi era dietro anche la mia necessità di mettermi in gioco, di viaggiare, di ampliare i miei orizzonti e fu per tutte queste motivazioni che non mi rimproverò.
Avevo costantemente la necessità di allargare sempre di più i miei orizzonti, di non restare intrappolata in un'unica dimensione, me ne servivano almeno tre per esplorare a pieno me stessa e riempire la mia vita di nuove scoperte, come mi aveva insegnato mia nonna.
«E tu sei pronta? Intendo a mollarlo del tutto, a chiudere per sempre questo capitolo e ad andare avanti?»
Qui arrivava la parte difficile, ma ormai non avevo più bisogno dell'incoraggiamento e dell'aiuto altrui, o per lo meno non sempre, sapevo quello che devo fare su quel fronte, mi era tutto chiaro dopo quello che era avvenuto la sera prima.
«Non ancora, ma a breve lo scoprirò!» sentenziai, alzandomi dalla sedia girevole imbottita su cui ero seduta, sotto lo sguardo perplesso della mia amica.
«E che diamine vuol dire questo, scusa?»
«Che io lo amo ancora, Meg! Questa è la schifosa verità! L'ho sempre amato, anche quando ero a Londra, anche quando sono tornata. Mi sono solo sforzata di far finta che tra me e lui non ci fosse più nulla, ma lui c'è sempre stato. E non ho intenzione di partire senza avergli detto tutto. Il non parlare chiaramente tra di noi ha portato solo a tutto questo disastro. Basta segreti, ora non si scappa più!»
Temetti di dover chiamare un medico a breve per far rianimare Meghan; era talmente sconvolta dalla mia confessione da aver perso colore in volto.
«Non ci credo! È finalmente arrivato il giorno in cui ammetti le cose da te senza che io ti martelli per un' ora di fila prima di strapparti la verità? Guarda che in parte mi piace il mio ruolo di rompi scatole!»
Contraccambiai il sorriso che mi stava arrivando da chilometri di distanza, chinandomi sul portatile pronta per chiudere la chiamata.
«Stai tranquilla, Love, quel ruolo sarà sempre e solo tuo. Ma per alcune cose sono pronta a correre da sola con le mie gambe!»
«E allora che stai aspettando, Ollie?!? È l'ora di correre!»
Abbassando lo schermo del mio computer, pensai che quella fosse un' ottima giornata per farsi una corsetta per le vie del centro come ai vecchi tempi.
Ed ora cosa succederà? La resa dei conti è ormai giunta! Ma forse prima c'è qualcuno che ha qualcosa da raccontare... tipo la nostra scimmietta. Come vi ho più volte ribadito non saranno rispettate le classiche date standard di pubblicazione, sicuramente sarò più celere di prima ora che siamo quasi alla fine, quindi ci vediamo presto.
Ed ora i saluti... oggi torniamo in Sicilia...
NI VIREMU O PROSSIMU PIGGIAMA!
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