Capitolo 05

Quella mattina mi svegliai di soprassalto nel mio letto.

Su una cosa aveva ragione Charles, le voci nella testa.

Le sentivo sempre quando dormivo. Riuscivo a controllare il mio potere durante il giorno, mentre ero operativa.. ma durante la notte era tutta un'altra storia.

Sentivo e vedevo persone che nemmeno conoscevo, urlare e disperarsi per solo dio sa cosa.

Erano in difficoltà e io provavo in ogni modo ad aiutarli, senza risultato. Era come se qualcosa mi risucchiasse via, e poi mi svegliavo, sudata e preoccupata, come le persone nei miei sogni.

Charles corse entrando dalla porta, seguito dietro da Erik ed Hank.

-Raph Raph va tutto bene calmati.- disse lui sedendosi subito accanto al mio letto tenendomi la mano

-Va tutto bene Charles, è stato meno pesante questa volta.- risposi regolarizzando il respiro

Charles spostò lo sguardo sui suoi compagni, lo feci anch'io.

Il mio sguardo rivolto solo su Erik, che mi fissò per qualche secondo e poi andò via.

Abbassai lo sguardo e poi deglutendo mi alzai.

Si fecero le 07:00 del mattino e già la scuola era tutto un movimento. Mi feci una doccia veloce e poi scesi ad allenarmi.

Nella mia solita postazione non trovai Raven, come ogni Venerdì.. trovai Erik.

-Cosa ci fai tu qui?- domandai, anche se già sapevo cosa stesse facendo

-Non si vede? Ti alleno.-

-A fare cosa a dare un pugno? Quello so farlo- risposi sfacciatamente sorridendo

-No io non credo- rispose lui facendo altrettanto

Iniziammo a lottare subito dopo aver fatto un minimo di riscaldamento, nei primi due minuti tutto bene, poi le cose si fecero più pesanti.

Erik mi buttò a terra girandomi dal polso, più volte.

Arrivai ad un livello così tanto estremo che decisi di arrendermi, nonostante non fosse nella mia natura.

-Erik vacci piano- ribadì gelosamente Charles

-Difendi la tua ragazza Xavier?-

-No Lehnsherr difendo la mia bambina. E' cresciuta in questa scuola, l'ho trovata che aveva..-

-Nove anni, ma che casualità.- Disse sorridendo acidamente allontanandosi dal campo.

Io mi rialzai con fatica, Charles cercò di aiutarmi e di parlarmi ma io era come se non mi fossi neanche accorta che c'era.

Feci una piccola corsetta verso Erik chiamandolo, ma lui non si scomodò a fermarsi.

Arrivammo vicino il lago e poi riuscii a catturare la sua attenzione

Lui si girò sbuffando, come se fosse infastidito dalla mia presenza

-Si può sapere che hai? Non mi sembra di aver fatto qualcosa di male..-

-L'hai fatta invece.-

-E cioè? Se sei ancora seccato per la scorsa volta ti ho già chiesto scusa non penso ci sia bisogno che...-

-Ti sei arresa Rowanne!- Disse urlando

-Ti sei arresa proprio nel momento in cui stavi dando il tuo massimo! Sai cosa succede se ti arrendi in battaglia? Niente! Non ci sarà nessuno a dirti "Okay la prossima volta mettiti sotto" perché li se ti arrendi muori!-

Lo guardai sconcertata della sua reazione, che tenesse così tanto all'istruzione dei suoi allievi?

-Stai facendo così per questo?-

-Non voglio che ti succeda niente. Manca poco alla guerra e non abbiamo..-

-Guerra? Quale guerra?-

Con quella domanda le parole di Erik smisero di scivolare via dalle sue labbra, si boccò per qualche secondo poi sospirò.

-Charles ha previsto che tra tre mesi da oggi sarà prevista una guerra contro umani. Si riuniranno creando eserciti anti-Xmen, probabilmente hanno già iniziato a radunarsi.- rispose più calmo-

-E' per questo che non voglio che ti arrendi, o che ti succeda qualcosa. Quando saremo li fuori a combattere contro questo esercito folle non sarà un allenamento, ma un massacro. Nostro o loro non importa. Quando sei in battaglia o vinci o perdi, non c'è un'altra chance.-

Il suo tono di voce così premuroso, mi fece pensare per un secondo che almeno un minimo gli importasse di me. Sorrisi leggermente abbassando lo sguardo, registrando ogni sua parola come se fosse un importante insegnamento.

-Allora mi scusi, maestro. La prossima volta cercherò di porre più resistenza.- risposi sorridendo appena

-Spero che a questo non porrai resistenza- disse avvicinandomi rapidamente a me baciandomi

La sua mano destra si poggiò sul mio viso, era così calda, sicuramente per lo sforzo dell'allenamento seguito dai nervi.

Aveva ragione però, non posi resistenza a quel gesto.

L'avevo conosciuto da una sola settimana, ma sapevo da quanto tempo mi conoscesse lui, quindi non mi importava.

Lui si allontanò poco dopo, lasciando la mano sul mio viso, il suo sguardo dritto sui miei occhi.

-Hai ragione.. non ho posto resistenza- risposi sotto voce ribaciandolo

-Questo significa che adesso dovrei essere morta?-

-Per questa volta facciamo un'eccezione.- disse ribaciandomi

Tornammo scherzando e ridendo verso il campo dove i ragazzi si stavano allenando, il mio sguardo si posò sul profilo di Erik mentre guardava sorridendo Charles in lontananza

In quel momento mi sentii felice, al mio posto. Avrei voluto fermare il tempo.


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